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Autore: Dark Moon    07/12/2012    6 recensioni
E se Ian ad una festa incontrasse Cenerentola? Cosa accadrebbe se, perse le sue tracce, non riuscisse a dimenticare i suoi bellissimi e profondi occhi? Ma c'è Nina, quella che sembrava la donna perfetta per lui ed è per questo che quando lei lo lascia senza un'apparente spiegazione, Ian è distrutto e senza nemmeno accorgersene si ritrova a vagare ubriaco per la periferia di Atlanta, sorretto da un avvilito Paul. Così, quasi senza rendersene conto, Ian rompe una finestra di quella che sembra una scuola e vi si intrufola dentro, facendo scattare l'allarme. Perciò si ritrova a dover insegnare recitazione in quella scuola insieme a Paul, per scontare i servizi sociali. Ma se quella fosse la scuola di Cenerentola? E se Cenerentola fosse una piccola orfana minorenne? Questo si che è un bel problema, se si aggiungono poi locali notturni, ex che ritornano e una vita pubblica con cui fare i conti. . Come farà Cenerentola a mantenere il suo segreto?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ian Somerhalder, Nuovo personaggio, Paul Wesley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: Un anno dopo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Aspetta!- mi bloccò Ian.

Io mi voltai, supplicandolo con gli occhi di lasciarmi andare.

-Come faccio a ritrovarti?-

Sospirai.

Ma quando mi sarebbe ricapitata un'occasione del genere? Non sarei mai più stata faccia a faccia con Ian Somerhalder, perciò feci la cosa più azzardata della mia vita.

Corsi verso di lui e, specchiandomi nell'infinità dei suoi occhi azzurri, gli diedi un leggero bacio a stampo.

Mi alzai a sedere di scatto sul letto, con la fronte imperlata di sudore. Mi portai le mani tra i capelli, smuovendo quella folta massa nera, imprecando contro me stessa.

L'avevo sognato, di nuovo. Quei due spicchi di cielo e quelle labbra calde e accoglienti non volevo lasciare i miei sogni, nonostante fosse passato un anno da quell'incontro, che definire magico significava minimizzarlo.

Se ci ripensavo, quella sera mi sembra ancora incredibile.

Ritornai a letto, quel letto sgangherato e scomodo. In effetti, ripensandoci, anche la ragazza di quella sera mi sembrava incredibile: non ero io. Era migliore, ma forse solo perchè tutti, a quella festa, non mi vedevano per quella che realmente ero: un'orfana, che riusciva ad andare ad una prestigiosa scuola privata solo perchè aveva la fortuna di avere una migliore amica ricca.

Proprio per quello, torturarmi a scuola era diventato quasi uno sport: la poveraccia che veniva aiutata dall'amica ricca. Non c'era niente di meglio per le male lingue borghesi di quella odiosa scuola.

Ma, odiosa o no, quella scuola aveva il più famoso e importante corso di recitazione di mezzo paese e quella che mi aveva offerto Koral era davvero un'occasione unica.

Erano anni che insistevo per ripagarla, ma lei si arrabbiava e diceva che queste cose non esistevano tra amiche. Così mi ero trovata mille lavoretti, per ripagarla in qualche modo, ma anche per sopravvivere visto che Gary, il gentilissimo essere umano che si era preso la briga di accogliermi nella sua vita, mi lasciava fuori "casa" la maggior parte delle volte.

Era solo un verme viscido, che mi aveva "prelevato" da un posto altrettanto viscido. A lui interessava solo incassare il mensile dallo Stato, per il resto, come vivevo e cosa facevo, non era poi affar suo.

In compenso, però, mi faceva generosamente lavorare nel suo orribile bar. Carino da parte sua, vero?

Sospirai. Chi sa Ian cosa stava facendo in questo momento.

Probabilmente aveva già dimenticato "cenerentola". In fondo era fidanzato con quella bellezza di Nina, non c'era neanche una possibilità che lui si ricordasse di me.

...E invece io, come un'idiota, non riuscivo a cancellare i suoi occhi dalla mia mente.

Com'era possibile che ricordassi ancora le sue mani strette sui miei fianchi?

Sbuffai. Perdermi in quei ricordi non mi avrebbe aiutato. Dovevo dormire, continuare la mia vita e smetterla di rovinarmi le giornate a guardare quel maledetto telefilm.

Da che conoscevo appena il titolo, ero passata ad esserne una fan sfegatata. Avevo fatto di tutto pur di guardare ancora quegli occhi, quelle labbra, quei mezzi sorrisi.

Mi ridistesi sul letto, cercando di riaddormentarmi, ovviamente con scarsi risultati.

 

 

Pov Paul

-L'amore...fa schifo!- si lamentò Ian, mentre io, il mal capitato Paul Weasley, cercavo di sorreggerlo per le braccia.

-Ian, per favore! Sono le quattro del mattino!- feci io, stanco.

Avevamo girato per locali tutta la notte e tenere "buono" Ian era un'impresa alquanto impossibile.

-Vi siete solo lasciati, le cose si sistemeranno.- cercai di consolarlo, mentre provavo a farlo sedere su una benedetta panchina.

Dopo vari tentativi, Ian riuscì a sedersi, per poi scoppiare a ridere.

-Solo? Ho il cuore a pezzi, fratello.- disse, puntandomi contro un instabile dito.

-Sei ubriaco, Som, dai, torniamocene a casa.- tentai io, ma, ovviamente, fu tutto inutile.

Ian non dava segni di volersene tornare a casa e riposare tranquillo, anzi, sembrava sempre più pieno di energie ad ogni minuto che passava.

-Mi ha lasciato...- ripetè. -Nina mi ha lasciato dopo due anni. Cazzo, Paul, due anni. Pensavo davvero fosse quella giusta.-

Sospirai, sedendomi accanto a lui.

Odiavo vedere il mio migliore amico così. Non avevo mai avuto una particolare simpatia per Nina, ma dirgli "te l'avevo detto" in quel momento, non mi sembrava il caso.

-Ian, in fondo te n'eri accorto anche tu che le cose non andavano ed è stato meglio lasciarvi adesso invece di continuare: avreste distrutto voi e la serenità sul set.- gli feci notare io.

-No, Paul. Io l'amavo e l'amo ancora.- disse, calcandosi la testa tra le mani.

-Ma se mi hai confessato tu stesso di pensare spesso a "Cenerentola".-

Storsi il naso. Non ne potevo più di quella storia.

Mi aveva riempito la testa con quella fantomatica ragazza, sui suoi straordinari occhi e le labbra da sogno.

-Che c'entra. Cenerentola è un mistero.-

-Ma se l'hai raccontato anche a Torrey!- protestai io, mentre lui scoppiava a ridere, inspiegabilmente.

-Ma che razza di nome è Torrey!-

-Stai davvero prendendo in giro Torrey?!- mi alzai dalla panchina, guardandolo infuriato.

Lui sembrò pensarci su un attimo. -No.- sentenziò sicuro. -Io adoro Torrey.-

-Ecco.- mi sedetti di nuovo accanto a lui.

Eravamo comici, veramente comici. O pietosi. Dipendeva dai punti di vista.

-Cos'è quella, Paul?- chiese Ian.

-Quella è una scuola. Ha anche un importantissimo corso di recitazione se non sbaglio.-

I suoi occhi si illuminarono e io sentii un brivido corrermi lungo la schiena.

Quello era lo sguardo delle cazzate.

Si alzò e cominciò a correre, senza nemmeno darmi il tempo di fermarlo.

Arrivò davanti alla scuola, cominciando a toccare porte e finestre.

-Ma cosa diavolo fai?!-

-Voglio seguire una lezione di recitazione!- mi rispose lui serio, continuando a cercare un modo per entrare.

-Sai.- feci io, con tutta la pazienza possibile. -Non credo ci siano corsi alle quattro del mattino.-

-Tu credi?-

-Credo. Ma forse è solo un mio pensiero, eh!-

Ian fece spallucce, poi, prima che potessi fermarlo, ruppe una finestra ed entrò dentro la scuola.

-Ian!- urlai, seguendolo all'interno dell'edificio.

Ma vedi che mi dovevo trovare a violare una scuola per inseguire quel deficiente del mio migliore amico!

Ma dove cazzo era finito?!

Non feci nemmeno in tempo a raggiungerlo, che suonò l'allarme.

Rabbrividii, mentre il sangue mi si gelava nelle vene.

Eravamo davvero nella merda.

-Ian!- urlai e fortunatamente lui mi raggiunse subito.

-Ma che hai fatto?!-

Non fece nemmeno in tempo a rispondermi, che subito una luce ci colpì in pieno viso.

Oh, cazzo, il custode...

E fu così che...venimmo arrestati...

 

 

Un suono fastidioso mi svegliò. Ancora assonnata mi alzai dal letto, anche se di mala voglia e con il morale a terra.

Quel giorno non avevo proprio voglia di andare a scuola. Avevo uno strano presentimento.

Distrattamente andai all'armadio, tirando fuori un jeans chiaro e una maglia rossa con lo scollo a v.

Mi chiusi nel bagno, aprendo il rubinetto della vasca e lasciando che il rumore dell'acqua attutisse quello dei miei pensieri.

Cominciai a spogliarmi e quando la vasca fu piena, mi immersi, lasciando che l'acqua lavasse via tutte le mie preoccupazioni.

La doccia durò un abbondante mezz'ora e alle sette uscii dal bagno, con un accappatoio verde alquanto imbarazzante.

Mi vestii piano, ben sapendo che Koral avrebbe fatto di sicuro tardi.

Andai verso un piccolo mobiletto e presi il cofanetto con i pochi trucchi.

Misi solo il fard e la matita.

Poi andai di nuovo in bagno e mi pettinai quella massa di capelli lisci neri con poca voglia.

Ero stanchissima e quel giorno mi aspettava anche l'interrogazione di letteratura! Ed era solo il primo mese di scuola!

Guardai l'ora: erano le sette e mezza.

-Io vado!- urlai, prendendo lo zaino e andando alla porta.

Scesi velocemente le scale e aprii il portone del palazzo e mi ritrovai subito una sorridente Koral sul suo motorino nero.

-Buon giorno!- le scoccai un bacio sulla guancia, che lei ricambiò gioviale come sempre.

-Ho portato i cornetti!- mi disse, esibendo un sacchetto un po' sporco di nutella.

-Mhm...cosa ti devi far perdonare?-

Lei si morse il labbro. Ormai la conoscevo come le mie tasche e per portarmi i cornetti fino a casa, era qualcosa di grosso!

-Bhe...vedi...ti prego non mi uccidere!- la sua voce era davvero implorante, cosa che mi preoccupò non poco.

-Allora?- a me scappava da ridere, era troppo comica quando doveva confessare qualcosa!

-Vedi...io ho preso il biglietto per la convention di The vampire diaries...o meglio, i biglietti-

Inarcai le sopracciglia, con un brutto sospetto in testa. -Quindi?-

-ti prego! Accompagnami! Ti prego, ti prego, ti prego!-

Se avesse potuto, la mia mascella sarebbe arrivata a terra.

IO a una convention su the vampire diaries?!

Ma nemmeno sotto tortura!

Come poteva chiedermi una cosa del genere dopo quello che era successo un anno prima?!

-Puoi scordartelo- io non ci sarei andata mai. Non ci sarebbe stato niente che mi avrebbe convinto ad andare tra quella massa urlante di ragazzine allupate a vedere quella maledetta convention, dove c'era quel maledetto attore con la sua maledetta ragazza!

-Dai! Altrimenti non ci posso andare nemmeno io!...sei la mia migliore amica, mi devi aiutare nel momento del bisogno!-

-Sono irremovibile!-

-Non ti costringerò mai più ad andare a una loro convention! Solo questa volta!-

La guardai. Aveva quegli occhi enormi pieni di finte lacrime alla cartoni animati e le mani congiunte.

Era vero che non mi piacevano, ma lei era sempre la mia migliore amica e quello che era importante per lei, lo era per me.

-Mi dovrai più di un misero cornetto!- mi arresi, salendo sul motorino.

-Davvero?! OLEE!- quasi ci fece cadere quel suo scatto di felicità.

Era davvero contenta e io lo ero ancora di più visto che avevo potuto contribuire.

In fondo era solo una convention. Non aveva mai fatto male a nessuno andare ad una convention.

Ma quella mattina non sapevo ancora che non avremmo più avuto bisogno di andare a quella convention, perchè...

 

 

 

 

 

 

 

 

Salveeeee! Come va?

Ed ecco il secondo capitolo di una storia su cui ho ancora molti punti interrogativi xD

Questo capitolo non ha niente di particolare, serviva solo a me e a voi per addentrarci meglio nella storia e per conoscere meglio i personaggi xD

Spero che almeno un po’ vi piaccia e che magari alla fine della lettura (sempre se leggerete!) non vomiterete xD

Inutile dire che mi piacerebbe sapere le vostre opinioni, perché si sa che quando una persona mette su carta ciò che sente, spera sempre di poter leggere tante recensioni, ovviamente belle o brutte che siano…!

Detto questo, la smetto con questo papiro e vi lascio!

Baciiiii

Al prossimo capitolo! …Sempre se vi va!

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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