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Autore: vampirella    07/12/2012    3 recensioni
[AU!High School] Dal primo capitolo: "Midgern era una noiosissima città americana con il supermercato, la chiesa e il liceo, direttamente uscito da un film hollywoodiano da distribuzione home video. Vi si potevano trovare tutti i cliché immaginabili: arroganti campioni di football, cheerleaders dalla testa vuota, clubs di scacchi e di scienze, un giornalino d’inchiesta ed un fumetto satirico.
Sembrava fosse tutto così scontato.
Poi Steve cominciò l’ultimo anno di liceo e le cose cambiarono."
[StevexTony, ThorxLoki, ClintxNatasha, BrucexPepper]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Del come le nostre storie hanno avuto inizio da un'intervista piuttosto irritante.



Cavi. Un sacco di cavi si aggrovigliavano tutt’intorno alla scrivania e un po’ dappertutto per terra.
Luke diede un calcio esasperato a una matassa a pochi centimetri da lui. - TONY! - urlò, al colmo della collera.
Dall’altra parte della stanza spuntò il viso del ragazzo coperto da una maschera protettiva per saldature.
- Che cazzo stai facendo qui? -
- Ciao Luke. Il preside ha tagliato i fondi al laboratorio di scienze. -
- E QUINDI? - gli rispose lui, arrossendo per la rabbia. Stava letteralmente per esplodere.
- Beh ecco... - Tony si tolse la maschera e si grattò la testa. - Ti ricordi il mini-robottino che progettavo per la fiera di Denver? -
- Quello per cui sei entrato di notte nella discarica per trovare un po’ di ferraglia decente, ti sei incastrato nella rete di protezione e hai chiamato terrorizzato Nat nel cuore della notte? Certo. - disse, non capendo bene dove volesse andare a parare, ma non potendo risparmiarsi un sorriso al richiamo di quell’ilare situazione. Almeno per lui.
- Sì. - rispose, muovendo una mano in aria come per cancellarne il ricordo. - Beh, ecco, lo avevo finito. L'ho collegato al generatore…. poi è andato a fuoco il quadro elettrico di un’ala della scuola. Più precisamente quella dei laboratori. -
- Oddio...- sospirò Luke, sconsolato. Ormai era abituato ai casini che quel folle combinava in nome della scienza.
- Ehi, ho sbagliato voltaggio. Succede. - Tony si rimise la maschera. - Ma dopo questo piccolo errore il preside mi ha proibito di lavorare ai miei progetti a scuola. Allora ho pensato… -
- Antony Stark, mi stai dicendo che usi l’aula degli audiovisivi come laboratorio personale per le tue strambe invenzioni? - dalla rabbia Luke sbatté la borsa con i libri su un banco. - E senza permesso da parte dell'autorità scolastica! -
- Mi sembra il minimo, con tutto l’aiuto che ti do’! -
- Ad usare la telecamera e fare qualche montaggio per il ballo di fine anno? Ma se lo fai solo perché Pepper ti obbliga! E comunque avrei preferito che me lo chiedessi, prima! -
- Va bene. Posso restare qui? -
- NO! - Luke gli indicò la porta. - E ti pregherei di uscire da quest’aula subito. Devo lavorare. -
- Che parola grossa! - Tony si arrese e cominciò a radunare le sue cose di malavoglia. - Mi hai molto deluso, comunque. -
- Mi spiace. - disse con il tono di uno a cui invece non importava poi molto, di averlo deluso.
Tony lo osservò mentre apriva il computer e armeggiava con alcuni files. – Oggi hai le ‘interviste sportive’, vero? Chi viene oggi, comunque? Il capitano di scherma? Scacchi? Basket? -
- Steve Rogers. -
Tony si avvicinò all’amico. - Oooooooh il famoso Steven. E come sei riuscito ad ottenere un’intervista con mr-privacy-Rogers? -
- Pepper. -
Tony restò qualche momento interdetto. Poi scosse la testa. - Ha senso. -
Luke si girò verso di lui. – Lei mi ha fatto promettere di essere buono. -
- Ha senso anche questo. Ma lo farai? -
Luke sorrise sornione. – Lo puoi scoprire da solo, rimanendo a sentire. -
- Oh no.- Tony riprese l’aria da offeso. - Qualcuno mi ha appena cacciato da questa stanza. - disse, per rimarcare il suo disappunto.
- Tony… Ti rendi conto che questa è la sala degli audiovisivi, vero? Che non è attrezzata per le tue pazzie tecnologiche? -
- Non darei fastidio, lo giuro. Devo finire solo alcune simulazione al pc… - Tony cominciò a saltellare alternativamente sui piedi. - Tipregotipregotipregotiprego… -
Luke sospirò, rassegnato, e Tony fece un grande sorriso.
- Grazie amico. -
- Prima di chiamarmi amico cerca di non far saltare in aria tutto, ok? Altrimenti ti uccido. -
- Guarda, mi metto in quell’angolino là, nascosto tra i vecchi pc della segreteria, a fare le mie piccole scintille… -
- …Disturbo? - un’alta figura si prospettò davanti l’uscio. I due amici restarono per un momento interdetti per la sorpresa.
- Figurati. Ciao Steve, entra. Sei pronto per l’intervista? - rispose Luke, cercando di allontanarsi dallo scienziato pazzo.
Steve varcò l'uscio un poco a disagio, scambiando un’occhiata di striscio con Tony che lo osservava nello stesso modo in cui si osserva un leone allo zoo. Nessuno dei due sembrava fosse intenzionato ad aggiungere qualcosa.
- Ehm, Steve, conosci… - cercò di introdurre Luke.
- … Tony Stark. Di nome, sì. - Steve sfoderò uno dei più bei sorrisi di cui era dotato e porse la mano al ragazzo. - Ho sentito che hai fatto saltare il laboratorio di scienze. Di nuovo. -
- Non esattamente, ma ehi, a scuola si raccontano un sacco di cazzate. - rispose Tony alla stretta, con un sorriso velenoso. - Chissà quante voci false girano su di te. Per esempio, quella che ti da’ come il più dotato della squadra di football… - Tony si vide sbattere in faccia uno dei quaderni appena appena usciti dalla cartella di Luke.
- TONY! Vai in fondo e non muoverti per nessun motivo al mondo! -
- Anche se va a fuoco la scuola? -
- Specialmente! - I capelli di Luke erano un poco sconvolti dagli ultimi avvenimenti. Si girò verso il capitano di football sfoderando un sorriso falsamente gentile e lo invitò a sedersi. Quando entrambi si furono accomodati Luke fece partire il registratore dal suo notebook posto in mezzo a loro come una muraglia. Steve sembrava rilassato, anche se non si appoggiava allo schienale della sedia. Era in tensione, anche se cercava abilmente di nasconderlo.
Le prime domande furono pura formalità. Menate sulla squadra, i punti, i giocatori, le partite…a Luke non interessavano queste storie che facevano impazzire i maschietti della scuola. Lui voleva altro. Voleva storie, verità, dissenso e scoop. Voleva notizie.
- Allora Steve. Parliamo un po’ di te. Quarterback della squadra del liceo. E’ una bella responsabilità, vero? -
- Non posso negarlo. -
- Hai mai sentito la pressione della popolarità? Il peso delle responsabilità per la squadra? Perdere una partita significa rimetterci una possibile borsa di studio, specialmente in questo periodo dell’anno… -
- Ne sono consapevole, Luke. - Steve si esibì in un sorriso strafottente. - E comunque sì, ne sento il peso ma la so gestire da molto tempo. -
- Insomma, nessuna debolezza. -
- Tutti hanno delle debolezze, compreso il sottoscritto. -
- Oh, per fortuna sei abbastanza intelligente da ammetterlo. -
- Come prego? - Steve restò un attimo interdetto per quella frase: lo stava insultando oppure no?
- Il famoso quarterback della scuola ha delle debolezze, ma anche dei segreti. Ci si chiede da molto tempo cosa nascondono i tuoi silenzi, il tuo ‘basso profilo’. Girano tante storie su di te, mio caro Steve, ma a noi piacerebbe avere qualche conferma o smentita, riguardo alla tua vita. -
- Non credo siano affari del giornalino. - replicò seccato il biondo. Si mosse a disagio sulla sedia mentre restituiva uno sguardo di fuoco al suo intervistatore. Ma Luke non aveva intenzione di smettere.
- Dove sei nato? Chi sono i tuoi genitori? Come passi il tempo libero? -
- Ti ripeto che non sono affari tuoi. - disse, scandendo in maniera affettata le parole.
- Dai, è ridicolo. Ti rifiuti di rispondere a queste semplici informazioni? Cosa nascondi? - Luke si sporse leggermente verso il biondo, molto interessato alla conversazione.
- Io me ne vado. - Steve si alzò rumorosamente. Dall’altra parte della stanza Tony guardava il litigio con stupore e curiosità. Era raro vedere Rogers fuori dai gangheri. Anzi in campo era così apprezzato per il suo sangue freddo…
- Hai una ragazza? O dovremo dire ragazzo? -
Steve si bloccò ad un passo dalla porta ma non si voltò verso il suo interlocutore.
- Tasto dolente? Vediamo…. forse il quarterback cerca strenuamente di nascondere la sua vera sessualità per non perdere la popolarità acquisita. O forse la verità è ancora peggiore. - Luke lo stava provocando. Un sorriso cattivo comparve sulle labbra.
Steve finalmente si girò, fece qualche passo e si mise davanti a Luke. Si abbassò in modo tale da avere il suo volto a pochi centimetri di distanza e lo fissò per un lungo istante. Nella stanza si ebbe un silenzio carico di elettricità.
Poi Steve sbatté un pugno sul tavolo, facendo sobbalzare i due ragazzi. Tony si avvicinò ai due, preoccupato.
- Senti, è meglio che te ne vai. - disse al biondo, obbligando a sedere Luke che nel frattempo si era alzato.
- E’ quello che ho intenzione di fare. - sbuffò lui. Quando Steve un nuovo silenzio si creò nella stanza.
- Certo che ci sai proprio fare, Luke. – iniziò Tony, con tono marcatamente sarcastico, mentre tornava alle sue faccende.
- Ehi, è il mio lavoro. O quello che vorrei diventasse il mio lavoro. -
- Strano, pensavo volessi fare il giornalista, non il cacciatore di gossip. -
- Cosa credi che venda questo giornale? Il blaterare sulla filosofia della scherma? -
- Cosa… -
- Credi che mi diverta a fare queste cagate? Le interviste agli sportivi? Una massa di idioti che credono di essere migliori perché sono bravi a maneggiare una palla, o quello che è. -
- Noto un certo risentimento… -
- …se il giornalismo, o la scienza, fossero considerate fighe saremmo noi i capi di questa scuola. Invece siamo considerati degli sfigati della peggior specie. E sai perché? Perché per essere come noi ci vuole sacrificio. E il ragazzino medio appena entrato nel periodo adolescenziale e in cerca di obiettivi non ha un cazzo di voglia di sbattersi. Puoi farlo correre quanto vuoi, ma guai a farlo pensare! E’ troppo difficile, la società l’ha reso troppo difficile. E’ tutto calcolato. -
- Sarà quello che vuoi, ma comunque ti sei comportato male con quel ragazzo. -
- Intanto per domani so già cosa scrivere e so già che venderò. E le vendite, oltre che venire in tasca alla redazione, non fanno chiudere il giornale, e questo resta sul curriculum … dove vai? -
- A casa. L’hai detto tu che per realizzare quello che faccio devo impegnarmi. Credo rivolgerò il mio impegno al compito di domani. Buona serata, giornalista d’assalto, e spera vivamente di non esserti scavato la fossa da solo. -
Luke rise, ma forse avrebbe pensato di più alle parole di Tony, considerando cosa successe il giorno dopo…
 

Finalmente ecco il secondo capitolo. Credo di riuscire a pubblicare abbastanza frequentemente dalla prossima settimana in poi, ma mai dire mai. Certo la neve aiuta J. Scherzi a parte. Fatemi sapere cosa ne pensate! A presto!
   
 
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