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Autore: Ismene_    07/12/2012    2 recensioni
7-12-11/7-12-12.
Il mio primo anno su EFP.
21-12-12.
La fine del mondo.
L'occasione è la prima, il contenuto della storia il secondo.
Quindi tu, proprio tu, come passeresti la tua ultima notte sulla terra? Amico, si avvicina, dovresti aver già qualche programma.
Beh, lì ad Hogwarts oggi, 21 Dicembre 2012, c’è gente che scappa, che urla, che ride, che piange.
Io la mia ultima notte la passo facendo quello che ho sempre sognato. La giornalista.
E ora sono qui, nella scuola di magia e stregoneria più famosa di sempre, a osservare e documentare tutto. Lo leggerete? Chissà, magari domani, quando ci renderemo conto che non è finita, che noi siamo ancora qua. Eh già.
Genere: Comico, Demenziale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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 7-12-11 ---> 7-12-12 ---> UN ANNO SU EFP <3

Voglio soltanto ringraziare questa specie di universo alternativo, perchè è davvero una cosa meravigliosa.

Avrei voluto fare qualcosa di carino, un summa con tutti (o quasi) i personaggi della saga.

Ma, come al solito, sono in ritardo e, volendo pubblicare questa one-shot oggi, non è venuta affatto come avrei voluto.

Avrei dovuto inserire moolte altre cose.

Però non potevo non pubblicare niente proprio oggi :P

Ringrazio tutti, tutti, tutti!

E spero vi piaccia nonostante tutto.

Ismene_ <3 

21 12 12

Urla di terrore, gente che corre a perdifiato, panico nell’aria.

Erano tutti lì. Tutti insieme, i primi, gli ultimi, quelli di mezzo.

Tutti insieme ad Hogwarts.

Perché è così che doveva finire. Tutti insieme, dove tutto è iniziato, dove tutti hanno vissuto.

Tiziano Ferro cantava “l’ultima notte al mondo io, la passerei con te, mentre felice piango”.

Però non tutti siamo di Ostia, non tutti facciamo i cantanti e non tutti ci chiamiamo Tiziano.

Quindi tu, proprio tu, come passeresti la tua ultima notte sulla terra? Amico, si avvicina, dovresti aver già qualche programma.

Beh, lì ad Hogwarts oggi, 21 Dicembre 2012, c’è gente che scappa, che urla, che ride, che piange.

Io la mia ultima notte la passo facendo quello che ho sempre sognato. La giornalista.

E ora sono qui, nella scuola di magia e stregoneria più famosa di sempre, a osservare e documentare tutto. Lo leggerete? Chissà, magari domani, quando ci renderemo conto che non è finita, che noi siamo ancora qua. Eh già.

E magari ci sarà gente pentita per le cazzate che ha fatto nelle sue ultime ventiquattro ore, gente sollevata, gente felice di aver avuto una scusa che gli ha permesso di fare qualcosa che non avrebbe mai fatto. Non so, il bagno nudo nel Tamigi, un menage a trois, mangiare un ragno. Ma, soprattutto, gente che spera, come avrebbero detto gli Articolo 31.

Ora però iniziamo. Vi farò ripercorrere il viaggio con me, ma soprattutto con loro.

Sono partita dalla stazione di King’s Cross.

La signora Weasley mi ha detto come attraversare il binario, e Percy mi ha accompagnata sul treno.

Ho vagato per trovare uno scompartimento vuoto e mi sono imbattuta in un ragazzino che correva dietro ad un rospo.

Poi ho comprato delle Cioccorane al carrello dei dolci. Tutte quelle che volevo, perché oggi è tutto gratis. Sulla mia prima, e forse ultima, figurina c’è Merope Gaunt. E mi si stringe il cuore, se penso che tutto è iniziato da lei.

Vado a cambiarmi per indossare la divisa. La mia divisa di Hogwarts. E penso sappiate quale sia il mio stato d’animo in questo momento. Non ci sono, nemmeno a cercarle tutti insieme, parole sufficienti per descriverlo.

Scendo dal treno, e c’è lì un semigigante che di mestiere fa il guardiacaccia, il professore, l’amico pasticcione, e qualcos’altro che non rientra in nessuna categoria esistente. Vicino a lui c’è uno stuolo di animali fantastici, permessi e non. Ragni giganti, dorso rugosi di Norvegia, Ippogrifi, giganti e tantissimi altri.

Non mi fa salire sulla barca, ma, con un fischio, chiama un ragazzo dai capelli rossi alla guida di un’auto rosso fiammante. Non sembra molto esperto, infatti ci schiantiamo contro un albero, il platano Picchiatore. C’è un varco sotto di noi, dal quale escono scappando un topo, un cane, un lupo e una massa di capelli untuosi.

Il Professor Piton mi porta in salvo. Per un attimo fissa i miei occhi verdi. Uno sguardo turbato, ma felice attraversa il suo volto, prima di lasciarmi andare.

Appena arrivata di fronte al portone monumentale ho trovato i gemelli Weasley ad accogliermi, con dei fuochi d’artificio creati apposta per l’occasione, pronti da lanciare in aria.

“Si, esatto, lui non ha un orecchio!” urla Fred a tutti quelli che guardano George con aria sconvolta. Come se ci fosse bisogno della sua conferma, ormai tutti lo sanno.

“Già, e lui è morto! Ma gente, questa è la fine del mondo, non poteva mancare” gli fa eco George.

Mi offrono una caramella con stampata la figura di un Maya con gli occhiali, in una posizione strana. È una specie di biglietto d’ingresso. Già, avete ragione, sarebbe il momento di svelarvi la verità su questa profezia che vanno blaterando da un po’.

Dovete sapere che, da sempre, le tribù Maya sono divise in due clan.

I seguaci di PSY da un alto, quelli di Telò dall’altro.

Sono in lotta da sempre, senza che nessuno dei due riesca a prevalere. Per secoli, anzi, millenni hanno tenuto tutti all’oscuro del loro segreto. Nei loro scritti c’era però una fatidica data.

21 12 12.

Lontanissima, per loro. Nell’anno immediatamente precedente, gli eredi dei due avrebbero iniziato a diffondere il loro segreto fra le masse. A loro il compito di scegliere il momento e il modo più opportuni.

Una cosa dovevano tener presente: tutto doveva essere pronto per il giorno.

Già, perché il ventuno dicembre duemiladodici ci sarebbe stata la sfida decisiva fra i seguaci dell’uno e dell’altro, aumentati di generazione in generazione. Anche voi, inconsapevolmente, avete già scelto fra uno dei due. Se non lo avete ancora fatto, sbrigatevi.

Perché? Semplice e crudele allo stesso tempo, come spesso avviene. Per farla breve, i seguaci del vincitore resteranno con lui sulla terra, prenderanno il potere e vivranno in condizioni floride per il resto dei loro giorni.

L’altra parte, invece… morte, morte per tutti. Questo mi è stato raccontato da una professoressa urlante all’ingresso, dice di chiamarsi Sibilla. Nomen Omen, si suol dire!

 

***

 

Entro finalmente nel castello. Un sogno che si avvera.

Gazza mi corre in contro, seguito da Mrs Purr per fermarmi.

“Non sei uno degli studenti, non lo sei. Non potete fare quello che volete solo perché sta finendo il mondo” mi urla.

Per fortuna arriva Pix a salvarmi, rincorrendolo per far schierare anche lui.

Proseguo, anche se in realtà sono ferma sempre allo stesso punto. C’è lei, Minerva McGrannit, che sta spiegano a dei piccoli ragazzini che Hogwarts è divisa in Case e sarà il Cappello Parlante a smistarli. Un piccolo Colin Canon la guarda estasiato insieme a tutti gli altri.

Nemmeno la fine riesce a fermare quella donna. Peccato che sia un esemplare in via d’estinzione.

Non sono però specie a rischio quelli come loro. Certo, non tutti sanno fare il loro mestiere altrettanto bene. Li vedo, e sento una fitta al cuore. Sento che nessun attore sarà mai abbastanza per rappresentarli (Gary Oldman escluso, lui è e sarà quello perfetto in secula seculorum, amen).

Sono lì, davanti a me, il sogno di una vita, e io non so che fare. Vedo Sirius e James in prima fila a cercare di corrompere quei bambini ignari, Remus che cerca di fermarli ma non può fare a meno di sorridere, Peter che annuisce acconsenziente.

Prima che possa dire o fare qualcosa corrono via, dividendosi in mille direzioni.

Vorrei entrare in sala Grande, ma delle altre figure mi bloccano.

Banchetti sullo stile di quelli elettorali, con cartelloni e slogan per attirare i passanti. I quattro fondatori, con arringhe convincenti, espongono il loro programma elettorale. E non serve che aggiunga altro, sapete benissimo cosa tramandano.

Qualcosa mi sbatte contro, si scusa servilmente, va oltre. Mille piccoli elfi domestici escono dalle cucine, guidati da Dobby e Hermione Granger, urlando il loro diritti e la loro voglia di libertà. Oggi ce l’hanno fatta, il mondo è finito, sono liberi.

In un angolo ci sono il Barone Sanguinario e la Dama Grigia. Felici, insieme.

Più in là Sir Nicholas, pronto a salire in groppa ad un cavallo. Ce l’ha fatta, alla fine.

E, parlando di fantasmi, ecco anche Mirtilla. È felice. Oggi ci sono davvero tutti, anche quelli che lei ha lasciato.

Mille volti noti mi circondano, sarebbe impossibile elencarli tutti.

Lungo il corridoio ci sono Luna Lovegood e sua madre che cercano insieme gli oggetti della ragazza. Xenophilius le osserva da lontano, felice.

Il ritratto di Phineas Nigellus, che per l’occasione è stato spostato al pian terreno, si guarda intorno, impegnato a sputare sentenze.

Ronald Wealsey gioca a scacchi con Alastor Mood e Madama Chips ha installato una specie di infermeria da campo per curare eventuali feriti. Si reagisce in modo diverso alla fine del mondo, meglio essere previdenti!

Ronald Wealsey gioca a scacchi con Alastor Mood.

Non ho ancora avuto il tempo di esaminare tutto come avrei voluto, che tutti iniziano a correre verso la Sala Grande. E quella fiumana di gente trascina anche me.

“È il momento” urlano in molti.

Sul fondo dell’aula, dal solito pulpito, c’è lui.

È così strano. Non soltanto il fatto di vederlo dal vivo, ma soprattutto quello che ci sia.

Però doveva esserci. Albus Silente è Hogwarts.

“Mie cari vecchi, attuali e nuovi studenti. Siamo di nuovo qui, dopo tanto tempo. Conosco tutti voi. Vi guardo, ricordo i vostri volti il giorno in cui foste smistati, vedo quello che siete diventati. Voglio soltanto dirvi che sono profondamente fiero di ognuno di voi. Di tutti, nessuno escluso, qualsiasi cosa abbiate fatto delle vostre vite. Perché tutti avete fatto qualcosa, nel bene o nel male. E, mio caro Tom, ti vedo là in fondo. Anche tu Harry, anche se sei dal lato opposto. È la fine, vecchi miei. Cosa accadrà se vincerete entrambi? Beh, a chi resterà l’ardua sentenza. Nessuno di noi conosce il partito scelto dai suoi vicini, ma lo scopriremo presto. Basta solo che siate consapevoli della vostra scelta e della responsabilità che avete preso. Date il meglio di voi, come sempre vi ho insegnato. Senza altri indugi, Filius, musica per favore”.

Il professore acconsentì, e fece per far partire le melodie.

La scuola si divise in due.

Da un lato vi era una macchia rossa, stranamente e inimmaginabilmente accanto ad una chiazza bionda.

In un angolo Cornelius Caramell, Rufus Scrimgeour e Kingsley Shacklebolt, seguiti da Dolores Umbridge.

Più in là Olivander, Madama Rosmerta, Madama Piediburro, Florian Fortebraccio e Sinister.

I Black, la famiglia Potter finalmente insieme, i Lupin, addirittura i Dursley.

Tutti insieme.

Poi si sentì il suono.

“OPPA GANGNAM STYLE”.

Metà della scuola iniziò a muovere le gambe, seguendo Albus Silente e Minerva McGranitt, i quali, dal punto più altro della Sala Grande, davano l’esempio.

Tutti insieme in un movimento armonico.

Allo stesso tempo tuttavia, l’altra metà aveva iniziato a ballare.

“NOSSA, NOSSA, ASSIM VOCE ME MATA, AI SEU TE PEGO AI AI SEU TE PEGO”.

Mani avanti, indietro, bacino; salto salto destra, salto salto sinistra, salto destra, salto sinista.

Chi vincerà, signori, PSY o Michel Telò?

Non posso svelarvi cosa ho ballato io, non posso dirvi chi sopravviverà.

Sono ancora qui, ad Hogwarts, a ballare per decidere le sorti del mondo.

Il tutto, mentre guardo estasiata Sirius Black, che, andando fuori dagli schemi, sta ballando la Macarena.

Molti si sono uniti a lui, quindi chissà, magari il destino sta per essere cambiato.

Dalla fine del mondo ad Hogwarts è tutto!

Passo e chiudo,

Ismene_

  
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