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Autore: HernameisGiuls    08/12/2012    3 recensioni
«Ti ricordi chi è?» chiesi a mamma indicandolo. Ci pensò su e mi porse un'altra foto, questa ritraeva me e lo stesso bambino seduti su una panchina, col grembiule blu opaco tipico delle elementari. Avevo il suo nome sulla punta della lingua, ma chi era? Girai la foto e, in una grafia incomprensibile, vi era scritto "primo giorno di scuola, migliori amici per sempre".
«Migliori amici per sempre?» Chi era il mio migliore amico alle elementari, se non prima?
«Oh, ma sì! E' Harry!» esordì mamma facendomi sussultare
«Harry... Harry Styles?!» ma sì, era lui! Come avevo fatto a non riconoscere quegli occhi verde bottiglia inconfondibili?
Trovai il numero e rimasi lì a fissarlo.. «e se avesse cambiato numero?»
«Tentar non nuoce»
«E se lui non si ricordasse di me?»
«Che barba, Kim, sbrigati»
«E se fosse diventato brutto?»
«Oh quante polemiche, chiama e basta!»
Respirai a fondo, perchè quell'agitazione? Composi il numero. Uno squillo.. due squilli.. «Pronto?»
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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il mio ricordo è una foto che non sbiadirà
custoditi nell'anima mai sono andati persi
non svaniscono mai
se te li tieni stretti




«Mamma, dove sono messe le vecchie foto di famiglia?» domandai all'improvviso, spaventandola.
«A cosa ti servono?»
«Devo portare una mia foto da piccola a scuola, ci vedo fare un disegno o con le tempere o con le matite pastello.. Sai com'è la Barely, è tutta scema!»
Ci pensò su un attimo per poi sorridermi e sparire nell'altra stanza, «ti serve una mano?»
Non fece in tempo a rispondermi che fece capolino in cucina poggiando uno scatolone pieno di polvere sopra al tavolino, «Sono secoli che non le riguardiamo, mi piace fare un salto nei ricordi!» sorrisi nel vederla tanto euforica, lasciò persino i piatti da fare nel lavello e si sedette affianco a me prendendo album dopo album, sfogliandoli con espressioni indecifrabili.
«Guarda questa, eravamo al tuo battesimo! Quant'era piccola la mia bambina» alzai gli occhi al cielo senza tuttavia trattenere una risata. Me la passò contenta e nel mentre iniziò a cercarne altre, «che età? Oh, quando avevi cinque anni eri nel pieno della tua bellezza, cerco quelle!» continuò raggiante.    
«Mi stai dicendo che adesso sono una discarica di rifiuti?» borbottai fingendomi offesa, lei si chiarì subito, quasi mortificata, «Ma no amore, scherzavo! Tu sei sempre stata bellissima»
«Oh smettila, che poi mi monto la testa» scherzai prendendo un album dallo scatolone, «qui sei col pancione!»
Mamma guardò la foto per poi sorridere, «qui aspettavo Sophie, - spiegò - lo vedi quel paio di occhiali all'ultimo grido che indossavo? Era il 1988 e tuo padre, come regalo di compleanno, me li regalò. Non sai la felicità, tutte le mie amiche mi invidiavano, persino la nonna! Poi, tra una cosa e l'altra, è uscito un discorso e tuo zio si è fatto scappare il fatto che li avessero rubati! Non immagini la vergogna.. Però nessuno sembrava essersene accorto e mi piaceva essere al centro dell'attenzione grazie a quegli occhiali leopardati, ce li ho ancora!» balzò in piedi scattando nella sua stanza, salendo sopra il letto per aprire il piccolo armadietto e ritornò di corsa in cucina, «non trovi che il leopardo mi doni?» chiese indossando quegli strani affari più che leopardati proprio a macchie sbiadite. Cominciò a misurare la stanza a grandi passi, ancheggiando qui e là come in passerella. Buttai la testa all'indietro divertita durante quella performance. 
«Ah, che ricordi» sospirò lasciandosi andare sulla sedia. Riprese in mano qualche album, passandomene alcuni. Trovai foto di quando la mia sorellona era piccola e muoveva i primi passi, del primo cucciolo di dalmata regalatomi a sette anni, mamma e papà mentre si baciavano e lei aveva il pancione, «ero al nono mese - sospirò - qualche settimana dopo è nata la mia piccola Kim..» mi sorrise e potrei giurare di averle visto gli occhi lucidi
«Dai mamma, non ti metterai mica a piangere?»
«Ma chi me l'ha fatto fare? Guarda che rompi palle ho messo al mondo!» borbottò. Spalancai la bocca, sorpresa e le diedi una spinta scherzosa che la fece letteralmente scoppiare a ridere, «ma che madre simpatica» brontolai.
Avrò visto, giuro, un centinaio di foto e solo dopo un pomeriggio mamma aveva trovato le foto della mia infanzia, ovvero dai miei tre anni in su, «Il tuo primo giorno alle elementari! Quanto ti donava il grembiule» e mi passò l'album. Cominciai a sfogliarlo, meravigliandomi di quanto in realtà non fossi cambiata molto. I capelli, nel corso degli anni, erano rimasti dello stesso castano squallido, gli occhi chiari e le guance un poco paffute proprio come adesso.
Presi in mano la foto di classe e riuscii a ricordare tutti i miei ex compagni: c'era Nicole, Kirsten, Lucas, Morris... Era bello ricordarsi di tutti quegli individui di cui, dopo anni, non sapevo nemmeno che faccia potessero avere. Con alcuni avevo ancora rapporti. Spesso io, Lily e Laurette ci mettevamo d'accordo per un giro al centro-commerciale, un gelato o una pizza, così come con Jolanda e Lucas, di altri a mala pena riuscivo a ricordarmi i nomi.
Poi scorsi un bambino con il viso famigliare. Capelli corti e spelacchiati, due occhioni verdi e due fossette adorabili. Mi ricordavo chi fosse ma il nome mi sfuggiva.
«Ti ricordi chi è?» chiesi a mamma indicandolo. Ci pensò su e mi porse un'altra foto, questa ritraeva me e lo stesso bambino seduti su una panchina, col grembiule blu opaco tipico delle elementari. Avevo il suo nome sulla punta della lingua, ma chi era? Girai la foto e, in una grafia incomprensibile, vi era scritto "primo giorno di scuola, migliori amici per sempre".
«Migliori amici per sempre?» Chi era il mio migliore amico alle elementari, se non prima?
«Oh, ma sì! E' Harry!» esordì mamma facendomi sussultare
«Harry... Harry Styles?!» ma sì, era lui! Come avevo fatto a non riconoscere quegli occhi verde bottiglia inconfondibili?
«Gli Styles erano i nostri vicini di casa quando andavi all'asilo, infatti tu ed Harry vi siete conosciuti lì e fino a che non si sono trasferiti eravate inseparabili. Non ricordi?» cominciai a ridere, sorridere, ero letteralmente impazzita. Come avevo fatto a dimenticare una persona importante quanto Harry? «Chissà che fine avranno fatto, dici che potrei ancora avere il numero di sua madre?» mi chiese mamma, alzai le spalle e rimasi in silenzio «Ma che stai aspettando? Chiama!» scattai all'impiedi prendendo il cellulare di mamma cominciando a sfogliare la rubrica «Anne Cox, giusto?», mamma annuì.
Trovai il numero e rimasi lì a fissarlo.. «e se avesse cambiato numero?»
«Tentar non nuoce»
«E se lui non si ricordasse di me?»
«Che barba, Kim, sbrigati»
«E se fosse diventato brutto?»
«Oh quante polemiche, chiama e basta!»
Respirai a fondo, perchè quell'agitazione? Composi il numero. Uno squillo.. due squilli.. «Pronto?» quasi il telefono non mi cadde dalle mani, era la voce di una donna, «c'è Harry?» domandai frettolosamente. Forse era meglio un "ciao Anne, sono Kim la figlia dei Robenson, ti ricordi?" invece ero partita subita in quarta.
«Certo, te lo passo subito» rispose allegra e subito dopo chiamò il figlio e sentii qualcosa simile a "è una tua amica"
«Pronto?» sentii il fiato spezzarsi a metà e il cuore accellerare a vista d'occhio, che voce roca e profonda aveva.. così diversa da come la ricordavo.. «Con chi parlo?» insistette dopo non aver ricevuto risposta. Guardai mamma in preda al panico e mi mimò con le labbra "parla".
Mi schiarii la voce, «Ciao Harry, sono.. sono Kim, Kim Robenson.. ti ricordi?»
Trattenni il respiro.
Silenzio.
«Kim? Kimberly-bear?!»
Trattenni un sorriso mordendomi il labbro. L'aveva inventato lui quel soprannome ridicolo, si era ricordato di me.


-
Felice sabato senza scuola a tutti ahaha Che pacchia ragazzi, oggi ho dormito tutto il pomeriggio, questa si che è vita :D L'unica nota dolente della giornata è stata la neve çç Per quanto bella sia io odio la neve, è troppo fredda e bianca ahahah e mi mette malinconia. Ma odio anche la pioggia, la nebbia e... l'inverno ahahaha
Comunque questa oneshot non è nulla di che, anzi è insulsa, ma mi è successa davvero questa cosa e boh, volevo condividerla con voi ahahah Si, so che ci sarà qualcuno che si starà chiedendo per quale motivo non mi tengo queste cazzate per me, ma mi piace rompere le palle e intasare il fandom con le mie stupidaggini ahahah :D sempre meglio di quei porno scadenti - si avete letto bene - che ormai tutti pubblicano. Certo, voi fate quello che volete sia per pubblicare che per leggere, è ovvio, ma direi che c'è un limite a tutto.
In ogni caso, spero che magari questa oneshot vi possa essere piaciuta e che magari lasciate un parere, ecco:)
Evaporo, buona serata a tutti:)
Giulia


Come pochi minuti prima ci rimettemmo in cerchio al centro del salotto. Louis prese la bottiglia e la fece girare lentamente e questa si posò proprio su di me.
«Ti senti pronto ad affrontare il destino, Harry Edward Styles?»
Come conosceva il mio secondo nome?
Deglutii a fatica e annuii, respirando a fondo. La bottiglia riprese a girare, stavolta veloce. La seguivo ipnotizzata, girava, girava, poi sempre più lenta. Meg sosteneva che se pensavi intensamente ad una persona la bottiglia si sarebbe fermata proprio su quella. E allora mi misi a fissare quella trottola che ormai ruotava piano, sempre più piano. Ma forse non avevo pensato abbastanza intensamente.



 

   
 
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