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Autore: nonabbastanza    08/12/2012    5 recensioni
Londra innevata, luci natalizie, inglesi e turisti che passeggiano per le strade della città ammirandone la magnificenza.
E due ragazzi in un appartamento, incuranti di tutto il resto.
Song-fic
Levi Kreis - I should go
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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              http://youtu.be/gD7EzKpiFrQ                                                                                                                _____________________________________________________


“And your company was just the thing I needed tonight”


La sera era calata sulla città, come anche la neve in quel mese di dicembre.
Londra non era mai stata così fredda, eppure rimaneva uno spettacolo.
Le lucine riempivano di calore le stradine, i mercatini animavano una felicità collettiva, e lo spirito natalizio era nell’aria più che mai. Tipico dei londinesi era passeggiare tra le vie di quella città, magari con un caffè caldo tra le mani, e lasciarsi trasportare dalla serenità di quei momenti.
Ma non per tutti era così.
Alcuni preferivano rimanere in casa, sotto una coperta calda, davanti ad un camino, e lasciarsi coccolare dal calore e da un’abbraccio.
Due persone in particolare. A loro non importava  della neve, delle caramelle, della città addobbata, no.
A loro importava avere l’un l’altra, scaldarsi con degli abbracci e delle carezze, magari con della musica in sottofondo.
Lì in quell’appartamentino piccolo, posizionato nel centro della città, due ragazzi lasciavano perdere tutto il resto del mondo per guardarsi semplicemente negli occhi.


“Cuz I'm just a little shaken by what's going on inside”

Le fiamme del camino si riflettevano sui due ragazzi che erano seduti su quel divano, silenziosi, cullati solo dal suono di una dolce melodia.
I capelli ricci di lui solleticavano il viso della ragazza, che però non era intenzionata a spostarsi, sentendosi così protetta dalle sue braccia che le circondavano i fianchi.
Le lucine sull’albero di natale continuavano la loro danza, alternando diverse sfumature di colori, e illuminando la stanza che era quasi completamente al buio.
Il ragazzo alzò i suoi occhi verdi verso la ragazza, e lei si ritrovò a soffermarsi sulla bellezza di quegli occhi.
Erano verdi, ma non il solito verde, era un verde speciale, diverso, o magari era solo un semplicissimo verde, che lei però vedeva più bello di tutti. Le sue ciglia erano lunghe e folte, e il suo sguardo risaltava al buio, come se emettesse luce propria.
Era sempre rimasta incantata da quello sguardo, ed era stato proprio grazie a quest’ultimo che si era innamorata.
Si sentì scossa dentro, da quegli occhi.


“And my eyes begin to linger longer than they should”

Il corpo di lei gravava completamente su di lui, ma non osava assolutamente lamentarsi, gli piaceva sentire il contatto con il suo corpo.
Si fermò a guardarla, ed anche se conosceva i tratti del suo viso a memoria, ogni volta gli succedeva qualcosa all’altezza dello stomaco. Tanti piccoli pugni fastidiosi, e al tempo stesso gradevoli.
Era come se gli mancasse il respiro, ogni volta.
Indugiò sulle sue labbra, le guardò desiderandole come un uomo desidera un goccio d’acqua nel mezzo del Sahara.
Aveva sempre amato le sue labbra, piccole, delicate ma rosse come la fragola.
Ora che ci pensava, lei profumava di fragola, sempre.
Come se la sua pelle fosse di fragola.
E lui amava la fragola.
Le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, odiava non poter vedere i lineamenti dolci del suo viso.
I suoi occhi grandi e verdi, proprio come i suoi, i capelli lunghi e chiari, il nasino all’insù.
Lei si mosse per sistemarsi meglio sulle gambe del ragazzo, che rimaneva incantato anche dal suo piccolo movimento.
Ogni volta che il corpo di lei entrava a contatto col suo, qualcosa gli si accendeva dentro.
La baciò.


“I should go before I lose my sense of reason”
Le sue labbra entrarono a contatto con quelle della ragazza, che aveva risposto senza neanche pensarci su e incrociando le mani, lunghe e delicate, dietro la nuca del ragazzo.
Il profumo di lei lo invase, come se gli trapassasse la pelle, i muscoli, molecola per molecola.
Un bacio innocuo, dolce, che poteva dire nulla, ma anche tutto.
Incominciarono ad accarezzarsi, viso contro viso, come due cagnolini desiderosi di coccole.
Lui le mordeva il lobo dell’orecchio, per non dimenticare il sapore della sua pelle, anche se ormai gli era entrato dentro. Lei gli lasciava dei leggeri baci sul collo, poi sul mento, lentamente, come una danza.
Come se avessero tutto il tempo del mondo.
La ragazza si mise a cavalcioni su di lui, finalmente sentendosi più comoda per poter continuare la loro danza, e lui emise un gemito roco.  
Qualcosa premeva prepotente contro il basso ventre di lei.
Sapeva di cosa si trattava, eppure ogni volta non poteva non sentirsi.. lusingata in un certo senso.
Sapere di suscitargli quell’effetto la faceva sentire bene.
Si staccò da lui per guardarlo negli occhi.
Lui abbassava e alzava il petto quasi faticosamente, ma poi le sorrise imbarazzato.


 “And your laugh is pure and unaffected”

« Qualcuno ha deciso di venire a farci compagnia. » disse il ragazzo grattandosi la nuca per poi aggiustarsi i capelli ricci con una sola mossa.
Lei rise. Rise in quel modo spontaneo che ogni volta lo faceva innamorare.
Quello che lo colpiva ogni qual volta lei rideva, erano i suoi occhi, brillavano come se ridessero con lei.
I suoi occhi ridevano, e non c’era spettacolo migliore.
Lei era pura, la sua risata era genuina, sincera, ma creava dipendenza.
Lui era dipendente dalla sua risata.
Si ripropose di farla ridere più spesso nell’arco della giornata solo per rivedere quello spettacolo.


“It's so hard keeping my composure”

Tornarono a guardarsi negli occhi.
Lui le prese una mano e incominciò a baciarle i polpastrelli uno ad uno, lentamente, quasi fosse una tortura.
Lei chiuse gli occhi beandosi del tocco delle sue labbra.
I loro corpi erano incastrati uno sull’altra, combaciavano perfettamente, ed ogni minimo movimento della ragazza provoca un gemito del ragazzo.
Lei gli passò una mano tra i capelli, soffici e ricci, come quelli dei bambini.
Lui chiuse gli occhi.


“Before my will gets any weaker”

Mentre lui teneva gli occhi chiusi lei si chinò a baciarlo.
Il ragazzo infilò una mano sotto la maglia di lei, provocandole piccoli brividi per tutto il corpo.
Poi spostò una mano sul collo della ragazza, tracciando i contorni del mento e le linee delle vene che pulsavano prepotentemente contro il suo collo.
Lei gli morse il labbro, per poi sorridergli;
lui le assalì ancora le labbra.


“And this hour holds more meaning than it ever could”

Le loro lingue si intrecciarono, si conoscevano a memoria, e combaciavano alla perfezione. I capelli di lei gli solleticavano il viso, i riccioli di lui pure, eppure non se ne curavano. Il mondo era scomparso, l’albero era sparito, il camino anche, tutto era buio, e loro due al centro della stanza incuranti di tutto.
Se fosse arrivata la fine del mondo, sarebbero morti così, abbracciati che continuavano a baciarsi. 
La loro danza rallentò, da frenetica diventò quieta, lui l’avvicinò ancora di più a se.
Le loro labbra si allontanarono di poco, rimanendo viso contro viso.
Lui le accarezzò i capelli, volendo sentire ancora quell’odore di fragola.
Un’altra dipendenza.


“Baby, I should go.”

« Fermami prima che sia troppo tardi. » ansimò il moro continuando ad assaporare il suo collo.
« Shh. » lo zittì la ragazza baciandogli il lobo dell’orecchio esercitando sul suo punto debole.
Aveva deciso, era la loro notte. Non voleva che andasse via.
Lo baciò, con una passione disarmante questa volta, facendogli capire il suo messaggio.
Il ragazzo parve capire, la attirò di più a se, le prese il viso tra le mani e quasi prepotentemente fece intrecciare le loro lingue. Labbra che combaciavano, lingue che danzavano, corpi che si scontravano, due ragazzi che si amavano.
« Harry..» ansimò la ragazza mentre riprendeva fiato.
I loro battiti erano veloci, i toraci si alzavano e abbassavano faticosamente, e la stanza iniziava a diventare afosa.
Il ragazzo alzò gli occhi verso di lei.
« Non andare. » pronunciò la ragazza tra i respiri affannati.
Lui le sorrise, mostrando le sue dolci fossette ai lati della bocca, le accarezzò un labbro e tornò a baciarla.
Un soffio di vento gelido entrò dalla finestra lasciando passare alcuni fiocchi di neve che andarono a posarsi sul pavimento.
Londra innevata era uno spettacolo, ma a loro non importava.


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Bonjour! (quando parlo francese dovete iniziare a preoccuparvi)
Ho scritto questa one-shot stamattina, in tre ore, e ho deciso
anche di postarla (tanto per tagliare la testa al toro).
Se sia bella o no, di certo non posso dirlo io, anche perchè per 
me, qualunque cosa io scriva, è una completa e totale merda. 
Quindi recensite (vi costringo) e scrivetemi cosa ne pensate :)

Je t'aime! Un bacio.

 

  
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