Dopo
aver confessato, il mio terribile atto alle mie amiche, Ola compresa,
finalmente l’argomento per qualche giorno fu taciuto.
Ovviamente Ola con il suo “chi si odia si ama” aveva dato la
propria opinione sul scottante tema, e io avevo solo avuto le forze
di replicare, che ammettevo che fisicamente Logan era decisamente un
bel ragazzo, e che sotto quel punto di vista avrei potuto dire che mi
interessava, ma oltre a questo non c’era altro, se non il nostro
odio reciproco. Con lui nel frattempo continuavamo il nostro perenne
stato di guerra.
Il venerdi’ sera di quella stessa settimana
dopo un pomeriggio chiusa in casa a studiare, per le imminenti
interrogazioni di letteratura tedesca, gia’ preannunciate dalla
Nasoni a giugno, ebbi il permesso da parte di mia madre di uscire la
sera con la compagnia.
Rispetto all’uscita di quel lunedi’,
si era aggiunto anche Sic, che in quei ultimi tre giorni, insieme a
Daniel ,era diventato pappa e ciccia con Logan, e tutti insieme ci
dirigemmo al Joker.
- Sei tornata al tuo solito the’ alla pesca
e.?? – constato’ divertita Veronica vedendomi in mano la
lattina.
- Gia’...dopo due mesi di sola vodka e birra, e altre
due settimane decisamente passata ad alcolizzarmi, meglio che il mio
stomaco abbia un po’ di tregua – risposi sconsolata. Purtroppo
avevo avuto a soli 16 anni una bellissima ulcera allo stomaco, per la
quale rinunciai all’alcol per due anni. Finalmente in quell’ultimo
anno avevo ripreso sporadicamente a bere, ma avevo decisamente
esagerato durante l’estate, quindi avevo preferito ritornare alla
mia astinenza forza almeno per un po’
- Bhe’ almeno mi fai
compagnia – disse la ragazza, che quella sera aveva preso la
macchina.
- Voi due invece di nuovo a bere.?? – dissi sorpresa
vedendo tornare Cici ed Anne con due bicchierozzi di nuovo pieni.
-
Tanto non guidiamo – si giustifico’ Felicia.
- E poi qui il
cubalibre e’ troppo buono.!! – disse l’americana – Alice
dov’e’ finita.? – chiese dopo di che’ notando l’assenza
della ragazza.
- E’ li in fondo. Sta litigando con Fabri –
rispose Veronica indicando la coppia.
- Com’e’ andata
quand’ero a Berlino.?? – domandai preoccupata. Le cose
ultimamente tra loro due andavano sempre peggio.
- Male. Non
litigavamo tutti i giorni ma quando iniziavano....Ciao proprio –
commento’ Cici.
- Sono cosi’ carini assieme pero’ – disse
Anne.
- Gia’, ma oramai non bastava piu’ esser carini –
replico’ Veronica – Va bhe’ dai, lasciamoli chiarire tra di loro,
senza che gli fischino le orecchie. Avete visto il mio uomo.? –
chiese infine cercando con lo sguardo Gennaro.
- Sono andati a
Fumare a fine vetrina – le rispose Cici – oh mamma com’é
passato il tempo – disse infine guardando l'orologio.
- Perche’ che ore
sono.? - chiesi.
- Le 23.10 – rispose.
- Merda.! Sono in
stra ritardo.! Meglio che vada o per le mezza non ci arrivo manco
morta a casa.! – constatai preoccupata.
- Dobbiamo pregare mamma
Ewa di darti un coprifuoco un po’ piu’ lungo in settimana, cosi’
almeno non dovresti tornare con i mezzi – disse divertita Cici.
-
Aspetta chiedo a Logan di accompagnarti – propose Anne dirigendosi
verso il fratello. Non feci in tempo a dirle di lasciar perdere che
era ormai andata.
- Se vi baciate sta volta diccelo – disse
comparendo dal nulla Alice.
- Primo da dove diavolo spunti.?
Secondo basta con questa storia – replicai.
- Primo arrivo da
una vivace discussione con Fabri e secondo era solo per dire –
rispose.
- Allora dov'è questa fuffa versione di cenerentola.?? -
domandò Logan avvicinandosi con la sorella.
- Scusa.?? - gli
chiesi stralunata
- Non lo sai.?? Lei poteva tornare a mezzanotte,
non alle 23,30 – disse divertito.
- Devo dire che diventi
proprio ogni giorno più simpatico – risposi inacidita.
- Vedo
che hai voglia di correre per tornare a casa...ciao – controbatté
girandosi e facendo un cenno con la mano. Le ragazze mi fulminarono
all'istante, tanto che, per quieto vivere decisi di fare meno la
preziosa.
- Ok, ok...scusa – gridai rassegnata. Il ragazzo si
voltò nella mia direzione sorrise e mi fece cenno di seguirlo alla
macchina.
In 10 minuti ero sotto casa mia, ma il silenzio aveva
fatto da padrone per tutto il tragitto.
- Grazie mille del
passaggio. Ciao – dissi solamente io nell'uscire dalla macchina.
M'incamminai al portone, quando senti sbattere nuovamente la
portiera. Mi girai di scatto e mi trovai a venti centimetri di
distanza dal suo volto.
- Cosa c'è Logan – riuscì a
sussurrare.
- Tu mi piaci – rispose serio il ragazzo. A quelle
parole persi un battito.
- Tu mi odi – lo contraddissi
velocemente io.
- Non è vero, solo che è più facile così –
Spiegò lui.
- Ahah, è più facile litigare con me che fare la
persona matura e seria.? - chiesi divertita e amareggia allo stesso
tempo.
- É più complicato di così – disse cupo.
- Ma che
scherzi idioti ti passano per la mente a te.? - domandai sconcertata,
guardandolo arrabbiata. Perché era quello che provavo: rabbia. Ero
stanca di esser presa in giro dai ragazzi, di esser riempita di belle
parole per nulla, e da uno come Logan, che se ne usciva con
dichiarazioni del genere non potevo aspettarmi altro.
- Mai stato
più serio in vita mia – disse con voce seria e profonda. Lo fissai
negli occhi: sembravano sinceri ... Due pozze verdi di pura verità.
Nonostante ciò mi girai nuovamente verso il portone, pronta a salire
le scale per andare a casa, quando di scattò mi girò e mi trasse a
se per poi baciarmi.
Non era decisamente come il nostro ultimo
bacio.
Questa era dolce e amaro allo stesso tempo. Cercai
inizialmente di non rispondere, ma poi mi resi conto, che le mie
labbra non avrebbero mai trovato luogo più perfetto per posarsi, e
caricai anche tutti quei miei sentimenti contrastanti sulla sua
bocca. Non so quanto durò il tutto, ma quando si staccò da me, io
ero senza fiato e parole.
- Passo domani. Sogni d'oro – mi
sussurrò. Dopo di che si incamminò verso la sua BMW come se nulla
fosse, mentre io lo fissa ancora attonita.
Solo quando partì ebbi
modo di riprendere coscienza e finalmente varcai il portone di
casa.
Una volta salita, mi buttai sul letto e in automatico
scrissi la buona notte alle ragazze.
“Mi
ha baciata. Ci siamo baciati. Non capisco niente, ma in quel momento
sapevo che andava bene così. Sogni d'oro bellezze e a domani”
La
mattina seguente l'ansia del tragitto verso scuola, mi aveva messa in
piedi fin dalle 6,30 del mattino. Non sapevo come comportarmi, cosa
dire, soprattutto data anche la presenza di Anne in macchina. Insomma
era un bel casino.
Fortunatamente (o sfortunatamente, dipende dai
punti vista), non fu la mitica BMW nera a presentarsi sotto casa, ma
ben si una 500 rossa cabriot nera guidata dalla mia amica.
-
Giorno bellezza – disse sorridente mentre entravo in macchina
-
Giorno a te cara. Come mai qui da sola, con questo gioiellino.?? -
chiesi interessata.
- Il messaggio ricevuto sta mattina diceva
“Scricciolo usa la tua macchina e passa a prender Vicky. Ci vediamo
diretti a scuola. Stai tranquilla bacio” - mi spiegò lei.
- E
tu invece sei tutto fuorché tranquilla giusto.? - domandai
preoccupata.
- Esattamente. Non è tornato nemmeno a dormire... -
rispose tristemente. Nei suoi occhi si poteva benissimo intravedere
tutta l'ansia che si portava appresso, e il bene immenso che
custodiva per suo fratello.
- Ma si avrà dormito da un amico –
cercai di rassicurarla.
- Se non è tornato a casa senza avvisare,
vuol dire che i guai sono purtroppo in vista – disse
rassegnata.
Non volevo infierire oltre quindi abbandonai
l'argomento, lieta comunque della consapevolezza che il mio momento
imbarazzante s'era posticipato.
Una volta arrivate a scuola
dedicai i miei pensieri al francese per i primi 30 minuti di lezione,
dopo di che giunsi a conclusione che avevo troppa fame per aspettare
di fare colazione tra la prima e la seconda ora, e uscì quindi con
una scusa. L'intenzione era di andare diretta in mensa, quando dei
rumori ambigui dal bagno destarono la mia attenzione. Non mi sarei
mai aspettata di vedere ciò che si presentò davanti ai miei
occhi.
Logan era appoggiato al muro del bagno vicino ai lavandini
con una mano scorticata ancora sotto il getto dell'acqua, un labbro
rotto e tutto gonfio e gli occhi chiusi.
- Ma che diamine hai
fatto.??- domandai d'impulso, evidenziando quindi la mia presenza.
-
L'altro è messo peggio – rispose sogghignando dolorante il
ragazzo, rimanendo ancora fermo con gli occhi chiusi.
- Si ma
quando è successo.?? dove.?? e soprattutto perchè?? - iniziai a
chiedere a raffica preoccupata.
- Allora un po' t'interesso se ti
preoccupi tanto - rispose sorridendo lui e aprendo finalmente quei
suoi meravigliosi occhioni verdi per fissarmi.
- Fai un'altra
battuta e me ne torno in classe - risposi dura.
- Ok, ok...- si
difese il ragazzo. Dopo di che si sedette a terra e iniziò a
raccontarmi l'accaduto – Ieri sera dopo che ti ho lasciata a casa,
son tornato a prendere Anne. Siamo rimasti ancora un po' lì e ho
riaccompagnato anche lei, per poi andare a una gara. Fin lì tutto
regolare, come anche il fatto che abbiamo dato da mangiare polvere a
tutti e abbia vinto. Peccato che però, la mia vittoria non è andata
a genio a tutti i presenti, e uno ha pensato bene di andarmi addosso,
e abbiamo iniziato a menarci. Lo so che sono messo un po' male, ma
fidati, l'altro è davvero in condizioni peggiori – concluse
soddisfatto.
- Perchè ti fai questo.? Perchè soprattutto lo fai
a tua sorella -domandai seria e dispiaciuta.
- Non è
stupidità...le auto sono una mia grande passione, ma se faccio tutto
questo, non è solo per provare il brivido della corsa fuori legge –
disse lui con un filo di rabbia nella voce.
- Perchè me lo stai
dicendo.? - chiesi incredula delle sue parole.
- Ma se me l'hai
appena chiesto tu – rispose stranito dalla domanda.
- Si ok, ma
non l'hai mai detto ad Anne, o ai tuoi amici. Ti sei sempre rifugiato
dietro la banale scusa dell'amore per l'alta velocità. Perchè a me
stai dicendo la verità.?? - continuai il mio interrogatorio.
-
Non lo so. Mi è venuto naturale – spiegò lui sorpreso della sua
stessa risposta.
Ci scambiammo entrambi un lungo sguardo stupito.
Avrei voluto in verità chiedergli di più, ma capii che dopo la
constatazione della sua apertura nei miei confronti, non avrebbe più
detto parola.
- Va bhè vieni qua, fai vedere sto labbro. Stai
ancora perdendo sangue – dissi avvicinandomi a Logan. Presi un
pezzo di carta, lo bagnai e inizia a tamponare sulla ferita.
-
Potresti esser una brava infermierina, sai.? - disse divertito.
Premetti appositamente più forte – Ahia.! - Emise un gridolino da
femminuccia – scherzavo, cambio idea..non potresti mai farlo –
continuò dolorante.
- Ok...forse è meglio che torni in classe
ora. Sono fuori da troppo tempo – constatai guardando l'orologio –
Però dato che ho dedicato il mio tempo a te al posto che alla mia
colazione, per punizione vai tu giù a prendermela e me la porti su
in classe per il suono della seconda ora – annunciai fiera della
mia geniale idea.
- Scordatelo – rispose scocciato il ragazzo.
-
Non si discute – affermai divertita lasciandoli in mano le monetine
– Caffè macchiato e brioche al cioccolato. A dopo – continuai
uscendo dal bagno e ritornai in classe.
Passati gli ultimi 10
minuti di lezione, finalmente la campanella suonò e Logan fece il
suo ingresso in classe, sotto lo sguardo basito di tutti per come era
conciato. Ovviamente non disse parola, salutò la classe con un cenno
di mano, posò la mia colazione sul mio banco e si sedette di fianco
a una al quanto preoccupata e arrabbiata Anne.
- Potevi anche
evitare di presentarti in queste condizioni a scuola sai.? - gli
disse dura.
- Anne, stai tranquilla è solo qualche taglietto, sto
bene – cercò di rassicurarla il fratello.
- Com'è che Logan ti
ha portato la colazione.?? - mi chiese curiosa nel frattempo Ilenia
destandomi dal battibecco dei due.
- Non ti fare strane idee.
Quando ero uscita prima a lezione, volevo scendere giù a mangiare,
ma mi sono ritrovata Logan nelle sue pessime condizioni. Mi sono
fermata a parlare con lui per sapere cos'era successo, e non avuto
più tempo per andare in mensa. Così l'ho obbligato a prendermela,
dato che tanto aveva ancora 10 minuti da aspettare per il cambio
dell'ora – le spiegai pacata.
- Mhmmm niente baci passionali di
mezzo.?? - domandò maliziosamente. Alzai d'istinto gli occhi al
cielo. Ovviamente le avevo già raccontato di quello che era successo
la sera prima, ma quando avevo visto Logan in quelle condizioni, mi
era sinceramente volato via dalla mente.
- No Ile, niente del
genere. E abbassa la voce, non l'ho detto ancora ad Anne.!! - la
rimproverai – E poi sinceramente quando l'ho visto mi sono più
preoccupata di come era messo, che di altro - le spiegai. La ragazza
mi guardò contrariata e si rimise e rileggere gli appunti di
storia.
Durante l'intervallo scendemmo tutte quante giù per una
sigaretta, e iniziammo a programmare un po' la prossima serata.
Decidemmo che saremmo andate Borgo, una delle mie discoteche
preferite a ballare, insieme anche alla mia compagnia e che noi
ragazze ci saremmo fermate a dormire a casa Calligan, così da render
felice Anne, sfruttando finalmente la sua mansarda per i pigiama
party.
Alle 21 di quella sera, eravamo oramai tutte noi
ragazze, disperse per l'enorme stanza dei pigiama party a prepararci:
Anne, Ilenia, Ester, Melissa, Magda, Caterina, Angelica, Alice,
Felicia, Mariamarta, Viola ed Io. Decisamente non avrei mai potuto
invitare un tale numero di persone a dormire da me, ma parlando di
Anne, tutto era possibile. Non tutte erano in grande confidenza, ma
fortunatamente dati alcuni miei compleanni, di vista si conoscevano
un po' tutte.
Nello sclero generale, io ero tranquillamente
stravaccata sul letto, già truccata, ad aspettare il mio turno per
lisciarmi i capelli, immersa nei miei pensieri, quando Mary si
sedette accanto a me.
- Morale gli hai parlato oggi o no.? -
chiese innocentemente.
- No...avevo intenzione di scendere adesso
però in verità non c'è nulla di cui parlare. Ok, mi piace, ma si
tratta solo di attrazione fisica al momento. Non so niente di lui, se
non che mi da sui nervi – le spiegai.
- Quindi vuoi fare finta
di niente.? -domandò ancora.
- Finchè non mi ritroverò nella
situazione in cui dovrò dare delle motivazioni o fare qualcosa...si,
direi che utilizzerò questa tattica – affermai fiera del mio
pensiero.
Mary scosse la testa in segno di disapprovazione e
raggiunse il bagno dato che era finalmente il suo turno per usare la
piastra.
- Allora quanto ci ha messo la nostra Vicky a parlare un
italiano comprensibile a scuola tornata da Berlino.?? - chiese nel
frattempo ridendo Viola a Melissa.
- Perché, l'ha fatto.?? -
rispose divertita la ragazza.
- Ah ah ah guardate che sono
migliorata. Non è colpa mia se ho passato gli ultimi mesi più
all'estero che a casa – le contraddissi io.
- Si ma rendiamoci
conto che Anne ha meno problemi di te nel parlare l'italiano –
commentò Ester.
- Oooook, e dopo queste simpatiche constatazioni
io scenderò giù in cucina a farmi un caffè – dissi e mi dileguai
dalla stanza.
La musica sovrastava i miei pensieri. Ballavo
con Alice ed Ester sulle note di Callling come se niente al mondo
potesse interessarmi. Quella canzone mi faceva quell'effetto. Ricordo
ancora come, in macchina di Matteo, tornando da Cesano dopo una
litigata con Marco poco dopo la nostra rottura, misi al massimo
volume quella canzone: i piedi fuori dal finestrino, l'aria che mi
scompigliava i capelli, mentre calde lacrime solcavano il mio volto.
In quel momento ricordo che ero riuscita a non provare niente. Ne
dolore o gioia, odio o amore...niente. In quell'istante, con le mie
amiche , su quella pista, mi sentivo esattamente così.
Qualche
momento dopo, non so come, mi ritrovai avvinghiato addosso un
ragazzino. Avrà avuto si e no 16 anni. Mi misi a ridere e cercai di
divincolarmi quando, come in un film, al cambio della musica fu
qualcun altro a salvarmi. Due braccia possenti mi strinsero a se,
sulle note di Tonight di Enrique Iglesias.
Quella melodia era come
un pugno allo stomaco, mi ricordava in tutto e per tutto Marco,
ma...quando mi voltai verso il mio salvatore una scarica di
adrenalina attraversò tutto il mio corpo e Marco era sicuramente
l'ultimo dei miei pensieri.
Logan mi fissava dritto negli occhi e
io facevo altrettanto. Le sue mani vagano ovunque sul mio corpo e io
lo lasciavo fare. Eravamo puro sesso che ballava. Mi sentì libera di
ballare come piace a me, spinta, senza vergogna. Non mi interessava
cosa potevano pensare i nostri amici, o Logan stesso. Sapevo che era
la musica a guidarmi, e quel pizzico di malizia nel voler giocare in
qualche modo con lui. Le note vibravano la mia anima e il mio corpo
vibrava sotto il suo tocco.
Non so ancora cosa d'un tratto mi
abbia spinta via da lui. Forse mi spaventò l'effetto che aveva su di
me, oppure era il ballare quella canzone con qualcuno che non fosse
stato Marco, o semplicemente il suo improvviso avvicinarsi delle sue
labbra alle mie.
Inizia a camminare a caso tra la folla, quando mi
scontrai con Viola, Ila ed Angie.
- Vicky ma dove vai.? -mi chiese
stranita dal mio comportamento Angelica.
- Emh...nell'altra sala,
questa musica mi ha stufato – cercai di spiegarmi – Su dai,
venite con me – continuai iniziando a trascinare Ilenia e le altre
lontano dal mio problema.
Verso le due mi ritrovai a chiacchierare
sui divanetti nel giardino con Magda, Daniel, Anne e Cici.
- Se
andiamo via tipo verso le 4 vi va bene.? - ci chiese Anne.
- Si
si, nessun problema – rispose Cici
- Però Dan, voi ragazzi
avete ancora qualche posto in macchina per darci un passaggio a
casa.? - domandò poi rivolgendosi al ragazzo - Tre o due. La mia 500
è omologata per 4, ma non mi faccio problemi caso mai a portarne una
in più – chiarì.
- Scusa, ma abbiamo posto nella macchina di
Logan – constatai spaesata io.
- Non proprio, è appena andato
via – mi disse Magda.
- Aveva una corsa...- sussurrò Cici.
Posai automaticamente lo sguardo su Anne: aveva gli occhi tristi. Non
avevo mai capito i primi giorni cosa provasse seriamente la ragazza
nei confronti di quelle gare clandestine, ma dopo quella mattina,
quando Logan si era presentato malmenato a scuola, bhè...la
preoccupazione che provava era sempre più chiara.
-Eccovi
ragazze.!! Non vi trovavamo più.! Cosa ci fate qui.? Dai dai è
tempo di ballare – disse spuntando d'un tratto dal nulla Sic
insieme a Alice, Caterina e Mirco.
- Il resto della gente.?? -
chiese Cici
- La ritroveremo – commentò Mirco. Ci alzammo tutti
e ci ridammo alle danze.
Mi giravo e rigiravo nel letto senza
riuscire a chiudere occhio.
Eravamo arrivate verso le 5 a casa e
tutte immediatamente si erano catapultate a letto. Avevamo provato a
resistere e spettegolare un po' ma tutte, tranne la sottoscritta,
erano crollate in un sonno profondo.
Verso le 6 decisi quindi di
scendere in cucina a prendere qualcosa da bere.
Ero in canotta,
pantaloncini inguinali, capelli raccolti e occhialoni da Nerd sul
naso. Non ero il massimo della presentabilità, ma fortunatamente i
signori Calligan erano fuori per il week end.
La casa, vuota e
immersa nel silenzio sembrava ancora più enorme del solito. Metteva
quasi i brividi.
Arrivata in cucina mi fiondai al frigo e mi diedi
alla sua esplorazione, quando qualcuno accese d'un tratto la luce.
Chiusi immediatamente il portello, e guardai terrorizzata verso
l'entrata della stanza: in tenuta notturna, post serata ovviamente mi
ritrovai un al quanto affascinante Logan che mi squadrava da capo a
piedi.
- Wow devo dire che vorrei trovare più spesso ragazze così
svestite in cucina al mio ritorno – commentò. Alzai gli occhi al
cielo e riapri il frigo.
- Sei tornato tutto intero sta sera.?? -
domandai cercando di scegliere qualcosa dal frigo.
- A quanto pare
oggi la mia solita vincita non ha dato fastidio a nessuno – spiegò
soddisfatto
- Vuoi qualcosa.? - chiesi da dietro l'anta..
- Un
po' di cola grazie – disse prendendo due bicchieri dalla
lavastoviglie.
Mi avviai all'isola che dominava la cucina e
iniziai a riempi i bicchieri. Quando mi girai però mi ritrovai nella
morsa del ragazzo, che aveva incastrato il mio corpo tra il suo e il
bancone.
- Questi occhiali da Nerd ti rendono incredibilmente sexy
sai.? - confessò a pochi centimetri dalle mie labbra e mi baciò.
Non mi opposi. Fu un bacio dolce e sensuale .Mi fece appoggiare sopra
il bancone e continuò a baciarmi fino a quando entrambi non avemmo
più fiato per continuare.
- Cosa succede.? È la prima volta che
non scappi – constatò il ragazzo liberandomi dalla presa.
- Sai
com'è, sono le 6 del mattino, sto morendo di sonno e stufa oramai di
fingere che tu mi sia indifferente – ammisi scendendo dal bancone e
incamminandomi lentamente verso l'uscita.
- Allora ammetti che ti
piaccio – domandò malizioso. Mi girai nuovamente verso la sua
direzione e mi soffermai a pensare un attimo.
- Sarò sincera:tu non
mi piaci, tu mi ispiri sesso. Per piacermi dovrei conoscerti, sapere
qual'è il tuo piatto preferito, quali film non puoi vedere, e quali
sono le canzoni di cui conosci i testi a memoria. Dovrei sapere i
tuoi pregi e difetti e apprezzarti lo stesso. Quindi smettila di
baciarmi a caso e rivolgermi la parola solo per litigare. Mostrami
che sei più di una buona scopata e allora magari potrai piacermi
davvero – spiegai avvicinandomi sempre più. Conclusi il discorso
sfiorando la sua bocca, ma non lo baciai, girai i tacchi e me ne
andai.