Io, non appartengo a nessun villaggio, nessuna corporazione, nessun gruppo.

Non ho nulla, ne una famiglia, ne un posto in cui stare. Lentamente alzo la testa, sono stato cresciuto nel villaggio, ma sapevo che quello non era il mio villaggio, cosi me ne andai.

Mentre alzo la testa al cielo stellato guardo la luna che mi sovrasta, non riesco a non pensare, non riesco a non ricordare: il mio maestro.

Una figura carismatica, sempre vestito con quel lungo abito bianco, sempre con la pipa in bocca, saggio, buono, ancora gioviale nonostante l'età.

Se fosse qui forse mi chiederebbe perché me ne sono andato.

“Sentivo che quello non era il mio posto. E poi come potevo tornare ? ” penso, forse sarebbe questa una possibile risposta ?

Non lo voglio sapere.

Ricordo bene quel giorno, la seconda prova dei chunin, avevo appena dodici anni, ero il meno esperto del mio gruppo.

Ci fecimo largo, fra i pericoli della “foresta della morte”, come la chiamavano quelli del villaggio della foglia.

Fummo attaccati da altri ragazzi del villaggio delle nebbie, erano decisamente bravi per noi, le loro arti illusorie ci misero fuori combattimento, fu allora che successe il fatto.

“Che cosa vuoi fare ?” mi chiese Meloku lui era l'unica persona che mi capisse, anche lui era cresciuto senza i genitori, come me. Ma nonostate questo io e lui non siamo mai andati d'accordo, tutti e due eravamo silenziosi, schivi, volevamo che qualcuno ci stesse accanto, una madre, un padre, non gli ho mai portato ripicca per questo.

“Ragazzi noi siamo una squadra, non voglio essere un peso per voi, vi voglio aiutare.” dissi io, ero determinato a dare tutto me stesso, per aiutarli sapevo di non essere un granche come ninja, ma in quel momento non ci pensavo, per una volta volevo dimostrare a me stesso che sapevo fare qualcosa.

“Non lo fare è troppo pericoloso.” mi disse Tsuki. La bella ragazzina ninja della quale mi ero innamorato, era sempre gentile con me, i suoi occhi bianchi erano belli e sinceri, chiari come la luna che sto guardando.

Distrattamente quelli delle nebbie mi usarono, non sapevo di essere finito nella loro trappola, usando le loro meschine arti dell'illusione.

Ricordo solo che persi conoscenza quasi subito.

Quando mi svegliai, ero solo, i miei due amici,feriti gravemente e svenuti sotto i miei stessi Kunai.

“Meloku, Tsuki, cosa ho fatto ? Perché a me, perché ?” Scappai in preda al terrore, non sapevo dove il destino mi avrebbe portato.

E fu cosi che lo incontrai, e io capi che avevo un capacità innata, potevo conversarvi insieme, come se lui fosse un essere umano.

Con il tempo, io e lui diventammo amici inseparabili, dovunque andavo io lui mi seguiva, ma non ho mai dimenticato i miei vecchi amici, ne tanto meno il mio maestro.

Mi allenai duramente, avevo trovato un nuovo maestro, egli mi insegnò, e alla fine raggiunsi il totale controllo del mio Chakra.

Dopo diverso tempo, tornai al villaggio, molte cose erano cambiate, assistetti più di una volta allo stesso esame che io falli quattro anni prima.

“Andrai anche quest'anno ?” mi chiede Isamaru, mentre io continuo a fissare il cielo stellato.

“Consideralo un modo per festeggiare i miei diciassette anni Isamaru.” rispondo io.

“Come al solito, verrò con te.” dice lui. Poi, poco dopo ci mettemmo in marcia, il sole già si stava profilando all'orizzonte.