09/12/2012
1 recensioni
“But do you really want to be alone?”
Capitolo uno.
Camminava fra la folla. Per la trentesima volta era in ritardo. Arrivò davanti a quell’enorme cortile pieno, ovviamente, di troie che cercavano di farsi notare da quei cinque. Georgia se ne stava in disparte, non amava le persone che frequentavano quella scuola.. li considerava ridicoli, venivano a scuola solo per portarsi un tipo nuovo a letto. Non aveva mai amato essere al centro dell’attenzione, ma lo era comunque.. era impossibile non guardarla.
-Evans, devi aiutarmi.- Le si avvicinò Harry.
Non erano mai stati amici, non si parlavano mai.. soltanto quando Harry avesse bisogno di qualcosa.
-Davvero? E su cosa, sentiamo?- Si girò la mora guardandolo negli occhi.
Il ragazzo si grattò la nuca.
-Non ho fatto matematica.- Disse buttandosi a peso morto sulla sedia.
-Credi che a me interessi?- Si sedette anche lei.
Si, erano seduti vicino.
-Dai, cazzo che ti costa darmi il tuo quaderno?- Chiese lui guardandola.
-Che ti costa studiare, invece di scopare ogni ora?- Disse Georgia facendo cadere la tracolla a terra.
-Fanculo.- Disse il riccio, poggiando la testa sul banco.
La mora non gli diede molta importanza, e iniziò a ripetere storia.
Gli occhi del riccio erano puntati su di lei. Guardava ogni smorfia che faceva mentre leggeva.
Gli scappò un sorriso, scuotendo il capo.
Erano indifferenti, ma quelle poche volte che si rivolgevano la parola finivano col litigare.
Suonò, finalmente, quella maledetta campanella che annunciava la fine delle lezioni.
Georgia, come suo solito, raccattò tutti i libri e quaderni nella tracolla e si recò a casa sua.
Aprì la porta di casa. Puzza di alcool.
Il suo cuore iniziò a battere sempre più veloce. Le gambe iniziavano a tremare, quasi a farla crollare. Aveva paura.. paura che ci fosse di nuovo quell’uomo, a farle del male. Non ne poteva più, non poteva subire ogni giorno le molestie da parte di suo padre. Aveva una mamma, ma era troppo impegnata a farsi una vita da single che occuparsi di sua figlia e suo marito e in che merda stessero. Il corpo di Georgia era maltrattato.. alcuni lividi dietro la schiena, sui polsi quelle cicatrici. La sua vita era pura merda, avrebbe tanto voluto sfogarsi con qualcuno di tutto quello che passava, ma non poteva.. le ragazze alla sua età pensavano solo al sesso, canne e fumo. Sulla sua scrivania vi era una foto: lei, suo padre e sua madre.. una lacrima le rigò il viso, che si depositò sulla cornice bagnandola, essa fu seguita da un miliardo di lacrime.
La sua vita le aveva sempre fatto schifo, lei si faceva schifo. Da piccola un bimbo le chiese:
-Georgia, cosa vuoi essere da grande?-
-Una donna felice da far schifo.- Rispose.
Non lo era. Non lo era mai stata. Andò in bagno. Sul lavello c’era una lametta, non ci pensò due volte. Sangue, sangue e ancora sangue che gocciolava mescolandosi con le lacrime. Provava rabbia, rabbia perché anche lei aveva il diritto di essere felice.. ma no, non lo era.
-Andiamo Harry, vuoi paragonare Elisabeth a Jennifer?- Gli chiese Zayn, rovistando una rivista di ragazze poco vestite.
-A me piace. Ha un culo, cazzo.- Disse aggiustandosi la camicia.
-Sarà.. io sono sempre dalla parte di Jen.- Disse, di nuovo, il moro.
-Georgia è bellissima.- Disse Liam con sguardo sognante.
-Pf ma è una sfigata e anche asociale.- Disse il riccio.
-Si distingue dalla massa, Harry.- Disse Liam.
Spazio d’autrice.
Allora.. chiariamo che io ho una storia in sospeso, ma credo di eliminarla.
Voglio iniziare con questa, ho molta più ispirazione.
Dunque qui abbiamo Georgia, che sarà la protagonista.
Ha una vita di merda, si fa del male.
Abbiamo Harry, che è uno dei più fighi della scuola
Nonché il più puttaniere.
Spero questo capitolo, anche se corto, vi abbia incuriosite.
In ogni caso io ritornerò lol.
Lasciate una recensione.xx