Bene.
Come mio solito
mi riprometto di fare una cosa e ne faccio un’altra. E poi, giustamente, vi
starete chiedendo: ma che razza di titolo è?
Ecco la mia
giustificazione: tempo fa ho pubblicato una one-shot che si intitola Scacco Matto, lasciando però in sospeso
la faccenda privata tra i due protagonisti. Che ebbe luogo, per l’appunto, un
giovedì sera.
Ora, ecco a voi
cosa accadde davvero quel fausto giorno.
Divisa in tre
sole parti, già belle semipronte sul mio pc, arriva questa piccola fanfiction.
Grazie a Carmi
che ha letto in anteprima il chapter!!
Buona
lettura!
Cosa
accadde quel giovedì sera
Part
I
Mancavano solo
venti minuti e l’orologio della Sala Comune avrebbe scoccato le
sette.
-Harry? Harry,
ci sei?
Nessuna
risposta dai piani superiori. Silenzio stampa.
-Harry!HAR-RY!
Hermione, con
un’espressione che la rendeva tanto una McGranitt in miniatura, salì due gradini
verso il dormitorio maschile.
-Lascia
perdere, Hermione.
La ragazza si
voltò fulminea verso colui-che-aveva-osato-parlare-inutilmente
in un frangente tanto delicato.
Seamus.
E chi,
altrimenti?
Lo fissò in
malomodo, con le mani appoggiate sui fianchi.
-Come sarebbe a
dire ‘lascia perdere’? Che intendi
dire?– esclamò, scandendo bene le parole e con un tono leggermente
stridulo.
-Intendo dire,
oh bè, forse non mi sono spiegato bene…ehm…vediamo. Intendo dire proprio questo
Hermione: ‘lascia perdere’.
-Seamus
Finnigan! Non permetterò che tutto vada a rotoli proprio ora!
-Herm, datti
una regolata – s’intromise Dean, sbuffando.
-Già. Andiamo.
Non esagerare adesso! Sarà già abbastanza agitato e poi la cosa non ci
riguarda.
-Riguarda
tutti, la…‘la cosa’, come la definisci tu, Seamus. Tutti quanti.
-Non credo
proprio.
-Non credo
nemmeno io – gli fece eco Dean, mentre uno dei suoi pedoni tentava inutilmente
di difendersi dall’assalto della regina di Seamus.
Tutto inutile.
Il povero pedone dovette soccombere, accompagnato dalla risata sadica
dell’irlandese.
-Lui è il
nostro asso nella manica: svierà l’attenzione – e i malumori di Draco Malfoy- da
noialtri. – spiegò lei.
-Merlino, Herm.
Un po’ di contegno! Punto primo: non ti facevo così timorosa di quella mezza
sega di Malfoy.
-Non sono
timorosa! Ma ho gli esami a cui pensare, Seamus! Sono già abbastanza stressata,
senza bisogno di ulteriori pressioni dall’esterno. Sembra che quest’anno ci
abbia preso più gusto del solito…battutine, fatture da cui difendermi, rogne
infinite da spiegare ai professori…devo continuare? – ribattè lei
piccata.
-No, grazie.
-E poi –
continuò lei, imperterrita - nonostante non lo stimi particolarmente, non
definirei Draco Malfoy ‘una mezza sega’.
-Punto secondo
– continuò Dean imperterrito, come se non ci fossero state interruzioni – da
quando sei così favorevole al sacrificio di Harry per la patria? Voglio dire,
non che mi riguardi, però…insomma. Un po’ di contegno, davvero. Definire il caro
Harry ‘asso nella manica’ mi sembra un po’ esagerato.
-Per tua
informazione, Dean, non sto cercando di immolare il mio migliore amico e…no, vi
dico di no! È inutile che mi guardiate così: voi non vedete lontano quanto me,
carissimi, poveri ingenui ragazzi. E comunque, voglio solo scambiare due
paroline con lui prima che vada. Almeno cenerò tranquilla.
-Bè, intanto è
Harry che deve andare a quella “festa” e se ha detto che ci va, ci va. Punto.–
sentenziò l’irlandese, mimando le virgolette con le mani, come se bastasse
quello a chiudere il discorso.
-Sbaglio o è
una leggera nota d’invidia quella che giunge alle mie orecchie? – buttò lì
Hermione, in modo malizioso, scatenando un rossore diffuso sulle guance del
ragazzo.
-Ma di che
parli? Insomma…che-che c’entra? E comunque, Hermione, lascia perdere. Non si tirerà indietro.
Non è da Harry.
-Seamus, se
dici un’altra volta soltanto ‘lascia perdere’, mi vedrò costretta a farti
ingoiare quell’alfiere…sì proprio quello con cui stai per ‘mangiare’ la torre di
Dean – minacciò Hermione, tornando a ricordare in maniera impressionante la cara
Minerva.
A quella
parole, Dean, tirato in ballo suo malgrado, decise di cambiare mossa, evitando
di lasciare scoperta la sua regina.
-Ma come? Che
diavolo significa?? Hermione, dannazione! Era un pezzo che mi stavo preparando
all’attacco. Mi hai rovinato tutto!
-Ti sta
bene.
-Come facevi a
saperlo?
-Cosa?
-Che stavo per
muovere proprio l’alfiere.
La ragazza si
sistemò i capelli sulla spalla e gli riservò uno sguardo
eloquente.
-Seamus, è da
sette anni che Ron e Harry mi fanno una testa così con il gioco degli scacchi
magici. Strategie e quant’altro….
Si bloccò,
perlessa.
-A proposito di
Ron…dove diamine si è cacciato?
Seamus e Dean
si scambiarono uno sguardo.
-Non lo
sappiamo. L’abbiamo visto imboccare il ritratto un’ora fa e da allora non è più
tornato.
-Già…aveva una
faccia…– confermò Dean – …ma sarebbe così fiero di me adesso! – esclamò poi con
un ghigno, mentre il suo cavallo schiacciava senza pietà l’ultimo pedone di
Seamus.
Neville,
intento a copiare – per l’ennesima volta - il tema di Pozioni dalla brutta
copia, emerse dai rotoli di pergamena che lo nascondevano e
disse:
-Ha detto
qualcosa sul fatto che non poteva star qui ad assistere alla disfatta del suo
migliore amico.
Hermione scosse
la testa rassegnata.
Poi parve
riprendersi.
-Invece, a
proposito di Harry…
-Ritiro
mistico.
-Preparazione
spirituale.
-Finitela!
Tutti quanti.
-Ma è vero!-
esclamaro all’unisono Dean e Seamus, vedendola marciare di nuovo verso la scala
che portava ai dormitori maschili.
-Haaaarry!!
Nessuna
risposta.
-Lascia perdere
Hermione.
Calò il
silenzio.
-Seamus?
-Eh?
-Dammi
l’alfiere.
Lo sguardo
terrorizzato del compagno non la fermò.
-Non dirai sul
serio!
-Dammi
l’alfiere!
-No!
-Sì!
-Dean, aiutami
tu!
-Hermione,
metti via la bacchetta!
La ragazza si
avvicinò pericolosamente a Seamus, con una luce omicida negli occhi, ma dei
rumori sospetti interruppero la ‘battaglia’ sul nascere.
Un
fruscìo.
-Cos’è
stato?
Poi un clang ben noto
tutti.
-A me è
parso…
-Forse
era….
-Il ritratto
della Signora Grassa!
-Cosa?
-Si è
chiuso!
-Ma io non ho
visto passare nessuno… – mugugnò Neville, grattandosi la testa,
pensieroso.
Hermione scattò
verso l’uscita dellla Sala, ma nel corridoio nessuna traccia di
Harry.
-Dannazione! Ci
ha fregato tutti!- esclamò poi, battendo un piede a terra con rabbia.
-Ma chi? Di chi
parli?
Rassegnata,
Hermione tornò vicino al camino e si sedette pesantemente sul divano
rosso.
-Lascia
perdere, Seamus.
A presto con
Besos,
Tess