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Autore: Melpomene Black    09/12/2012    2 recensioni
Il Firewhisky scivola lungo la gola. Brucia, devasta. Sorso dopo sorso, bicchiere dopo bicchiere.
Vorresti dimenticare, ma non ci riesci. Niente può cancellare i sentimenti.
Bevi, bevi, bevi. Annega nell’alcool e nelle lacrime. Non opporre resistenza, smetti di pensare, lasciati morire.

Remus senza Sirius si sente perso. Nulla ormai ha più senso.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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RICORDI DOLOROSI



Il Firewhisky scivola lungo la gola. Brucia, devasta. Sorso dopo sorso, bicchiere dopo bicchiere.
Vorresti dimenticare, ma non ci riesci. Niente può cancellare i sentimenti.
Bevi, bevi, bevi. Annega nell’alcool e nelle lacrime. Non opporre resistenza, smetti di pensare, lasciati morire.
“Ho bisogno di te, Remus!”
Perché hai creduto fosse una menzogna?
“Remus, non andare, non ancora…”
Perché ti sei allontanato?
“Sciocco lupacchiotto, di cosa hai paura?”
Paura di restare solo. E allora perché lo hai abbandonato?
Basta, basta! Spegni la mente, ignora i ricordi.
Già, come se fosse possibile…

 
 
Remus guardava fuori dalla finestra. Seguiva la macchia rossa alla ricerca del Boccino d’Oro.
Un rumoroso sospiro lo innervosì. Si voltò verso il compagno di dormitorio per la prima volta da quella mattina.
-Perché non sei andato alla partita?
-Perché James ci è andato? Madama Chips gli aveva detto di riposare.
-Scarica la tensione degli ultimi giorni sui Serpeverde. Non può prendersela sempre e solo con te.
-E perché no? E’ arrabbiato con me, non con la squadra del principino.
-E’ più o meno la stessa cosa.
Il silenzio che seguì fu, se possibile, ancor più fastidioso.
-Allora?
-Allora cosa?
-Perché sei qui?
-Non mi sento molto bene.
-Allora dovresti andare in Infermeria.- Remus sorrise, sicuro di averlo incastrato.
-Ci sono cose che Madama Chips non può curare.
Il sorriso si spense. Cosa stava cercando di dire?
-E comunque, -proseguì Sirius- penso che in Infermeria dovresti andarci tu. Sei pallido.
-E’ normale.- minimizzò.
-No, non lo è.
-Suppongo lo sia, dopo aver quasi ucciso una persona.
-Remie, ti ho chiesto scusa…
-Scusa!? Scusa!? James e Snape hanno rischiato la vita!
Sirius si slanciò verso l’altro, premendo piano le proprie labbra contro le sue.
Quel fugace contatto bastò a far arrossire Remus, il quale rimase immobile per alcuni secondi, prima di spingerlo via.
-Cosa… cosa…?
-E’ un bacio, Rem.
-So perfettamente cos’è!- replicò stizzito. –Ma perché…?
-Devi sempre chiederti il motivo di ogni cosa! Prova a lasciarti andare per una volta!
-Ma…
-Remus, non c’è nulla da capire. Io… ti amo. Ti amo e basta.

 
 
Ti chiedi se quelle parole fossero sincere.
Certo che lo erano, come puoi dubitarne? Lui ti amava davvero.
E tu l’hai capito troppo tardi, quando ormai tutto sembrava perduto.
E tu l’amavi?
Cerchi di sciogliere il nodo formatosi in gola con un sorso di Firewhisky.
Lascia stare quella maledetta bottiglia e rispondi!
Tu l’amavi?

 
 
Si guardò attorno, seduto sul bordo della Fontana dei Magici fratelli.
Gente andava e veniva, incurante di quell’uomo abbandonato e perso.
Era preoccupato, l’uomo. Una voce dentro di lui gridava ferita “Era lui il traditore! Era lui!”.
Eppure una flebile speranza rimaneva accesa, una fiammella nell’oscurità. “Ci dev’essere stato un errore. E’ innocente, non può essere che innocente.”
Il tempo scorreva lentamente, una goccia alla volta.
22:00. 23:00. 00:00.
Poi divenne un fiume in piena, impetuoso e devastante.
Due Auror uscirono dall’ascensore, trascinando un corpo segnato dalla stanchezza e dalla rassegnazione.
Giornalisti si accalcarono, facendo a gara per scattare la prima fotografia.
L’uomo scatto in piedi. Si buttò nella mischia per potersi avvicinare. –Sirius! Sirius!
Il prigioniero alzò lo sguardo, gli occhi colmi di luce e di lacrime.
-Remus…- sussurrò.
Fu trascinato con violenza fuori dal Ministero.
Poi giunse Dumbledore.
Remus gli corse in contro. –Preside! Preside!
Lo sguardo dietro gli occhiali a mezzaluna gli rivelò la triste verità.
E a Remus non restò che tornare a casa e cancellare ogni ricordo di Sirius.

 
 
Se l’amavi, perché lo hai abbandonato? Perché avevi gli occhi bendati.
Ma poi hai capito. La flebile speranza era realtà, e la rassegnazione sul suo volto era solo una maschera. Mentre tu lottavi col passato, Sirius lottava contro i demoni fuori dalla sua cella. E contro i sensi di colpa.
Ti sei odiato. Così cieco, così stupido. E pensavi di conoscerlo bene…
Ma hai odiato anche lui, non nasconderlo. Non ti aveva detto la verità, ti riteneva una spia. Si era condannato e tu non avevi potuto fare nient’altro che soffrire.
Una donna entra nello squallido locale e si siede davanti a te. –Quante ne hai bevute?
Tre. Come le settimane senza di lui. Ma ti guardi bene dal dirlo.
-Non puoi abbatterti così. Abbiamo fatto del nostro meglio al Dipartimento Misteri. Harry è sano e salvo, ed è questo quello che conta. Dobbiamo pensare prima di tutto a lui.
“E a me chi ci pensa?” urla la tua mente.
Il tuo cuore è a pezzi, ma a nessuno importa. Sei solo.

 
 
I Mangiamorte batterono la ritirata. La battaglia era finita, l’Ordine aveva vinto.
Sirius, però, continuava a combattere. Dopo aver riconquistato la libertà, non aveva intenzione di abbandonare il campo di battaglia.
Lanciò uno Schiantesimo a Bellatrix, deciso a sconfiggerla. L’avrebbe umiliata e uccisa.
Cercò Remus con lo sguardo. Gli sorrise incoraggiante, il sorriso amorevole e sincero che rivolgeva solo a lui.
Era bastato quell’attimo.
Aveva abbassato appena la guardia e l’incantesimo lo aveva colpito in pieno petto.
Venne sbalzato all’indietro, cadde oltre il velo.
Harry si slanciò in avanti per raggiungerlo. Remus lo bloccò; senza sapere come, serrò le braccia attorno al ragazzo.
-Non c’è niente che tu possa fare, Harry…
-Fermalo… Salvalo… E’ appena passato…!
-E’ troppo tardi, Harry…
-Possiamo ancora raggiungerlo…- La sua determinazione era forte. Non ci credeva, non voleva crederci. E Remus, per un attimo, desiderò di essere come lui, desiderò di pensare che fosse solo uno stupido scherzo.
Ma la realtà prese il sopravvento, lo inghiottì e lo trascinò in una profonda pozza di disperazione.
-Non c’è niente che tu possa fare, Harry… niente… se n’è andato.

 
 
E’ stata colpa tua! E’ stata colpa tua!
L’amavi, l’hai ucciso. Sei senza cuore, Remus.
Se non ti avesse cercato con lo sguardo… Se non ti avesse sorriso… Quel sorriso, quel sorriso che non rivedrai mai più…
-Non ti abbattere, Remus. Lo so, eravate amici. E’ normale che ti manchi. Ma non devi sentirti solo, non lo sei.
-Invece sì.- replichi a fatica, con la gola serrata e la vista appannata dalle lacrime.
-Ci sono tante persone vicino a te. I membri dell’Ordine, l’Esercito di Silente. E poi… io.
La guardi. Il suo sorriso dolce, il modo in cui cerca di nascondere i suoi sentimenti. Ti ricorda terribilmente Sirius.
Ma chi vuoi prendere in giro? Tutto ti ricorda Sirius.
La farai soffrire. Perché lei ti vuole, ma tu non vuoi lei. I cocci del tuo cuore infranto apparterranno per sempre al tuo Paddy.

 
 
-Avada Kedavra!
Verde. Poi nero. Poi bianco.
E’ un posto strano, questo. Sembra… sembra… il binario 9 e ¾ della stazione di King’s Cross.
Remus non capisce. Un attimo fa si trovava a Hogwarts. Stava lottando, stava difendendo quanto di più caro gli era rimasto.
E ora… ora… che sta succedendo?
-Non riesci proprio a starmi lontano. Vero, Moony?
Remus non crede ai propri occhi. Appoggiato alla locomotiva scarlatta, le braccia incrociate sul petto, i riccioli ribelli sugli occhi e il solito ghigno malandrino stampato in faccia, c’era Sirius.
_Padfoot…- disse con voce tremante.
-In persona.
-Ma io…- Poi capisce. Non ci sono domande, non ci sono risposte.
-E’ difficile da accettare, ma sì, sei morto.
Si avvicina lentamente. –Possiamo stare insieme, ora…
-Tutto il tempo che vogliamo. Una bella seccatura, ah?
Remus sorride e lo bacia. Non gli importa dove, come e quando. L’unica cosa che desidera è stare con il suo Sirius.
  
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