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Autore: Prue786    26/06/2007    1 recensioni
E se ad un tratto qualcosa cambiasse? E se il mondo in cui vi trovate non fosse più lo stesso? E se l'unica cosa di cui foste sicuri fosse la vostra esistenza? E se perfino la vostra identità fosse messa in discussione? Se non riusciste più a distinguere il sogno dalla realtà? Cosa accadrebbe se, quelli che fino a pochi istanti prima credevate dei fotogrammi, improvvisamente diventassero le uniche persone su cui poter contare?
Genere: Generale, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Sorpresa, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

CAPITOLO 1

 

Una tranquilla giornata d'autunno; il vento che scuote le fronde degli alberi ormai ingiallite, il cielo coperto da nubi,le strade semideserte; nessun uccello si sente cinguettare, ormai sono tutti migrati nei paesi caldi e per le strade si incontra solo qualche passante infreddolito che si affretta a tornare a casa o qualche cane in cerca di un luogo riparato dove poter trascorrere la notte. In effetti sta iniziando a farsi buio e manca poco all'ora di cena.

Nella camera da letto vi è la radio accesa... un motivetto allegro, ricordo dell'estate ormai trascorsa; la scrivania è ingombrata da diversi libri scolastici sparsi a caso e da altrettanti quaderni. Il diario aperto, varie penne colorate tutt'intorno ed io... ed io intenta a scarabocchiarci sopra mentre canticchio il motivo trasmesso dalla radio. A dire la verità, più che cantare mi sto lamentando dal momento che non conosco le parole della canzone ma non me ne curo più di tanto(e poi non mi sta ascoltando nessuno!!!).
La mia opera d'arte sul diario scolastico è ormai completata quando... un qualcosa, non so bene come definirlo, è tipo un brusio, beh, si, diciamo così, un brusio mi arriva alle orecchie, è quasi come se mi stessero fischiando. Non gli do peso, concentrata come sono ma la cosa comincia a preoccuparmi quando vedo un chiarore che fuoriesce tutt'intorno alla penna che ho in mano. Istintivamente la lascio cadere allontanando la mano e tutto il busto dal tavolo. L'arnese smette di brillare ma ciò non mi fa per niente tranquillizzare, anzi, continuo a guardarlo stranita fin quando un avvenimento ancora più sbalorditivo distoglie la mia attenzione da esso. Le punte delle dita della mia mano destra cominciano ad illuminarsi e, più i secondi passano, più diventa color oro. Scuoto l'arto cercando, senza successo, di far smettere quello strano fenomeno mentre l'agitazione comincia a prendere il sopravvento. Per poco non inizio ad urlare quando entrambe le braccia brillano senza motivo... forse perchè, cercando una spiegazione razionale, ne deduco che sto sognando. Mi metto il cuore in pace ed aspetto l'evolversi degli eventi. Pian piano vengo completamente avvolta dalla strana luce che, dopo aver preso "possesso" della mia persona, si spande allo spazio circostante così che nel giro di un paio di secondi, non ho intorno a me altro che pura e semplice luce. Io stessa fluttuo in questa... cosa.... sostanza....presenza estranea senza però pormi troppe domande (tanto ormai sono sicura al 100% che mentre disegnavo mi è venuto un colpo di sonno e che quello che sta avvenendo è solo frutto del mio subconscio!). Non trascorrono due minuti che il chiarore comincia a diminuire ed ho come la sensazione di stare planando da qualche parte.

Brilla ancora tutto quando i miei piedi hanno la fortuna di toccare terra e, quando riesco a mettere fuoco la realtà circostante, devo dire la verità, rimango un po' delusa! Mi sarei immaginata di "atterrare" in un posto fantastico, pieno di cose o di esseri strani ed invece, mi ritrovo sugli spalti di un campo da calcio! Bah, è anche vero che non c'ero mai stata, però... Sospiro come per dire "Va beh,Plutone lo visiterò nel mio prossimo sogno!" e mi giro in cerca di un'uscita quando vedo, alla mia sinistra, una ragazza non del tutto sconosciuta. La guardo incuriosita: ha una fascia legata intorno alla fronte e, nelle mani,stringe l'asta di una bandiera che continua ad agitare mentre urla a squarciagola: "Forza ragazzi, mettetecela tutta!!!!"
A quelle parole sorrido con l'aria di chi la sa lunga e mi avvicino. Sembra non accorgersi della mia presenza e mi tocca poggiarle una mano sulla spalla per farla girare. La giovane si volta e mi guarda interrogativamente e riesco a leggerle in viso la muta domanda: "Che vuole questa?"
"Ehm, scusa, forse... anzi, ti sembrerò di sicuro una pazza ma... anche se questo è un sogno, avevo voglia di conoscerti!"
Lei mi rivolge un sorriso insicuro e poi, porgendomi la mano:"Piacere, mi chiamo Patricia Gatsby, per gli amici Patty!"
Le ricambio il sorriso e faccio, dopo essermi presentata: "Grazie per avermi dato retta anche se... già sapevo il tuo nome... non fa niente, non farci caso, hm, che bella questa partita, già, come se non sapessi come andrà a finire!"
Ridacchio guardando prima il campo da gioco e poi la mia interlocutrice che mi squadra con uno sguardo sospettoso. Sospiro e metto le mani sui fianchi guardandomi un po’ intorno...

"Però, che bello essere qui! Ora che posso, perchè non rendere più interessante e movimentato il sogno? Già, dopotutto è l'unico modo salutare per evadere come si deve dalla routine giornaliera! Allora, cosa potrei fare? Dunque, dunque...si! Perchè non spiattellare in faccia al "tipo" tutti i suoi comportamenti antipatici? Tanto che può succedere? A massimo mi può mollare un pugno in faccia, anche se non è nella sua indole, e farmi svegliare... si, ho deciso, adesso vado alla carica...!"

La mia "vicina" mi guarda come se fossi impazzita.

“Scusa, ma ti senti bene?"

La guardo divertita e ribatto: "Mai stata meglio!"

Mi allontano pensando al discorso da fare al ... "tipo" e sperando di non svegliarmi prima di averlo concluso ed aver visto la reazione del "bersaglio"!

Riesco facilmente a raggiungere il campo da gioco (... dopotutto è un sogno e, ancora più importante... è il mio!) e una volta che la mia vittima è vicina comincio ad urlare:

"Ehi, n°10! Ehi, puoi venire qui un momento, per favore?!"

Un ragazzo dai capelli corvini si volta e si avvicina alla linea di bordo campo domandandomi, con aria sorpresa: "Cos'è successo?"

"Ehm...niente! Ehm... volevo solo dirti che da quando i tuoi tre amici sono andati all'estero, tu sei diventato un antipatico di prima categoria!"

Lo guardo compiaciuta dal mio discorso breve ma conciso e resto in attesa di una qualche reazione pronta anche a svegliarmi da un momento all'altro (tanto ho compiuto la mia "missione").

Il giovane mi guarda incerto e fa: "Ehm... non so cosa risponderti... a-aspetta un attimo... fra cinque minuti finisce la partita...!"

Corre via riprendendo da dove aveva lasciato ed io rimango lì con un dubbio atroce: "Ha capito quello che ho detto?"

Ritorno indietro un po' confusa e mi siedo...

"Posso chiederti cos'hai chiesto ad Holly?"

Mi giro e guardo la ragazza.

"E... oh, niente di importante!"

Lei però insiste "E allora perchè l'hai chiamato nel bel mezzo della partita se... non era importante?" Scoppio a ridere e mi affretto a rispondere:

"Ok, ok, pace! So perfettamente dove vuoi arrivare! Non devi preoccuparti, non faccio parte di quella schiera di "ochette aspiranti fidanzate" del tuo...ehm... amico!"

Le faccio l'occhiolino mentre la giovane arrossisce vivamente cercando di discolparsi

"No! Io... io... non intendevo dire... oh, cavoli, è così evidente?"

"Hm...non saprei, io ne ero già al corrente quindi..."

"Lo...lo sapevi già? E, dimmi, chi te l'ha detto?"

Rimango un po' interdetta, non sapendo cosa rispondere.

"Ecco, a dire il vero io, cioè tu...cioè voi... beh, siete solo dei personaggi televisivi quindi è normale che io, spettatrice, sappia tutto della vostra vita!"

Patricia Gatsby mi fissa come se fossi un'aliena.

"Ma cosa vai farneticando? Questo è impossibile!"

"Senti, non farti troppi problemi. Questo non è che un sogno, è tutto frutto della mai fantasia e... uh, la partita è finita...e... stavo dicendo? Ah, si, questo è solo un sogno e, mi dispiace per te, ma sei solo un personaggio di un manga, trasformato poi in cartone animato o, se preferisci, in anime, che poi è la stessa cosa!"

La ragazza comincia ad innervosirsi e guardandomi dice, in tono di sfida:

"Ah, tu dici che questo è solo un sogno quindi, se io adesso ti mollo un calcio, tu non dovresti avvertire alcun dolore o, al massimo, dovresti svegliarti, vero?!"

Alzo le spalle e rispondo tranquilla: "Certo, si, proprio così!"

“Bene, allora..."

D'un tratto avverto un dolore lancinante alla gamba sinistra ma, stranamente, non mi ritrovo nella mia stanza. Al contrario, davanti a me vi è Patricia che se la ride soddisfatta.

"Ahi! Ma...com'è possibile? Io... non riesco a capire... è impossibile che sia accaduto tutto per davvero... o mamma! No, deve esserci un errore..."

Metto una mano sulla fronte mentre l'altra massaggia la gamba ancora dolorante

"Se non è un sogno... vuol dire che sono impazzita! Beh, a questo punto è l'unica spiegazione plausibile!"

"Ehi, amica, mi sembri in difficoltà!"

Impassibile, salto in piedi ed afferro la ragazza per un braccio trascinandola con me, mentre continuo a borbottare: No,è un sogno, è solo un sogno, io-io non so parlare il giapponese, non avrei potuto parlare con loro... ma cosa diavolo dico...? Loro sono solo dei disegni... dei disegni... dei disegni...!"

Continuo a dire cose del genere finché, arrivata vicino alla strada, fermo un taxi e salgo sopra con Patty che grida: "Ehi, dove accidenti mi stai portando?!??"

Ed io, più agitata che mai: "Non lo so!"

La giovane non si arrischia più a fare domande.

Sono fermamente decisa a dimostrare che quello è un sogno e, dopo essermi fatta portare all'aeroporto e non aver pagato il tassista che mi urla dietro non so cosa, decido di prendere il primo volo diretto in Europa!

"Hm... vediamo un po'... ah, ecco il tabellone delle partenze! Dunque, dunque, dunque... Tokyo, Tokyo, New York, ancora Tokyo, Mosca... no, non va bene!... Ecco, Berlino! Imbarco fra 15 minuti! Si, si può fare, tanto non dobbiamo fare il check-in, non abbiamo bagagli!"

Sorrido soddisfatta e mi avvicino allo sportello dove vengono venduti i biglietti.

"Mi scusi, avrei bisogno di un... anzi, di due biglietti per Berlino!"

La signora dietro alla scrivania mi guarda e prende a digitare dei tasti sul computer.

"Per Berlino... si, l'aereo parte fra poco meno di 15 minuti...due biglietti... sono 12.000 yen!" Inclino la testa da un lato e, infilando una mano in tasta penso:"Adesso, se questo non è un sogno, non dovrei avere nulla in tasca!"

La mia mano tocca qualcosa e ne estraggo delle banconote. Un ghigno compare sul mio volto e consegno il denaro alla donna che mi porge i due biglietti

"Bene, ed ora andiamo"  esclamo rivolta a Patty che mi guarda con aria confusa.

La ragazza non oppone resistenza quando la trascino con me nell’aereo e in men che non si dica, siamo in volo verso la capitale tedesca!

“Adesso sarai soddisfatta! Siamo su di un aereo e i miei non sanno che fine abbia fatto, farò prender loro un colpo!”

“Non ti preoccupare, non ti diranno niente e se lo fanno dirai che sei stata rapita da una pazza in vena di scherzi!”

Sorrido e guardo fuori dal finestrino.

“Ancora non mi hai detto da dove vieni!”

Cosa?”

La domanda arriva a sorpresa

“Oh, beh, abito in Italia, in un piccolo paesino di montagna!”

Guardo davanti a me e prendo a pensare al motivetto che stavo ascoltando prima di cadere addormentata... improvvisamente mi viene sonno. Trattengo a stento gli sbadigli…

“Accidenti, come può venirmi sonno se sto già dormendo?”

Scuoto la testa e prendo in mano un giornale posto sullo schienale del sedile davanti. Inizio a leggere ma gli occhi mi si chiudono da soli.

“Fra qualche istante atterreremo all’aeroporto di Tempelhof, preghiamo i signori passeggeri di portare il sedile in posizione eretta, e di allacciare le cinture di sicurezza, grazie!

Apro gli occhi e sollevo la testa guardandomi intorno.

“Cavoli, devo essermi addormentata sul serio! Non è possibile, mamma, però, che dormita!” Stiracchio le braccia e noto che il mio orologio segna le 8:07...

“Stupendo! Quindi, secondo il mio orologio, sarebbero le otto di mattina!”

“Già! Invece in Giappone sono le due di notte!”

La voce assonnata di Patty mi fa voltare; ha gli occhi gonfi e una gran brutta cera

“Cos’hai?” chiedo un po’ preoccupata

“Cos’ho? Tu hai dormito, io no!”

Sollevo le sopracciglia e mi preparo per scendere dal mezzo.

“Adesso che si fa?” domanda Gatsby con aria annoiata

“Allora, dunque... Benji è ad Amburgo, giusto?!! Quindi è lì che andremo!”

“Non ho ancora capito cos’hai intenzione di fare!E poi come conosci Benji?”

“Ma allora non hai ancora capito che non avete segreti per me?! Dopo lui, andremo a prendere anche Tom, in Francia!”

Sorrido e guardo il volto dell’altra farsi preoccupato

Cosa? Hai intenzione di andare anche in Francia? Ma per fare cosa?”

“Niente, voglio riportare entrambi in patria!”

E perché, di grazia?”

La giovane mette le mani sui fianchi e mi guarda con aria torva

“Così!”

Ok, io ci rinuncio! Tu sei pazza, completamente fusa! Ed io devo chiamare casa!”

“Non puoi farlo!”

Esclamo, guardandomi intorno alla ricerca di una cartina della Germania

“E  perché, me lo impedirai tu?”

“No, ma tu stessa hai detto che ora in Giappone è notte fonda! Non credo sia una buona idea!”

La ragazza non parla più. Sospiro e scuoto mestamente il capo

“Accidenti! Dobbiamo trovare un taxi, o non arriveremo mai ad Amburgo!”

“Ma tu hai idea di dove sia Amburgo?”

Chiede Patty con aria esasperata “Beh, si, più o meno… a dire il vero la geografia non è l mio forte… perché?”

La ragazza mi afferra un braccio

“Hai ancora del denaro dietro?”

La guardo un po’ stordita

“Beh, si, dovrebbe comparire, un attimo!”

Infilo una mano in tasca e ne estraggo diverse banconote

“Wow, è cambiata automaticamente la valuta!”

Ridacchio soddisfatta

Uff... ascolta, con un taxi non arriveremo mai, conviene prendere un altro volo!”

Annuisco e parto alla volta del tabellone delle partenze.

In poco più di un’ora siamo nel bel mezzo della città tedesca e con molta facilità raggiungiamo il campo dell’allenamento dell’omonima squadra di calcio.

Appena vado la sagoma del ragazzo che stiamo cercando parto in quarta, senza preoccuparmi del fatto che per lui sono una perfetta sconosciuta

Benjamin Price! Ehi, dico a te, vieni qui!”

Urlo mentre un ragazzo con un cappello rosso in testa e i capelli corvini, si volta con aria interrogativa. Vicino a lui vi è un altro giovane dalla chioma castana

“Accidenti, non ci posso credere! Ho preso due piccioni con una fava! Ehi, Patty, tranquilla, non dovremo andare in Francia! Tom Baker è qui!”

Ci vogliono molti minuti per riuscire a convincere i due calciatori a seguirci ma allo fine l’ha vinta la sottoscritta (poteva essere altrimenti???). Ci imbarchiamo nuovamente su di un aeroplano e, verso le 12, ora locale, giungiamo a Fijisawa.

E ora che siamo qui, che dobbiamo fare?” chiede con aria accigliata Benji.

“E io che ne so?! Andate a salutare i vostri vecchi compagni di squadra!”

Il trio mi guarda con aria assassina

“Ragazzi!!! Patty!!! Ma, che ci fate qui? Patty, tua madre era preoccupata, dove eri finita?”

La comparsa di Oliver Hutton cattura l’attenzione dei tre che vanno a salutare il giovane.

Non so perché, ma mi sento di troppo e, con passo felpato, mi allontano di qualche metro

“Ah!!! È stato proprio forte! Dovrei fare più spesso sogni così divertenti!”

Alzo la testa e guardo il cielo azzurrino, sospirando. Un debole bagliore comincia a vedersi tutt’intorno. Socchiudo gli occhi e mi sento improvvisamente leggera.

Quando mi guardo nuovamente intorno, vedo la mia scrivania, ancora  piena di libri, e capisco di essermi svegliata.

Però, un po’ mi dispiace!” sussurro a mezza voce.

Non ho neppure finito di pronunciare la farse che, un improvviso bagliore riempie la camera “Adesso che cavolo succede!” esclamo alzandomi di colpo dalla sedia e voltandomi verso il letto.

Strabuzzo gli occhi, vedendo quattro persone che mi guardano con aria ancora più confusa.

 

   
 
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