Mare in tempesta. La paura sui volti di coloro che sono i dominatori della terra. Ma anche meraviglia, nell’ammirare la grandezza di coloro che dominano le acque. Una ragazza è ferma, sul confine tra terra e acqua. Tra morte e vita. Ferma, ammira anche lei. Ammira la sua fine, o forse la sua più grande conquista. Piano, muove un passo. Si sente il respiro trattenuto di coloro che osservano, si sente la sua mancanza. Perché ciò che vuole fare è pazzia, ma lei sa che può fidarsi di coloro che nuotano in quelle acque. Deve fidarsi, perché qualcosa la chiama. Perché, in fondo, la fiducia del prossimo la si conquista solo se si è disposti a mettersi a nudo per primi. Se si è disposti a soffrire per primi. Se si è disposti a morire. E la ragazza è pronta. Il sole bacia i suoi occhi, inondandoli del suo colore dorato. Ma qualcosa di più intimo brilla in quelle iridi. È la determinazione. I passi si trasformano in corsa. Il confine è superato. Subito le figure nuotano verso di lei, decise a distruggere chiunque abbia invaso il loro territorio. È un attimo. È un attimo, il momento in cui la ragazza poggia i palmi delle sue mani sulle loro pelli. Tutto si ferma, tutto muta. Sul viso della ragazza compare un sorriso, mentre gli occhi delle due creature si illuminano della stessa luce che brilla nei suoi. E il mare in tempesta diventa il palcoscenico di ciò che dopo segue. Perché i dominatori delle acque, uno squalo e un’orca assassina, ora danzano con la ragazza. L’armonia si instaura tra i loro gesti. E la ragazza non ha più paura. La pazzia ha svelato il suo volto di magia. Piano, anche i dominatori della terra muovono pochi passi, per poi correre, godendosi la sensazione dell’acqua sui loro volti. Perché in questo mondo non siamo dominatori di nulla, ma anime in cerca di amore. Perché in questo mondo non siamo nemici di nessuno, ma danzatori di pace. Perché, in questo mondo, siamo tutti parte di quell’armonia chiamata vita.