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Autore: arashi17    09/12/2012    3 recensioni
-INTERROTTA-
Hai mai pensato alla morte? Adesso sei vivo e tra un secondo potresti non esserlo più. Ti ritrovi morto, senza più dover preoccuparti dei tuoi sogni, dei tuoi amici, della tua vita. Di cose che avresti dovuto fare e che ora non puoi più. E se venissi graziato da Dio? Se tu fossi un'anima pura e lui ti facesse "resuscitare" per un determinato periodo per realizzare i tuoi sogni, per poterlo rivedere, ma a delle condizioni estreme? Accetteresti? Forse si...
Spero apprezzerete, per me questa storia significa molto
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, Jonghyun, Onew, Quasi tutti, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PASSIONATE GOODBYE
8- Suddenly

E questa è la canzone che mi ha ispirata u.u http://www.youtube.com/watch?v=p42lOceebI4
Dopo giorni di neve e pioggia, finalmente il cielo aveva deciso di darci una tregua. Risplendeva il sole su di una Tokyo innevata, un sole tenuamente caloroso che timido giocava a nascondino tra le poche nuvole bianco sporco che si aggiravano nell’azzurro quella mattina. Avvolto dal suo giubbino pesante, Jinki si avviava verso Ginza, il quartiere più esclusivo di tutta la metropoli. Grattacieli, palazzi che parevano le riproduzioni giganti di pietre preziose, locali chic, negozi immensi delle più prestigiose ed altisonanti marche di moda mondiale. Tutto questo era Ginza. Jinki si sentiva sempre un po’ a disagio a camminare tra quelle strade, lui comune mortale che viveva in un normalissimo appartamento al 4° piano di un palazzo di 10 a Shibuya. Perché stesse andando lì allora? Semplice. Minho risiedeva in quel quartiere da qualche anno. Da quando il suo ricchissimo nonno, lasciò in eredità al figlio, un’ingente somma di yen e la casa –se così poteva esser definita quella struttura apocalittica- appunto a Ginza. Arrivato a destinazione suonò al citofono posto poco prima del grande cancello.
-Chi è?- era Minho.
-Chi vuoi che sia?-
-Cosa diavolo posso saperne io?-
-Dio mio, apri ‘sto cancello, Ranocchia-
-Ah sei tu Onew- disse il proprietario di casa con voce delusa. Il cancello si aprì davanti l’ospite.
“Quel bastardo… guarda qua che giardino enorme nel centro di Ginza… i soldi. Benedetti soldi”pensò Jinki addentrandosi in quell’enorme residenza. Da lontano poteva scorgere sulla soglia del portone, la figura di Minho, a braccia conserte e poggiato sulla parete che lo fissava in cagnesco.
-Che ci fai qui? Odi questo posto- gli chiese Minho alzando di poco la voce.
-Dobbiamo parlare io e te. Ma prima, potrei entrare? Sai fa freddo- così si accomodarono in casa. Minho prese del caffè che aveva appena fatto e lo portò al piano superiore, nella sua camera poggiandolo sul tavolino. Jinki si era comodamente appollaiato sul letto, come era solito fare anche nella vecchia casa di Minho a Shibuya, mentre l’altro si accomodò sulla sedia, portando lo schienale in avanti in modo da poggiarci il busto e posare il mento sul legno.
-Scusami per come ti ho trattato quel giorno a casa mia- disse Jinki.
-Tu che ti scusi? Oh mio… hai bevuto?- Minho lo guardò esterrefatto.
-Ma che caspita dici? Per una volta che mi scuso, dovresti sentirti onorato!-
-Sempre il solito modesto. Tranquillo comunque, scusami tu. Non dovevo aggredirti in quel modo. Anche se te lo meritavi…-
-Che scuse sentite- scherzò Jinki.
-Dove sei stato la notte di Natale?-
-Ero con Taemin in un posto. Dovevo parlare con lui in privato-
-No, io parlo di prima. Sei arrivato in ritardo, ricordo che mi hai detto di un certo imprevisto. Che era successo?-
-Chiyo. Mi è piombata sotto casa. Era irremovibile, si è infilata in macchina e non voleva che saperne di scendere. Non sapevo come scollarmela di dosso-
-Chiyo? Quanto la odio quella stronza. Aveva ancora quei tacchi?-
-Già. Era vestita bene, forse credeva di essere “sexy”-
-Prova a cedere anche solo ad un suo sguardo e puoi definirti un uomo morto. Lo sai no?-
-Minho. Ma parli seriamente?-
-Credi che stia scherzando?-
-Tu credi davvero che io possa lasciarmi andare e tradire Seiko?-
-Ti ho visto come la guardavi e la supportavi di recente. Non si sa mai, sei pur sempre un uomo-
-Cosa scusa? Sicuro che non abbia bevuto tu invece? È una mia amica, mi sembra normale supportarla se piange per il ricordo di Seiko!-
-Cazzo Onew e apri quegli occhi! Ma non lo vedi che lo fa apposta per conquistarti?-
-Lo so bene che ha un debole per me! Non sono stupido! Ma a maggior ragione non ci farei nulla!-
-Non mi fido. Sei debole. Sei in un periodo in cui non ragioni, non sei lucido. Potrebbe riuscire nel suo intento in ogni istante-
-Tu stai male! Il tuo cervello –ammesso che tu ne abbia mai avuto uno- è andato in vacanza per caso? Non sarò lucido, ma non mi passo le ragazze solo perché la mia non c’è! Minho andiamo, che discorsi mi fai!-
-No Onew! Conosco Chiyo, so quanta caparbietà abbia, so che non mollerà. E conosco te. E so quanto in alcune situazioni, un qualcosa di assolutamente sbagliato, ti appaia come la cosa più normale del mondo-
-Minho, non sono venuto qui per litigare-
-Non voglio litigare Onew. Voglio farti ragionare. E non voglio che tu tradisca la mia più cara amica-
-Minho, lo sai che io “la tua più cara amica” la amo? Lo sai no? E sai anche che non la tradirei mai! Quindi taci per carità! Questo discorso non ha alcun senso!-
-Giuro che ti ammazzo! Chiyo è pur sempre una bella ragazza! E tu sei in una situazione in cui potresti fare di tutto! E poi, quella sera sei arrivato in ritardo di tre ore! Tre fottute ore Onew! Hai lasciato Taemin da solo. Lo sai in che stato era quando è arrivato?-
-Ti ho detto che non voleva lasciarmi stare! E con Taemin abbiamo già chiarito-
-Ma non è stato giusto lasciarlo a piedi al gelo! E dovrei credere che per tre ore non sia successo nulla tra te e Chiyo?-
-Minho, smettila adesso. Stai per sorpassare il limite. No, non è successo nulla! Sarà bella quanto vuoi ma io ho occhi solo per Seiko! E ficcatelo in testa una volta per tutte!-
-Devi smetterla di incontrarla. E di lasciarti condizionare da lei! Ti sta soggiogando!-
-Ma che razza di idiozie! Siamo amici, finché è così va bene! Non succederà mai nulla!-
-Onew porca miseria e ragiona! Da quando è morta Seiko sei diventato un perfetto coglione!-
-Se è per questo, tu sei diventato irascibile, burbero! Non si può parlare con te!-
-Ora sarei io quello nel torto!-
-Stai sparando solo una miriade di cazzate-
-Tu prova solo a tradirla. Poi ti faccio vedere io se sono solo cazzate-
-Minho. Mollami la maglia. Se non vuoi un pugno diretto in faccia-
-E credi che mi spaventi un tuo pugno?-
-SMETTETELA!- la porta della camera di Minho si spalancò. Ayako. Aveva ascoltato il litigio e ora voleva solo bloccarli, più infastidita che mai.
-Ayako…- sussurrò il suo ragazzo che ancora stringeva il colletto della maglia di Jinki.
-Ma che vi è preso a tutti e due? Ma non eravate amici una volta?!? Siete diventati due estranei! Non vi riconosco più! Non si può più parlare con voi! Uno si imbestialisce, l’altro si deprime e si rinchiude in se stesso! Dove sono finiti il pacato e generoso Minho e lo spensierato e gentile Onew? DOVE! Io odio queste due versioni di voi due! Odio dover sopportare uno dei miei migliori amici ridotto in questo stato! E odio ancor di più dover stare con un ragazzo che se gli chiedo come stia mi risponde “come vuoi che stia? Come al solito no?” con atteggiamento totalmente freddo e distaccato! Mi sono rotta di voi due! Mi sono rotta di Chiyo! Anche noi altri stiamo male per Seiko, ma non perdiamo la razionalità! Tu Minho, dici che sia Onew ad averla persa, ma un esame di coscienza te lo sei fatto? Sono due mesi che mi tratti da schifo! Vedete urgentemente di finirla con questa pagliacciata o vi ritroverete, uno senza un’amica e l’altro senza ragazza! Razza di idioti che non siete altro! Vi detesto!- dette queste parole senza versare una goccia di lacrime, ma caricandole di una rabbia esplosiva, Ayako girò i tacchi e lasciò l’abitazione, provocando un tonfo secco nel chiudere il portone principale. I due restarono immobili, a contemplare il vuoto davanti i loro occhi.
-Siamo davvero… diventati così… ?- disse Minho.
-Mi sento un fallito- aggiunse Jinki.
-Non mi sono reso conto… mi faccio letteralmente schifo- continuò il proprietario di casa.
-Scusami… Minho-

-Anche tu Onew… scusa davvero…-
<< Kahori? Dove sei? Sei libera adesso?>>Ayako era da poco uscita dalla casa del ragazzo e aveva composto il numero della sua amica.
<>
<>terminata la breve telefonata, Ayako adagiò il suo Galaxy nella pochette e cominciò a correre veloce per raggiungere il prima possibile la villetta di Kahori.
-Vuoi uccidere anche me?- disse sarcastica Kahori non appena vide l’espressione di rabbia sul volto dell’amica.
-Risparmia le battute stile Onew, o ti ammazzo davvero-
-Ok ora calmati un…-
-E non dirmi di calmarmi!-
-Ayako? Ci vuoi parlare con me? Allora relax. Siediti e spara, e possibilmente non delle stupide sentenze.-
-Ah… scusa. È che sono così nervosa…- si accomodarono nella cucina, sulle due poltroncine in pelle rossa ai lati del sofà.
-Stavo andando da Minho e l’ho trovato a litigare con Onew. Erano sul punto di prendersi a botte. Ho ascoltato il loro battibecco e credimi, io non li riconosco più!-
-Immaginavo sarebbero arrivati a questo. Minho sembra la reincarnazione di un toro inferocito, Onew di un depresso irragionevole. E noi non facciamo altro che stare in ansia. Non siamo più il solito gruppo di amici…-
-Mi rendo conto solo ora di quanto la presenza di Seiko ci tenesse uniti-
-Tra tutti, solo Jonghyun è rimasto il solito…-
-Ne sei sicura Kahori? Io non direi. Lo hai guardato bene? È sciupato. Ha sempre gli occhi gonfi e lucidi, si perde in pensieri che lo rattristano. Lui è quello che sta peggio. Non si sta sfogando con nessuno, e sappiamo tutti che tipo di rapporto avesse con Seiko: non erano migliori amici, ma avevano un’empatia unica, inspiegabile. Seiko con lui riusciva ad aprirsi, gli diceva cose, segreti, che non raccontava nemmeno a Onew per paura di un giudizio. Jong invece l’ascoltava e poi l’abbracciava, senza accusarla e giudicarla. Lui sa tutto dei suoi più importanti segreti. Lui era l’unico che riusciva a trovarla quando si nascondeva per isolarsi dal mondo, e sarebbe sempre lui, l’unico che, se mai in un qualche modo, fosse ancora viva ma non riuscissimo a vederla, l’avrebbe riconosciuta…-
-Già… ora che mi ci fai pensare hai ragione… con Jong lei era se stessa. Una volta mi disse di essersi chiesta come fece a non innamorarsi di lui… ma adesso… cosa vuoi fare Ayako? Il tuo fidanzamento con Minho sta andando a rotoli… dovreste parlare-
-Sai bene quante volte ci abbia provato. E sai bene come ogni volta sia finita. È troppo scontroso…- istintivamente la ragazza portò lo sguardo verso il pavimento per evitare di mostrare gli occhi lucidi a Kahori che però, li aveva già notati.
-Aspetta un attimo, vado in bagno- e Kahori lasciò l’amica dirigendosi verso il bagno piastrellato in rosa.
“Ora tu, ti dai una calmata. Parli con la tua ragazza. PARLI, non sbraiti. Vedetevi tra mezz’ora al bar di fronte casa mia. E se non chiarite e lei torna da me in lacrime, giuro sulla nostra amicizia millenaria che ti spacco quel bel faccino che ti ritrovi”
Kahori inviò la mail a Minho e tornò nella cucina.
-Eccomi. Stavo pensando, che ne dici di una fetta di torta? Al bar qui vicino ne fanno di ottime!-
-Mi ci vorrebbe proprio…- presero le loro borse, infilarono cappotti e scarpe e uscirono di casa dirigendosi al Sakura. Stavano aspettando le loro ordinazioni da circa 15 minuti, quando Kahori esclamò:
-Ayako scusami! Torno subito, ho dimenticato una cosa a casa!-
-Ti aspetto, vai tranquilla- la ragazza si alzò e corse via nascondendosi dietro l’angolo per osservare cosa sarebbe successo. Minho non ci mise molto ad arrivare.
-Quella bastarda… come fa ogni volta a smuoverti per venire a parlare con me?- disse Ayako vedendo avvicinarsi il suo ragazzo.
-Ha i suoi metodi. Ascolta Aya-chan… mi dispiace per prima. Non volevo arrivare a tanto…- Minho si accomodò sulla poltrona in vimini, allargò le gambe poggiandoci i gomiti delle braccia che andavano ad unirsi con le dita incrociate che sorreggevano il volto. Non la guardò in viso, non ne aveva il coraggio.
-Ti dispiace? Odio quando la gente dice “mi dispiace” sai perché? Perché è la cosa più semplice e d’effetto da dire quando si ha qualcuno che sta male davanti. La gente non si preoccupa di farlo ragionare, di consolarlo...“Mi dispiace” belle parole Minho. E ti dispiace per prima?-
-E per cosa dovrei dispiacermi allora? E sai bene come ci sia sempre quando stai male!- disse il ragazzo iniziando a perdere la pazienza.
-Choi Minho! Abbassa la cresta e ragiona con quel poco di materia grigia che ti è rimasta! Stiamo insieme da quasi un anno, da circa due mesi sei cambiato. Te ne rendi conto di come mi rispondi? Di come mi rivolgi la parola? Di come non mi cerchi più! Sei sempre arrabbiato! Anche adesso! Minho, lo so quanto tenevi a Seiko, vi conoscevate da sempre, era la tua migliore amica. Ed era anche la mia! Ma realizza che è morta. Realizzalo! Non c’è più! E non tornerà! Ma non per questo devi mettere a repentaglio la nostra storia. La storia che proprio lei ha fatto nascere!- quasi urlò Ayako nel rinfacciare quelle parole al proprio ragazzo. Non versò una lacrima. E fissò gli occhi di Minho per tutto il tempo. Lui la guardò allibito quasi come se avesse ascoltato una verità che sapeva ma che non riusciva a comprendere. Gli dava fastidio. Non voleva esplodere e urlarle contro, non voleva ammettere che sì, stava mandando tutto in frantumi, ma la rabbia per se stesso, la mancanza di lucidità, il nervosismo di quella giornata non lo aiutarono.
-Stai scherzando spero. Mi stai dicendo di essere cambiato? Io? Non ti cerco più? Ma se siamo ogni giorno insieme! Lo sai che ero a Ginza e sono piombato qui per chiarire con te? Lo sai che mi sono fatto mezza Tokyo correndo come un pazzo solo per te? E mi dici che sono cambiato? Che non mi riconosci più? Ayako ma cosa cazzo dici? Ti ho chiesto scusa, ti ho detto che mi dispiace, sono mortificato per poche ore fa ma tu sai solo sputare sentenze! Non ti accontenti mai! Che dovrei fare, mettermi in ginocchio e chiederti umilmente perdono come un coglione? Accetta e apprezza e non sparare cazzate! Ci credo che sono sempre nervoso! Ti sei vista tu? Sei pressante! Non mi lasci respirare! Stai sempre a puntualizzare ogni cosa che faccio o dico! Non sono l’unico che è cambiato qui!- urlò quello.
-E allora se non ti va a genio come sono, gira i tacchi! Io non mi sono innamorata di te! Mi ero innamorata del ragazzo che silenzioso e indifferente mi passava il braccio sulle spalle e mi faceva passare giornate indimenticabili senza il bisogno di parlare!-
-Fanculo a chiunque tu amassi! Fanculo a tutto! Mi sono stancato Ayako! Se non sei in grado di accettarmi così come sono allora finiamola qui! Non ha senso continuare una storia che non è più una storia da due mesi!-
-…Minho…-
-Che cavolo vuoi ancora?!? Hai detto che ti faccio schifo per come sono diventato? Allora non ci parlare con me!-
-…Minho…-
-Grazie mille per tutto. Almeno per tutto quello che c’è stato prima. Ci si vede-
-…-
Si voltò rapido e camminò lento fino a svoltare al primo svincolo. Le persone intorno, quelle ai tavolini, gli stessi camerieri e quelle che camminavano spensierate per il viale si fermarono ad osservare il litigio portato in bella mostra dalle urla dei due. Lei era seduta, rannicchiata nella poltroncina in vimini a contemplare il piattino con la fetta di torta alla vaniglia che aveva ordinato. Non l’aveva toccata, era ancora lì intatta e appetitosa. Ma sarebbe rimasta lì, su quel piattino. Improvvisamente da appetitosa divenne quasi disgustosa, amara e di brutto aspetto. Il piattino che prima richiamava motivi floreali tipici cinesi, adesso ricordava spine pungenti, una superficie gelida e per nulla invitante. Anche il sole, che picchiava sul suolo e spargeva raggi calorosi, di colpo appariva una palla gialla, senza calore e significato. Niente aveva più significato. Nemmeno che lei non riuscisse a versare lacrime. Nemmeno che lei non sentisse più il suo cuore pulsare o il sangue scorrere. Nemmeno che lei non recepisse le voci delle persone che si erano avvicinate per chiederle come stesse, dispiaciute da quella scena. Non aveva senso nulla. Con una forza misteriosa e profondamente nascosta in lei, si alzò in piedi, quasi robotica, afferrò lenta la sua borsa e lasciò abbastanza yen per coprire il conto delle due torte e delle bibite. Senza proferire un sibilo abbandonò quella pedana piena di tavolini e cominciò a camminare lenta, molto lenta, per la strada. Gli occhi sbarrati che non trasparivano alcuna emozione. Né rabbia, né delusione, né felicità, né disperazione. Nulla. Semplicemente avanzava senza meta, senza nessun particolare sentimento in corpo. Semplicemente “stava”. Se le avessero chiesto come stesse, non avrebbe risposto bene o male, ma “sto”. Perché in quel momento lei non era niente. Lei non provava niente. Era come morta. Una morta, totalmente svuotata di anima e sentimenti che vagava per il mondo dei vivi.
“E così, è questa la morte? … morte… se sei davvero tu, sappi che sei indolore. Completamente indolore”pensò Ayako improvvisamente.
Un colpo. Arrivato all’improvviso come quel pensiero fugace. Un colpo. E ricominciò a sentire ogni organo del suo corpo.
“Morte… mi sbagliavo… fai male. Fai tremendamente male…”
Le gambe cedettero al peso del suo corpo, le braccia non sorressero più il peso della borsa, le palpebre il peso delle lacrime, la gola il peso delle urla. Ayako cadde sulle ginocchia con tutto il peso, arrecandosi un forte dolore, abbandonò le braccia che scivolarono lungo tutto il busto e sfiorando il marciapiede. Alzò la testa al cielo, le lacrime iniziarono a rincorrersi, la voce si liberò della serratura della bocca e fuoriuscì. Niente aveva più senso. Nemmeno urlare e piangere nel centro di Tokyo. Non ora che Minho, il suo Choi Minho, l’aveva lasciata.
Minho continuò a vagare con le mani nelle tasche per ore. Nella sua testa i pensieri non gli lasciavano un attimo di tregua. Si accavallavano provocandogli un’emicrania da incubo, tanto che era costretto a fermarsi per sorreggersi a qualcosa per evitare di svenire dal dolore. Qualcuno gli stava riempiendo la cartella delle mail del cellulare, qualcun altro lo stava telefonando, ma era come se non ci fossero onde sonore che giungevano alle sue orecchie. Ignorava ogni cosa, anche le svariate persone che si era ritrovato sulla sua stessa traiettoria e puntualmente aveva scontrato. Voleva solo sparire. Sentiva di non meritare di respirare la stessa aria che respirava Ayako. Sentiva di esser stato uno stupido, un’insensibile, un burbero, un folle. Sapeva quanto le parole della sua ormai ex ragazza fossero vere, ma l’orgoglio, la presunzione, la rabbia, presero il sopravvento su di lui. Chi era il ragazzo che le aveva urlato in pieno volto? Con quale coraggio si poteva aggredire quell’angelo? Come aveva potuto comportarsi così? Mettere da parte l’amore sconfinato che provava per quella persona e attaccarla, ucciderla in quel modo? Si perché lui l’aveva uccisa, dilaniata a parole. E l’unico che meritava di essere ammazzato era lui. Invece lui si preoccupava di Jinki. Quando sapeva meglio di chiunque altro che non mi avrebbe mai tradita. Lui si preoccupava di fatti esterni. Tralasciando ciò che realmente gli apparteneva. Tralasciando lei. Quando si fermò nel bel mezzo di una delle vie principali di Tokyo e urlò via tutta la rabbia che possedeva in corpo, si rese conto che qualcuno lo stesse seguendo. Io. Io ero tra quella folla dinnanzi al bar durante il litigio. Era stato tragico dover scegliere chi seguire, visto che chiunque avessi scelto, si trattava di uno dei miei due migliori amici. Ma decisi di seguire lui. Lasciando Ayako a Kahori. Lasciai che terminasse di urlare come un pazzo sotto lo sguardo impaurito e sconvolto dei giapponesi che popolavano la strada.
-Hai finito?- dissi con voce ferma e occhi pieni di voglia di schiaffeggiarlo.
-Taemin!- mi riconobbe lui -Cosa scusa?- continuò a chiedermi.
-Questa pagliacciata!- gli urlai carico di nervi.
-Fatti i fatti tuoi! Sei l’ultimo chiodo del carro e ti prendi tutta ‘sta confidenza?- sbraitò lui irrigidendo i muscoli e muovendo a scatti la testa con un movimento del mento, portato dal basso verso l’alto.
-L’ultimo chiodo del carro? Oh Minho, non scherzare con me. Potrei rovinarti con una parola. E piantala con questo tuo essere aggressivo! Non ti si addice questo stile rissoso!-
-Ma che cazzo vuoi da me? Non mi conosci e ora sparisci! Non voglio rompipalle intorno!- mi avvicinai e gli tirai uno schiaffo. Con tutta la potenza ed il disprezzo che portavamo sia io che Taemin.
-E smettila! Mi fai schifo ridotto in questo stato pietoso! Ma che ti prende? Torna in te razza di stupido! Torna in te che così fai solo pena! E finiscila di atteggiarti a granduomo, non lo sei! Come non sei nemmeno il grandissimo pezzo di merda che poco fa ha sbraitato contro la sua ragazza! Smettila Minho! Smettila! Non ti sopporti nemmeno tu!- dissi con voce ferma e bassa afferrando il colletto della maglia che indossava e fissando il suo collo e le punte dei capelli che lo ricoprivano. Non lo guardai negli occhi, non per paura di esser picchiato, ma per paura di venire scoperta. Avevo come l’impressione che gli occhi di Taemin potessero “tradirmi”. Dopo qualche minuto, sentii il suo corpo tremare. E una goccia bagnò il mio naso.
-Piove?- sussurrai per poi capire che quella era una pioggia differente.
-Non… volevo… trattarla… così… non… era… così… che… doveva… finire… non…- Vedere Minho piangere, era anche più shoccante del vedere Jinki versare lacrime. Minho non piangeva mai. Si commuoveva certo, ma non liberava le lacrime. Ed ora tremava. E bagnava il mio volto. Lo strinsi forte tra le mie braccia, solo dopo qualche istante ricambiò la stretta. Il mio migliore amico aveva sbagliato, ma non volevo giudicarlo. In quel momento, lui più di tutti, aveva bisogno di sentirsi di nuovo “vivo”.


Miao ^^ scusate il ritardissimo ma tra studio, febbre e nuova storia sui B.A.P non sapevo dove sbattere la testa per primo. A parte che dopo aver scritto due nuovi capitoli, il pc ha deciso di cancellarli <3 simpatico lui. Ma eccomi qui di ritorno con il nuovo capitolo! Minho ma cosa cavolo mi combini ç.ç spero che mi diciate come vi sembra u.u 
Grace
   
 
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