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Autore: v91    09/12/2012    2 recensioni
Come sarebbe andata se Tonks e Remus si fossero conosciuti prima dell'Ordine della Fenice? Chi era Tonks prima di conoscerlo? Una one-shot con cui ho voluto descrivere un momento della vita di questo divertentissimo personaggio prima del suo ingresso nel mondo di Harry Potter. E se l'amore fosse entrato nella sua vita prima ancora che lei lo scoprisse in Remus Lupin?
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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INCONTRI INASPETTATI

 

Quando Ninfadora Tonks si era svegliata, quella mattina, non si era subito resa conto di che giorno fosse, ma poi un senso di trepidazione ed eccitazione l'aveva colta. Si era alzata velocemente dal letto ed era inciampata in una alta fila di lettere accatastate accanto ai piedi del letto. Col cuore in gola per l'emozione ne aveva aperta una e un sorriso le si era stampato sul volto nel leggerne il contenuto. Con insolita accuratezza l'aveva ripiegata per poi aprire la successiva. Tutti i suoi amici se ne erano ricordati!

Sua madre Andromeda era entrata nella stanza seguita dal marito. Dopo aver abbracciato calorosamente la figlia ed averle augurato “Buon Compleanno”, si erano seduti sul bordo del letto.

-Tesoro, io e tuo padre abbiamo un regalo per te.- aveva iniziato Andromeda con voce nervosa -Ora stai per finire la scuola e sappiamo che dopo vorresti fare l'Auror.- aveva pronunciato quelle parole con una palese avversione.

-Sai quanto questo ci preoccupi e sai che non siamo d'accordo. Preferiremmo che tu facessi un lavoro normale come, non so, l'insegnante o...-

-Ma papà, io non sono normale, lo sai!- l'aveva interrotto Ninfadora scherzando. Avevano discusso molte volte di quella sua scelta ma lei non aveva nessuna intenzione di cambiare idea, però ora non voleva discutere con i genitori, non nel giorno del suo compleanno, almeno. Conosceva l'opinione dei suoi genitori e, in un certo senso, la capiva, ma diventare un Auror per lei era la cosa più importante. Era tutto ciò che voleva dalla vita. Andromeda Tonks aveva emesso un sospiro, come se le parole che stava per dire fossero troppo pesanti.

-Sappiamo anche questo, Ninfadora.- la figlia aveva fatto una smorfia nel sentire pronunciato il suo nome per intero, ma non l'aveva interrotta. -E, nonostante tutto, sappiamo quanto questo significhi per te. Per cui, questo è il tuo regalo.- Ted aveva allungato alla figlia una busta bianca. Tonks l'aveva aperta con aria titubante e scettica. Mentre ne leggeva il contenuto sul volto le si era dipinta una maschera di gioia e sorpresa e i capelli da metamorfomaga si erano accesi di un bel rosa cicca.

-Per Merlino!- aveva gridato correndo ad abbracciare i genitori -Un corso di addestramento con l'ex Auror Malocchio Moody, il migliore in questo campo! Grazie!-

-Continueremo a preoccuparci per te ogni giorno ma, qualsiasi cosa accada, avrai sempre il nostro appoggio.- aveva concluso Ted Tonks.

 

Ninfadora si guardò attentamente allo specchio, con aria critica. Quella sera sarebbe uscita con le amiche e, dato che era il suo compleanno, voleva essere perfetta. O almeno decente. Normalmente non dava troppa importanza al suo aspetto o ai vestiti che indossava, cosa che spesso faceva infuriare sua madre, ma quella era una serata speciale e avrebbe voluto sentirsi bellissima. Le amiche l'avrebbero portata in un locale nuovo dove avrebbero festeggiato i suoi 17 anni. Per l'occasione aveva indossato dei jeans scuri piuttosto aderenti e un top nero senza spalline che le dava un'aria elegante e sensuale allo stesso tempo. Ai piedi un paio di sandali alti, dannatamente belli e scomodi. Aveva provato mille acconciature senza mai esserne soddisfatta. Alla fine aveva scelto di tenerli corti fino a sotto le orecchie, mossi e rossi. Mentre finiva di prepararsi aveva sentito bussare alla porta di camera sua. Tre ragazze in top e tacchi alti erano entrate portando chiasso ed allegria.

-Ciao, Tonks! Allora sei pronta per questa “folle serata”?- chiese la bionda Liz, la più divertente ed appariscente -Avresti dovuto indossare qualcosa di più...sexy!- concluse storcendo il naso verso la mise di Ninfadora che, evidentemente, reputava troppo coprente.

-Non darle retta, sei splendida.- intervenne Jo, la più dolce e timida.

-E' vero, stai benissimo. E adoro i tuoi capelli!- concordò Juliet, la più intelligente e sveglia.

-Grazie, ragazze. Anche voi siete bellissime.-

-Su, ora andiamo, però! Non vorremmo passare qui tutta la serata?-

-Cos'è tutta questa impazienza?- intervenne scherzosa Juliet.

-Niente...-

-Non è che per caso c'entra un certo barista che proprio stasera lavora nel nuovo locale?- chiese maliziosa Tonks.

-Ok, va bene, lo ammetto! Sono cotta di quel tipo! Andiamo ora?-

-Va bene, va bene...corriamo, altrimenti Cenerentola non può incontrare il suo principe!-

-E chi è Cenerentola?- chiese curiosa Liz.

-La protagonista di una favola babbana che mi raccontava mia madre da piccola.- rispose Jo con un velo di tristezza nella voce. Tonks sapeva che Jo proveniva da una famiglia babbana e che i suoi genitori erano morti in un incidente d'auto quando lei era piccolissima. Era cresciuta con la nonna e, ora che anche lei se ne era andata, Jo era rimasta sola. Tonks le si avvicinò e le cinse piano le spalle.

 

Il locale era piuttosto affollato e le ragazze fecero fatica a raggiungere il loro tavolo. Al loro passaggio molte teste si voltarono e parecchi sguardi languidi, appositamente ignorati, si erano posati sulle lunghe gambe di Liz, lasciate scoperte da un corto tubino nero.

-Ma come fai?- le aveva chiesto Juliet a metà tra lo shoccato e il divertito.

-A fare cosa?-

-Ora non dirmi che non ti sei accorta di come ti guardano!- Liz fece spallucce. Juliet era senza parole, le succedeva spesso quando usciva con le amiche. Tutti ricevevano gli sguardi ammirati dei ragazzi e, persino Jo a cui non importavano affatto, tranne lei. Si guardò le gambe e lo sguardo le cadde inevitabilmente su quei fianchi che reputava esageratamente larghi. “Ecco perchè” pensò amaramente. Tonks intercettò il suo sguardo e capì al volo cosa passava per la testa della sua amica.

-Sbaglio o per il mio compleanno mi avevate promesso una notte folle e indimenticabile?- gridò cercando di sovrastare il suono assordante della musica -Che aspettiamo a scatenarci?- Jo, che adorava ballare, fu la prima ad alzarsi in piedi e a seguire Tonks verso la pista.

-Voi andate avanti, io vi raggiungo tra un attimo. Giusto il tempo di un drink.- fece Liz lasciando vagare lo sguardo verso il bancone alla ricerca del suo barista. Le altre sorrisero e si tuffarono in pista.

 

Diversi minuti dopo Tonks fu stanca di ballare e, lasciate Jo e Juliet ancora in pista, si incamminò verso il bar dove era certa di trovare Liz. Infatti in breve tempo riuscì ad individuare l'amica. Accelerò il passo verso di lei ma in pochi secondi si trovò col sedere spalmato a terra.

-Scusami, non ti avevo vista. Ti sei fatta male?- sentì una voce maschile parlarle e vide una mano che le offriva aiuto. La afferrò e cercò di rimettersi in piedi con tutta la grazia che la sua goffaggine, unita ai tacchi alti, le permetteva.

-Sto bene.- rispose cercando di capire chi l'avesse colpita e se fosse il caso di lanciargli contro una bella fattura. Di fronte a lei c'era un ragazzo, di sicuro più grande, anche se le luci colorate le impedivano di stabilirne l'età con certezza. Era alto, piuttosto magro, con i capelli castani e la barba di qualche giorno. Aveva un'aria trasandata ma le sorrideva gentile. Tonks lo trovò decisamente affascinante. -Non preoccuparti, è colpa mia.- non riusciva a capire perchè improvvisamente le si fosse seccata la bocca e si sentiva come se le avessero risucchiato via tutto il sangue dal cervello.

-Tonks è tutto a posto?- intervenne Liz, che aveva assistito a tutta la scena da lontano -Ehi tu! Stai un po' più attento la prossima volta.- gridò brusca nella direzione del ragazzo che se ne stava ancora lì in piedi, apparentemente incapace di distogliere lo sguardo da Tonks. Liz la prese per mano e la trascinò via, senza darle il tempo di dire altro.

 

Circa un'ora dopo le quattro ragazze erano tornate al tavolo. Juliet e Jo, che avevano passato quasi tutto il tempo a ballare, erano esauste ed ordinarono due drink. Liz aveva flirtato a lungo col barman ed era persino riuscita ad ottenere un appuntamento. Ora sorrideva soddisfatta, un bicchiere vuoto tra le mani. Anche Tonks si stava divertendo, sebbene spesso si guardasse intorno alla ricerca di quel ragazzo misterioso che, con suo grande disappunto, sembrava sparito.

-E' l'ora dei regali!- cinguettò Jo assaggiando il suo drink di un insolito color azzurro.

-Ragazze, non dovevate!-

-Certo che si! E' il tuo compleanno!- rise Liz, alzando gli occhi al cielo. Juliet estrasse un piccolo pacchetto dalla sua borsa e lo porse a Tonks -Speriamo che possa esserti utile in futuro.-

-Un giorno sarai un grande Auror, la migliore...- iniziò Jo.

-Ma se resterai sbadata come sei adesso, potresti avere bisogno di un piccolo aiutino.- concluse Liz strappando a tutte una risata. Tonks svuotò il pacchetto rivelandone il contenuto: una sottile collana con una pietra scura.

-E' bellissima. Grazie!- fece Tonks indossandola. La pietra cambiò subito colore diventando celeste. La ragazza la guardò sorpresa.

-E' una pietra speciale: non solo cambia colore in base all'umore di chi la indossa, ma è anche un talismano: ha il potere di rilevare il pericolo e di proteggere dagli incidenti.- spiegò Juliet che per prima aveva avuto l'idea di quel regalo che sembrava fatto apposta per Tonks.

-E' perfetto per me!- fece lei abbracciando le amiche una ad una -Grazie ragazze, siete fantastiche!-

-Lo sappiamo!- ribattè Liz ridendo -Ma anche tu non scherzi, ragazza!-

-Che ne dite di riportare la nostra “favolosità” su quella pista da ballo?- chiese Jo alzandosi.

-D'accordo, ma non credo che esista la parola “favolosità”...- si lamentò Juliet. Le altre scoppiarono a ridere e la trascinarono in mezzo alla pista.

 

Tonks chiuse la porta alle sue spalle e respirò a fondo l'aria fresca della notte. Tutta quella musica a volume altissimo, unita a qualche drink di troppo, le aveva fatto venire mal di testa, aveva bisogno di una pausa. Fece qualche passo e poi lo vide lì, davanti a lei. Il ragazzo misterioso si trovava pochi metri più avanti. Le dava le spalle e sembrava stesse osservando la luna. Una meravigliosa falce di luna. Lei gli si avvicinò con cautela.

-Non è bellissima?-

-No, non lo è.- rispose lui brusco. Poi si voltò fissando gli occhi nei suoi -Mi dispiace, scusa, non volevo spaventarti. Sono solo un po' nervoso.- si corresse gentilmente. Alla luce della luna Tonks riuscì ad osservarlo meglio: doveva avere non più di trent'anni, ma la sua pelle era coperta di cicatrici, alcune piccole e superficiali, altre più grosse e profonde. Probabilmente, pensò Ninfadora, la cosa avrebbe dovuto preoccuparla, invece lo trovava ancora più affascinante. Aveva lo sguardo triste, però, come se nascondesse un terribile segreto. Forse il motivo di tutti quei segni?

-Brutta giornata?- chiese Tonks gentilmente, sedendosi sul muretto accanto a lui. L'uomo sorrise ma non rispose. Il suo sguardo, invece, si posò sulla pietra che Tonks portava al collo.

-E' molto bella. E' un regalo?-

Tonks annuì -Oggi è il mio compleanno, me lo hanno regalato le mie amiche. Cambia colore secondo il mio umore e protegge dal pericolo.-

Lui scosse la testa con fervore -Se funzionasse davvero ora che sei con me dovrebbe fare qualcosa.-

-Tipo cosa?- chiese Tonks che non capiva.

-Hai detto che protegge dal pericolo, giusto? Io sono molto pericoloso.- concluse con voce roca. La mano dell'uomo salì fino al collo di Tonks e sfiorò delicatamente la collana che si illuminò di rosso. Lei trattenne il respiro, in un misto di ansia e trepidazione. Avrebbe dovuto temere quello sconosciuto che le aveva appena confessato di rappresentare un pericolo, avrebbe dovuto scappare lontano da lui, ma c'era qualcosa che le impediva di muoversi. Come una forza magnetica che la attirava verso di lui. Non aveva paura. Le dita dell'uomo si posarono sulla sua pelle chiara e vi indugiarono forse un attimo di troppo. Tonks sentì un brivido percorrerle la schiena e concentrarsi sul ventre. Senza pensare, anche lei sollevò una mano e posò un dito sulla cicatrice che tagliava il sopracciglio dell'uomo. Lui parve risvegliarsi e si allontanò bruscamente da lei pronunciando un secco -Non funziona.-

-Ma tu non sei pericoloso.-

-Come lo sai?- lui tornò a guardarla e le si avvicinò.

-Non lo so, lo sento.- rispose lei semplicemente, facendo spallucce.

-Sei buffa, sai?- rise lui, come se lei avesse appena fatto una battuta divertente.

-Perchè?- fece Tonks irritata, alzandosi come a voler andar via.

-Aspetta non andartene.- la fermò lui -Volevo dire che ti trovo carina e...sei diversa.- ammise -Ma in senso buono.- si affrettò ad aggiungere. Lei rimase sorpresa e si avvicinò a lui fissandolo negli occhi.

-Anche tu sei strano.- affermò decisa. Erano così vicini che Tonks riusciva a vedere ogni singola pagliuzza dorata dei suoi occhi ambrati, poteva sentire il suo respiro caldo solleticarle il naso mentre diventava sempre più affannoso. Poi successe tutto molto in fretta: lui l'attirò più stretta a sé e colmò la breve distanza fra loro posando brusco le proprie labbra su quelle di Tonks. Lei, sorpresa da quel gesto così dolcemente violento, rimase per un attimo immobile, con gli occhi spalancati. Sentiva la bocca dell'uomo sulla propria e fece l'unica cosa che il suo corpo le suggeriva: rispose al bacio. Le sue mani corsero a cingere il collo di quello sconosciuto e poi si immersero nei suoi morbidi capelli. Lui la prese per i fianchi, la appoggiò al muretto e fece aderire il proprio forte corpo contro quello minuto di lei. Le lingue cominciarono una danza vorticosa e inebriante, esplorandosi a vicenda in un modo così intimo che a Tonks non era mai capitato. Si era sentita più vicina a quell'uomo in quei pochi minuti che non al suo ultimo ragazzo con cui era stata per quasi un anno. Continuarono a stringersi convulsamente per qualche minuto, ma lui all'improvviso si separò da lei, la guardò in un modo strano, un misto di dolcezza e rimorso, e poi fuggì. Tonks rimase lì, appoggiata a quel freddo muretto, a chiedersi cosa fosse successo e se qualcosa fosse realmente successo o se fosse stato tutto frutto della sua immaginazione. Soprattutto si domandò perchè sentiva già la mancanza di quell'uomo che non conosceva. Non sapeva nemmeno il suo nome.

-Stai bene?- chiese una voce alle sue spalle -Non tornavi e ci siamo preoccupate.-

-Sto bene. Rientriamo ora, qui fa freddo.- rispose Tonks a Jo continuando a scrutare il buio di fronte a sé.

 

5 ANNI DOPO...

-Remus, ti presento mia cugina Ninfadora.- esclamò allegro Sirius accompagnando nella vecchia cucina di Grimmauld Place una ragazza dai buffi capelli rosa.

-Non chiamarmi Ninfadora!- disse lei irritata -Sono Tonks, piacere.- fece poi rivolta verso l'uomo, che solo in quel momento alzò gli occhi dalla copia della Gazzetta del Profeta che stava leggendo.

-Piacere, io sono...- i loro sguardi si incrociarono e sul volto di lui si dipinse una smorfia di sorpresa, subito rimpiazzata da quella che, Tonks l'avrebbe presto scoperto, era la sua solita aria composta e gentile. Si schiarì la voce e strinse la mano che lei gli porgeva -Remus Lupin, amico di vecchia data di Sirius.-

-Bene, ora che abbiamo fatto le dovute presentazioni possiamo tornare di là per la riunione.- disse Sirius prima di sparire nella stanza accanto.

-Tu non vieni, Remus?-

-Si, arrivo subito. Iniziate pure.-

Rimasto solo nella stanza umida e impolverata, Remus Lupin si sedette e si prese il viso fra le mani. Non pensava che l'avrebbe mai rivista, eppure non c'erano dubbi che fosse lei. Non avrebbe mai dimenticato qual viso, anche se erano passati anni. Quando l'aveva vista in lui si era riaccesa la stessa scintilla di cinque anni prima. Era come se il tempo non fosse passato: quegli occhi scuri ancora riuscivano a metterlo in agitazione, senza che lui potesse fare nulla per evitarlo. Era disarmante. Quella sera di molti anni prima non era riuscito a resisterle ma se ne era andato in tempo. E ora lei si era unita all'Ordine.

Sarebbe riuscito a starle lontano?






Salve a tutti!
Come promesso: eccomi di nuovo!! Avevo scritto questa ff quasi un anno fa, ma solo ora ho trovato il tempo e il modo di rivederla e, finalmente, pubblicarla. Spero di farmi perdonare il ritardo per l'ultimo aggiornamento della long (sono ancora un pò triste per la sua conclusione!;()! Che ne pensate?? Vi piace l'idea delle amiche di Tonks? Del resto nessuno ha mai dato abbastanza spazio alla vita dell'Auror prima dell'Ordine e mi sono sempre chiesta come sia stata...ce la vedete Tonks in discoteca?? Fatemi sapere! Alla prossima!
Un bacio,
v91;)

  
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