Un
piccolo
grande guaio... in casa Son.
Capitolo 1: Una
sorpresa per Goten.
Era buio
e il cielo
si stava annuvolando, un vento pungente sferzava gli alberi delle vette
dei
monti Paoz.
Sul pendio del monte, tra la vegetazione
selvaggia, e in parte inesplorata,
era stata costruita un'unica piccola casa.
La luce della cucina era accesa, Chichi aveva
apparecchiato con cura la tavola e si apprestava a servire la cena.
Mentre Goku
attendeva impaziente udendo la voce del
suo stomaco, che rumoreggiava come
la centrifuga di una lavatrice.
La donna dai
capelli scuri estrasse dal forno un tegame fumante, lo ripose su di un
ripiano e un
delizioso aroma invase la
casa.
“Urcaa! Chichi che fame!” Esclamò il
sayan afferrando
entrambe le posate. Era agitato e osservava i movimenti della moglie
ansioso di
essere servito.
“Dov’è tuo figlio?” Chiese lei
accigliata.
“Se non
viene
subito a tavola, stasera non si mangia” continuò irritata e minacciosa.
Dopo che lui aveva
brontolato e gesticolato per diversi minuti, Chichi
obbligò il marito ad alzarsi e a salire al piano superiore.
Goten, nel
frattempo, stava
ammirando la sua
immagine nuda riflessa nello specchio.
Si pavoneggiava nel vedere i propri muscoli sodi e
scolpiti. Afferrò un paio di boxer neri
e mentre li infilava cominciò a parlare con un
ipotetico amico, che lui
chiamava affettuosamente il suo
fratellino.
“Caro, stasera devi lavorare parecchio, lei è
carina sai!
E’ proprio cotta di me! Quindi pretendo il
meglio...” sussurrò e con dolcezza
si accarezzò la parte intima.
Goten sapeva di possedere un fascino selvaggio, che
poteva far girare la testa a qualunque donna. Lui sfruttava tutte le
occasioni
senza farsi troppi problemi, e ciò causava stragi di cuori
illusi e spezzati.
Continuava a
rimirarsi
e gli sudavano le mani dall’eccitazione al pensiero di come
sarebbe finita la
serata.
Bussarono alla porta e il ragazzo sobbalzò.
Velocissimo
si diresse verso il letto e nascose
un
paio di riviste pornografiche, da poco sfogliate, poi in un lampo
infilò la
camicia e aprì la porta.
“Ciao papà” disse sorridendo grattandosi
la nuca.
“Ciao figliolo, è meglio che scendi
perché la mamma e
mooolto arrabbiata. Minaccia di lasciarci senza cena!” Il
sayan deglutì a
fatica, perché non c’era cosa peggiore per lui, e
per questo doveva evitare che
ciò accadesse.
“Accidenti! Mi sono dimenticato di avvisarla che stasera
esco!”
La
voce di Goten aveva preso una tonalità quasi
disperata...sapeva di dover affrontare la vulcanica collera della
madre.
Goku portò le mani sul viso pensando alla reazione di
Chichi.
“Scendo prima io Goten e intanto la preparo, tu aspetta
qualche minuto...” il sayan preoccupato discese le scale,
mentre il figlio
rientrò nella stanza.
Dopo pochi secondi le
orecchie del giovane Son udirono urla e strani rumore, la
madre era
esplosa in tutta la sua rabbia!
“Povero papà” pensò il
ragazzo “E povero me!” Continuò,
mentre si apprestava a sua volta a scendere le scale.
Chichi lo aspettava proprio in fondo, e quando lo vide lo
investì con la potenza di un tornado facendogli rizzare i
capelli.
“Goten! Adesso basta, sono stufa del tuo comportamento
irresponsabile! Tutte le sere questa storia che si ripete!”
Urlava ed era
paonazza.
Il ragazzo rimase in silenzio. La madre era molto
suscettibile su tutto ciò che riguardava la sua vita
sentimentale, e quindi lui
doveva accettare i pesanti rimproveri. Quello era l’unico
modo per farla
calmare.
“Qualche giorno ti metterai nei guai, ma se succede non
contare su di me!”
Chichi sbattè le palpebre e cercò di calmare i
battiti
accelerati del suo cuore.
Goku si era seduto a tavola e sconsolato osservava il
piatto vuoto.
“Mamma hai ragione! Ti prometto che cercherò di
cambiare,
ma cosa ci vuoi fare, mi piacciono troppo le donne!” Goten si
pentì
immediatamente della sua sincerità, quando sentì
un forte bruciore sulla
guancia. La madre gli aveva appena sferrato uno schiaffo e lo
inceneriva con lo
sguardo.
Donne, donne, donne, bionde, brune, castane! Possibile
che non pensasse ad altro? Nessun altro argomento lo interessava a tal
punto,
come l’altra metà del cielo.
“Per stasera puoi andare, ma da domani cambieremo
sistema, hai solo diciotto anni e finché vivi in casa nostra
decido io cosa sia
giusto fare per te!” Era davvero minacciosa e Goten fece un
cenno d’assenso
pensando che l’indomani le avrebbe fatto cambiare idea, in
qualche modo.
Anche Goku pareva soddisfatto e guardava la moglie
armeggiare tra i fornelli, finalmente
decisa
a farlo cenare.
Goten infilò la giacca di jeans e, proprio
mentre si apprestava ad uscire, udì un
violento colpo alla porta che fece trasalire tutta la famiglia Son.
“Chichi, chi può essere a
quest’ora?” Domandò Goku, innervosito da quella nuova e
imprevista
interruzione della cena.
“Non ne ho idea, strano non aspettiamo nessuno...Gohan e
Videl sono andati in città per un congresso...non
saprei” rispose la donna.
Goten
alzò le
spalle e si diresse verso l’ingresso.
“Mamma, non capisco!” Disse sorpreso.
“Com’è
possibile che
non ci sia nessuno? Hanno
bussato
forte!”
Esclamò
Chichi
preoccupata, e si
avvicinò al figlio.
Effettivamente non vi era anima viva, tuttavia la donna
avvertì un flebile
lamento provenire dall’esterno.
“Ascolta
Goten!”
Mormorò tendendo le orecchie. Il ragazzo si fece avanti
seguito da Goku, adesso
tutti e tre udivano chiaramente quel
lamento.
La donna e i due sayan uscirono in giardino e diedero una
rapida occhiata intorno.
Chichi
lanciò un
urlo, c’era qualcosa poco distante da loro, vicino
all’albero di castagno.
L’intera famiglia Son si precipitò verso
quell’oggetto,
che altro non era che una cesta di vimini.
“Oh, capperi! Cos’è?” Chiese
Goten con aria stupita.
Chichi rimase in silenzio per un attimo, incapace di
proferire parola.
Goku impensierito piegò le ginocchia fino ad accucciarsi
all’altezza dell’ enorme cestino posato ai suoi
piedi. Notò che era totalmente
chiuso da una spessa coperta di lana azzurra. il sayan
allungò la mano e
lentamente la scostò, rimanendo senza parole.
“Uueee!” Un vagito si librò nell’ aria e
trafisse il petto dei presenti.
“Uuee, ueee!” Un
bambino di pochi mesi, vestito
con una tutina celeste, si agitava muovendo le gambine.
Chichi non riuscì fare a meno di notare quanto quel
bimbetto somigliasse al figlio, stessi capelli
dritti sulla testa e stessi occhi nerissimi.
“Goten tu, tu...così hai fatto? Razza
di..!” Disse con un
espressione infuriata sul viso.
Turbato il ragazzo riuscì solo a balbettare.
“Ma, ma, mamma, io
non lo so...ecco, io non c’entro
niente...!”
Aveva lo sguardo talmente da ebete che la madre dovette
fare uso di tutto il suo autocontrollo per non prenderlo a schiaffi.
Intanto il piccolo continuava a piangere
ininterrottamente ed era diventato quasi isterico.
“Aspetta tesorino..” Chichi lo sollevò e
di colpo il
bimbo smise di piangere. Con uno sguardo furbetto fissò gli
individui che aveva
di fronte e poi appoggiò la testolina sul petto di Chichi.
Non vi era alcun
dubbio che fosse un Son.
Goku si accorse che sul terreno vi era una busta bianca
che probabilmente era scivolata
dal
cesto. Dopo averla raccolta la diede in mano al
figlio.
Goten con le mai tremanti stracciò la busta ed estrasse
un foglio spiegazzato e scritto frettolosamente.
“Goten,
ti ricordi me? Sono Elis, siamo stati insieme un
paio di volte ed ecco il risultato. Lui si chiama Kerys, ha sette mesi
ed è un
bambino furbo e vivace. Mi dispiace lasciarlo, ma non posso fare
altrimenti...
Ciao, mi raccomando accudiscilo... Elis.”
Goten ebbe la
visione della giovane ragazza e delle notti d’amore
consumate, in
compagnia dell’eccessivo abuso di alcool.
Il ragazzo si accorse di essere sul punto di perdere
l’equilibrio per un capogiro, sentiva le guance bollenti e una forte nausea...
Un figlio? Un moccioso? Pappe e pannolini?
Si lasciò andare
ad un impulso incontrollato, urlando
a
squarciagola.
“Nooooooo! Perché, proprio a me?”
Pensò, osservando
il piccolo che nel frattempo aveva
ripreso a piangere.
“Goten lo hai spaventato, povero piccino!”
Esclamò Chichi,
cullandolo tra le braccia.
“Senti mamma ora io vado, pensaci tu...quando torno ne
parliamo!”
“Dove credi di andare? Hai altro a cui pensare adesso!
Tieni, devi accudire lui.” Tendendo le braccia gli porse il
bambino.
“Mamma per
favore,
io non so cosa fare!” Mormorò il ragazzo
arretrando di qualche passo.
“Dovevi pensarci prima! Prendi il piccolo e vai in casa,
mi sembra sporco devi fargli il bagnetto!”
Goten fu scosso da brividi, il mondo gli stava crollando
addosso, pensò all’appuntamento con la biondina
avvenente, e guardò il bambino
che intanto cercava di afferrargli il naso.
Cosa poteva fare ? Non voleva passare i suoi giorni tra
cacca e pannolini...doveva escogitare qualcosa e farsi aiutare....
“Aspetta mamma, faccio solamente una telefonata e arrivo
subito!” Disse allontanandosi di qualche metro, estrasse poi il cellulare
dalla tasca e dopo
qualche istante rispose una voce conosciuta.
“Pronto chi parla?” Chiese Trunks.
“Ciao Trunks...ascolta è successo un guaio, un
grosso
guaio, .. sono nella merda fino al collo! Vieni subito, prima
però passa in farmacia
e prendimi un pacco di pannolini e un biberon....sbrigati mi
raccomando!”
Goten interruppe bruscamente la conversazione e si
diresse a malincuore verso il piccolo che lo guardava e agitava le
braccine.
Trunks, intanto, era
rimasto esterrefatto, a che cosa servivano
al suo miglior amico quelle cose?
Solitamente Goten gli chiedeva di comprargli scorte di
preservativi!
“Pannolini e biberon?” Ripeté nella
mente.
Poi il sayan
spalancò gli occhi...
“Oh! SantissimoDende, possibile che?”....
Continua....??
Però questa idea
mi punzecchiava e alla fine ho ceduto....
Aspetto
il vostro parere....
Grazie
e un bacio dalla vostra
LORIGETA ^^ ........E RECENSITE !!!