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Autore: Aleberyl 90    26/06/2007    9 recensioni
Chi ha detto che le cose trovate per terra sono sempre inutili?
Piccola one-shot per dimostrare quanto basti poco per rendere felice qualcuno...e noi stessi! Spero che vi piaccia!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le mattine come quella le lasciavano l’amaro in bocca

Le mattine come quella le lasciavano l’amaro in bocca.

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Le scivolavano sui vestiti larghi filando dietro di sè un’untuosa scia di improduttività.

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Non che in realtà avvertisse quell’ardente desiderio di esprimere il proprio disappunto – non era nel suo stile, e comunque non ne avrebbe probabilmente avuto il coraggio…

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Ma il negarlo anche a se stessa…No, quello mai.

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Sapeva riconoscere le proprie debolezze. Conviveva da sempre con la sua particolare abilità di riconoscerne i sintomi al primo colpo.

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Ma…Neji era Neji. L’ormai celebre genio della casata cadetta.

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E suo padre…suo padre non aveva di certo bisogno di ninja inutili, come ormai era abituato a definire chiunque intralciasse i suoi allenamenti.

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Abbassò gli occhi chiari al terreno polveroso e scostò appena una piccola zolla di sabbia con il piede.

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Peccato che spesso in quella categoria vi rientrasse anche lei.

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Inutile confutare che suo padre preferisse di gran lunga seguire il nipote piuttosto che la figlia maggiore…sarebbe stata quasi una contraddizione.

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Ma non le piaceva lamentarsi per quella situazione piuttosto scomoda, anzi. Finchè si fosse trattato di rafforzare il suo controllo del chakra e la rapidità di movimenti, vantava uno dei migliori metodi che si fossero potuti applicare allo scopo, bastavano solo…altre due persone che condividessero il suo stesso senso dell’impegno!

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Adorava le sessioni di allenamento con il suo team – produttive, efficienti e frequentemente alternate da sprazzi di risate – e niente le pesava particolarmente quando era in loro compagnia.

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Solo che…qualche volta avrebbe desiderato avere un po’ più di quelle attenzioni che di solito vengono riservate all’erede predestinato di un clan.

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Preparare nikuman e tè verde da offrire ai propri famigliari non era proprio il massimo a cui avesse voluto aspirare…

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Invece anche quel giorno si era dedicata quasi esclusivamente a quell’occupazione.

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Aveva avuto appena la possibilità di attivare il Byakugan per un paio di secondi…

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Sprizzo di potenza neutralizzato da un obiettivo apparentemente infruttuoso.

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“Hinata, impara ad osservare con attenzione le mosse del tuo avversario…altrimenti non imparerai mai a scorgere i punti di fuga durante un combattimento.

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Aveva prontamente annuito all’avviso del padre e bè, per il resto…si era limitata a studiarlo rimanendo in disparte, mentre lui si gettava in una serie ripetuta di Juuken contro Neji.

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Solo questo…studiarlo.

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Un piccolo sospiro scaricò leggermente la sua apprensione.

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Si era avvilita fin troppo.

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Perché continuare a pensarci, in fondo? Non avrebbe di certo migliorato la situazione con un paio di gemiti e qualche occasionale lacrima di frustrazione.

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Convinse se stessa che non ne valeva davvero la pena.

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Se non poteva approfittare della disponibilità dei membri della sua casata…tanto valeva applicarsi con metodo ad uno dei suoi tanti esercizi che ogni giorno si prefissava di portare a termine.

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Chissà se i suoi amici erano ancora a casa a poltrire!

Conoscendo Kiba e i suoi orari assurdi, era più che probabile…

In ogni caso, la loro presenza e la loro collaborazione le sarebbero tornate molto utili.

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Con tranquillità, senza porsi alcuna fretta, raggiunse il campo d’allenamento in cui lei e il suo team di solito si recavano nel pomeriggio; non era molto distante dalla propria abitazione, per cui non le risultava difficile arrivarci.

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“Kurenai-sensei?” provò a chiamare con la sua vocina flebile prima di varcare i due pali che ne delimitavano il perimetro.

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Nessuna risposta equivale all’essere deserto…

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Come immaginava.

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Nonostante la presenza del manichino di paglia, nemico immaginario di tante battaglie, dei tanti kunai sparsi disordinatamente per terra e delle cortecce scheggiate dai tanti colpi incassati, nessuno li stava utilizzando.

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“Non c’è nessuno…” sospirò con un’alzata di spalle.

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In questo caso…tanto valeva continuare nella sua passeggiata solitaria fino al momento in cui non avrebbe incontrato Kiba e Shino – perché lo sapeva, sarebbe successo – impegnati a dare qualche calcio al tronco che utilizzavano durante le loro sessioni.

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In effetti, non era molto facile che qualcuno si allenasse appena dopo pranzo…

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Tranne i ninja più ostinati, ovviamente.

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Chissà, forse Naruto-kun…

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Il pensiero venne interrotto da una piccola risata divertita.

Sì, Naruto-kun ne sarebbe stato indubbiamente capace.

Era sempre così…caparbio!

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Una piccola folata di vento alzò appena il lembo del suo cappotto e quello di alcuni passanti vicini; senza nemmeno accorgersene, era entrata nel cuore del villaggio.

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Hinata si guardò intorno sorridendo spensierata. Durante il pomeriggio era sempre così pieno di colori e di chiacchiere assordanti…

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Un ottimo modo per distrarsi un po’ dai crucci giornalieri; adorava sfilare tra le stradine di Konoha e ammirare quello spettacolo di vitalità e allegria che serpeggiava di continuo nella piccola comunità e di certo non sarebbe mai mancato.

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Camminò per qualche altro metro, quando notò una piccola combriccola di bambini correre verso di lei.

Sicuramente stanno giocando a fare i ninja, pensò Hinata divertita ripensando a quando, da bambina, tentava strenuamente di imparare a maneggiare correttamente uno shuriken: era così maledettamente difficile!

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La ragazza evitò all’ultimo momento la traversata selvaggia dei bambini, che la urtarono leggermente con le braccia sollevate perpendicolarmente al corpo.

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“Ah…” Hinata perse appena l’equilibrio e quando si voltò indietro ebbe giusto il tempo di scorgere il gruppetto festoso sparire dietro l’angolo di un locale…senza risparmiarsi di travolgere un altro paio di persone. La kunoichi, una volta riacquistata la sua stabilità, con una mano pulì energicamente la manica del suo cappotto, leggermente impolverata di terriccio, per poi tornare a concentrarsi sul proprio percorso.

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Una piccola macchia bianca per terra catturò l’attenzione della sua coda dell’occhio.

Volse il capo verso il basso: prima non l’aveva notata affatto…

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Si chinò sulle ginocchia per osservare meglio ciò che stava cercando di identificare.

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Sembrava quasi…

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…Un pezzo di carta.

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Sì, ma…aveva forme fin troppo regolari per essere un semplice brandello anonimo.

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Si curvò ancora di più verso il terreno, sempre più incuriosita.

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C’era scritto qualcosa.

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“…” Flesse appena le dita, esitando prima di continuare.

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La rigida etichetta che aleggiava nel clan Hyuuga era chiara, e d’altro canto era una lezione che le era stata impartita più volte fin da quando era poco più che una bambina: non bisogna raccogliere oggetti sconosciuti da terra.

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Ma per una volta, una volta soltanto, Hinata si sentì autorizzata ad infrangere quella regola così giudiziosa.

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Insomma…chi avrebbe potuto biasimarla?

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E francamente, era abbastanza grande ed intelligente per cominciare ad ignorare quelle regole pressoché inutili.

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Allungò una mano e prese tra il pollice e l’indice quel pezzo di carta che lei trovava tanto singolare. Studiandolo attentamente mentre se lo portava al di sotto del viso, notò che era tappezzato interamente da grandi chiazze di colore, lettere e numeri sparsi qua e là come a tappare ogni centimetro libero possibile.

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Lesse le scritte che vi erano riportate a grandi caratteri.

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“Hm…”

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Confidava in una cosa del genere.

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Sembrava che l’Ichiraku avesse dato il via ad una nuova trovata per attirare più gente, oltre che allo sfruttare il profumo dei loro ramen appena conditi da una pioggia di spezie.

Ora, per esempio, aveva cominciato a spargere volantini come quello che lei stessa stava tenendo in mano. Un buono per una scodella di ramen gratuita.

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Probabilmente è stato uno di quei bambini a perderlo, ipotizzò Hinata guardandosi intorno sperando di scorgere uno dei membri di quel gruppetto con cui si era scontrata poco prima. Ma chissà dov’erano finiti, ormai…di sicuro non erano più nei paraggi.

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Scrutò di nuovo il biglietto, vagamente assorta.

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Bè…sarebbe tornato utile, senza dubbio, ma…non è che andasse particolarmente matta per i ramen, sinceramente.

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Tuttavia, riflettè distrattamente, non c’era nemmeno un motivo valido per cui avrebbe dovuto buttarlo via per la seconda volta…

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Lo piegò a metà e se lo infilò in tasca.

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Un passo dopo l’altro, riprese il suo ormai affermato passeggio per la via principale di Konoha, che cominciava a riempirsi sempre più di gente chiacchiericcia e arzilla. La confusione si stava dirigendo verso un sostanziale incremento, cosa che cominciò vagamente ad infastidire la piccola Hyuuga. Preferì cambiare immediatamente rotta: magari avrebbe potuto cercare di infiltrarsi in uno di quei vicoletti secondari di cui il villaggio era pieno, per assaporare un po’ di quell’arietta fresca che si può trovare solo in passaggi isolati e scarsamente frequentati come quelli.

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E poi aveva voglia di sgranchirsi le gambe ancora un po’ prima di dedicarsi all’allenamento vero e proprio in compagnia del suo team.

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Voltò a sinistra di un piccolo stand. Se avesse tagliato per il cortile dell’accademia sarebbe giunta in quel grande spiazzo proprio accanto all’edificio che…

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Tu-tum.

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Tu-tum.

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Le pulsazioni mancarono di un battito.

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Tu-tum.

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Quel pizzicorino alle gote la sorprendeva sempre nei momenti più imprevedibili. E veniva puntualmente vaporizzato da una colata ben più ardente…e distruttiva.

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Tu-tum.

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Gli occhi saettarono preventivamente verso un’altra direzione.

Tutte, ma non quella.

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Tu-tum.

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Quella morsa allo stomaco…No, non mancava mai all’appello. Le mozzava il respiro.

Buffo. Un semplice crampo, eppure tutte quelle conseguenze.

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Tu-tum.

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Non si era nemmeno resa conto che i suoi piedi avevano interrotto bruscamente il loro movimento – indipendentemente dalla sua volontà – lasciandola agganciata al terreno polveroso appena chiazzato d’erba.

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Tu-tum.

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Entrambe le mani sfrecciate istantaneamente al di sotto del mento, in preda ad un irresistibile impulso di torturarsi a vicenda.

Smantellamento reciproco.

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Tu-tum.

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Labbra asciutte, bocca impastata, guance ribollenti di caldo fluido scarlatto.

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E tutto per una sagoma ciondolante e dalle movenze pressoché goffe.

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Appena sbucata dalla via parallela alla sua.

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Parla…dì qualcosa! Accidenti!

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No, non era un problema ricercare parole idonee; quelle affiorarono alla punta della lingua spontaneamente, non vi era alcun inconveniente.

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Solo…una barriera – attivatasi nel momento esatto in cui le sue palpebre celarono con un violento movimento i suoi occhi chiari – impediva loro di passare allo stadio successivo.

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E si sa che un passo in più comporta sempre uno sforzo.

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Avrebbe voluto volentieri guardarsi intorno alla ricerca di un qualcosa – un albero, un palo, qualcosa di alto e rigido – dietro cui potersi nascondere, ma allo stesso tempo desiderava con tutta se stessa di mostrarsi per quello che era.

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Basta annidarsi nei meandri delle ombre.

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Alzò appena una mano, giusto per segnalare la sua presenza.

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“Uh?” Naruto abbandonò la sua corsa da un capo all’altro della piccola via che stava attraversando e voltò il capo verso la ragazza, attratto dal suo movimento. “Hinata?”

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“Naruto-kun…” Il richiamo venne mormorato tra i denti. “Co…cosa ci fai qui?”

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Lo guardò appena negli occhi; sì, lo sapeva, era orribile distogliere lo sguardo dal proprio interlocutore, ma…i casi da fronteggiare sono un’infinità.

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Quello era sempre uno dei più difficili.

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“Ho finito adesso di allenarmi” rispose il biondo inarcando le sopracciglia e scrollando le braccia; gesti che esprimevano una certa fierezza non espressamente dichiarata. Hinata notò diverse macchie di fango e polvere sulla sua tuta.

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“Ti sei allenato…fino adesso?” mormorò lei spalancando leggermente gli occhi. In realtà si aspettava una cosa del genere, ma sentirselo dire dal diretto interessato non può che impressionarti, in ogni caso.

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“Bè…” Naruto sorrise furbescamente e sghignazzò allegro incrociando le braccia dietro la testa. “A dire il vero avrei anche continuato, ma la fame ha preso il sopravvento!”

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Hinata sbuffò compiaciuta e abbassò lievemente il capo: sì, si aspettava anche quello.

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“Maledizione, quando lo stomaco comincia a lamentarsi non c’è modo di fare qualcosa!” gemette Naruto contrariato grattandosi la nuca con una mano. “Ad esempio, solo pochi minuti fa ero talmente concentrato che avrei potuto sradicare un albero con…”

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Non che Hinata non stesse ascoltando il racconto delle sue imprese mattutine, ma una piccola parte della sua mente era totalmente assorta nel piacere di osservarlo divincolarsi in quel modo così animato e fervente.

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Non era la prima volta che sperimentava una cosa del genere.

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Era quasi…rilassante.

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Complementare alle sue ansie, comunque.

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“Mah…”

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Hinata tornò a sintonizzare l’attenzione sul discorso del ragazzo; era bastato un sospiro per riprendere fiato a distoglierla dalla sua meditazione parallela.

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“Ormai è inutile lamentarsi” continuò il biondo sbuffando. “Tanto vale che faccia un salto all’Ichiraku prima di incontrarmi con Kakashi-sensei…!”

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“Hm hm…” annuì Hinata passandosi una mano accanto alla guancia.

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Tiepida…non infuocata.

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Contemporaneamente, Naruto aveva infilato una mano nella tasca posteriore dei pantaloni e ne aveva estratto il suo inseparabile portafogli a forma di ranocchio. La chiusura di metallo scattò con un colpo secco e cominciò a frugarvi all’interno.

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Hmm…sembra che ultimamente anche Gamachan soffra la fame…” Il ragazzo rovesciò il contenuto del piccolo astuccio sul palmo della mano aperto e contò quante monete aveva accumulato. “Ho giusto i soldi sufficienti per una scodella di ramen…!” mormorò con tono indagatore…per poi ordinare subito dopo alle proprie mani di torcere i propri capelli. “Aaah, accidenti! Speravo di provare quel nuovo gusto di cui mi avevano parlato…” mugugnò sconsolato ricacciando Gamachan nella tasca.

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Hinata inarcò appena le sopracciglia mentre lo osservava mutare repentinamente espressione; era incredibile come riuscisse a passare dal sorriso più gaio al broncio più avvilito in così poche mosse.

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Era chiaramente dispiaciuto per quella possibilità in cui aveva sperato e che invece era andata in fumo.

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Non lo sarebbe stato per qualsiasi altro di sua conoscenza – non da tutti disperarsi per una scodella di ramen – ma sapeva che per lui era stato un…duro colpo.

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Sì…diciamo pure così.

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Gli interessi e le passioni variavano da persona a persona.

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Ma sicuramente avrebbe potuto approfittarne durante la sua prossima puntata all’Ichiraku, in fondo non era poi così…

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Ramen…

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Ichiraku…

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Soldi appena sufficienti…

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Quelle parole vorticarono in modo confusionario e insolito nei corridoi della mente di Hinata non appena ebbe infilato distrattamente la mano nella tasca del proprio cappotto.

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Anzi…non appena le sue dita esili sfiorarono sovrappensiero la liscia superficie cartacea che aveva posto al riparo pochi minuti prima.

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Oh, accidenti…

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Aveva con sè l’arma vincente per risollevare l’animo di Naruto…e lei non se ne era nemmeno resa conto!

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Quante esitazioni…

Dannose, tra l’altro.

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Accidenti.

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Scosse la testa.

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Non era il momento di pensare in negativo!

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Non era poi così difficile…bastava solo passargli quell’insignificante pezzo di carta!

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Tu-tum.

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Avrebbe fatto felice sia Naruto-kun che lei stessa.

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Arma a doppio taglio.

Niente di più efficace.

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Daglielo.

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Sigillò l’indice e il medio ai due lati della carta ripiegata.

Le sentiva tremare appena.

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“Pazienza…rimanderò al dopo missione!” esclamò Naruto scanzonato battendosi con una mano sullo stomaco.

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Na…”

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Daglielo, maledizione!

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Na-Naruto-kun…” pigolò Hinata portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

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“Eh?” chiese l’altro abbandonando i suoi ragionamenti e voltandosi verso di lei. “Hai detto qualcosa, Hinata?”

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La ragazza ringraziò mentalmente il cielo che fosse riuscita a farsi sentire.

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Tu-tum.

Tu-tum.

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“Io…”

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Cavolo…le guance erano di nuovo vicino al punto di fusione.

Ma il danno era fatto, ormai…

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Che faccio? Che faccio?

Naruto-kun non distoglieva lo sguardo da lei!

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Strinse ancora di più le falangi contro l’oggetto tanto conteso e, lentamente, cominciò a sollevarlo dal fondo della tasca.

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Tu-tum.

Tu-tum.

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L’aveva estratto completamente, ormai. Da uno spiraglio tra le palpebre, notò che il ragazzo stava osservando con grande curiosità la sua mano chiusa a pugno.

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Non fermarti…

È solo un biglietto, accidenti!

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“Ehm, io…ho trovato…” cominciò la ragazza, la voce instabile. Gli occhi sfrecciarono al terreno.

A quanto ricordava, la forma delle sue scarpe non era mai stata così interessante.

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“Hm?” Naruto aggrottò la fronte.

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Tu-tum.

Tu-tum.

Tu-tum.

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“Ehm…”

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Come in preda a uno sforzo sovrumano, Hinata allungò le mani in avanti.

“Q-Questo…ehm..l’ho trovato…per terra…” ansimò tutta d’un fiato. “Vorrei…ecco, uhm…”

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Il peso sullo stomaco cambiò postazione.

Un improvviso groppo in gola le impedì di continuare.

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No, proprio non ce la faceva.

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Naruto la squadrò da capo a piedi – non capiva proprio cosa le fosse preso… - perplesso, poi tornò a fissare il piccolo pezzo di carta che la ragazza gli stava porgendo.

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“È per me?” chiese grattandosi una guancia dubbioso. Non era la prima volta che Hinata gli offriva qualcosa senza un motivo logico…

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“Hm…” mugugnò l’altra con un impercettibile cenno del capo.

Era il massimo a cui riuscisse ad arrivare, in quel momento.

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La grana serica le scivolò dalla presa, in un attimo che parve durare all’infinito.

Il crepitio della carta che veniva dispiegata le ronzò inquietante nelle orecchie pulsanti.

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Tu-tum.

Tu-tum.

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Si aspettava che avrebbe detto qualcosa nel giro di pochi minuti; intrecciò le dita delle mani nell’attesa, sfregandole vorticosamente l’una contro l’altra.

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Tu-tum.

Tu-tum.

Tu-tum.

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Solo il cinguettio degli uccellini e il frusciare delle fronde degli alberi vicini.

Ma da Naruto-kun…nemmeno un piccolo fiato.

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Ma…perché?

Che fosse rimasto…deluso?

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Accidenti, forse la promozione era scaduta da tempo e lei non l’aveva notato sul biglietto…

Le sue mani continuavano a sudare copiosamente in quella girandola di ansie e agonie.

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Ma perché non diceva niente?

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Gli occhi penetrarono la barriera della folta frangetta.

Alzò completamente la testa, rinvigorita da una fermezza che non era da lei.

Solo lo sguardo arrancava ancora volutamente indietro.

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Dai…guardalo!

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Tu-tum.

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Le iridi lattiginose andarono lentamente a ricercare quelle acquose del ragazzo, di cui al momento non riusciva a scorgere altro che i pantaloni dell’inseparabile tuta arancione.

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“Ehm…”

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Le ciocche modellate alla forma del viso ondeggiarono lievemente all’arietta frizzante che lievitava tra i sottili spiragli di luce.

Una piccola parte della mente di Hinata venne ammaliata dal riverbero che perversava sul coprifronte di Naruto.

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…Lo stesso Naruto che ora stava fissando il biglietto dell’Ichiraku ad occhi sbarrati e quasi fuori dalle orbite.

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“Naruto-kun?!” fece Hinata piuttosto perplessa incrociando il suo sguardo bieco.

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“Q-Questo è…” rantolò con affanno senza distogliere gli occhi dal volantino pubblicitario che stava studiando in maniera quasi febbrile. “Questo…”

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Le mani del ninja fremettero. La carta crepitò ancora.

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Sembrava così…alienato.

Ma che diavolo…?!

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“Naruto-kun!” ripetè la ragazza, stavolta con un tono di voce leggermente più deciso.

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Reazione quasi immediata.

Hinata sussultò quando il ninja, non appena lei ebbe richiuso la bocca, alzò di scatto gli occhi su di lei e cominciò ad osservarla come in preda a un fervente impulso interiore.

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Tu-tum.

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“Hinata…” boccheggiò Naruto convulsamente sventolando il volantino da una parte all’altra. “Questo è…un buono omaggio per…”

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Si interruppe bruscamente per distogliere lo sguardo e controllare ancora una volta ciò che era scritto sul biglietto.

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La piccola Hyuuga avvertì un sorrisino complice affiorarle spontaneamente alle labbra.

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“Io…” cominciò timidamente passandosi una mano sotto il mento, provata dall’emozione per essere riuscita a fare centro nel suo primario campo d’interesse. “Volevo solo…”

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Il continuo non arrivò.

O meglio…non le venne permesso di andare avanti.

L’abbraccio di Naruto era troppo stretto.

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Troppo stretto.

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Naru…” boccheggiò Hinata, improvvisamente privata del proprio fiato.

Il chiaro corso degli eventi non era ancora stato ben analizzato dalle sue meningi.

Una furia dall’aroma di terra fresca l’aveva travolta senza lasciarle scampo.

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“Hinata!!” ululò Naruto al culmine della gioia, gli occhi che scintillavano mentre la strattonava da una parte all’altra con le braccia intorno al collo di lei. “Hinata!!”

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“Ah…”

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Brividi…

Guance bollenti.

Nessun segno di risposta.

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Respira, Hinata, respira!

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Naruto-kun la stava abbracciando.

Abbracciando.

…Abbracciando!

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Oh mamma!

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“Hinata…!” Naruto si staccò da lei, osservò ancora una volta il biglietto dell’Ichiraku con occhi fiammeggianti e le dedicò un sorriso a trentadue denti. “…Sei fantastica!”

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“…”

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Tu-tum.

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…Fantastica.

Lei…fantastica?!

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Naruto-kun mi ha detto…

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“Non ci posso credere! Ma come diavolo hai fatto a trovarlo?!” continuava a strepitare il ninja biondo fremendo di adrenalina – i suoi piedi si muovevano sul posto in maniera burrascosa. “Credevo che fossero esauriti da un pezzo!”

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Era riuscita a farlo sentire così contento…

…solo con un biglietto per una scodella di ramen omaggio.

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Quello strano aleggio nello stomaco…

Leggerezza concentrata.

Candido appagamento dello spirito.

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Hinata sorrise.

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Compiacimento.

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Aveva fatto felice una delle persone a cui teneva di più.

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Tu-tum.

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“Sono contenta…Naruto-kun…” mormorò allegramente mentre le guance si imporporavano di nuovo di una tenue nuance scarlatta.

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Naruto le sorrise di rimando.

Aaaah, sbrigati, Hinata, non vedo l’ora di usarlo!” esclamò sferrando un pugno in aria, trionfante.

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La ragazza rise coprendosi le labbra con una mano. “Vai…vai pure…!”

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“Hm?” Naruto interruppe un attimo la sua piccola danza della vittoria per squadrare la ragazza da capo a piedi con uno sguardo ingenuamente turbato. “Perché, tu non vieni?”

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Tu-tum.

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“Eh?!” fece Hinata sbarrando gli occhi.

Non le aveva forse rivolto una specie di…invito?

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La porzione omaggio è per due persone…almeno così è scritto…” mormorò Naruto pensieroso ricontrollando per l’ennesima volta il testo della promozione.

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Due persone…

Era sicura che le fosse sfuggito qualcosa.

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“Ma io…” cominciò lei scuotendo il capo, ma il ragazzo la interruppe avvicinandosi di un altro passo.

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Un altro passo…

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“Non sei forse stata tu a regalarmi questo biglietto?” chiese Naruto malizioso sventolando l’oggetto in questione nell’arietta frizzantina. “Devo pur sdebitarmi in qualche modo!”

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Bè, se prima ne stava dubitando…quella era la certezza che le mancava.

“Io…” cominciò la piccola Hyuuga giocherellando con le dita.

Quelle situazioni la mettevano così in imbarazzo…

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Naruto sghignazzò bonario e le diede una piccola pacca sulla spalla. “Gamachan è abbastanza fornito da permettersi una porzione di dango!” esclamò battendosi l’altra mano sulla tasca dei pantaloni. “Così non si lamenterà per averlo messo da parte!”

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Hinata, tra i vapori – sì, li sentiva distintamente – della sua modestia, scoppiò a ridere all’improvviso: quel considerare Gamachan come una persona capace di pensare le suscitava, non sapeva spiegarsi il perché, una sorta di buffa considerazione nei suoi riguardi.

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“Non sarebbe contento di essere lasciato in disparte…” continuò il ninja annuendo con convinzione. “Allora, vieni con me?”

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La ragazza alzò la testa ancora una volta, soffermando lo sguardo sulla punta del naso dell’altro.

Era trepidante.

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“…D’accordo” rispose infine con un sorriso di gratitudine.

Naruto le voltò le spalle con una risatina soddisfatta e lei si affrettò a mettersi al suo passo.

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Una porzione di ramen.

Non confidava in risultati simili.

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E dire che la giornata si era aperta con quella solita monotonia.

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Guardò Naruto di sottecchi per un breve attimo. Marciava a passo sicuro e spedito accanto a lei.

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…Ma forse sarebbe finita meglio per tutti.

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Arrossì.

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…Forse anche per lei.

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*Din dooon* Piccola one-shot affiorata in mente senza un motivo preciso…L’ispirazione mi ha colpita quando meno me lo aspettavo, e così…ecco il risultato.

Bè…a dire il vero la spinta principale è stata la voglia di cimentarmi in una NaruHina, tra l’altro la mia coppia preferita – ah, che dolci! -, o almeno…la prima di un elenco infinito. Ho notato che spesso viene considerata un po’…banale, così…ho avuto il desiderio di “omaggiarli” con questa piccola creazione…anche se piuttosto stupidina! ^___^;

Mi rendo conto perfettamente che la trama non è delle più originali…ma spero comunque che vi sia piaciuta *Ale si tortura le dita*. In futuro cercherò anche di fare di meglio…lo prometto!

Ma si dà anche il caso che…questa sia anche la prima ff che io abbia mai pubblicato nella sezione di Naruto *ansia ansia* , quindi…o voi divini che vi siete soffermati a leggere questo esperimento…vi prego, fatemi sapere le vostre opinioni!! *__* Ci terrei moltissimo!

Grazie mille mille e…speriamo a prestissimo! ^______^

Un bacio,

Alessandra

  
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