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Autore: AliWeasley    09/12/2012    2 recensioni
Ginevra Weasley ricorda come se fosse ieri la prima volta che vide Harry Potter.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa è la prima one-shot che scrivo e spero di non essermi dilungata troppo nella scrittura. Alcuni brani sono tratti di libri, altri dai film. Se vi va potete fermarvi e lasciare una recensione con il vostro parere: accetto consigli e critiche. Vi lascio anche il link di una storia che sto scrivendo, nel caso vogliate passare a dare un'occhiata: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1188443&i=1
Buona lettura.

 
 
 
Ginevra Weasley ricorda come se fosse ieri la prima volta che vide Harry Potter.
 Era il primo settembre del 1991 e l’Espresso per Hogwarts era in procinto di partire. I suoi fratelli spingevano i carrelli con i bauli colmi di materiale scolastico fresco di acquisto a Diagon Alley, sulla banchina dei binari nove e dieci e lei seguiva la madre ostentando un’espressione alquanto imbronciata. Sin da quando il maggiore dei fratelli Weasley, Bill, aveva iniziato a frequentare Hogwarts, Ginny aveva sempre vissuto quel giorno con tristezza e un pizzico di gelosia. Non vedeva l’ora di compiere undici anni e di ricevere la tanto attesa lettera d’ammissione, firmata dalla vicepreside in persona, la professoressa McGrannit.
Quell’anno  era il primo per Ronald, il più piccolo tra gli uomini di casa Weasley, che quella mattina era decisamente sovraeccitato.
Mentre i gemelli Fred e George si prendevano gioco della madre Molly, facendole credere che non fosse più in grado di riconoscere i suoi figli, vide avvicinarsi a loro un ragazzino che li guardava, probabilmente in cerca di aiuto. Ginny lo osservò e notò come la camicia e i pantaloni che indossava fossero estremamente grandi, come se prima fossero appartenuti a qualcuno molto più grosso di lui. Aveva un viso sottile incorniciato da una massa di capelli neri che gli ricadevano sugli occhiali dalla montatura rotonda. Anche questi sembravano piuttosto malmessi e a Ginny sembrò quasi di vedere del nastro adesivo nel punto in cui gli occhiali appoggiavano sul naso del ragazzo.
“Mi scusi, saprebbe dirmi come…?”
Non appena lo sentì parlare Ginny fu attirata dal veloce sguardo che lui le rivolse, prima di riportare la sua attenzione verso Molly Weasley che rispose.
“Come raggiungere il binario? Non preoccuparti caro, anche Ron sta andando ad Hogwarts per la prima volta. Non devi fare altro che camminare dritto verso il muro, fra i binari nove e dieci. Meglio se vai di corsa se sei nervoso!”
Il ragazzino annuì, grato del consiglio e Ginny non riuscì a non mormorare un “Buona fortuna” mentre sia lui che suo fratello Ron si accingevano a superare la barriera che li separava dal mondo magico.
Quella fu la prima volta che Ginny Weasley vide Harry Potter.
 
Ricorda anche con un certo imbarazzo il loro secondo incontro, che avvenne l’anno successivo alla Tana. Quella mattina il risveglio era stato piuttosto brusco, a causa delle grida di sua madre provenienti dalla cucina. Aveva aperto la porta della sua stanza per scendere a fare colazione quando scorse un paio di luminosi occhi verdi che la fissavano.
“E’ Ginny. E’ strano che sia così timida. Di solito non sta mai zitta.” aveva mormorato suo fratello Ron a Harry e lei, per evitare che la vedessero arrossire, aveva chiuso la porta con uno scatto secco.
La presenza di Harry Potter in casa Weasley non portò particolare scompiglio, tranne per il fatto che  Ginny acquistò la spiacevole tendenza a rovesciare qualunque oggetto avesse  in mano ogni qual volta vedeva Harry: una mattina le cadde a terra la ciotola di porridge e arrossì in maniera spropositata quando il ragazzino le rivolse la parola.
 
Il primo anno a Hogwarts fu traumatico per Ginny: a causa della continua invadenza e controllo da parte di Percy, uno dei suoi fratelli, iniziò a confidare i suoi segreti ad un diario dalla copertina nera che le rispondeva comprensivo. L’ingenua ragazzina aveva in realtà trovato l’oggetto in uno dei suoi libri di scuola e mai avrebbe pensato che il diario fosse appartenuto a Tom Orvoloson Riddle, il futuro Lord Voldemort. Convinta dall’anima che si celava nell’oscuro oggetto, Ginny uccise i galli di Hagrid e scrisse un avvertimento sul muro del corridoio del secondo piano la notte di Halloween.
Attirata all’interno della Camera dei Segreti, venne salvata da Harry in persona, che uccise il Basilisco e distrusse il diario.
Ginny ricorda il senso di vergogna che l’aveva assalita quando si era ritrovata nello studio di Silente e il padre l’aveva rimproverata: “Ginny! Ma allora io non ti ho insegnato proprio niente! Cosa ti ho sempre detto? Non ti fidare di niente che pensi da solo se non riesci a capire dove ha il cervello!”
Ricorda la paura di essere espulsa per aver infranto le regole della scuola. Fortunatamente però il professor Silente era stato comprensivo e l’aveva congedata addirittura con una battuta, per tirarla su di morale. Una buona cioccolata calda in compagnia di Madama Chips e la brutta avventura era stata quasi dimenticata.
 
Ricorda il Natale del 1994, quando ad Hogwarts si era tenuto il Ballo del Ceppo in occasione del Torneo Tremaghi. Ginny aveva invano aspettato e sperato in un invito da parte di Harry ma, una volta saputo da Hermione che lui avrebbe chiesto a Cho Chang di essere la sua accompagnatrice, aveva accettato l’invito di Neville.
Una sera ricorda che era in sala comune con Harry e Ron, entrambi rifiutati dalle ragazze che avevano invitato. All’arrivo di Hermione, Ron si era illuminato, proponendo all’amica di andare al ballo con Harry, ma lei aveva rifiutato. La ragazza, offesa dalle insinuazioni di Ron sul suo misterioso accompagnatore, aveva lasciato la Sala Comune per rifugiarsi nel dormitorio femminile. Qualche giorno prima Hermione aveva confessato a Ginny di aver ricevuto un invito al ballo dal campione di Quidditch della nazionale bulgara, Viktor Krum. Il ragazzo l’aveva avvicinata in biblioteca e sussurrando in un inglese poco comprensibile, le aveva chiesto di essere la sua dama. Lusingata Hermione aveva accettato, ma non voleva che si sapesse, per evitare commenti e battute cattive sul suo conto.
La sera della Vigilia di Natale, mentre Neville era andato a prenderle da bere, un ragazzo si era avvicinato a lei: si era presentato come Michael Corner, di Corvonero. Avevano chiacchierato come due amici di vecchia data ma la ragazza, per non ferire Neville, era tornata a ballare con il suo accompagnatore.
Dopo quella sera si accorse di come Michael la fermasse spesso nei corridoi solamente per scoccarle un bacio sulla guancia e, lusingata, aveva accettato di uscire con lui un sabato pomeriggio.
La loro relazione era iniziata con un bacio rubato sulla strada che da Hogsmead riportava al castello  e Ginny stava imparando ad apprezzare quello che la vita le stava regalando, dietro consiglio di Hermione. Non arrossiva più in presenza di Harry ed era in grado di sostenere con lui una conversazione che durasse più di dieci secondi. Inoltre era rimasta piacevolmente stupita dal fatto che vedere il Prescelto, come veniva chiamato a Hogwarts, camminare mano nella mano con Cho, non le arrecava nessun disturbo.
 
Durante il suo quarto anno a Hogwarts la ragazzina timida e insicura aveva lasciato il posto a una giovane donna, forte e coraggiosa. Ginny era entrata a far parte della squadra di Quidditch come Cacciatrice e in seguito all’espulsione di Harry e dei gemelli Fred e George, venne “promossa” al ruolo di Cercatrice. La sconfitta inferta dai Grifondoro ai Corvonero però, fu la goccia che fece traboccare il vaso: dopo una serie di incomprensioni Ginny e Micheal posero fine alla loro relazione.
Nel maggio dello stesso anno partecipò insieme ai principali membri dell’Esercito di Silente alla battaglia nell’Ufficio Misteri.
 
Ginny ricorda con un sorriso il quinto anno: era entrata a far parte del LumaClub, era diventata piuttosto versatile nelle arti magiche e aveva una relazione con Dean Thomas, un alunno del Grifondoro, di un anno più grande.
Ricorda di come suo fratello Ron fosse geloso e del litigio che si scatenò quando lui la vide baciarsi con Dean dietro un arazzo nel corridoio del secondo piano.
Ron la accusò indirettamente di essere una poco di buono e lei rispose con cattiveria che non era colpa sua se era geloso perché non aveva mai baciato nessuno in vita sua.
Ricorda anche il bacio che Harry le diede dopo la vittoria della Coppa di Quiddicht nella Sala Comune, davanti a tutti i componenti della casa di Godric Grifondoro. In quel momento si sentì completa, come se tutta l’attesa fosse stata ripagata. Si rese conto che non aveva mai smesso di provare qualcosa per Harry, l’aveva solo messo da parte in un angolino del suo cuore.
 
Ricorda con tristezza il giorno del funerale di Albus Silente le parole di Harry: “In  queste ultime settimane è stato come vivere la vita di qualcun altro. Ma io non posso, noi non possiamo.” Ricorda ciò che lei stessa disse e la sensazione di vuoto che si fece largo dentro il suo corpo: “Sapevo che sarebbe successo. Forse è per questo che mi piaci così tanto”.
Ricorda il bacio appassionato che si scambiarono il giorno del diciassettesimo compleanno di Harry e la faccia infuriata e preoccupata di Ron quando li vide. Dopo quel breve ma intenso momento non ebbe più altre occasioni per stare sola con Harry e forse fu un bene. Perlomeno lui non la vide piangere e non si sentì maggiormente in colpa.
 
Nel suo sesto anno a Hogwarts Ginny constatò che la scuola non era più la stessa.
Piton divenne Preside, i Mangiamorte insegnavano e vivevano all’interno del castello e lei e gli ultimi fedeli membri dell’Esercito di Silente cercavano di fare quello che potevano. Addirittura arrivarono a rubare la spada di Grifondoro dall’ufficio del preside.
Quell’anno fu duro: a Ginny Harry mancava da morire, ma non voleva darlo a vedere, anche se Luna la sorprese spesse volte ad asciugarsi le lacrime nascosta all’ombra della quercia dove lei e Harry si rifugiavano, lontano dalle voci maligne che giravano nel castello. Dal matrimonio di Bill e Fleur non ebbe più notizie di Harry, Ron e Hermione. Sapeva solo che erano alla ricerca di un qualcosa, a detta di suo padre, che li aiutasse a sconfiggere Voldemort.
 
Ricorda infine la battaglia che ebbe luogo a Hogwarts la notte tra il primo e il 2 maggio 1998: il dolore che la attraversò quando vide il corpo di suo fratello Fred, inerme, con un sorriso ancora impresso sul volto bianco. Ricorda di come aveva coraggiosamente duellato contro Bellatrix Lestrange aiutata da Hermione e Luna e di sua madre, che con la forza di una leonessa aveva difeso i suoi cuccioli scagliando l’Avada Kedavra contro la migliore seguace del Signore Oscuro.
 
Ricorda il momento in cui, insieme a tutti i presenti nella Sala Grande, aveva visto la bacchetta scivolare via dalle mani di Voldemort e la vita abbandonare il corpo di un uomo che non aveva mai saputo cosa fosse l’amore.
Ricorda quando Harry le porse la mano e insieme si rifugiarono nel loro posto nascosto e la promessa che lui le fece: “Ti sposerò un giorno. Te lo prometto”.
 
Ricorda quando Harry si inginocchiò nel salotto di casa sua qualche anno più tardi. La famiglia Weasley si era riunita per festeggiare il secondo compleanno di Victorie, la primogenita di Bill e Fleur. Ricorda il giorno in cui divenne la signora Potter. Ricorda la gioia sul viso di suo marito quando prese in braccio per la prima volta James, poi Albus e infine Lily.
 
In un attimo Ginevra Weasley vede tutta la sua vita passarle davanti e quando si inginocchia davanti alla lapide che recita “Harry James Potter” sorride, consapevole che lui la sta aspettando per vivere insieme, come disse una volta Albus Silente, “una nuova, grande avventura”.
  
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