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Autore: yeahitsmarts    09/12/2012    3 recensioni
William Fly, uno dei tantissimi pirati messi alla forca. La sua carriera comincia nel lontano 1 Gennaio 1826, da semplice mozzo sulla nave Elisabeth. A casa ha una futura moglie che lo aspetta, che prega per lui quando si affaccia alla finestra e vede il mare in tempesta. Ma William è così giovane e spaventato e ammutinamento è una parola così grande e che fa paura.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: L'Ottocento
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Sono così giovani ed innocenti. Il petto nudo di Sophie si alza ed abbassa sotto il lenzuolo. William la guarda e, in silenzio, si addormenta accanto a lei. La ama. William ama Sophie più di qualsiasi altra cosa al mondo, darebbe la vita per lei se fosse necessario. Una storia vincolata da due famiglie che si odiano. «Oh amor mio, hai visto? Sembra proprio la storia di Giulietta e Romeo! Quelli, mio caro Will, siamo io e te. Non finirà con la morte però, promettimelo!» sotto il suo cuscino, la candida ragazza dai capelli scuri, ne tiene una copia con la copertina di pelle marrone e le scritte rosse.
Un anello dorato con quarzo rosa all' anulare e una promessa: «Un giorno, mia cara Sophie, ti sposerò».
 
1 Gennaio 1826, porto di Boston.
Con gli occhi gonfi di lacrime Sophie saluta Willam che si allontana sull' Elisabeth. Il ragazzo se ne sta lì, che corre avanti e indietro per avere la migliore visuale della sua amata. «Non è un addio, ci rivedremo al mio ritorno, allora ti sposerò!».
 
24 Febbraio 1826, in mezzo al mare.
Mia amata,
attendo con ansia di rivedere il tuo volto. Mi manca il tuo profumo, il modo in cui mi guardi quando entro di nascosto dalla finestra della tua camera. Mi mancano i tuoi capelli mori, le tue labbra, il tuo corpo accanto al mio. Non ho la minima idea di dove mi trovi ora. Il Capitano non parla quasi con nessuno, figuriamoci con un mozzo come me. Sono disperato ma non posso andarmene.Ora vado a dare una mano al cuoco.
Ti scriverò presto,
con amore,
William.
 
8 Aprile 1826, sotto il ponte della nave.
Esattamente sotto l' albero maestro si trova il punto in cui la ciurma dorme. William sta giocando a carte assieme ad un suo amico, un certo Adam. «Non possiamo più vivere in questa situazione... Ci stanno facendo del male!» sbotta Christopher che fino a quel momento sembrava essersi addormentato sulla propria amaca. «Hanno tagliato un dito a Leonard solo perchè il Capitano sospettava che avesse mangiato una carota in più... Un vero scempio.» William guarda le proprie mani sopra al mazzo di carte. E se fosse lui il prossimo? «Bisognerebbe fare qualcosa. Buonanotte.» Dieci, coprifuoco. «Buonanotte, Sophie.»
 
14 Maggio 1826, ripostiglio armi da fuoco.
L' occhio brucia, William piange in silenzio. Non vorrebbe mai farsi vedere in quello stato dal resto della nave, così se ne sta rannicchiato sotto un cannone ancora non caricato. Tutte quelle armi.. Perchè sono qui se nessuno le usa? Sangue dal naso, ancora. William sbuffa e si pulisce con la manica già lurida della sua maglietta leggera di seta, un regalo di Sophie.
 
16 Maggio 1826, senza meta.
Mia cara Sophie,
scusa se non ti ho scritto per tutto questo tempo... Oggi mi sono finalmente ripreso. Il Capitano ha picchiato anche me. Sono stato molto fortunato, sai? A Leonard ha staccato un dito... Io invece ho preso parecchi schiaffi e pugni. Per poco non mi trafiggeva una spalla con il suo pugnale. Il motivo? Non avevo pulito bene il ponte della nave. Pazzesco, non trovi? E' insopportabile, dobbiamo agire al più presto.
Stammi bene,
con amore,
William.
 
27 Giugno 1826, passaparola. Cucina.
«Con noi o contro di noi, William?» a parlare è il nostromo. E' seduto accanto ai fornelli della decrepita cucina. Ripete la domanda di nuovo «Con no o contro di noi, ragazzo?» Ma Will non se lo fa ripetere una terza volta. «Con voi, signore, senza alcun ombra di dubbio.» Il nostromo, Jack, sorride. «Agiremo domani, figliolo.»
 
28 Giugno 1826, ovunque sulla nave. Tre minuti alle dieci.
Ammutinamento. Una parola che fa paura.
William sente scorrere l' adrenalina nel corpo. Ammutinamento.
Gli altri sono ben appostati in giro, ora tocca a lui. Si posiziona proprio sotto al cannone che l' aveva visto piangere. «Aspettate le dieci.» Si era raccomandato Jack. Tre minuti.
 
28 Giugno 1826, sul ponte. Dieci e quindici minuti.
Sull' Elisabeth è l' inferno. Gli ammutinati combattono senza sosta contro chi è dalla parte del Capitano. Quelli, i fedeli li chiama Jack, sono meglio addestrati dei ribelli.
William sfodera con decisione la sua spada che brilla alla luce della luna. Un colpo, due colpi, schiva, ricomincia. Uno, due, tre, quattro, centro. Guarda morire Bram sotto i suoi occhi, impassibile. In fin dei conti non gli era mai andato così a genio.
«William!» Il nostromo lo chiama appena il tempo. Il mozzo si gira e si trova davanti il Capitano. Oh, no. Cosa fare adesso? Di scappare via come un codardo proprio non se ne parla. Con la spada ancora coperta del sangue di Bram, cerca di trafiggere l' uomo.
 
28 Giugno 1826, accanto al timone. Undici meno un quarto.
«Aaaaaaaar!» Jack sfodere il suo miglior ghigno. Ce l' hanno fatta. William viene issato sù dai compagni. «Ragazzo» prosegue il nostromo «Credo che il voto sia unanime.. Ma ripetiamolo. Quanti a favore di William Capitano?» le mani si alzano, una dopo l' altra, sotto l' incredulo sguardo del mozzo. «Capitan William, a te l' onore.» Con il cappello del vecchio Capitano in testa, il ragazzo tira fuori tutta la voce che ha in corpo «Questa nave da oggi in poi si chiamerà... » ci pensa sù per un paio di minuti «Fames' Revenge».
 
29 Giugno 1826, camera personale del Capitano.
Adam entra intimorito. Guarda William e quasi sottovoce gli chiede «Ma come hai fatto? Puoi spiegarmelo, Will?» poi, freneticamente aggiunge «Capitan William, mi scusi signor Capitano.» ma il ragazzo ride e si avvicina all' amico. «Adam, per voi sarò sempre William. Ma comunque, come ho fatto a fare cosa?» Allora Adam, più tranquillo, cerca di spiegarsi meglio. «Ad ucciderlo. Come hai fatto ad uccidere il vecchio Capitano?» «Fortuna.» «Come scusa?» «Fortuna. E amore. » aggiunge William. Si siede e invita il suo amico a fare altrettanto «Il nostromo mi ha avvisato appena in tempo. In tutta sincerità non so dirti come abbia fatto ad ucciderlo. Ho visto solo la mia spada mentre trafiggeva il suo petto. Ho avuto la meglio. E poi Sophie, l' ho fatto per lei.» Adam sospira «Avrei dovuto immaginarlo.» «La sposerò, gliel' ho promesso. Non potevo morire così.»
 
30 Giugno 1826, direzione prima nave.
Cara Sophie,
sono vivo...
 
1 Luglio 1826, secondo saccheggio.
...
 
9 Luglio 1826, quinto saccheggio.
William in così poco tempo è stato con molte donne. L' ultima è nel suo letto, nuda, che dorme. Hanno bevuto un sacco di rum e ora gli duole la testa. Il suo nome è... Clementine, probabilmente. Puro piacere.
Queste donne, quelle delle navi che hanno saccheggiato, se le passano tutti e poi danno loro la possibilità di andarsene con una barchetta e qualche provvista. William non ha la minima idea di quante siano sopravvissute. Clementine si alza, stropiccia gli occhi e si avvicina a lui. «Capitan Will?» chiede giocherellando con il cappello posato sulla sedia accanto al letto «Non vieni a farmi compagnia?»
Di nuovo sotto le coperte.
 
11 Luglio 1826, prigione di Boston.
Cara Sophie,
ho espresso i miei ultimi desideri: quello di scriverti questa lettera e di farti ricevere tutte quelle passate. Sono stato con molte donne ma ho amato ed amo solo te.
Domani per favore non presentarti alla mia esecuzione: vederti lì mi spezzerebbe il cuore. Ho infranto la mia promessa, mi dispiace.
Prenditi cura della mamma, mi raccomando. Per voi ho nascosto dell' oro sotto il vecchio mulino, quello a nord della città. Prendilo, è il mio ultimo regalo. Avrei voluto dividere tutta quella richezza con te.
A pensarci bene come pirata non sono un granchè, ero più bravo da mozzo.
Devo concludere.
Ti amo e lo farò per sempre,
William.
 
12 Luglio 1826, la forca.
Con grande sollievo di William, Adam è stato risparmiato. Lo vede lì in mezzo alla folla, lo sguardo basso. «Scusa» gli legge il labiale. Se c' è una persona che merita la vita, quella è proprio Adam.
«Yo, oh la gloria, corre nell' aldilà. Nel volto, vivo o morto, lei ti seguirà... Yo, oh
non c'è tregua, quella gloria vivrà... Nel volto, vivo o morto, lei ti seguirà. C'è chi è morto e chi non vive, altri vanno per mare. c'è chi già sa, la morte è qua ma non gli importa niente.» L' ultimo canto intonato dai pirati della Fames' Revenge. William chiude la fila. Il boia gli stringe la corda attorno al collo accurandosi che sia ben stretta. Il ragazzo alza il viso e vede Sophie, persa tra altre persone. Piange.
«Mi dispiace» le sussura pregando che capisca.
Yo, oh.
Il vuoto sotto ai piedi. William va giù.
Yo, oh.
La morte.
 

Angolo autrice: Ok, è la prima volta che pubblico/scrivo una cosa del genere e, proprio per questo, ci tenevo a precisare alcune cosine. William Fly è un personaggio esistito veramente che ho trovato per caso su Wikipedia e di cui mi sono innamorata per le poche informazioni date dal sito. La nave Elisabeth dopo un ammutinamento divenne davvero la Fame's Revenge e lui finì davvero alla forca. Sophie, Adam, Jack e il resto della ciurma, sono tutti personaggi di mia inventiva. Non so esattamente se il caro William sia salito sulla nave come mozzo o altro, ma, alla mia testa, piace pensare che successe proprio così.
Detto questo,
AAAAAAAAAAAAARrivederci!
  
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