Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Miss BloodyFangs    09/12/2012    2 recensioni
"- ehm… non credo tu mi conosca… sono…- Alexandria arrossì e guardò da un’altra parte con un sorrisetto – Annabeth Bowen, rappresentante di classe del quarto anno della sezione di letteratura francese. Si, so chi sei.- la ragazza aveva l’aria parecchio imbarazzata. Si strinse nelle spalle con un sorriso, le guance rimasero arrossate.
- ohw. Wow, cioè, non mi aspettavo sapessi chi fossi…- Annabeth si lasciò scappare una risatina nervosa e si riavviò una ciocca castana dietro l’orecchio, che prontamente ricadde vicino alla sua guancia.
Alex si avvicinò di poco e le riavviò di nuovo la stessa ciocca, con delicatezza e Beth poté sentire il suo respiro.
Il suo profumo."
Dedicata a Bookie, la vera Annabeth :3
Oh, Hazel, mia fonte d'ispirazione!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

It’s Lezel, baby.

 

- …e insomma penso che dovremmo fare insieme il progetto di chimica perché…- era mezz’ora che Mark balbettava cose senza senso, Annabeth non aveva seguito una sola parola.

Fiato sprecato per quel poveretto; fiato che avrebbe potuto benissimo risparmiare se avesse visto la direzione dello sguardo di Annabeth.

Tavolo vicino alla finestra, coppietta innamorata.

Erano al secondo anno, si erano conosciuti in quella scuola, sembrava che fosse stato amore al primo sguardo per Alexandria Daniels e Thomas Smith.

Al momento i due si stavano coccolando in caffetteria, seduti talmente vicini che neanche una spatola li avrebbe potuti separare.

- Allora, Beth.. che, che ne pensi?- chiese con un tartagliamento finale.

Annabeth sbattè rapidamente le palpebre e lo guardò sorpresa – di cosa, scusa?- arrossì rendendosi conto di non aver ascoltato nulla.

Mark arrossì a sua volta rendendosi conto di essere stato ignorato.

- di fare il.. ecco…- la campanella suonò e Annabeth andò ad intuito. – il progetto di chimica? Mark mi dispiace, pensavo di svolgerlo da sola…- “poiché la persona con cui lo voglio fare è occupata…” di nuovo lo sguardo andò alla coppietta che ridacchiava e si alzava per andare alla lezione successiva.

Le intenzioni di Annabeth però erano altre.

Avrebbe spudoratamente saltato letteratura inglese e si sarebbe recata di nascosto in segreteria, con un intento ben preciso.

 

Senza farsi notare e guardandosi nervosamente in giro raggiunse la sua meta e si nascose nella stanza degli archivi.

 

Anno scolastico d’entrata… 2011.

Annabeth tentò di aprire il meno rumorosamente possibile il cassetto di quell’anno e cercò quel nome.

Ci mise meno del previsto, ma in fondo era all’inizio del totale degli alunni.

Alexandria B. Daniels.

Il cuore di Annabeth cominciò ad andare più rapido.

Possibile che si stesse comportando così tanto da stalker? Con una ragazza e più piccola di lei, per giunta!

Però guardando la foto sorridente della ragazza ricordò perché lo faceva.

Quegli occhi così espressivi e quelle labbra rosse… Annabeth si lasciò sfuggire un sospiro sognante.

Sfogliò rapidamente il suo fascicolo: aveva quindici anni, mai bocciata, ottimo curriculum scolastico… non aveva i genitori.

Annabeth si sentì le guance arroventare dall’imbarazzo e dal senso di colpa.

Aveva aperto un fascicolo privato – cosa illegale – per farsi gli affari della ragazza che le piaceva ed aveva trovato qualcosa che molto probabilmente la diretta interessata aveva detto unicamente al suo ragazzo e più per forza di cose che per altro.

Dopo quell’ultima informazione si sbrigò a rimettere tutto com’era e ad andare alla lezione successiva.

Pensò tutto il giorno alla ragazza, a ciò che aveva letto.

A fine giornata la attese fuori scuola e la fermò.

Ovviamente c’era anche Thomas, pensò tristemente.

- posso… posso parlarti in privato?- le chiese, arrossendo.

Annabeth tentò di autoconvincersi fosse per causa del freddo.

- certo- Alexandria le sorrise e diede una stretta alla mano del ragazzo, prima di dirgli di andare avanti lui, dopo l’avrebbe raggiunto.

Lui annuì e la baciò castamente sulle labbra.

Annabeth sentò un tonfo in fondo al cuore e si augurò che la rossa non lo avesse udito.

 

Messe da una parte si sedettero entrambe sul muretto della scuola.

- ehm… non credo tu mi conosca… sono…- Alexandria arrossì e guardò da un’altra parte con un sorrisetto – Annabeth Bowen, rappresentante di classe del quarto anno della sezione di letteratura francese. Si, so chi sei.- la ragazza aveva l’aria parecchio imbarazzata. Si strinse nelle spalle con un sorriso, le guance rimasero arrossate.

- ohw. Wow, cioè, non mi aspettavo sapessi chi fossi…- Annabeth si lasciò scappare una risatina nervosa e si riavviò una ciocca castana dietro l’orecchio, che prontamente ricadde vicino alla sua guancia.

Alex si avvicinò di poco e le riavviò di nuovo la stessa ciocca, con delicatezza e Beth poté sentire il suo respiro.

Il suo profumo.

 

- cosa volevi dirmi?- le chiese Alex, senza spostarsi da dov’era.

La guardò negli occhi castani, con i suoi verdi.

A Beth si mozzò il respiro – solo… io… ecco…- cosa voleva dirle?

Lo sguardo di Alex si fece leggermente perplesso, poi deluso.

- Il progetto di chimica.- si lasciò scappare.

- lo fai assieme a… a lui, vero?- tentò di nascondere il tono sofferente nella voce.

Alexandria annuì piano.

- si…- mormorò abbassando lo sguardo; lasciò cadere lungo il fianco la mano che aveva preso, quasi inconsciamente, a carezzarle una guancia.

- ohw.- replicò con voce atona.

Non potè far nulla per nascondere la delusione, questa volta.

La ragazza rimase ferma, l’aria impacciata e lo sguardo vagante.

- mh, beh, allora spero che…- Annabeth non fece in tempo a finire la frase che Alex riprese la parola con aria scocciata – non mi ci far pensare! Sembra che siamo costretti a fare tutto insieme! È una cosa a dir poco… a dir poco insopportabile! Neanche avessi delle responsabilità nei suoi confronti o degli obblighi…- solo allora Beth notò le leggere occhiaie attorno ai suoi occhi.

In quel momento si chiese se Alex fosse vergine; cosa per nulla pertinente a ciò su cui l’altra si stava sfogando, ma quelle occhiaie le mettevano ansia.

- allora se ti va… potremmo farlo assieme, il progetto.- mormorò insicura Annabeth.

Gli occhi di Alex si accesero di un’innaturale luce speranzosa.

- davvero? Oh, grazie!- la rossa si lanciò addosso a lei in un abbraccio stritolatore.

- e di cosa! Dai, ora raggiungi il tuo ragazzo…- replicò la ragazza arrossendo.

- no, grazie davvero… Hazel…- sussurrò al suo orecchio, un lieve sorriso sulle labbra morbide.

Annabeth quasi non udì il nomignolo, soffermandosi sulla voce di lei.

- Hazel…?- chiese perplessa.

- Hazel. Il colore dei tuoi occhi.- spiegò Alex, stretta ancora a lei nell’abbraccio.

Sembrava non volersi staccare.

Beh, non sarebbe stata di certo lei a farla spostare.

Annabeth chiuse gli occhi e la strinse un’ultima volta, consapevole che comunque Alex sarebbe dovuta andare dal ragazzo, il quale molto probabilmente stava cominciando ad agitarsi per la sua assenza.

 

Le carezzò i capelli e le disse: - okay… allora… ehm, quando e dove ci vediamo?- Alex le rivolse un sorriso smagliatante – che ne dici domani a casa mia? So che è presto, però… sai, per la consegna del progetto si parla di una settimana al massimo e…- Annabeth la fece azzittire – nessun problema, domani a casa tua, sarò lì per le…- Alex sbuffò interrompendola a sua volta – vieni a pranzo da me!- nonostante le scuse che l’altra tentava di inventare sul momento, sempre più rossa, Alex l’ebbe vinta.

 

La notte Annabeth non sapeva bene cosa fare.

Non riusciva a dormire, poco ma sicuro!

Così tante emozioni in un solo giorno… passò la notte in bianco, certa che se ne sarebbe pentita la mattina dopo, pensando all’altra ragazza e ricordandosi di non illudersi e tanto meno farsi film mentali.

Quando si trattò di andare a scuola “Hazel” fece meno storie del solito, stupendo la madre del suo essere pimpante alle sei e mezzo del mattino.

Credo non ci sia neanche il bisogno di dire quanto la ragazza fosse eccitata all’idea di entrare nella vita della rossa.

Le sembrò che la giornata scolastica non passasse mai.

Purtroppo, a ricreazione sorse un inconveniente.

Delle urla si sentirono da una classe.

Anche se Annabeth pregava apertamente non fosse quella di Alex si affacciò e la vide litigare con Thomas.

- Ma spiegami perché almeno, dannazione!- gridava lui, il collo rosso – è due anni più grande di me e poi facendo il progetto con te rischio di distrarmi!- mentì lei in risposta. Continuarono un po’ con lui che cercava di scoprire cos’aveva realmente la ragazza e con lei che lo chiudeva sempre più fuori.

Dopo un po’, stanca di farsi ancora gli affari dell’oggetto del suo amore proibito tornò in classe senza aver mangiato nulla.

 

A fine giornata la aspettò fuori dalla classe, con l’intenzione di risparmiarle un tragitto silenziosamente imbarazzante assieme al ragazzo.

Una volta uscita Alex aver lo sguardo triste, nonostante un sorriso le illuminò il volto vedendola.

- Hazel!- la chiamò a gran voce, Annabeth alzò lo sguardo e le sorrise in risposta – Hey, Lex!- replicò.

“Lex? Ma che…” si chiese appena dopo averlo pronunciato.

Eppure le calzava a pennello.

Lex, legis; termine latino che indicava legge.

E lei sapeva tutte le voci che giravano su quella ragazza, voci che le avevano permesso di divenire rappresentante di classe per due anni di fila.

La ragazza giusta.

- Lex? Bel soprannome! Lo trovo alternativo!- disse con orgoglio la diretta interessata mettendo un braccio attorno alle spalle di Annabeth, la quale arrossì, seppur sorridendo.

 

Ci misero veramente poco ad arrivare a casa di Alex, dato che non era neanche lontana dalla scuola.

Pranzarono velocemente, Hazel risparmiò alla ragazza la fatidica domanda sui genitori, in quanto le due erano a casa da sole.

Nonostante ciò, fu proprio lei a tirare fuori l’argomento.

- allora, chi ti ha detto dei miei genitori?- le chiese con un sospiro, mettendo i piatti nella lavastoviglie.

- ehm.. eh?- replicò lei arrossendo e passandogliene un altro.

- andiamo Hazel, non sei brava a mentire…- mormorò la rossa con un mezzo sorriso.

Hazel sospirò a sua volta, pesantemente.

- Sono… ho…- si schiarì la voce, diventata improvvisamente secca. – sono andata a rovistare in segreteria alla ricerca del tuo fascicolo.-

Lex sbiancò improvvisamente. – tu... tu cosa? Perché?- le chiese, rimanendo calma.

Non aveva nemmeno un tono angosciato, forse… curioso; notò Annabeth.

- sono… Lex, ci siamo conosciute da poco non voglio darti una brutta impressione.-

Alex fece un passo avanti e la guardò dritta negli occhi. – anche io ho cercato il tuo fascicolo.- disse, per tutta risposta.

Annabeth si scoprì a fare una faccia stupita, dunque si ricompose.

- e come mai?- Alex fece un sorriso sarcastico e si poggiò ad un mobile della cucina, facendole un cenno d’incoraggiamento con una mano – prego, ho chiesto prima io…- Annabeth mandò indietro la testa e si passò entrambe le mani prima sul volto e poi tra i capelli – sono interessata a te.- voltò palesemente la testa verso l’uscita.

Non si fermò a guardare quello che, ne era certa, era lo sguardo schifato di Alex.

Inaspettatamente, invece, la ragazza fece tre passi avanti, le prese il viso tra le mani e… la baciò.

Le lasciò un bacio sulle labbra, premendole soltanto contro le sue.

Senza far null’altro.

Nuovamente, Annabeth assunse uno sguardo stupito.

Alex fece spallucce, un altro mezzo sorriso.

Questa volta fu Hazel a mettere le mani sui fianchi della ragazza, esitante, per avvicinarla a sé e coinvolgerla in un bacio meno casto e più pretenzioso.

Affamata di tutto ciò che le era stato negato.

Lex non la privò di nulla, sorrise più volte mentre si baciavano, lì in cucina.

Le sembrava così diverso dai baci che scambiava con Thomas!

Non era per via del fatto che Hazel era una donna, quanto per il fatto che provava realmente qualcosa per lei.

Ad un certo punto le riavviò delicatamente i capelli castani dietro le orecchie, per poi avvicinarsi ad una di esse.

- saliamo in camera mia- sussurrò.

Un brivido scese lungo la spina dorsale di Hazel, la quale annuì concitatamente.

Stese sul letto di Lex, però, quella che fino a poco prima era bruciante passione si trasformò in pigre carezze lungo il corpo.

Un bacio sul collo, un morso sull’orecchio, un sorriso segreto dentro ad un bacio.

Ben presto Hazel strinse a sé Lex, guardandola con aria quasi sognante – com’è possibile?- mormorò; Alex si lasciò scappare una risatina – che tu ed io ci ricambiamo fortuitamente o che sono già le quattro e mezza del pomeriggio?- Hazel poggiò la fronte contro la sua, lasciando che il suo petto fosse scosso da una risata simile a quella dell’altra – che ci ricambiamo- replicò, scendendo a morderle ancora il collo, poco più forte di prima – sarà che siamo entrambe due persone stupende?- domandò Lex, quasi retoricamente, lasciandosi sfuggire un sospiro sognante.

Hazel fu colpita più da quello, che da tutto il resto.

Da quel sospiro così libero, come se la ragazza si fosse finalmente abbandonata a ciò che desiderava veramente.

Come se avesse scacciato il mondo dalle sue spalle.

Fu la cosa più bella che udì, quel giorno.

Il sospiro sognante della rossa, la sua voce ed il suo respiro uniti.

Le posò un altro bacio sulle labbra prima di annuire. – si, credo sia proprio questo il motivo.- mormorò.

Le ragazze si persero nuovamente nei loro occhi con un sorriso dolce e consapevole.

Forse il migliore di una vita.

 

 

- Bloody’s corner-

Eccomi di nuovo con qualcosa di sdolcinato u.u

I personaggi siamo una mia amica ed io… anzi, è più esatto dire “i nostri fake” x°° anyway, mi è piaciuto particolarmente scriverla, davvero u.u

Ed invece a te, o intrepido lettore? u.u

 

Miss BloodyFangs

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Miss BloodyFangs