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Autore: fulvia70    10/12/2012    1 recensioni
Sherlock e John, Jim e Sebastian, Mycroft e Lestrade e il Natale, perché c'è sempre un attimo in cui le nostre vite tornano nelle nostre mani e forse è proprio quando credevamo di averle perdute.
Post Reichenbach, con tanto amore e tanta speranza, per tutte e tre le coppie
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jim Moriarty , John Watson , Lestrade , Mycroft Holmes , Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nota: è la mia prima Mystrade, spero possa piacervi. C'è tanto ma tanto fluff, lo so... XD ... ma adoro Greg Lestrade e le bravissime ragazze di questo fandom me lo stanno facendo amare sempre più e hanno potuto laddove credevo che nessuno sarebbe mai giunto, riuscire a farmi amare Mycroft Holmes!
Mancini è un omaggio alla serie tv che la Granada portò sui nostri schermi regalandoci un meraviglioso Sherlock Holmes interpretato superbamente da Jeremy Brett, ne parla spesso Holmes con Watson quando vuole andare a cena con il suo amico magari dopo un concerto di musica.
 
Buon Natale, fandom! :)



 Terzo racconto: Chiedimi tutto quello che vuoi.

Gregory Lestrade era sempre stato un buon poliziotto, di quelli che hanno un fiuto istintivo, cose che non ti insegnano in Accademia, un occhio pronto a cogliere i dettagli e molta, molta pazienza, dote quest’ultima che aveva dovuto necessariamente acquisire lavorando con Anderson e Donovan, sempre pronti a battibeccare come bambini capricciosi ma che si era dovuta di necessità rinvigorire quando aveva iniziato a permettere al geniale Sherlock Holmes di collaborare con loro nelle indagini.

Per questo, perché aveva fiuto, una buon occhio per i dettagli di un contesto e soprattutto una generosa dotazione di pazienza, l’Ispettore Lestrade non si stupì eccessivamente quando ricevette la visita di un personaggio che con il tempo, soprattutto dopo la morte simulata e il ritorno di Sherlock Holmes sulle scene di Londra, aveva imparato a conoscere, Mycroft Holmes, il signor Governo Inglese, come veniva ormai chiamato da chi aveva avuto la sfortuna di lavorare con lui, sfortuna nera aggiungeva Lestrade, che riconosceva al gentiluomo rigido e controllato buon gusto, genio e abilità, ma era pur sempre un Holmes, roba da tenere con le molle insomma.

In compagnia del suo inseparabile ombrello, Mycroft Holmes, vestito con impeccabile eleganza e con un sorriso cordiale sul viso, lo sguardo impassibile e i modi perfetti del gentiluomo, entrò nell’ufficio di Lestrade alle nove del mattino.

Un po’ presto per una visita di cortesia, pensò Greg.

_ Buongiorno Mr. Holmes. Posso esserle utile? –
Mycroft Holmes sorrise con cordiale condiscendenza. Restò in piedi finché con un cenno della destra l’Ispettore non gli permise di sedersi.
_ Mycroft, la prego, Ispettore. – disse, sedendosi.
Assentì e soffocò un sospiro Lestrade.
_ Mycroft, come posso aiutarla? –
L’altro esitò. Lestrade si insospettì: perchè uno come Mycroft Holmes esitava? Quanto grossa poteva essere la fregatura che voleva appioppargli?
_ Ho bisogno di parlare con lei ... come dire... in privato, Gregory. Posso chiamarla Gregory? –
Lestrade sorrise, gli occhi nocciola illuminati di caldo divertimento.
_ Certo, è il mio nome. Che cosa deve dirmi che non possiamo discuterne nel mio ufficio? –

Percepì un subitaneo smarrimento del maggiore degli Holmes Lestrade quando aveva sorriso, lo sguardo si era dilatato appena, la bocca dischiusa. Fu un susseguirsi così repentino e disparve così rapidamente che Lestrade pensò di averlo immaginato. Non era immaginario invece quel nodo al suo stomaco, una sensazione che non provava da tempo ormai, una sottile eccitazione che gli aveva scaldato immediatamente il sangue. Ma non aveva mai reagito così con un uomo. Non prima di quel momento.

Mycroft Holmes non smise di sorridere, le mani eleganti poggiate al manico dell’ombrello e accostò impercettibilmente il busto alla scrivania.
_ Le dispiace se ne discutiamo da Mancini? –
Lestrade rimase qualche istante senza parole. Era il miglior ristorante della città, stava lì da duecento anni e solo per entrare avresti dovuto pagare se non fosse stato contrario al buon gusto.
Assentì, intimorito ma sorridente.
_ Mycroft, non vorrei apparire scortese, davvero, ma .... – obiettò.
Vide lo sguardo dell’altro velarsi appena di delusione e stranamente la cosa lo ferì.
_ Ha già altri impegni, Gregory? –
Scosse la testa e sorrise con pazienza Lestrade.
_ No, nessun impegno. Davvero. Mancini è... – arrossì appena, prese fiato e proseguì incurante delle conseguenze _ E’ decisamente al di sopra delle possibilità di un povero Ispettore di polizia, Mycroft. –
L’altro sorrise con più calore.
_ Ma lei sarà mio ospite, spero. Non vorrebbe offendermi dividendo le spese, vero? –
Sorrise appena cercando di nascondere il divertimento Lestrade.

A che gioco stava giocando il maggiore dei fratelli Holmes? E perchè una dannata vocetta dentro di lui continuava a sussurrare malignamente che quell’invito maldestro somigliava molto al tentativo di un adolescente di impressionare la ragazzina del cuore alla prima uscita assieme?

_ Ok, non sia mai che riesca a inimicarmi anche il Governo Inglese! – scherzò Lestrade, sorridendo ancora, passandosi la mano destra tra i capelli brizzolati.
Sorrise con piacere genuino Mycroft e si alzò.
_ Posso permettermi di passarla a prendere, Gregory? Sarei da lei per le otto. –

Non si preoccupò di chiedergli come sapesse a che ora sarebbe stato a casa nè dove abitava, Lestrade e assentì. Lo salutò cortesemente Mycroft Holmes e se ne andò.

Rimase diverso tempo a soppesare la cosa, Lestrade. E scoprì di essere eccitato al pensiero, genuinamente incuriosito. Bhè, questo deponeva a favore di Mr. Governo.

Alle otto in punto la macchina blindata di Mycroft si fermò sotto casa di Greg. Aveva passato quell’ora che lo separava dall’appuntamento a decidere cosa indossare, Greg. Dannazione, mycroft non glielo aveva detto. Se avesse esagerato con un completo sportivo o al contrario con uno troppo elegante?

Era ancora incerto se strozzarsi o meno per la frustrazione con la cravatta quando il campanello di casa sua trillò.
Indossava i pantaloni neri di un completo informale Greg e la camicia era aperta sul petto muscoloso e nudo. Sbuffò e andò ad aprire.

Si ritrovò davanti Mycroft Holmes in un elegante completo grigio, niente di eccessivo però e di sicuro la parte più spassosa era il suo viso paralizzato dalla sorpresa, che ora spalancava la bocca senza molta eleganza e come qualunque altro comue mortale.
_ Mycroft, vuoi entrare? – propose divertito Greg abolendo le formalità.
L’altro si riscosse e abbozzò un sorriso varcando la soglia. Il rossore del suo viso confermò a Greg Lestrade due cose fondamentali: la prima, che anche il signor Governo Inglese così algido e impassibile provava emozioni, la seconda era ancora meglio della prima, Mycroft era attratto da lui in modo palese.

Anziché provare fastidio, fino a quel momento nessun uomo lo aveva mai attirato in alcun modo, Greg si ritrovò a sorridere lusingato per l’attenzione di quell’uomo colto e geniale.

_ Già che sei qui, come devo vestirmi? Sto diventando matto cercando un compromesso tra eleganza e informalità! –
A fatica Mycroft staccò lo sguardo dal punto dove il collo di Greg incontrava la muscolatura del petto e si schiarì la gola.
_ Come ... come vuoi. Così stai benissimo! – avvampò quando l’altro ne rise appena.
_ Voglio dire – si riprese, guardandosi la punta delle scarpe – che credo che il tuo completo possa andare bene per la nostra cena. –
Assentì Greg e si voltò di spalle, abbottonandosi la camicia e indossando la giacca.

Stava tentando di sistemarsi senza successo la cravatta, quando, con un movimento agile per la figura alta e forte che possedeva il maggiore degli Holmes, Mycroft gli si accostò.
_ Posso aiutarti Greg? – domandò, avvicinandosi all’Ispettore.
Greg, notò Lestrade, anche lui stava accorciando le distanze.
Sorrise. _ Te ne prego, odio le cravatte! – accettò con un sorriso aperto l’Ispettore.
Le mani eleganti e snelle di Mycroft si posarono sul tessuto della cravatta con la stessa delicatezza con cui avrebbero toccato una pregiata porcellana cinese vecchia di mille anni.
Greg decise di forzare un po’ le cose.
Accostò il viso a quello dell’altro e sussurrò con voce calda _ Inviti spesso a cena le persone con cui vuoi parlare, Mycroft? –
Le dita di Mycroft per un istante si bloccarono e la risposta uscì più rauca di quello che avrebbe voluto Holmes quando disse _ Solo... solo se quello che voglio dire lo merita, Greg. –
La cravatta ebbe un nodo perfetto e Greg sorrise.
_ Questo mi lusinga e mi incuriosisce, signor Governo Inglese! – scherzò.
Mycroft riacquistò un barlume di lucidità e sorrise ma non si allontanò dal viso di Lestrade, sembrava sotto incantesimo.

Quante volte aveva sperato che quegli occhi nocciola come cacao si posassero su di lui con quella luce che ora vi regnava, divertita? Quante volte aveva solo osato sognare che l’Ispettore Lestrade potesse accettare un suo invito?
_ Felice di averti incuriosito. Spero di non deluderti. – sussurrò.
Fece un passo indietro Greg e sorrise, indicando con un cenno della destra la porta.
_ Non si può essere delusi da un Holmes. Deve rientrare nelle leggi di natura immagino! – scherzò, guadagnandosi il sorriso luminoso dell’altro.
 
Il locale era elegante, opulento e vittoriano eppure perfettamente efficiente, discreto, solido, decisamente piacevole, la cucina ottima.
Greg ascoltava con pazienza la voce piacevole di Mycroft che gli narrava curiosi aneddoti della sua vita sentendosi lusingato da quelle piccole confidenze.

Notava il tremore impercettibile della voce e delle mani dell’altro, il suo chinare più spesso del dovuto lo sguardo, come se Mycroft non riuscisse a reggere l’onda dell’emozione che gli stava riempiendo il petto, la premura con la quale cercava di risultargli interessante senza essere eccessivo.

Portò il bicchiere di costoso vino italiano alle labbra e sorrise Greg.
Mycroft tacque, come per incanto, limitandosi a guardare con intenerito stupore quel sorriso che ora gli appariva come la cosa più bella che avesse mai visto.
_ Questo posto è un incanto, Mycroft. La cena squisita e la compagnia delle migliori – disse Greg e Mycroft sorrise lusingato, con gli occhi luminosi di gioia genuina e quando l’Ispettore riprese lo ascoltò senza perdere un battito di ciglia del suo interlocutore _ Ma non mi hai ancora detto per quale motivo sono qui. Di che cosa volevi parlarmi? –
Esitò, Mycroft Holmes, immerso in un delizioso imbarazzo che fece provare un formicolio lungo la spina dorsale a Greg, un formicolio che non provava più da troppo tempo e che lo mise decisamente di buon umore.
_ C’è qualcosa che ... qualcosa che devo chiederti, Greg. Qualcosa cui penso da molto tempo e ti prego, ti prego, prenditi tutto il tempo che vuoi per rispondere. – esordì, senza guardare altro oltre le mani di Lestrade poggiate sul tavolo.

Sorrise Greg e decise di buttarsi. Il suo vecchio fiuto di poliziotto non lo aveva mai abbandonato prima, non lo avrebbe lasciato proprio adesso.

_ Puoi chiedermi tutto quello che vuoi, Mycroft. Credo che mi piacerebbe risponderti di sì. –
Mycroft lo fissò con la bocca spalancata e gli occhi sorpresi.
_ Non.. Tu non sai ancora che cosa ... Io... Buon Dio, sono così trasparente quindi? – replicò, quasi balbettando.
Scosse la testa e rise appena Greg Lestrade.
_ Di solito no, Mr. Governo. Di solito no. Se questo fa differenza per te. – lo rassicurò l’Ispettore.
Mycroft sorrise e chinò lo sguardo. La mano destra di Greg andò a posarsi sulla sinistra di Holmes, che sussultò appena e poi sorrise.
_ E’ già un si, quindi, questo, Greg? Devo cominciare a credere alle meraviglie del Natale? – scherzò Mycroft.
_ Era questo che volevi chiedermi, Mycroft? –
La voce carezzevole di Lestrade scavò solchi di piacere nell’anima di Mycroft.
Inspirò lentamente, ad occhi chiusi, Mycroft e poi guardò il suo compagno.
_ Sì, questo. Ma vorrei avvertirti Greg... io non sono un tipo facile _ e qui Greg si concesse di sorridere ma non disse nulla - e ho una vita con impegni fuori del comune _ e l’Ispettore assentì con un sorriso d’attesa – e non cerco solo.... sesso. –

Greg sentì un calore nuovo sciogliergli il sangue nelle vene.
Sarebbe stato splendido scoprire le emozioni di cui doveva essere capace quell’uomo sempre così rigidamente controllato.

_ La mia risposta non cambia, Mycroft. Resta un sì. – sussurrò di rimando, allacciando le dita della sua destra a quelle della sinistra di Holmes.
Continuarono a cenare chiacchierando con maggior disinvoltura e con quella eccitazione di chi sa che la persona amata ricambia quell’innamoramento che travolge per primo le resistenze del nostro cuore.

Quando uscirono dal locale stava nevicando, lentamente, silenziosamente.
_ Nevica. Adoro la neve. Sono un sentimentale. – dichiarò Greg, stringendosi nel cappotto.
Sorrise con gioia Mycroft Holmes.
_ Sono felice di sentirtelo dire. Adoro le persone sentimentali. –
Rise Greg, divertito.
_ Davvero? A vederti non si direbbe. – lo prese in giro, mentre la macchina di Mycroft si avvicinava.
_ Oh, Greg, c’è molto ancora che voglio mostrarti. – sussurrò Mycroft guardandolo con palese desiderio.
Sollevò il viso e lo accostò lentamente a quello dell’uomo più alto, Greg.
Fu un bacio tenero, impacciato, ma lo sguardo luminoso di Mycroft Holmes la diceva lunga sul livello di gradimento provato.
_ Sono qui, con te. Ci sarò per tutto il tempo che vorrai. – replicò intenerito Lestrade.
_ Potrebbe essere molto, molto a lungo, Greg. Molto a lungo. – aggiunse Mycroft, usando quello che nel linguaggio degli Holmes equivaleva a un “per sempre” .
L’Ispettore sorrise e assentì.
Mycroft gli aprì lo sportello e poi entrò immediatamente dopo di lui.
Diede al suo autista l’indirizzo del suo appartamento e quando Greg sorrise senza dire nulla ne approfittò per baciarlo con tutta la passione che portava nel cuore.
_ Buon natale, Greg. – mormorò sulla bocca del suo uomo.
  
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