War & Christmas

Era arrivato Dicembre, nonostante ciò, nulla sembrava diverso nel Villaggio della Pioggia, segnato così tanto dalla guerra da non poter essere contagiato dal clima natalizio che si era andato a creare nei grandi Paesi.
Gli Shinobi in missione, non avevano approfittato del dolce evento per sospendere la battaglia, a nessuno sarebbe importato del Natale.
Molti sarebbero morti, il 25 Dicembre, alcuni sarebbero nati … senza sapere neppure in che mondo fossero;
In una piccola baracca appena fuori il Villaggio, però, un giovane della Foglia non aveva avuto la benché minima intenzione di dimenticare il sacro evento e, con i tre orfani da lui adottati, stava cercando di dimenticare gli orrori della guerra.
« Jiraiya-Sensei, ma a cosa serve attaccare tutta questa roba ai rami dell’albero? Non sarebbe meglio prendere la legna per il fuoco? Non abbiamo mai trovato un abete tanto grande … » biascicò un ragazzino dai capelli bronzei, mentre attaccava l’ennesimo angioletto di carta ai giovani e verdi rami.
« Non se ne parla, Yahiko! È una delle più grandi tradizioni del Natale, l’albero addobbato, è in tutte le case di Konoha, in questo periodo! » Esclamò il Sennin, con un filo di malinconia.
« Ma qui non siamo a Konoha, qui non sappiamo neppure cosa sia, il Natale, di sicuro le bombe scoppieranno anche quel giorno ». Disse sempre lo stesso bambino, profondamente triste e provato.
Jiraiya, si avvicinò lentamente e, dopo essersi inginocchiato per essere alla sua stessa altezza, gli posò una mano sulla spalla con fare estremamente paterno.
« Sì Yahiko, le bombe scoppieranno anche quel giorno, la gente morirà quel giorno. Ma non noi. Ogni bambino di ogni Paese, a Natale, è felice, è in famiglia, riceve dei regali … voi non siete diversi da quei bambini. È il luogo che cambia, non le persone, ricordatelo! » Esclamò sorridendo, per scompigliargli subito dopo i ribelli capelli ramati.
« Questo vuol dire che riceveremo anche noi dei regali!? » Esclamò una bambina dai capelli blu, che lavorava pazientemente dei fogli di carta su un vecchio tavolino.
« Ovviamente Konan! Quel giorno, avrete regali, il camino acceso e un pasto molto sostanzioso. Gli altri bambini non avranno nulla di più rispetto quanto avremo noi, è una promessa ». La rassicurò l’eremita dei rospi, al quale si riempì il cuore quando vide il grande e sincero sorriso che si dipinse sulle labbra rosee e carnose della piccola: poche volte l’aveva vista così.
« Adesso su, al lavoro! Konan fai un presepe di carta come non ce ne sono mai stati prima d’ora! Ricordi ancora la lezione che ti ho fatto, sul presepe? »
« Quella del bambino nato in una grotta! »
« Esattamente, proprio quella. Rendi “reale” tutto ciò che ti ho raccontato, pensi di riuscirci? »
« Certo! »

Il Sennin si guardò attorno, mancava solo un bambino all’appello, e lo trovò accoccolato contro la finestra. Gli si avvicinò lentamente e si sedette accanto a lui.
« Qualcosa non va, Nagato? » Domandò, dolce.
« Dopo il Natale non cambierà nulla. Ci sarà ancora la guerra, la devastazione, la morte, il dolore … la gente, là fuori, ha dimenticato cosa sia il Natale. Ammesso che l’abbia davvero mai saputo. Jiraiya-Sensei, cos’è, veramente, il Natale? »
L’espressione di Jiraiya si fece un istante pensierosa e arricciò un labbro, mentre cercava le parole giuste per rispondere alla complessa domanda del suo prediletto:
« Che cos’è il Natale?! È tenerezza per il passato, coraggio per il presente, speranza per il futuro. È il fervido auspicio che ogni tazza possa strabordare di benedizioni eterne, e che ogni strada possa portare alla pace ».
Non ebbe il tempo di aggiungere altro, perché la voce squillante di Konan, lo chiamò dall’altro lato della baracca.
« Sensei! Guarda, qualcosa sta cadendo dal cielo! » Esclamò, indicando dall’altra finestra piccoli e candidi fiocchi bianchi.
« Che strana … non ho mai visto una pioggia così … » Constatò Yahiko, raggiungendo in un lampo la compagna.
« Pioggia?! Quella non è pioggia! » Rise Jiraiya, mentre, con Nagato, si avvicinava agli altri due orfanelli.
« Questo, ragazzi miei, è il più grande miracolo del Natale, una cosa che ricorderà davvero a tutti, che giorno sta per arrivare. Si chiama neve ».


L'angolo di Kengha:
Oggi il calendario diceva che era il mio turno, quindi ecco la prima delle mie tre fiction "natalizie" scritte per l'iniziativa del NINE TAILS FORUM "All I want for Christmas is you". 

                                                                                              

La citazione che avevo scelto era di Agnes M. Pahro ed è quella scritta in corsivo: "Che cos’è il Natale?! È tenerezza per il passato, coraggio per il presente, speranza per il futuro. È il fervido auspicio che ogni tazza possa strabordare di benedizioni eterne, e che ogni strada possa portare alla pace."