Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: NellieLestrangeLovett    10/12/2012    2 recensioni
Ninfadora Tonks è destinata a perdere tutte le persone che ama: prima Sirius, poi Malocchio, suo padre e ora Remus. Piangendo sul corpo del marito si culla in un'ultima, piccola illusione.
Bellatrix Lestrange, pazza, fedele e potente. Trovandosi davanti alla nipote ripudiata decide di prendersi la sua piccola vendetta verso sua sorella Andromeda
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La sua piccola illusione, la sua piccola vendetta
 
“Remus!” gridò la donna, Schiantando un ultimo Mangiamorte e gettandosi a terra accanto al corpo del marito.
“Remus no! Oh no!”. Lacrime calde le bagnarono le guance e finirono sul viso di Lupin.
Dolohov intanto aveva lanciato un grido di trionfo ed era corso via. Un altro dei più importanti membri dell’Ordine della Fenice era morto.
“Remus”. Le grida si erano trasformate in singhiozzi. L’uomo che amava, l’unico per cui sarebbe andata in capo al mondo giaceva morto fra le sue braccia tremanti. Non avrebbe mai visto Teddy sorridere per la prima volta, non lo avrebbe sentito dire “papà”, non gli avrebbe insegnato a volare sulla scopa, non sarebbe stato lì il suo primo giorno di scuola.
“Ti prego” implorò convinta che qualcuno l’avrebbe sentita “Ti prego ridammelo. Ti prego…”.
Non le interessava più la battaglia, sembrava tutto ovattato e lontano da lei, l’unica cosa nitida erano gli occhi chiusi di Lupin.
Era una sofferenza senza fine, la sua. Ogni persona a cui si affezionava era destinata a morire.
Prima Sirius, poi Malocchio, suo padre e alla fine anche Remus.
“Ti prego…” mormorò un’ultima volta, appoggiando la testa sul petto del marito, sperando che in qualche modo che lui si risvegliasse, la stringesse a sé come una bambina e la rassicurasse.
Ecco la sua piccola illusione.

Bellatrix attraversò di corsa, uno dei corridoi che forse una volta aveva percorso anche lei quando era giovane, dirigendosi verso la Sala Grande. Lì, nel mezzo della battaglia, sapeva di essere completa. Guardare di quei Mezzosangue e traditori cadere uno a uno come mosche le dava un brivido di piacere che nemmeno il suo padrone avrebbe potuto scatenare in lei.
Bellatrix ossia guerriera, già suo padre lo aveva capito quando le aveva dato quel nome.
Vide Greyback in un angolo, intento a occuparsi di uno dei mocciosetti che avevano deciso di lottare al fianco di Potter. Oh, quanto le sarebbe piaciuto unirsi al lupo mannaro e torturare qualche ragazzino, ma aveva fretta, voleva causare più vittime possibile quella notte. In fondo era questo che l’Oscuro Signore si aspettava da lei, la sua più fedele luogotenente.
“Remus no! Oh no!”.
Una voce familiare e allo stesso tempo semisconosciuta. Le bastò uno sguardo per riconoscere quella massa di capelli rosa, che appartenevano ad una persona che sperava tanto di incontrare quella sera. La figlia di quella traditrice di sua sorella Andromeda.
La giovane stava piangendo sul corpo del marito, Remus Lupin.
La Lestrange pensò a tutti i pettegolezzi, le battute e gli sguardi che lei e Narcissa avevano dovuto sopportare a causa di  Dromeda.
Oh, ora avrebbe definitivamente potato l’albero genealogico di famiglia.
Strinse la bacchetta di noce fra le dita e la sollevò lentamente, sulle sue labbra si dipinse un ghigno sadico.
“Addio, feccia!”.
Tonks si accasciò accanto al marito. Morta.
Bellatrix si lasciò sfuggire una risata maligna, prima di allontanarsi trionfante.
Quella era la sua piccola vendetta, la sua piccola vendetta contro Andromeda.
 
La sua piccola illusione, la sua piccola vendetta
 
“Remus!” gridò la donna, Schiantando un ultimo Mangiamorte e gettandosi a terra accanto al corpo del marito.
“Remus no! Oh no!”. Lacrime calde le bagnarono le guance e finirono sul viso di Lupin.
Dolohov intanto aveva lanciato un grido di trionfo ed era corso via. Un altro dei più importanti membri dell’Ordine della Fenice era morto.
“Remus”. Le grida si erano trasformate in singhiozzi. L’uomo che amava, l’unico per cui sarebbe andata in capo al mondo giaceva morto fra le sue braccia tremanti. Non avrebbe mai visto Teddy sorridere per la prima volta, non lo avrebbe sentito dire “papà”, non gli avrebbe insegnato a volare sulla scopa, non sarebbe stato lì il suo primo giorno di scuola.
“Ti prego” implorò convinta che qualcuno l’avrebbe sentita “Ti prego ridammelo. Ti prego…”.
Non le interessava più la battaglia, sembrava tutto ovattato e lontano da lei, l’unica cosa nitida erano gli occhi chiusi di Lupin.
Era una sofferenza senza fine, la sua. Ogni persona a cui si affezionava era destinata a morire.
Prima Sirius, poi Malocchio, suo padre e alla fine anche Remus.
“Ti prego…” mormorò un’ultima volta, appoggiando la testa sul petto del marito, sperando che in qualche modo che lui si risvegliasse, la stringesse a sé come una bambina e la rassicurasse.
Ecco la sua piccola illusione.

Bellatrix attraversò di corsa uno dei corridoi che forse una volta aveva percorso anche lei quando era giovane, dirigendosi verso la Sala Grande. Lì, nel mezzo della battaglia, sapeva di essere completa. Guardare di quei Mezzosangue e traditori cadere uno a uno come mosche le dava un brivido di piacere che nemmeno il suo padrone avrebbe potuto scatenare in lei.
Bellatrix ossia guerriera, già suo padre lo aveva capito quando le aveva dato quel nome.
Vide Greyback in un angolo, intento a occuparsi di uno dei mocciosetti che avevano deciso di lottare al fianco di Potter. Oh, quanto le sarebbe piaciuto unirsi al lupo mannaro e torturare qualche ragazzino, ma aveva fretta, voleva causare più vittime possibile quella notte. In fondo era questo che l’Oscuro Signore si aspettava da lei, la sua più fedele luogotenente.
“Remus no! Oh no!”.
Una voce familiare e allo stesso tempo semisconosciuta. Le bastò uno sguardo per riconoscere quella massa di capelli rosa, che appartenevano ad una persona che sperava tanto di incontrare quella sera. La figlia di quella traditrice di sua sorella Andromeda.
La giovane stava piangendo sul corpo del marito, Remus Lupin.
La Lestrange pensò a tutti i pettegolezzi, le battute e gli sguardi che lei e Narcissa avevano dovuto sopportare a causa di  Dromeda.
Oh, ora avrebbe definitivamente potato l’albero genealogico di famiglia.
Strinse la bacchetta di noce fra le dita e la sollevò lentamente, sulle sue labbra si dipinse un ghigno sadico.
“Addio, feccia!”.
Tonks si accasciò accanto al marito. Morta.
Bellatrix si lasciò sfuggire una risata maligna, prima di allontanarsi trionfante.
Quella era la sua piccola vendetta, la sua piccola vendetta contro Andromeda.

No, non ho niente da fare xD E non era così che avevo progettato questa ff, ma il risultato è stato questo e non posso dire che mi faccia impazzire.. Beh... FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE!


  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: NellieLestrangeLovett