Fanfic su attori > Cast Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Sposina86    10/12/2012    1 recensioni
Penny è arrivata ad Atlanta per incontrare l'amico di una vita. Joseph Morgan.
Dal 1° Capitolo:
"Le era sempre piaciuto andarlo a trovare sul set, e questa volta non faceva eccezione. Penny era partita dal Sussex quella mattina presto di maggio lasciando in sospeso molte cose (...... ) E ora, mentre attraversava Atlanta in taxi, pensava a come riuscire a resistere a non spifferare al vento i suoi sentimenti per l'amico, per la paura di rovinare 20 anni di amicizia e per non parlare delle possibilità infinitesimali che aveva di essere corrisposta, dato che Joseph era felicemente fidanzato con l'attrice Emily Van Camp.
Con questa fermezza d'intenti arrivò sul set di The Vampire Diaries, dove il suo Jo lavorava interpretando un vampiro affascinante e crudele. Klaus."
Spero di avervi incuriosito.... ADORO Joseph Morgan e volevo, a modo mio, farvi sognare un pò!
Un bacio,
Emma
PS. Dopo il primo capitolo cambia il metodo di scrittura... Lo dico perchè molti si son fermati al primo, mentre dal secondo la scrittura è più scorrevole!
Spero mi seguirete!!
Emma
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joseph Morgan, Joseph Morgan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 2

 

 

Sul set, data l'ora tarda e le riprese in notturna della sera prima, avevamo incontrato solo Micheal Trevino, che si era dimostrato davvero simpatico come avevo immaginato, oltre che un bel pezzo di ragazzo com'era evidente, ma prima di potergli dimostrare e annunciare tutto il mio amore platonico Jo mi aveva già trascinato via per andare in albergo dove alloggiavano tutti e dove avrei potuto lasciare la valigia nella mia stanza per poi andare a cena con lui e il cast.

 

Arrivati alla reception la centralinista, una signora castana di mezz'età, lo salutò con un cenno del capo e chiese cosa poteva fare per noi. “Darla avevo prenotato una stanza per la mia vecchia amica Penny, dovrebbe essere registrata a mio nome puoi controllare?”

“Certo Sig. Morgan, controllo subito.”

Mentre la signora controllava sul computer, il mio sguardo vagava tra le pareti della reception. Era un bell'albergo, modesto e non troppo lussuoso, le pareti erano color senape e i divanetti nella hall neri. “A cosa pensi?” Jo mi guardava come a indovinare i miei pensieri, d'altronde aveva sempre fatto così fin da quando eravamo piccoli, e in quel modo riusciva sempre a carpirmi tutti i miei segreti e pensieri. “Questo albergo è bello e senz'altro è accogliente ma... ma non ti sembra strano vivere per un anno qui dentro?”

“Non dovrei essere io l'inglese attaccato alla patria madre e tu l'americana senza vincoli e legami?” rispose con un sorriso.

“Comunque avevo pensato di prendermi un appartamentino qui ad Atlanta, ma ci ho rinunciato perchè alla fine ci starei pochissimo: tra una ripresa e l'altra quando ho dei giorni liberi vado a Toronto da Emily o torno in Inghilterra, e non sentirei quell'appartamento comunque come casa mia. Almeno qui sono in compagnia, e mi sono fatto dei grandi amici tra il cast. Vedrai ti piacerà un mondo stare qui!” poi dopo una pausa mi guardò intensamente e si fece serio “Sono felice di averti qui Penny. Non hai idea di quanto tu mi sia mancata.” E mi abbracciò.

La centralinista interruppe l'abbraccio con un colpo di tosse per attirare la nostra attenzione e entrambi volgemmo lo sguardo verso di lei.

“Sig. Morgan, sono desolata ma la camera non è più disponibile”.

“Come scusi? Ci dev'essere un errore!” rispose Jo leggermente agitato.

“Guardi, dal computer posso vedere che era stata prenotata, poi la sua fidanzata, la Sig.na VanCamp ha chiamato dicendo di non poter raggiungerla per il week end e quindi qualcuno deve aver annullato la prenotazione credendo che fosse riservata a lei. Non so come scusarmi, ma non ci sono altre stanze libere al momento, data la convention del week end, ma se vuole se ne libera una tra due notti e posso prenotarla a suo nome”.

Sembrava davvero dispiaciuta e Jo la tranquillizzò dicendole di prenotare la seconda stanza dal lunedì seguente e di non preoccuparsi. Poi afferrata la valigia mi fece strada verso gli ascensori.

 

“Pen mi dispiace davvero per la situazione” disse Jo spingendo il pulsante dell'ascensore “Sarà stato il nuovo receptionist a sbagliare, perchè quando Emily viene a trovarmi non le prenoto mai un'altra stanza … insomma, noi … lei dorme con me.” Sembrava imbarazzato e non capivo perchè. Era imbarazzato nel dirmi che quando veniva a trovarlo la sua fidanzata dormivano insieme. La sua reazione era strana, ma anche la mia lo era. Il pensiero di loro due insieme mi stava facendo male, e cercavo di non darlo a vedere sembrando tranquilla, ma tra noi scese un silenzio imbarazzato rotto solo dall'arrivo dell'ascensore.

 

“Jo quindi come facciamo? Io.. tu.. dove dormo queste due notti?” Lui sembrava essersi ripreso e rispose semplicemente “Con me.”

 

La sua stanza non era una normale stanza d'albergo: aveva una specie di piccolo salottino, una libreria piena zeppa di libri, un divano e un bellissimo tavolino di vetro; a destra si intravedeva il bagno e a sinistra c'era la camera da letto. Non era anonima come me l'ero immaginata, in ogni angolo si poteva notare il calore e la presenza di Jo: il computer acceso su Skype con cui contattava gli amici e la famiglia, le foto dei suoi viaggi e delle persone a lui care alle pareti e un grande tappeto che ricordavo di aver visto nella sua casa a Londra.

“Fa come se fossi a casa tua Penny! Ovviamente io dormirò sul divano e ti lascio il letto. Non sia mai che la mia ospite preferita torni a casa col torcicollo!!” la tensione di quei minuti si sciolse nel vederlo come lo avevo sempre conosciuto: il perfetto gentlemen inglese.

Sorrisi, lo ringraziai e mi feci condurre in camera per appoggiare la valigia.

 

Mentre stavo togliendo alcune cose dalla valigia per evitare che si sgualcissero sentivo Jo parlare al telefono e un attimo dopo, chiudendo la telefonata mi raggiunse.

“Ci vediamo giù nella hall tra 15 minuti così andiamo tutti insieme al club a mangiare ok?”

“Ok, chi era al telefono?” chiesi appendendo una camicetta nell'armadio.

“Ian. Lui e Nina sono già per strada quindi con loro ci vediamo lì, non vedono l'ora di conoscerti!”.

Probabilmente ero rimasta imbambolata, perchè mi guardò non capendo la mia reazione “Che hai Pen?” mi chiese.

“Che hai Pen?? Mi dici che Ian Somerholder non vede l'ora di conoscermi e ti aspetti che rimanga calma e tranquilla? Ti ricordo che io lavoro in una casa editrice e non in un telefilm pieno di uomini bellissimi!”

“Quindi anche io lo sarei?” e avanzò ciondolando verso di me con fare sornione.

“Cosa?” dissi continuando a svuotare la valigia senza guardarlo e ridendo capendo dove voleva andare a parare.

“Bellissimo” disse lui serio voltandomi il volto, con il viso a un palmo dal mio e con un tono di voce tra l'incredulo e lo speranzoso.

“Hai bisogno di sentirtelo dire?” iniziai con un sorriso voltandomi di nuovo verso la valigia così da evitare di guardare i suoi occhi blu. “Non dovevo permetterti di venire quaggiù, lo vedi? Tutto questo testosterone e uomini da calendario abbassano la tua autostima! Ma non preoccuparti, anche tu non sei niente male!” e mi girai a fargli l'occhiolino ottenendo una sua risata.

 

Mi sembrava di aver appena superato l'esame della macchina della verità.

La mia voce sembrava naturale e i miei modi sciolti e distaccati, ma solo io sapevo quello che si stava agitando dentro di me.

Era sempre stato così provocatorio? Il nostro rapporto era sempre stato così? Forse sì, e forse non riuscivo più a far finta di niente per gli ultimi avvenimenti e la scoperta del bene che gli volevo, e che superava di gran lunga il consentito per un'amica come lo ero io.

 

“Ah, il club dove andiamo dopo cena diventa una discoteca quindi se vuoi cambiarti.. non so.. fai tu, so che non ti piace molto ballare, ma se ti stanchi giuro che andiamo via prima e veniamo qui a giocare a scarabeo così ti straccio!” urlò dall'altra stanza.

 

“Morgan ti sei perso alcune cose quest'anno. Non ti preoccupare, credo che sarò a mio agio e se così non fosse sarò felice di batterti a qualsiasi gioco tu voglia!” gli urlai di rimando.

 

Era vero che non avevo mai avuto un debole per le discoteche. Ma essendo stata promossa alla casa editrice, avevo dovuto partecipare a non pochi eventi mondani per lavoro, e quindi il mio guardaroba, come il mio bagaglio di esperienze, si era ampliato.

Immediatamente cercai qualcosa da indossare e ovviamente mi ero portata ciò che di più bello avessi nell'armadio: voglio dire.... chi sapendo di andare ad Atlanta dal cast di TVD non si porterebbe i vestiti più belli?

Optai per un abito nero con le spalline larghe riempite di borchie, con lo scollo tondo, che lasciava le braccia nude e scendeva leggermente a palloncino fino a poco sopra il ginocchio, a cui aggiunsi dei grandi orecchini pendenti e delle scarpe a tronchetto nere con qualche borchia. I capelli erano sciolti, una linea lieve di eyeliner e un rossetto color carne.

 

Uscì dal bagno, dove mi ero rifugiata per prepararmi, e in quell'istante Jo uscì dalla camera da letto. Eravamo tutti e due ai lati estremi del salottino uno di fronte all'altra, ma a me sembrava così vicino, per come mi guardava, che sentivo il viso andare a fuoco.

 

Era bellissimo nella sua semplicità. Jeans scuri, maglietta bianca con lo scollo a V e una giacca di pelle leggera e nera.

 

Continuavamo a guardarci come se non ci fossimo mai visti veramente. I suoi occhi blu nei miei occhi castani.

 

“Penelope tu.... “ iniziò lui imbarazzato con il respiro corto “scusa Pen, è che non ti vedo da una vita, arrivi qui e sei...sei...”

“Cosa sono Jo?” bè, se lui poteva provocare allora lo potevo fare che io.

Mi avvicinai piano a lui che continuava a fissarmi spostando il peso da un piede a un altro in imbarazzo.

“Cosa Jo? Cosa sono io?”

“Sei fantastica, bellissima, sexy e solo a guardarti ho il cuore che sta scoppiando quindi usciamo immediatamente da questa stanza per favore, prima che ….”

A quelle parole mi ero immobilizzata e mi sembrava che anche il mio cuore lo avesse fatto.

 

Alla mia reazione Jo sembrò risvegliarsi da quell'intorpidimento che ci aveva presi entrambi.

“Prima che... Prima che chiami tuo padre e gli racconti come va in giro la sua bambina! Ti avviso che non sarebbe felice il caro vecchio Hanry, anche perchè quando hai compiuto 16 anni mi ha ufficialmente chiesto di tenerti d'occhio e quindi sono legittimato a chiamarlo!” finì la frase soffocando una risata e io, per tutta risposta, afferrai un cuscino che avevo preso dal divano e glie lo lanciai con tutta la forza che avevo in corpo.

 

Lui lo schivò e sfoderò il suo repertorio da Klaus “Don't be angry love”

“Va al diavolo JoMo. O come cavolo ti chiamano le tue fan adoranti!!”



Eccomi con il secondo capitolo....grazie infinite per le due recensioni....spero di migliorare ad ogni capitolo...
vi voglio bene!!
Emma

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Sposina86