10/12/2012
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Forget you
prologue
Londra.Tiffany entrò in casa, accese le luci e si sedette in cucina. Sospirò e subito si alzò iniziando a cucinare un uovo fritto. Per svagarsi, per non pensare a lui. Accese la televisione e subito la voce acuta di una presentatrice la colpì:
“I One Direction sono appena tornati dal loro tour in America durato tre mesi, le fan sono tutte in aeroporto ad aspettare i loro idoli, ci sono anche le loro ragazze, Eleanor e Danielle. Manca solo Tiffany… che sia successo qualcosa tra lei e Zayn?”
La ragazza sentì le lacrime salire e spense immediatamente la televisione. Non le andava di vederlo perché le sarebbe mancato ancora di più.
Afferrò quindi il suo iphone ed entro su twitter. Sbagliato. Controllò le menzioni e notò qualche domanda su lei e Zayn. Decise di rispondere ad una soltanto e quando lo fece si lasciò sfuggire una lacrima.
I ragazzi scesero dall’aereo e sorrisero, non gli era mai mancata così tanto l’aria di Londra. Percorsero il lungo corridoio che portava all’aeroporto e raggiunsero le ragazze. Liam si catapultò da Danielle, stringendola in un forte abbraccio, lo stesso Louis. Zayn alzò distrattamente gli occhi e non la vide. La sua assenza fu come un pugno allo stomaco. Si avvicinò alle ragazze.
“Avete notizie di Tiffany?”
Entrambe lo guardarono scuotendo la testa.
“È da un mese che non si fa sentire, è successo qualcosa?”
Come al solito, Zayn stava per minimizzare il problema troppo personale da esternare con Eleanor, ma fu interrotto da un’esclamazione dispiaciuta di Danielle.
Si voltò di scatto e vide gli occhi della riccia spostarsi dal suo iphone a quelli di Zayn. Liam la imitò e Zayn afferrò il telefono di scatto, guardando il display
@tiffanyjons perché non sei all’aeroporto con Zayn?
@adirectioner perché io e lui non stiamo più insieme.
Fu allora che Zayn capì cosa aveva combinato, cosa veramente provasse per lei. Era ferito e vuoto. Si voltò verso Paul, afferrò le chiavi della sua auto e uscì da un’uscita secondaria. La destinazione? Casa di Tiffany. Guidò per almeno cinque minuti, maledicendo ogni semaforo o ogni macchina che si fermava. Parcheggiò l’auto in doppia fila e corse verso il portone. Non poteva bussare, lei non l’avrebbe mai aperto. Si ricordò di avere ancora la sua chiave e, sperando che non avesse cambiato serratura aprì il portone, fece tre piani con le scale e arrivò davanti la sua porta col fiatone.
Tiffany intanto aveva divorato quel poco gelato che rimaneva in frigo e il mascara le era colato per colpa del pianto. Appena sentì una chiave girare nella porta pensò a Zayn, solo lui l’aveva. Balzò dalla sedia e asciugò le lacrime. La porta si aprì e gli occhi verdi della ragazza incontrarono quelli dorati di Zayn. Erano passati tre mesi e lui si stupì di quanto potesse essere ancora più bella dal vivo. Le si avvicinò a grandi falcate e cercò di abbracciarla. Aveva bisogno di abbracciarla. Ma la conosceva e sapeva che l’avrebbe respinto. E così fece, Tiffany lo allontanò trattenendo a stento le lacrime e, con voce tremante e incrinata, sussurrò:
“Vai via, ti prego”
“Non vado più via, io… io – esitò qualche secondo – io ti amo”
Non le aveva mai detto ti amo, non l’aveva mai fatto in quattro mesi in cui erano stati insieme per paura. Lui che non aveva paura di esibirsi, lui che non aveva paura degli haters, lui aveva paura di tre semplici parole.
“Troppo tardi, Zayn” rispose lei singhiozzando.
L’aveva conosciuta con un sorriso sul volto ed ora faceva male vederla piangere, per colpa sua.
“Ho sbagliato lo so, ho sbagliato lo ammetto! Ero confuso, non ti ho chiamato in questi tre mesi perché ero spaventato, sentivo un vuoto dentro solo pensandoti quando ero in America e questo mi spaventava, mi terrorizzava. Quando pensavo a te sentivo un calore impossessarsi del mio corpo, quando vedevo le foto di te con qualche tuo amico sentivo la rabbia crescere e se non fossi stato bloccato lì sarei corso qui per spaccare la faccia a quei quattro cretini. Io ti amo, cazzo. Non può finire così!”
Una lacrima salata rigò la pelle ambrata di Zayn e Tiffany capì che diceva sul serio. Non l’aveva mai visto piangere per nessuno e perniente. Ora piangeva per lei. Questa consapevolezza la uccideva ma non poteva farci niente. Era troppo ferita.
“Tu eri confuso? Tu – gli disse avvicinandosi pericolosamente a lui, puntandogli un dito contro. A lei mancava quell’odore di tabacco, a lui mancava quel tocco delicato – mi hai fatto patire l’inferno. Guardavo il telefono in continuazione, credevo fossi stanco, impegnato in qualche conferenza poi chiamavo Liam e lui rispondeva e io mi sentivo uno schifo. Ti chiamavo e tu? Tu lasciavi squillare, divertendoti con chissà chi! Pensavo che avessi trovato qualcun’altra. Mi sono sentita un avanzo, capisci?”
Zayn strinse forte i pugni, odiandosi.
“Scusa… hai ragione! Sono un bastardo, perdonami”
Tiffany voleva perdonarlo, voleva smettere di piangere ma non ci riusciva.
“Non ci riesco…”
“Mi ami?”
Era una domanda stupida per lei. Lei lo amava già dal loro primo sguardo, dal loro primo appuntamento, dalla loro prima volta. Lei lo amava tanto da starci male.
“Ti amo ma l’amore non basta, Zayn”
Lo sguardo del moro si illuminò al dolce suono di quel ‘ti amo’
“Basterà, te lo prometto” le disse stringendola
Tiffany cercò di opporre resistenza ma si lasciò cullare da quelle braccia
“Avevi promesso anche di chiamarmi e non l’hai fatto. Non mi fido più” disse bagnandogli la maglia.
Zayn le lasciò un piccolo bacio sulla fronte e uscì: “Ti farò ricredere”
La ragazza si lasciò cadere a terra. Le mancava ancora di più, ora.
-eccomi qui con un'altra fan fiction su Zayn.
Questo è solo il prologo ma ho già in mente altre idee. Spero vi sia piaciuto e che la storia vi abbia incuriosito. Lasciate una recensione per farmi sapere cosa ne pensate :)
vi lascio il link della mia ff su Niall che sta per concludersi: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1199308&i=1
Ciao belle, al prossimo capitolo!
Angi.