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Autore: Padmini    10/12/2012    4 recensioni
La giornata non potrebbe andare peggio di così. Mi sono svegliato in piena notte a causa di un fastidiosissimo allarme e non sono riuscito a riprendere sonno fino all'alba. Avrò dormito sì e no un quarto d'ora … poi è suonata la sveglia.
Dannazione.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lestrade , Mycroft Holmes
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Violet'
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I miss you

 

 

 

 

 

 

La giornata non potrebbe andare peggio di così. Mi sono svegliato in piena notte a causa di un fastidiosissimo allarme e non sono riuscito a riprendere sonno fino all'alba. Avrò dormito sì e no un quarto d'ora … poi è suonata la sveglia.

Dannazione.

Come se non bastasse, oggi dovrò tenere una tediosa conferenza stampa per via di quello psicopatico serial killer che, da qualche tempo, ha ormai ucciso sei vittime.

Sherlock ci ha lavorato parecchio e ha fornito indizi fondamentali per la risoluzione del caso. Oggi dovrò fare il punto della situazione con i giornali. Devo stare attento a non rivelare troppo perché abbiamo programmato un'azione per stanotte e non può andare male. L'intervista con i giornalisti serve anche a depistare il sospettato. Non deve sapere quali sono le informazioni in nostro possesso o salterà tutto. Faremo credere di essere ancora in alto mare, mentre in realtà sappiamo già chi è e dove colpirà. Sarà una giornata lunga, ma sono sicuro che con Sherlock e John al mio fianco nulla potrà andare storto.

Inoltre, quando tutta questa storia sarà finita, potrò concedermi la mia medicina preferita.

Non vedo l'ora.

 

 

Arrivo a Scotland Yard puntuale, come sempre. Ho bisogno di un caffè. Subito.

“Sally” dico, sedendomi alla mia scrivania “Un caffè nero”

“Subito” mi risponde lei.

Sento che è irritata. Le secca che la tratti come una segretaria, ma dal finto suicidio di Sherlock ho dovuto degradarla per il suo comportamento poco professionale.

Ha lasciato che i suoi sentimenti di invidia verso un uomo la portassero a commettere un errore che poi si è rivelato fatale. Se non fosse stato Sherlock, probabilmente avrei la vita di un uomo sulla coscienza. In tutta onestà, durante quei tre anni di assenza ce l'ho avuta.

Sally è tornata con il caffè. Lo bevo tutto d'un fiato. Amaro e bollente, come piace a me. Per dimenticare i problemi, per vivere il presente momento per momento. La lingua ustionata, per esempio. Meglio pensare a questo che al finto suicidio di quel pazzo, no?

“I giornalisti arriveranno presto” mi dice “Sono quasi le nove”

Annuisco.

“Ti raggiungo tra due minuti”

“Va bene” risponde lei, e se ne va.

Finisco di bere le ultime gocce del mio caffè e mi alzo. L'unica nota positiva di questa tortura è che non verrà interrotta da SMS mandati dal mio sociopatico preferito, con l'unico intento di dimostrare ai giornalisti il basso livello del quoziente intellettivo di Scotland Yard.

Mi blocco davanti all'ascensore. No, probabilmente li manderà lo stesso. Anche se le false informazioni che daremo in pasto alla stampa sono concordate, non ricevere quegli irritanti messaggini da sua Maestà il Re dei detective potrebbe insospettire i giornalisti. Non posso nemmeno spegnere il mio cellulare. Sarà dura anche stavolta.

 

 

I giornalisti sono già arrivati tutti e io sono in ritardo. Meglio così. Dà l'impressione che ho un mucchio di lavoro da fare e non ho tempo da perdere con la stampa.

Mi siedo in fianco a Dimmok. Un tempo c'era Donovan al suo posto. Oggi deve accontentarsi di posare la bottiglietta d'acqua sul tavolo e controllare che il bicchiere sia vuoto e pulito.

Do il benvenuto a tutti i presenti e comincio la mia spiegazione del caso annunciando che, come al solito, potranno cominciare a farmi le domande solo quando avrò terminato. Come al solito? Chi prendo in giro?

Come al solito, alla prima informazione sbagliata – volutamente sbagliata – arriva il classico messaggio irritante di Sherlock.

Sbagliato.

Perfetto. So benissimo che è sbagliato.

Il messaggio arriva anche ai giornalisti che, impazienti, mi chiedono spiegazioni. Domande su domande si accavallano e Dimmok, con mia somma gratitudine, fa zittire tutti.

La scena si ripete due o tre volte, fino a quando riesco a terminare l'esposizione dei fatti così come li abbiamo concordati con Holmes.

“Ora potete farmi tutte le domande che volete”

Sospiro. Dopo questa disastrosa esposizione, continuamente interrotta da Sherlock, le domande saranno tremende. Devo stare attento a rispondere bene, a non uscire dal copione.

Ormai Sherlock ha fatto la sua parte. Non penso che mi torturerà ancora con quegli stupidi messaggini, ma non si sa mai. Gli Holmes sono una razza strana …

Non faccio in tempo a finire il pensiero, che questo si materializza davanti ai miei occhi.

No! Non ora! Perché ora? No, non è possibile.

Cerco di restare calmo.

Perché lui è qui?

È entrato silenziosamente, come un gatto. Nessuno ha pensato di fermarlo. Ora è lì, in fondo alla sala. Mi osserva con quegli occhi magnetici.

È impossibile ignorarlo.

Nonostante tutto devo cercare di mantenere il controllo, di restare lucido e concentrato sul lavoro …

No !

Quest'uomo vuole la mia morte.

Si sta passando la lingua sulle labbra e mi guarda con quegli occhi ammaliatori...

Vorrei saltargli addosso, mordere quelle labbra perfette e farlo gemere di piacere …

Scuoto leggermente la testa. Non è il momento. Non ora.

Distolgo lo sguardo dalla mia medicina preferita – quella che non vedo l'ora di prendere – e mi rivolgo ad una giornalista che mi ha appena fatto una domanda.

Questa distrazione mi è fatale.

Con quelle gambe chilometriche riesce ad eliminare la distanza che ci separa in pochi passi. Prima che me ne accorga è di fronte a me. Mi girò lentamente verso di lui. Sento gli occhi dei giornalisti puntati verso di me. Non che prima non mi stessero osservando, ma ora è diverso. Si chiedono chi sia quest'uomo misterioso che mi sovrasta.

Non so cosa fare. Ignorarlo? Sembra la mossa giusta. Ci provo. Tornò a fissare la giornalista che mi aveva fatto la domanda, ma lei sembra più interessata a quello che sta succedendo dietro il mio tavolo.

Torno a guardare il mio amore. Sì, lui è il mio amore. L'uomo della mia vita. Al diavolo mia moglie. Non era colpa sua se mi tradiva. Anzi, mi ha fatto un piacere. Il divorzio è stato il regalo più bello che avesse potuto farmi. Mi ha aiutato a stare solo e a capire quanto amo l'uomo che ora è in fianco a me. Se non fosse per i giornalisti lo bacerei, ma non posso.

Devo essere professionale.

Lui no. Lui non deve essere professionale. Non in quest'ambito.

Mi afferra per il bavero con un gesto brusco ma allo stesso tempo elegante. Mi chiedo sempre come faccia a incarnare potenza e classe. C'è l'ha nel sangue.

Mi trascina verso il suo viso e si china verso di me per agevolarmi. In un istante le nostre labbra sono unite.

Mi sento avvampare.

Non c'è nulla che desideri di più al mondo che sentire le sue labbra e la sua lingua. Sprigionano un calore che sembra impossibile per un uomo soprannominato 'the iceman'. Non è una danza, è un vero e proprio terremoto. Ogni cellula del mio corpo vibra sotto la sua presa così salda ma allo stesso tempo dolce e sensuale. Per un momento il mondo intero svanisce e ci siamo solo noi due.

“Mycroft ...” sussurro, staccandomi leggermente da lui “La conferenza stampa ...”

“Avevo fretta” risponde lui, per nulla imbarazzato.

Tipico.

“Volevo solo augurarti buona fortuna per stasera” mi sussurra, facendo bene attenzione che i giornalisti non sentano “Inoltre …”

Si interrompe. Lancia un breve sguardo ai presenti. Ci stanno fissando ad occhi spalancati e devono essersi dimenticati di respirare.

La tensione è palpabile.

“ ...mi mancavi” mi soffia in un orecchio.

Divento ancora più rosso e sento qualcosa di ingombrante e inopportuno sul cavallo dei pantaloni.

Dannato Mycroft! Non poteva aspettare! Se fosse per me lo sbatterei su questo tavolo per farlo urlare di piacere ma ...

Non posso.

Devo essere professionale.

Maledizione.

Mycroft ha sicuramente intuito i miei pensieri perché mi sorride sornione. Poi, così, come è comparso, se ne va, lasciandosi dietro solo l'aroma esotico e invitante del dopobarba che gli ho regalato per Natale.

Mi chiedo se i titoli dei giornali domani saranno incentrati sul caso o sul mio bacio con quel pazzo Holmes.

Già mi manca.

Non vedo l'ora che arrivi domani, per poterlo rivedere.

Sarà una notte molto lunga.

   
 
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