Una volta fuori dal locale Heather si precipitò verso la macchina, poco lontano ed era tanto di corsa che dovette negare degli autografi a due ragazze che glieli avevano chiesti. Erano già le otto e dieci, Naya era una persona puntuale… Le risuonavano ancora in testa le parole di Taylor..

*Poveretto* pensò mentre saliva in macchina, ma ci ripensò: aveva fatto la cosa giusta, lei voleva Naya. Non potè fare a meno di mordersi il labbro. Fece la strada di corsa, ma a quell’ora c’era traffico. L’orologio camminava senza pietà ed Heather voleva quasi piangere: Naya era già arrabbiata, ci mancava solo il suo ritardo!

***

Naya arrivò sotto casa alle otto e trentacinque. Il portone era aperto e così entrò senza bisogno di bussare. Meglio così: arrivo a sorpresa.

Giunse davanti alla porta in breve tempo e bussò al campanello riavviandosi i capelli.

***

Nove meno venti, Heather quasi volò fino alla porta di casa per trovarvi una Naya felpa-e-leggins. Era particolarmente nera… per la rabbia!

“Questa me la spieghi!” disse a denti stretti, furibonda.

“Non so nemmeno perché ti ho aspettato per ben dieci minuti come un’idiota… probabilmente solo per dirti che hai peggiorato la situazione!” disse facendo per andarsene.

“No, no Naya perfavore…” Heather la fermò, approfittando della situazione per abbracciarla.

“Hai una possibilità…” cominciò la nera allontanandola bruscamente.

Alla ragazza si illuminarono gli occhi.

“Dimmi dove e con chi eri. Attenta Heather!” adesso era davvero minacciosa.

La bionda si sentì tremare le gambe.

*Meteoriti, se dovete cadere è questo il momento* pensò senza perdere nemmeno in quelle situazioni il suo senso dell’umorismo.

“D’accordo Naya, possiamo entrare?” la supplicò con gli occhi.

La bruna aggrottò lo sguardo. C’era addirittura bisogno di mettersi comodi per saperlo?!

“Io non entro se sprechi la tua possibilità…” rispose secca.

Heather si perse nello sguardo color pece che la metteva in soggezione. Fece un paio di respiri profondi.

*Non c’è niente da nascondere, era un problema che riguardava entrambe e io volevo solo risolverlo!* Si disse per farsi forza.

La guardò tremante, poi presa di coraggio, buttò fuori tutto d’un fiato:

“Ero con Taylor, dovevamo vederci per chiarire e ho fatto più tardi del previsto!”

Si appoggiò con la schiena al muro. Era davvero spaventata dalla reazione di Naya.

La ragazza rimase con la bocca dischiusa per qualche secondo, con il sangue raggelato nelle vene. Proprio lui era l'ultima persona che si sarebbe voluta sentir dire!

“Beh... Mi sa che questa volta me ne devo davvero andare...” disse molto piano e con movimenti lenti si girò.

Heather sentì il peso della situazione sul petto: Naya aveva capito che l'appuntamento era stato programmato tempo prima e che lei non l'aveva avvertita: come aveva potuto?!

“Naya...” mormorò ad occhi chiusi.

“Oh no, non voglio che tu ti offenda! Ho solo bisogno di andare a casa. Forse sarebbe meglio che ci vedessimo direttamente giovedì alle prove.” disse con voce innaturalmente tranquilla senza voltarsi.

La ragazza spalancò gli occhi. Tre giorni senza vedersi?! Heather non riusciva a credere che glielo stesse chiedendo! Fece qualche passo in avanti e afferrò la mano di Naya come fosse un'ancora di salvezza costringendola a girarsi. Quando i loro occhi si incontrarono disse qualcosa che venne dalla sua anima:

“Io ti amo.” Gli occhi le si riempirono di lacrime. Sentì il corpo di Naya sussultare a pochi centimetri da lei.

Naya si sentì svenire, d'un tratto aveva voglia di sedersi e per evitare di cadere si aggrappò alle spalle di Heather avvicinandosi a lei.

“Come?” chiese con voce rotta, avvicinando un orecchio alla bocca di Heather come per sentire meglio.

“Ho detto che non puoi chiedermi di stare tre giorni senza di te perché io ti amo.” Rispose la bionda abbracciandola stretta.

Una lacrima scivolò sulla guancia della bruna. Appoggiò una mano dietro la nuca della ragazza che la stringeva e cercò di abbracciarla ancora più forte. Passarono secoli così, o forse solo pochi secondi. Poi Naya si staccò per guardarla in faccia. La baciò delicatamente. Prima su un occhio...poi sull'altro...poi sulla fronte... su entrambe le guance. Appoggiò la sua fronte a quella dell'altra e la guardò per un attimo negli occhi prima di lasciarle sulla bocca il bacio più carico di significati di cui fosse capace.

“Grazie...” sussurrò ad occhi chiusi.