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Autore: LadyPalma    10/12/2012    1 recensioni
Potranno Caterina e Maria trovare la felicità dopo inganni, tradimenti e fughe? Forse, ma questo è ciò che può accadere dopo. All'inizio c'è solo una lettera e un altro piano dei Bolena!
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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11.

 

“Vostra Maestà, non so cosa fare!” esclamò Lucia, entrando nella stanza della Regina e facendo una frettolosa riverenza.

Caterina scrutò per un po’ quell’ospite inattesa e poi posò lentamente sul tavolo affianco a lei il cucito. Sembrava visibilmente agitata e la Regina, sapendo in fondo di lei solo che era ormai la corteggiata ufficiale di Gregory Cromwell e la migliore amica di sua figlia, si agirò a sua volta, pensando subito a qualcosa di brutto che potesse essere accaduto a qualcuno dei due.

“Lady Lucia calmatevi, vi prego! Cos’è successo?” chiese infine facendole cenno di avvicinarsi.

“E’ per la Principessa Maria... E’ chiusa da questa mattina nelle sue stanze e non vuole vedere nessuno...” rivelò la ragazza leggermente esitante “Non ve ne ho parlato per non preoccuparvi…” aggiunse poi in tono di difesa.

Caterina si alzò rapidamente e abbandonata del tutto qualsiasi altra occupazione, corse quasi verso la stanza della figlia. L’aveva vista strana veramente dalla sera precedente al ballo in loro onore che le aveva ripresentate ufficialmente a Corte, ma non credeva che quel suo essere strana fosse qualcosa di negativo: forse stava male, forse era spaventata, forse era triste, arrabbiata, magari si sentiva sola… Scosse rapidamente la testa lasciando scrollare quelle domande inutili e bussò alla porta per trovare finalmente delle risposte concrete.

“Lucia, è inutile che continui a bussare tanto…” giunse una voce rotta dall’altro lato della porta.

“Maria, tesoro, sono la mamma, fammi entrare ti prego…” la interruppe subito la madre, con la voce più dolce che avesse potuto avere.

Attimi interminabili di silenzio seguirono, ma finalmente la porta si aprì il poco che bastava per far entrare la donna, mentre le dame furono costrette per loro grande delusione e dileguarsi e lasciare le due reali da sole.

“Tesoro…” mormorò Caterina avvicinandosi leggermente e poggiando le mani sulle spalle della figlia, che si ostentava a tenere lo sguardo basso. Non era un buon segno di certo, ma quando finalmente lo alzò fu anche peggio: occhi gonfi, volto umido, non c’erano dubbi che stava piangendo.

“Mamma” sussurrò semplicemente con voce rotta, tuffandosi tra le sue braccia, lasciandosi cullare da quella splendida sensazione di casa e di famiglia che in tutti quegli anni le era mancato così tanto e che solo sua madre riusciva veramente a darle.

Anche la Regina del resto non perse occasione per consolare sua figlia e dimostrarle di poter esserle finalmente vicino. Provava ogni volta rimorso e dolore al pensiero di non averla potuta guardare crescere e forse solo adesso si accorgeva veramente che la ragazza che stringeva tra le braccia era una giovane donna.

“Che succede? Dimmelo, Maria, ti prego…” le disse poi prendendole il viso tra le mani e facendo specchiare i loro occhi, così simili nel colore, così simile nella tristezza che trattenevano.

“Oh mamma! Io….” Iniziò esitante abbassando lo sguardo “Io lo amo, mamma, lo amo da impazzire!” esclamò poi coprendosi il volto tra le mani.

“Chi?” domandò sua madre confusa e sorpresa da quell’inaspettata rivelazione.

“E’ il mio primo amore, ma è anche il mio vero amore… E non posso perderlo, anche lui mi ama… Non doveva andare così…” continuò a dire Maria tra le lacrime che avevano ripreso a scendere sulle sue guance.

“Chi, Maria, chi?” ripetè nuovamente Caterina con voce più forte afferrandole le mani.

La Principessa fissò sua madre per qualche secondo senza riuscire a parlare. Le lacrime si erano fermate e rimaneva solo un’insostenibile e inspiegabile vergogna e temeva la reazione che avrebbe potuto avere quella che rappresentava la donna più importante della sua vita: avrebbe fatto qualunque cosa per renderla orgogliosa, qualunque cosa, eccetto una.

“Charles Brandon…” mormorò infine con voce più chiara di quella che credeva “Lo so che può sembrare assurdo, ma ci siamo innamorati… E adesso tutto è perduto” spiegò osando alzare lo sguardo per spiare la reazione, che però non era quella che si era immaginata.

Caterina era stupita, certo che lo era, ma non quanto lo sarebbe dovuta essere. La verità era che se lo era aspettata, conosceva il duca di Suffolk e sapeva quanto poteva essere affascinante e sospettava che qualcosa fosse successa tra loro.

“Non siate arrabbiata vi prego” mormorò Maria, dopo qualche attimo di insopportabile silenzio.

“Non sono arrabbiata” chiarì immediatamente la donna più adulta con un piccolo sorriso “Non so cosa dire, non so cosa pensare, ma non è una cosa di cui vergognarsi, l’amore non è mai una cosa di cui vergognarsi” disse poi con una strana luce che le brillava negli occhi.

Anche gli occhi della Principessa si illuminarono all’improvviso e strinse le mani che la madre le stava porgendo, sorridendole in un misto di sollievo e serenità.

“Mi aiuterete dunque?” le chiese in attesa.

“Si, certo che ti aiuterò, sempre” promise Caterina fissandola negli occhi “Ma adesso devi raccontarmi tutto… Vedrai che troveremo un modo”

“Pensavo che fosse importante sposare un principe straniero e che non potessi scegliere” disse Maria d’un tratto pensierosa.

“Hai ragione, è importante il destino e sono importanti i titoli e i buoni matrimoni…” convenne sua madre mentre uno strano sorriso di difficile interpretazione si formava sulle sue labbra “Ma adesso credo che  l’unica cosa che conti davvero sia la felicità… E lotterò con tutta me stessa credimi, almeno per la tua”

**

Edward Seymour era in trepida attesa: i servigi che aveva da tempo prestato al Re stavano per essere finalmente in parte ricompensati, ma la promessa elevazione a nobiltà non era a sufficienza per lui; voleva più ricchezze, voleva più potere, voleva semplicemente di più e, calcolatore quanto ambizioso, sapeva anche come ottenerlo. Il Re si era da poco ripreso la sua moglie Caterina è vero, ma la rapidità con cui cambiava idea e la debolezza che mostrava nei confronti del gentil sesso facevano ben sperare in un nuovo rapido stravolgimento riguardante la persona che condivideva con lui il trono, o, come punto di partenza, perlomeno il suo letto. Non era iniziata in fondo così con Anna Bolena? Più il tempo stringeva e più si sentiva nervoso, perché Edward lo sapeva: dipendeva tutto da quell’incontro.

“Andiamo, fratello, rilassati: tra poco il Re ti nominerà barone e tutto andrà per il meglio” disse suo fratello Thomas facendosi beffa della sua tensione dandogli una pacca sulla spalla.

“Duca, mi appellerai come duca” replicò semplicemente Edward con uno strano sorriso sulle labbra.

“Duca?” gli fece eco sua sorella Jane, parlando per la prima volta “Hai davvero così tanta fiducia nelle tue capacità persuasive?” gli chiese poi in un misto di incredulità e divertimento.

Il più grande dei fratelli Seymour si fermò a guardarla per un attimo e lunghi capelli color dell’oro, occhi chiari, bei lineamenti e un dolce sorriso che le conferiva un’aria da ragazzina.

“No, cara sorella, mi fido ciecamente delle tue”

**

 

L’eco delle parole della figlia si ripeteva ancora nella sua mente e il vero significato del segreto che le aveva rivelato, adesso prendeva completamente forma: la sua piccola Maria era diventata sul serio una donna e, come prevedibile, si era innamorata. Certo Charles Brandon non era l’uomo ideale che aveva pensato come genero, ma era stata d’altronde lei stessa a affidare la vita della Principessa nelle sue mani. Preoccupazioni, congetture, rimorsi e sentimenti contrastanti popolavano la mente della Regina, mentre camminava in compagnia di alcune dame per il giardino del Palazzo, tenendosi però a debita distanza dall’ enigmatico labirinto, memore di esperienze troppo cariche di amaro dolore. Ciò che però l’avrebbe preoccupata di lì a poco sarebbe stata una questione ben diversa, che la sua coscienza si sentiva pienamente coerente nell’abbandonare, ma che il suo cuore di donna e di madre tuttavia non avrebbe potuto evitare di ignorare.

“Lady Elisabetta, venite qui!”

Fu quella voce il preludio di quello strano incontro e quando Caterina si ritrovò improvvisamente una vivace bambina di tre anni attaccata alla lunga gonna del vestito, si sorprese non poco nel collegarla dopo qualche istante alla povera balia che la stava rincorrendo affannata.

“Lady Elisabetta, lasciate stare la Regina…” disse nuovamente Lady Joan visibilmente imbarazzata dalla situazione “Vostra maestà sono mortificata” continuò inchinandosi con rispetto, mentre le altre dame presenti trattennero per un secondo il fiato.

“Non vi preoccupate…” mormorò lentamente Caterina, con lo sguardo fisso sulla bambina che le sorrideva calorosamente, e non potè evitare di sorriderle a sua volta.

Si era irrigidita infatti nel realizzare che si trattava della figlia della sua peggior nemica, ma non si era allontanata, riconoscendola prima di tutto semplicemente come una bambina, che avrebbe quasi sicuramente vissuto le stesse sorti di sua figlia Maria. Si abbassò un po’ esitante sulle ginocchia per portarsi alla sua altezza e le aveva preso le candide manine.

“Siete molto bella…” sussurrò la bambina, fissando i lunghi capelli neri della donna.

“Tu lo sei di più” replicò Caterina sorridendole dolcemente.

“Posso chiedere una cosa?” chiese d’un tratto Elisabetta fissandola con i suoi grandi occhi chiari “Mia mamma morirà?”

L’innocenza e la naturalezza con cui aveva posto la domanda fecero tremare la Regina che per un moment, colpita, le lasciò di scatto le mani, ma poi sinceramente non potè evitare di annuire. E sorprendentemente la bambina non chiedeva il perché o il come, ma, dimostrando un’intelligenza decisamente spiccata e precoce, chiedeva solo una cosa: un aiuto per la salvezza di quella che molti definivano ancora “la Gran Puttana” e lo chiedeva proprio a lei, la donna che meno di tutti avrebbe avuto motivo di esaudire quel desiderio. E l’unica donna che forse aveva il cuore di farlo.

“Non lo so, non so se posso…” mormorò ancora sconvolta, cercando di comparare l’assurdo odio nei confronti di Anna e l’infinita dolcezza che le infondeva quella bambina.

“Io credo che potete, Vostra maestà… Avete gli occhi azzurri” ribattè candidamente Elisabetta riprendendo nuovamente il sorriso.

“Occhi azzurri?” ripetè confusa la donna, con una breve risata.

“Si, le persone con gli occhi azzurri sono speciali”

Forse era vero, pensò Caterina. E anche Anna Bolena ce li aveva.

 

   
 
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