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Autore: Graveto    11/12/2012    0 recensioni
Partenza per uno dei viaggi che potrebbe essere la realizzazione dei sogni dei protagonisti e non solo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voglio dirvi come passo la mia giornata.
Colazione al bar, computer, pranzo, computer, amici, cena e letto; però non è molto importante rispetto a quello che sto per raccontarvi.
 
La mia Storia inizia con una delle mie solite giornate davanti al pc tra facebook, twitter e you tube.
 
Andai in bagno lasciando il computer acceso e, quando tornai, d'improvviso trovai un nuovo messaggio inviatomi  da mia zia Mary che mi invitava a passare le vacanze da lei in California, con una sola variante, potevo portare due persone con me. Subito capii chi sarebbero stati i miei “accompagnatori”; così presi in mano il cellulare e composi il numero della mia amica Giada che rispose quasi all’istante. Il cuore mi pulsava in gola e non sapevo se esprimere la mia felicità per quanto accaduto o invitarla semplicemente a venire con me in America. Feci tutte e due le cose e lei, entusiasta e eccitata all’idea di questa piccola avventura, accettò più in fretta del previsto. Sapevo che avrebbe accettato senza mostrare alcuna riluttanza perché la destinazione di questo fantastico viaggio sarebbe stato il luogo di nascita di una delle Band, a mio parere, più innovative e fantastiche del mondo intero, i Black Veil Brides.
Al termine della chiamata non mi restava che scegliere un’altra persona; quindi decisi di contattare un’amica di Milano, conosciuta vari mesi fa, e siccome anche lei impazziva per i BVB, cercai di contattarla in qualsiasi modo ma senza esiti positivi. Decisi di trovare due voli per andare di persona a casa sua, riferirle la notizia e sperare nella sua partenza.
La mattina seguente io e Giada andammo in aeroporto, prendemmo il primo volo per Milano e, arrivati a destinazione, la chiamammo al telefono; con nostra grande gioia finalmente rispose.
Per scoprire dove abitava e non farle sapere del nostro improvviso arrivo, le dissi che avevo bisogno del suo indirizzo perché volevo mandarle un regalo, lei con un po’ di riluttanza me lo comunicò.
A quel punto non restava che andare da lei a farle questa grande sorpresa. Di fatti chiamammo un taxi, caricammo i bagagli e partimmo. Destinazione casa di Soraya, unico obbiettivo prima del grande viaggio.
Durante il tragitto vidi Giada perplessa e sapevo anche il perché, conoscendo i genitori di Soraya non sarebbe stato facile portarla con noi, ma dovevamo tentare; per fortuna i tre biglietti erano stati prenotati con partenza Milano, volo diretto per Los Angeles e senza scali.
Arrivammo dopo mezz’ora di “agonia”; col cuore nuovamente in gola e con Giada che mi stava accanto stringendo il mio braccio, quasi a volerlo rompere, con le mani che mi tremavano suonai al grande portone di casa Cinisello. La porta si spalancò mostrando il volto di un uomo sui quarant’anni, alto, capelli scuri e vestito con una certa classe. Prima che potessimo aprire bocca sentimmo un urlo di gioia provenire dal fondo del corridoio che dava alla scalinata della casa, io e Giada ci guardammo e con un grido collettivo gridammo il nome Soraya che, come un fulmine a ciel sereno, ci saltò addosso facendoci quasi cadere; dopo questa fantastica accoglienza, fummo presentati alla sua famiglia che iniziò a farci domande sul motivo della nostra visita. Accomodatoci sul divano iniziai  a spiegare tutto per filo e per segno, cercando di dissuadere i suoi genitori a farla partire con noi; come avrete già capito Soraya aveva accettato la proposta. Passammo quasi tre ore a discutere del perché e del per come e alla fine vinsi questa battaglia con un colpo di gentilezza e astuzia. Con grande stupore, scorsi la nostra amica che metteva i bagagli già pronti con l’etichetta davanti all’entrata, era così eccitata all’idea che non le importava se il volo sarebbe partito tra cinque ore. Nell’attesa ci mostrò l’interno della sua, a mio parere, splendida casa. Nel mentre passarono altre tre ore e, chiamato nuovamente un taxi e salutato la sua gentile famiglia, partimmo sparati per la grande e speciale vacanza che ci avrebbe atteso al nostro arrivo in California.
  
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