Come tutte le noiosissime mattine mi dovetti far svegliare bruscamente dalla sveglia assassina.
Mi lavai, mi preparai e mi avviai verso la scuola. Per strada incontrai Irene e Anna, come ogni mattina.
Arrivate in classe ci sedemmo ai nostri posti : io con Anna e Irene davanti a noi.
Poco dopo arrivò la professoressa di matematica che ordinò a tutta la classe di sedersi e tacere mentre apriva il registro di classe per segnare gli assenti :
Ire: “come al solito l’Elli è in ritardo…” si girò Irene.
Io: “sì…se non arriva entro…  *guarda l’orologio*  un minuto la prof. le darà una nota…”
Quando la professoressa stava per scrivere ‘assente’ di fianco al nome, Eleonora arrivò. La sua tipica botta di culo giornaliera :
E: “ECCOMI PROF!”
P: “D’accordo, per questa volta non ti scrivo niente, ma sia chiaro, non voglio più un ritardo del genere!” gridò.
E: “va bene…scusi” Disse sedendosi di fianco a Irene.
Le lezioni erano al termine e, tra una chiacchiera e l’altra, mi chiesero :
E: “alloraaa? Come va con Zayn ‘sonofigo’ Malik?
Io: “direi bene…”
Ire: “ti conosciamo bene e sappiamo che è il momento di dirgli cosa provi per lui!”
Io: “ lo so, ma sapete che non posso… ho paura, paura che lui non ricambi o che la nostra amicizia finisca”.
A: “sappiamo bene tutto ciò, ma sappiamo anche che lui prova lo stesso per teee!”
Io: “ma questo te lo sei inventata!” arrossii.
Ire: “no, no cara, si capisce da come ti guarda, da come arrossisce quando sente il tuo nome… <3”
E: “e poi siete pucciosissimi (?) insieme!”
Io: “Naaah…” arrossii di nuovo “vi sbagliate davvero!”
Ire: “facciamo una cosa, noi oggi pomeriggio usciamo con lui, naturalmente vieni anche tu e, quando farai finta di avere una telefonata, ti allontanerai e noi tre potremo chiedergli cosa ne pensa di te e cosa prova, OK?
Io: “non lo so…”
A: “dai così almeno capisci che ti amaaa!”
E: “giusto! Per essere più sicure che tu ci creda, registreremo tutto!”
Ire/A: “esatto!”
Io: “d’accordo, però promettetemi di non esagerare, non assillatelo…”
E/Ir/A: “no, no tranquilla!”
Finalmente  la campanella suonò e uscimmo da scuola.
Vidi Zayn che salutò gli amici, per poi venire verso di me, mentre le mie tre amiche fidate erano magicamente sparite dietro un albero:
Z: “hei scema <3”
Io: “ciao scemo, come vaa?”
Z: “bene, ma ti volevo chiedere una cosa…”
Io: “anche io! Prima tu…”
Z: “oh no, prima le signore ahahah”
Io: “ahahah va bene, ti andrebbe di andare a mangiare fuori e poi più tardi ci incontriamo con Elli, Irene ed Anna?”
Z: “perfetto, andiamo?”
Io: “certooo”
Mentre camminavamo regnava il silenzio, che ad un certo punto fu spezzato dal mio cellulare che squillò:
Io: “scusami un attimo, devo rispondere…”
Z: “certo…” Mi allontanai e risposi.
Io: “pronto?”
Ire/E/A: “ma dove sei finita?! Ti abbiamo cercata dappertutto!”
Io: “scusate, sono fuori con Zayn”
Zayn mi sorrise e io ricambiai
“ci vediamo oggi pomeriggio, ciao!”
Ire/A/E: “OK sporcacciona, ciao!”
Riattaccai e sorrisi a Zayn:
Io: “entriamo qui?”
Z: “OK!”
Entrammo in una pizzeria che faceva una pizza buonissima e ci sedemmo. Io feci per sedermi di fronte a lui quando mi disse:
Z: “siediti qui vicino a me! Mi sento solo…”
Io: “Ahahah va bene”
Mi sedetti di fianco a lui. Poco dopo arrivò la cameriera per ordinare:
cameriera: “cosa ordinate?”
io: “io prendo una pizza margherita e una cola”
Z: “io pure” mi sorrise.
Cameriera: “benissimo, torno tra poco con le ordinazioni”
Io/Z: “grazie”
Poco dopo ancora silenzio…oggi sembrava strano.
Spostai di poco la mia mano sul divanetto che, per sbaglio,  si andò a posare su quella di Zayn: alzammo subito lo sgardo e io mi ritrovai a fissare quei bellissimi occhi marroni e feci una bella figura da ebete, perché non avevo ancora spostato la mano. Feci uno scatto e finalmente tolsi la mia mano dalla sua, lui mi sorrise e entrambi diventammo paonazzi in viso:
Io: “ehm…scusa”
Z: “no… ehm… figurati!”
Il momento imbarazzante fu spezzato dalla cameriera che ci portò il pranzo. Io mangiai tutto subito, ma notai che Zayn non aveva mangiato molto. Finito di mangiare (solo io) gli chiesi:
Io: “va tutto bene?”
Z: “usciamo…”
Perché dovevamo uscire? Cosa era successo? Ero preoccupata.
Uscimmo e, non capendo ancora cosa stesse succedendo, mi sedetti su una panchina:
Io: “allora, cosa succede?”
Z: “beh, ecco… è importante, io…”