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Autore: _Haily_    11/12/2012    1 recensioni
Gervhart, un uomo che costretto dalla guerra, abbandonò la sua terra, Edras, quando era ancora un bambino.
Cresciuto, vuole far ritorno alle sue origini, per trovare la vendetta che cerca da anni. Aiutato da Raki, sua amica d'infanzia, che nasconde uno straordinario segreto, il vecchio Rhoderich e la sensuale Asha, 'arma' di Gervhart, faranno ritorno a Edras, riscoprendo in esso, tutte le verità che si celano dietro al Re Nero.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Premessa: Scusate il ritardo ma in questo periodo natalizio, tra una cosa e l'altra, ho fatto fatica ad aggiornare =A= Questa è praticamente la seconda parte del capitolo precedente, un sacco di roba insomma XD Da cui in poi inizia un bel casino e spero di non lasciare indietro niente! D:
In questi ultimi capitoli si è parlato un sacco di Raki e ho tralasciato molto Asha, ma tranquilli che adesso arriva anche la sua parte ;W;
Ah! Non so se vi ricordate la ninna nanna del terzo capitolo, bhe, qui viene ripresa, vi lascio il link ne caso vorreste ascoltarla: Link
Sono arrivata ad un punto in cui posso finalmente mostrarvi anche gli aspetti dei personaggi :D si sò anche disegnare =A= più o meno. Posto alcuni disegni che feci tempo fa.
Gervhart: 1
Rhoderich: 1
Raki: 1 Raki nei suoi 14 anni: 1
GerRaki: 1
Rho e la piccola Raki >W<: 1

Spero che siano come ve li siete immaginati ;W; Almeno adesso quando leggete potete capire come sono XD
Buona lettura e alla prossima! Sicuramente aggiornerò nel prossimo anno 8D





Capitolo 13

Torna da me.Niente più rancori.Tatuaggio







Davanti agli occhi increduli e spaventati di Gervhart, quella che fino a poco prima era la sua piccola amica d'infanzia, una creatura imponente si ergeva maestosa tra le alte querce che ne facevano da sfondo.
Gli occhi spalancati di quel drago sembravano volergli uscire dalle orbite, il colore giallo degli occhi di Raki era rimasto lo stesso, ma non il suo corpo, che adesso era ricoperto di squame verde acqua.
I lupi avevano circondato Raki, erano coraggiosi, ma davanti a quella bestia il loro istinto gli intimava di stare alla larga. Ringhiavano per autodifesa, davanti ad un predatore di quel calibro, l'intimidazione era la prima regola.
Il drago li scrutò uno ad uno, sbuffando dal naso e mostrando le sue fauci sibilando dalla gola. Era bastato un piccolo movimento di uno dei lupi per farla adirare. Il suo urlo fece vibrare le piante riecheggiando in ogni dove, Gervhart si dovette coprire le orecchie, il boato fu tanto forte che sembrava trapanargli i timpani. Presa dalla rabbia cominciò a muoversi non curante di ciò che aveva intorno. Le ali spiegate prendevano contro ai rami degli alberi, strappandoli come carta, la coda sembrava una frusta che frantumava le rocce cercando di colpire i lupi che si spostavano giusto in tempo. I suoi passi pesanti facevano tremare il suolo come un terremoto.
Non si preoccupò nemmeno di Gervhart, se non fosse stato svelto a scansarsi sarebbe rimasto schiacciato da Raki. Sembrava non essere più in lei, come se quella creatura ne avesse preso il pieno controllo.
-Raki smettila!-
Urlò con tutto il fiato che aveva in gola, per poter farsi sentire in mezzo a tutto quel baccano, avvicinandosi a lei e fu solo fortunato. Involontariamente una delle zampe di Raki  sfiorò il volto del ragazzo, ma sentì molto bene la punta dell'artiglio che gli trapassò la pelle del viso in un dolore lancinante.
Urlò di dolore coprendosi il viso che si dipinse di rosso, mentre il sangue sgorgava dal suo viso provocandogli calore come se stesse bruciando.
La creatura mossa da quel grido si girò verso di lui e stranamente si fermò a fissarlo. I suoi occhi diventarono quasi lucidi, quella stessa luce che proveniva dagli occhi di Raki, quasi tristi in quel momento. La sentì sbuffare e là guardò dritto negli occhi. Sotto quella corazza di squame poteva ancora vedere Raki, lei non era ancora scomparsa del tutto.
Ma in quel momento di stallo, il lupo nero si scagliò sul collo del drago, infilzando con le sue zanne bianche la dura pelle.
Distolse il suo interesse per Gervhart in un urlo di dolore, provocando ancora di più la sua rabbia. Si muoveva con foga cercando di liberarsi da quella morsa, scagliandosi anche contro le possenti rocce che si disintegravano. Con una delle zampe anteriori riuscì a levarsi il lupo, che scaraventò fortemente a terra. L'animale si rialzò barcollando e stanco, sapeva che quell'animale era più forte di loro e che avrebbe solo portato il branco ad una morte sicura, lui che era il leader doveva prima di tutto salvaguardare i compagni. Il guaito servì agli altri come una sorta di 'ritirata', perché dopo aver dato l'ultimo sguardo al drago scapparono tutti in direzioni diverse, compreso il lupo nero che zoppicando saltellò via tra le rocce e la vegetazione della foresta.
Raki li guardò sparire, digrignando i denti, ma rivolse la sua attenzione su Gervhart, inginocchiato per terra, grondante di sangue sul viso, la ferita gli passava sul naso e su tutta la guancia destra, un taglio piccolo ma molto profondo.
Ad ogni passo della bestia che si avvicinava a lui, la terra tremava sempre più forte, sentiva il suo respiro caldo muovere i suoi capelli. Alzò lo sguardo ancora una volta verso di lei, questa volta impaurito, ma non per la sua vita, ma perché rivoleva Raki come prima.
Gli occhi ambrati lo fissavano, fissavano quella ferita sul suo viso, il suo cuore fremeva, la sua testa era un miscuglio di pensieri e ricordi, offuscati, come se qualcosa stesse cercando di riportarli alla luce, ma anche volerli dimenticare. Ma la rabbia era più forte di qualsiasi altro sentimenti in quel momento.
-Raki…-
Sospirò il suo nome preoccupato. A quel nome, il drago strabuzzò gli occhi, di  uovo quel boato uscì dalle sue fauci, ma questa volta più provato, quasi un lamento disperato, fece roteare la sua lunga coda, mentre Gervhart vide di nuovo la sua enorme zampa scagliarsi contro di lui, questa volta non sarebbe riuscito a schivarla. Chiuse gli occhi aspettando di essere scaraventato via da quella forza immane. Ma non sentì nulla, solo un tintinnio metallico.
Riaprendo piano gli occhi scorse davanti a lui una figura umana che con la spada aveva fermato l'artiglio del drago e che stava tentando con tutte le forze di trattenerlo.
-Non ti avevo detto di non fare arrabbiare Raki?-
Rhoderich lo sapeva? Sapeva già che quella era Raki? Sapeva che cosa sarebbe potuto succedergli, ecco perché lo aveva messo in guardia con quelle parole.
-Io...-
Non fece in tempo a finire la frase che Rho lo fermò.
-Dobbiamo andarcene di qui!-
Stringeva i denti corrugando la fronte. Era arrabbiato ma anche tanto preoccupato. La sua preoccupazione si leggeva nei suoi occhi, Harty lo poteva scorgere dal suo profilo.
Quello voleva dire lasciare Raki in quelle condizioni, il ragazzo si preoccupò, ma non poteva fare altrimenti se non ascoltare Rhoderich che li aveva sempre tirati fuori da guai e che sembrava sapere molto di più su quella creatura.
Con tutta la forza che aveva, l'uomo spinse via la zampa del drago, quel poco che bastò per girarsi verso Gervahart, non si preoccupò di guardare le sue ferite, non c'era tempo, prenderlo per il polso e trascinarlo via.  Riuscì appena in tempo ad alzarsi sulle gambe che si sentì strattonare da Rho, la sua stretta era forte, non sembrava intenzionato a lasciarlo andare, aveva paura che l'affetto che provasse per Raki avrebbe potuto essere più forte del pericolo. Non poteva in quel momento lasciare che lui tornasse da lei.
Prima di sparire nella fitta vegetazione Gervhart si girò a fissare Raki che cominciò a sibilare versi che parevano pianti. I suoi occhi per un istante si incrociarono coi suoi, prima di sparire tra le rocce.
Correvano tra i pioppeti, i loro respiri affannati si facevano via via più intensi, per lo sforzo e per l'ansia, ma Rho non aveva mai mollato la presa sul polso del ragazzo che nella sua testa non faceva che pensare a Raki e mille domande si sovrapponevano l'una sull'altra, ma i suoi pensieri vennero improvvisamente fermati da un 'ruggito' graffiante, ormai lontano, che rimbombò nella foresta, facendo tremare il suolo seguito da boati di piante che venivano abbattuti.
Fermarono la loro corsa voltandosi a guardare nella parte in cui sapevano di aver lasciato Raki e solo in quel momento Rho lasciò il polso del ragazzo.
Si pulì con la manica della maglia il viso, sporcandola si sangue che ancora non aveva smesso di sgorgare.
-Tutto bene?-
Rho poggiò la mano sulla sua spalla, chinandosi in avanti per vedere il suo viso sporco di sangue e terra.
Annuì, ma non proferì parola, solo guardandolo Rho poteva intuire tutta la sua preoccupazione e confusione che aveva in testa. Solo Rhoderich poteva dargli delle risposte.
-Lo sapevo…-
I suoi occhi guardavano a terra.
-L'ho sempre saputo. Dalla prima volta che vi ho visti, sapevo che Raki non era umana.-
A quelle ultime parole Gervhart sobbalzò. Non lo aveva mai saputo, lui che aveva vissuto con lei da quando era una neonata. Come poteva non essere umana. Per anni le era stato accanto, l'aveva tenuta in braccio quando era piccola e indifesa, aveva sentito il suo calore quando le teneva la mano e lei piangeva la perdita dei suoi genitori, le sue lacrime e il suo sorriso erano veri, le sue emozioni erano vere. Lei non poteva essere un mostro. Lei era soltanto Raki.
Rhoderich quasi si spaventò nel vedere lo sguardo di Gervhart incrociarsi con il suo. Non lo aveva mai visto così arrabbiato e sicuro di sé.
-Non voglio delle risposte adesso. Voglio solo sapere come riportare Raki com'era prima.-
La sua non era rabbia, ma solo determinazione a salvare l'amica a cui teneva.
Rho sospirò.
-Ha perso del tutto il senno, come succede ad ogni drago alla prima trasformazione…-
Si fermò a rimuginare.
-Normalmente dovrebbe calmarsi da sola e tornare normale, ma non so quanto tempo le ci vorrebbe. Ci vuole qualcosa che le faccia ricordare chi è. Un qualcosa a cui Raki è legata.-
Harty aveva ben capito che Rhoderich sapeva davvero tanto, su Raki, sui draghi, avrebbe voluto chiedergli molto di più, ma gli venne subito in mente una cosa che Raki non avrebbe potuto dimenticare.
-La canzone!-
-Uh?-
-La ninna nanna che Raki canta ogni notte prima di addormentarsi.-
-Può funzionare?-
-Non lo so…ma è l'unica cosa che mi viene in mente.-
L'uomo schioccò la lingua.
-Lo sai che se non dovesse funzionare…-
Estrasse la spada che brillò.
-Dovrò usarla per proteggerti.-
Il ragazzo sviò lo sguardo.
-Gervhart…fa che io non la debba usare. Per favore.-
Entrambi sapevano che un solo errore poteva costare la vita a uno di loro, ma soprattutto l'incolumità di Raki era nelle loro mani.

La creatura presa dall'ira e spaventata distruggeva tutto quello che si trovava sul suo cammino, la lunga coda disintegrava rocce sbriciolandole come sabbia, inavvertitamente le ali spiegate tranciavano i tronchi esili dei pioppeti, mentre gli animali fuggivano terrorizzati. Quello che si lasciava dietro era devastazione, Gervhart e Rhoderich lo avevano potuto constatare tornando indietro, increduli.
-Un drago può fare questo?-
-Un drago giovane si….pensa a un drago adulto.-
Gervhart parve quasi spaventato. Questo voleva dire che Raki col tempo sarebbe cresciuta e con lei sarebbe cresciuto anche il suo corpo di drago.
Uno strano impeto pieno di preoccupazione pervase Gervhart che con uno scatto corse veloce verso il drago, lasciando indietro Rhoderich.
-Aspetta Gervhart!-
Aveva promesso che si sarebbe preso cura di Raki, che non l'avrebbe fatta più soffrire, ma in quel momento sapeva che all'interno di quell'animale Raki stava soffrendo e non poteva sopportarlo.
La sua corsa venne fermata quando vide la schiena squamata del drago. Strinse forte i pugni e urlò con tutta l'aria che aveva nei polmoni.
-Rakiiiiii!-
Il suo nome riecheggiò fino ad arrivare nelle orecchie della creatura che si voltò lentamente fissando il ragazzo.
Gervhart ansimava dalla corsa fatta, il suo sguardo era puntato su di lei.
-Torna da me Raki.-
Sospirò tra sé e sé, prima di cominciare a cantare quella dolce melodia che ogni notte ascoltava da Raki e che anche le loro madri cantavano per loro prima di addormentarsi. Col tempo la voce di Raki si era fatta più adulta, ma non aveva perso quel tono dolce di quando era bambina. Sentirla ogni notte lo rassicurava.
Rhoderich arrivò parandosi di fianco a lui a spada sguainata.
Raki ruggì contro di loro facendo alzare un sottile vento e un leggero vapore bianco uscì dalla sua bocca, mentre si avvicinava a loro.
Gervhart continuava  a cantare quella ninna nanna piena di ricordi, ma non sembrava fermarla.
-Harty?!-
Sibilò Rho a denti stretti preoccupato.
-Non ti sente! Urla più forte!-
Il drago si era avvicinato e non sembrava volersi fermare, anzi aveva persino spalancato le ali e il passo si era fatto più pesante, muovendo un polverone ad ogni passo.
Rhoderich strinse l'impugnatura della spada, tremante, per la paura di doverla utilizzare.
Il tono di Ghervart si era fatto più alto ma Raki era ormai a pochi passi da loro e proprio quando sembrò pronta ad attaccarli allungando il collo verso Gervhart si fermò. Continuò a cantare senza fermarsi, sembrava che tutti gli altri suoni si fossero fermati per ascoltarla, per ascoltare quella canzone che aveva accompagnato Raki e Garvhart per tutto quel tempo.
Raki muoveva la testa a destra e sinistra fissando quel ragazzo, mentre i suoi occhi ambrati si facevano più luminosi e tranquilli.
Rhoderich stava a fissare la scena incredulo. Gervhart continuava a cantare mentre la sua voce si era fatta più sicura, Raki avvicinò il suo muso al viso del ragazzo. Sentì il suo respiro pesante sulla pelle e la sentì sibilare qualcosa quasi come un pianto. Raki sentiva quella voce nella sua testa, quella melodia che le fece venire in mente sua madre e suo padre, seduti davanti al camino di casa, il calore del loro abbraccio e poi Rhoderich, mentre battibeccavano come al solito e poi…lui. Vedeva quella figura sfuocata, la figura di un ragazzo, lo conosceva ma non riusciva  a capire chi fosse.
Gervhart aprì gli occhi, davanti a lui il muso ricoperto di squame verdi brillanti. Non aveva paura, perchè lei era Raki. Senza esitazione appoggiò la sua mano sul muso del drago, avvicinandosi fino a toccarla con la sua fronte, mentre la canzone era giunta al termine.
-Raki…torna da me.-
Quel calore del suo tocco, quella voce, quella figura che a Raki pareva sfuocata adesso si era fatta nitida e poteva vederlo. La persona di cui non poteva fare a meno e che ogni volta la faceva sentire viva.
Gli occhi di Raki si riempirono di lacrime, sibilò lamenti tristi, mentre il suo corpo pian piano tornava quello di una ragazzina minuta e giovane. Le enormi ali si ritirarono nella schiena, gli artigli e i denti tornarono alle loro dimensioni umane e le squame lasciarono posto alla pelle liscia e candida di quella giovane Raki che tra le braccia di Gervhart giaceva nuda e raggomitolata in sé, ma non cosciente. Gervhart le scostò i ciuffi dal viso, sorridendo, finalmente poteva rivederla con il proprio corpo.
Rhoderich le mise la sua giacca addosso. Vederla così tranquilla mentre dormiva le fece tirare un sospiro di sollievo.
-Mi sa che dovrò raccontarvi un sacco di cose eh?!-
Sorrise lievemente.
-L'importante e che Raki sia sana e salva.-

Gli occhi ambrati di Raki si aprirono lentamente, strizzandoli più volte per mettere a fuoco. Si guardò intorno, era nella sua camera da letto, tra le coperte calde. Ci volle un po' prima che le tornarono alla mente tutti i ricordi di ciò che era successo e di quello che aveva provato quando si era trasformata in quella creatura. Le venne una stretta al cuore, sobbalzando sul letto, levandosi le coperte e guardando il suo corpo. Portava una delle sue solite canotte, si guardò e toccò braccia e gambe, non notando niente di anormale, le sue squame erano sempre al loro posto sulla spalla. Si portò una mano al cuore per tranquillizzarsi, ma gli occhi le si riempirono di lacrime quando ricordò ciò che aveva fatto a Gervhart.
-Ti sei svegliata finalmente!-
Rhoderich la prese alla sprovvista, appoggiato allo stipite della porta a braccia conserte.
Sviò lo sguardo da lui, aveva vergogna e paura allo stesso tempo, ma Rho la conosceva troppo bene ormai.
-Harty stà bene.-
Strinse le coperte tra i pugni, mordendosi le labbra per non scoppiare a piangere.
-L'ho ferito…io…sono un mostro! Che cosa mi è successo?-
La sua voce era strozzata. Rho si avvicinò a lei per confortarla, sedendosi sul letto accanto a lei.
-Tu non sei affatto un mostro.-
-Hai visto cosa sono diventata? Ho fatto del male ad Harty, come puoi dire che non sono un mostro!!-
Calò il silenzio dopo quella sfuriata di Raki che si tranquillizzò prima di parlare ancora.
-Tu lo sapevi, non è vero?-
Rhoderich distolse lo sguardo da lei, guardando alla finestra.
-Si. Dalla prima volta che ti ho vista sulle rive del fiume e ho visto che portavi quelle squame sulla tua spalla. Sapevo che eri una discendente dei draghi.-
Un brivido percosse Raki.
-I draghi? Non sono solo creature leggendarie?-
-Creature leggendarie che però esistono veramente, confinate in qualche zona del mondo. Si dice che i draghi milioni di anni fa proliferavano sulla terra, ma con l'arrivo dell'uomo e le battaglie per la conquista dei loro tesori e territori vennero decimati, così si nascosero in una terra sconosciuta agli umani. Nel corso del tempo, grazie alle loro arti magiche, dicono siano riusciti a prendere sembianze umane ed alcuni si mescolano alla popolazione. Ciò che li distingue dagli esseri umani però…-
Toccò leggermente la spalla di Raki passando le dita su quelle squame verdognole.
-Sono le squame di drago su un punto del corpo. Probabilmente uno dei tuoi genitori faceva parte di questa famiglia.-
Raki sobbalzò. Non riusciva a crederci. Per tutto quel tempo aveva vissuto pensando di essere una ragazza normale, ma pian piano tutti i tasselli stavano andando al posto giusto.
-Il fatto di avere una vista, un udito e un olfatto così sopraffini è dovuto alla mia natura.-
-Già. Un drago che mantiene il suo aspetto umano prima o poi il suo corpo di drago deve maturare.-
Raki più o meno capì dove voleva andare a parare.
-Quando un drago arriva ai quattordici anni, avviene la mutazione draconica che chiunque drago ha prima o poi.-
Ecco il perché Rho quel giorno era così in ansia, perché aveva messo in guardia Gervhart, tutto era collegato a quello. Raki si sentì una stupida per aver disubbidito a Rhoderich, lui lo stava facendo per il suo bene e lei non lo aveva capito.
-Mi dispiace…-
Le sue guance diventarono rosse, si vergognava ogni volta che sapeva di aver sbagliato.
Lui le sorrise felice.
-Tranquilla, non succederà più, a meno che non sia tu a volerlo.-
-Posso trasformarmi quando voglio adesso?-
-Si. Adesso hai pieno controllo del tuo corpo e non finirai col perdere il senno.-
Raki non sembrò comunque contenta, pareva invece triste.
-Non lo farò mai più. Non ho intenzione di trasformarmi in quel mostro ancora una volta.-
Era arrabbiata con sé stessa. Si portò le gambe al petto bofonchiando.
-Lui mi odierà.-
-No non ti odia. Gli ho raccontato le stesse cose che ho detto a te e credimi, qualsiasi cosa tu gli abbia fatto lui non potrebbe mai odiarti.-
-Ma tu come fai a sapere tutte queste cose vecchiaccio?-
Lui inarcò il sopracciglio.
-Sono uno a cui piace informarsi e leggere. Tutti quei libri nel mio studio non sono lì per niente.-
La ragazzina lo squadrò da dietro le ginocchia, non ancora convinta, ma adesso il suo unico pensiero era che il giorno del suo compleanno si era trasformato in un brutto ricordo.
-Che brutto compleanno.-
Borbottò.
Rhoderich le sorrise dolcemente.
-Non sarò come tua madre che ti raccontava le favole e ti cantava la ninna nanna. Non sarò come tuo padre che per il giorno del tuo compleanno ti portava al fiume a pescare. Non sono tua madre e non sono tuo padre, non c'è nessun legame di sangue tra di noi…ma sappi solo che farò di tutto per proteggerti, come se fossi la mia unica ragione di vita.-
Le diede un bacio sulla fronte.
-Buon Compleanno Raki.-
Le porse un sacchetto appoggiandolo sulle coperte per poi alzarsi a andare via.
Raki stupita lo prese e slegò il laccio che lo teneva chiuso, svelandone il contenuto: biscotti a forma di pesce inebriarono la stanza di un profumo dolce, come appena fatti.
Le lacrime cominciarono a solcarle il viso. Era uscito quella mattina per andare in città e comprargli quei biscotti come regalo e lei aveva finito per dirgli quelle brutte parole. Singhiozzò, mentre le lacrime bagnavano le coperte lasciando macchie più scure, che con il calore di quella casa sarebbero poi scomparse.
-Stupido vecchio.-



Come quella volta, Gervhart aveva davanti a sé Raki, che aveva giurato di non trasformarsi più davanti a lui, ma la paura di perderlo era stata più forte della sua promessa. Ma questa volta era diverso, lei non si era lasciata trasportare dall'impeto, dalla furia distruttrice. Raki era rimasta Raki, non fisicamente ma mentalmente.
Asha la guardava a bocca semiaperta, stupita, non aveva mai avuto la possibilità di vedere Raki trasformata, lo sapeva perché glielo avevano raccontato, ma vederlo dal vivo era tutta un'altra cosa.
Gli uomini in armatura arretrarono, avevano perso ogni volontà di combattere. Il capo dell'armata notò l'atteggiamento spaventato dei suoi uomini e cercò di ravvivare l'animo combattivo.
-Non possiamo arrenderci! Il nostro capo sarà fiero di noi se gli porteremo un drago!-
Si scagliò contro Raki brandendo la sua spada e lo scudo come difesa, che non servì a fermare la zampata che lo prese in pieno scaraventandolo contro una roccia, sentendo l'armatura accartocciarsi e l'uomo cadere a terra privo di coscienza.
Raki non si faceva nessuno scrupolo. Quegli uomini sarebbero stati un pericolo se fossero sopravvissuti, ma soprattutto erano uomini di quello che si faceva chiamare Re Nero e che aveva distrutto la loro terra e forse tra di loro c'era chi aveva massacrato il suo villaggio.
La ragazza presa dalla rabbia fece volteggiare la sua possente coda contro i nemici, sbalzandoli da una parte all'altra, alcuni nell'impatto persero parti di armatura che rotolarono ovunque, c'era chi ancora riusciva a muoversi nonostante le varie fratture e chi non si muoveva più.
Uno agonizzante sul terreno cercava di trascinarsi via ma Raki non lo lasciò fuggire finendo col calpestarlo sotto i suoi artigli strappandogli prima un urlo terrificante, lo stesso che poi lasciò andare Raki, un boato che fece scappare via tutti gli uccelli sulle fronde degli alberi.
-Raki basta!-
La voce severa di Gervhart la fermò all'istante.
-Ormai non sono più in grado di nuocerci, quindi basta così.-
Raki sbuffò, proprio come una bambina.
-Bisogna andare via di qui al più presto!-
Rhoderich si avvicinò al drago rinfoderando l'arma.
-Tutto questo disastro non passerà inosservato.- Diede delle pacche alla gamba posteriore di Raki come se fosse un cavallo, facendola adirare, portando il muso davanti alla faccia del vecchio sbuffando e digrignando i denti. Lo sbuffo gli spettinò i capelli.
-Scusa scusa! Ah! E' come se ti avessi toccato il sedere Raki!-
-Grrrrr!-
Mostrò le sue fauci.
-Forza! Prima ci muoviamo e meglio è!-
Tentò di sviare il discorso.
-Gervhart hai mai cavalcato un drago?-
Una smorfia interrogativa si dipinse sul volto di Gervhart e soprattutto su quello di Raki che parve parecchio indispettita.
-No, perché?-
Rhoderich elargì un sorriso a trentadue denti.


Raki si rivestì con vestiti di ricambio che si era portata, non sia spettava di doverli usare per colpa di quella situazione, ma era accaduto. Diversamente da quella volta però non aveva perso il controllo di sé stessa, non aveva fatto del male alle persone a cui voleva bene. Strinse i pugni vicino al suo petto. Si vergognava comunque di trasformarsi davanti a Gervhart, le tornava sempre in mente quella sua cicatrice e il male che gli aveva procurato.
-Hei principessina, hai finito di cambiarti?-
Quando meno se lo aspettava ecco che Rhoderich faceva la sua entrata in scena rovinando l'atmosfera. La ragazza sbuffò, girando l'angolo, trovandosi davanti proprio quel vecchio che le fece salire la rabbia, scaraventandogli un pugno in pieno viso, che se non fosse stato veloce a fermare gli avrebbe spaccato sicuramente il naso.
-Hei ehi! Come siamo aggressive Miss. Drago Verde.-
-Stai zitto! La prossima volta che vuoi 'cavalcarmi' chiedi prima alla sottoscritta! Era la mia prima volta!-
-Detta così sembra una cosa perversa.-
Raki divenne rossa di rabbia.
-Non te la sei cavata male no? Hai volato perfettamente.-
-Ma avevo paura per voi. Se foste scivolati?-
La ragazza mise il broncio.
-Sei stata perfetta.-
Gervhart arrivò seguita da Asha che era stata medicata al collo per quel lieve graffio che uno degli uomini le aveva fatto.
Le aveva sorriso come se fosse stata la cosa più normale del mondo dopo quello che aveva visto. Raki si sentì in imbarazzo e sviò lo sguardo da lui.
-Non hai avuto paura di me?-
-Avrei dovuto averne?-
Levò su lo sguardo incrociandolo con quello di Gervhart.
-Te l'ho detto e ripetuto: tu rimani sempre Raki, qualsiasi cosa succeda.-
Asha sorrise, lo stesso fece Rhoderich, ma quel sorriso dolce del ragazzo era la sola cosa che Raki in quel momento vedeva e le bastava sapere questo. Finalmente aveva sorpassato quella paura e forse poteva finalmente guardare Harty senza sentirsi in colpa.


La carneficina che Raki aveva lasciato aveva attirato l'attenzione di un altro gruppo di uomini con le stesse armature nere, che probabilmente non avendo più loro notizie aveva preso a cercarli.
Setacciavano il posto per avere qualche indizio di chi aveva potuto fare una cosa del genere, guardavano e rigiravano i cadaveri senza trovare nessuna ferita riconducibile ad un arma.
-Generale Bastion, non riusciamo a capire cosa sia successo. Chi diavolo avrebbe potuto fare una cosa del genere?-
Parlò ad un uomo alto e dalle braccia possenti, era l'unico che non portava un'armatura, solo indumenti semplici, come se non avesse paura che qualcuno potesse ferirlo.
L'uomo sogghignò avvicinandosi ad una conca lasciata sul terreno dove l'erba schiacciata sembrava formare un'orma gigantesca. Nella parte destra della mandibola e su collo portava evidenti cicatrici simili a tagli, il suo viso era solcato da piccole rughe soprattutto vicino agli occhi di colore verde scuro, allungati che trovarono una cosa interessante per terra vicino a quell'orma.
Il ciondolo che Selva aveva dato a Raki venne preso da quella mano rovinata e sporca. La lunga coda di capelli ramati gli scivolò  sulla spalla destra, sulla stessa spalla in cui in bella vista si stagliava un tatuaggio di serpente, lo stesso segno che Gervhart da anni aveva impresso nella sua mente, quello per cui era venuto a Edras e che avrebbe placato la sua sete di vendetta.
Bastion si sistemò l'arco prima di ritirarsi sù in piedi e portare sopra di lui la gemma colorata che brillò sul suo viso, cambiato nel corso degli anni, ma quel tatuaggio non poteva nascondere la sua vera identità.
Elargì un sorriso divertito e terrificante, mostrando i suoi canini bianchi come una belva affamata che cerca le traccia della sua preda.
-Le cose si fanno interessanti, molto interessanti.-
  
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