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Autore: elemontana    11/12/2012    1 recensioni
“E poi, l’ho vista solo una volta. Ma quella sua consapevolezza negli occhi mi ha svuotato completamente. Tutto ciò in cui credevo si è distrutto di fronte a quello sguardo. Una bimba con occhi da grande e cuore giovane. Forse Babbo Natale ha ragione, me ne sono innamorato”.
Colpo di fulmine? Non lo so, a quei tempi non ci credevo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: I Cinque Guardiani, Jack Frost, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La neve. La mia bambina voleva la neve.
E io ero felice di potergliela dare.
La sera infatti lanciai nella cittadina di Present Village grandi fiocchi di neve.
E mentre volteggiavo nell’aria ridendo, vedevo tutte le faccette felici dei bambini.
Poi la vidi.
La vidi sorridere e ridere da un balcone.
E quegli occhi. Pieni di meraviglia. E stavano guardando me, proprio me!
Volai davanti a lei, che urlò felice:
“Babbo Natale l’ha fatto davvero!”
Mi si spense il sorriso.
“Già, Babbo Natale. Tu non mi vedi. Non credi in me.
Quel grosso energumeno si prende fin troppo meriti. Bastardo”
Ma non mi importava, il sorriso di quella bambina mi aveva rallegrato la giornata, mi aveva reso felice.
Io ora ero il suo angelo custode. Non l’avrei mai lasciata sola.
Ogni notte lei si addormentava con la finestra aperta, e io entravo, e mi sedevo sul suo letto accarezzandole i capelli.
“Sei bella, sei bellissima”.
E lei sorrideva. Anche se non mi vedeva e non capiva.
La mattina poi le davo un bacio sulla guancia, e mentre si preparava io me ne andavo a finire i miei compiti per il mondo.
Tornavo, la prendevo per mano e la accompagnavo a scuola.
Poi me ne dovevo andare di nuovo. Ed era terribile.
“E’ la prima volta che mi pesa così tanto avere abbandonato una persona. Sto diventando pazzo.”
Un giorno Elena perse un dentino a scuola. Io non ero con lei. Non lo sapevo.
Entrai a notte fonda nella sua camera che già dormiva.
Ma faceva dei sogni così agitati!
Così chiesi al mio amico Sandman, che era ogni notte puntualissimo a spargere i sogni.
“Sandman! Mandale dei buoni sogni!”
Sorrise.
Nemmeno lui poteva fare niente.
Allora mi avvicinai accanto alla piccola e le accarezzai una guancia.
D’un tratto il suo volto enigmatico si sciolse e apparve un sorriso.
“Ma cosa.. io posso congelare la paura! E’ vero!”
Ma farlo mi aveva richiesto tanta energia, così, stanco, mi addormentai vicino a Elena.
 
“AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH”
Un urlo mi fece svegliare di soprassalto.
Guardai spaventato verso la mia bimba, ma stava ancora dormendo serenamente.
Tirai un sospiro di sollievo.
“Ma chi allora..”
“AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH”
Sentii di nuovo quel grido ed eccola lì: Dentolina era in camera di Elena con il volto spaventato e angosciato.
Dalla nostra ultima avventura aveva riscoperto la bellezza di stare con i bambini, e lei stessa ogni tanto andava a raccogliere i dentini.
“COSACOSACOSACOSA CI FAI QUA??? PERCHE’ SEI VICINO A QUELLA BAMBINA???PERCHE’ LE DAVI LA MANO???PERCHE’ DORMIVI CON LEI?????????????’”
Quella piccola fatina si muoveva come impazzita da un posto all’altro facendo luccicare le sue piume verdi e colorate.
“Io ne sono innamorato” sussurrai.
“COOSA???”
“Io ne sono INNAMORATO!”
“Oh no, e adesso?? Svengo, giuro che svengo! “
“Non dovresti raccogliere il dentino e dare un soldino?”
Ci avevo provato.
“Lo sai che tu non potrai mai stare con lei?”
Ma perché tutti me lo ricordavano?
“Amore fine a se stesso. Sono felice a farla stare bene.”
“Ma tu hai un compito con tutti gli altri bambini, Jack! Non puoi! Cosa farai quando avrà il suo primo ragazzo? Quando proverà una cotta? Quando avrà il suo primo rapporto ses..”
“Ehi, piano, siamo un libro per bambini.”
“Ma sai bene che lo leggono anche gli adulti! Comunque.. ci hai pensato?”
No, non l’avevo fatto. O forse si. Ma solo sperando di essere presente in quelle tre opzioni. (sia ben chiaro che aspetto che sia cresciuta per la terza ^^).
“Beh, dovresti pensarci Jack. Tu non puoi amarla, e se non la dimentichi rischierai di soffrire.”
Aveva ragione. Diamine se aveva ragione.
Ma cosa potevo farci?
Quegli occhi color cioccolato fuso mi avevano portato via dal mondo dove stavo e mi avevano fatto entrare nel suo.
Sarei stato accanto a lei per sempre.
Pensavo così fino alla notte di Natale.
Ero seduto sul suo letto e la stavo osservando come sempre dormire.
Quel giorno era tutta eccitata in attesa del giorno dopo.
Improvvisamente sentii un leggero scampanellio.
E ricordai che di lì a poco sarebbe arrivato Babbo Natale.
“Presto, se mi vede qui scoprirà che non ho dato ascolto alle sue parole.”
Presi il bastone, mi alzai in volo e cercai di uscire dalla finestra ancora aperta.
Ma scivolai su un peluche di Elena.
Caddi rovinosamente facendo un fracasso micidiale, udibile però solo a Babbo Natale, che intanto si era avvicinato alla casa.
“Maledetto Zenzy!”
Sul suo peluche infatti ero scivolato.
“Adesso sono nei guai!”
La porta della cameretta si spalancò e un ombra gigantesca ricoprì il pavimento.
“Eccolo..”
Babbo Natale restò a bocca aperta.
Poi sibilò tra i denti.
“Jack! Che cosa ti avevo detto??”
Era infuriato.
Gli occhi erano due fessure.
La bocca in un ghigno e il viso rosso.
Abbassai lo sguardo.
“Vattene di qua! “ urlò.
Ma non fece svegliare Elena.
“ Tu non dovresti essere qui, vattene immediatamente!”.
La vena gli pulsava sul collo con forza e io non seppi far altro che piangere. Sì, piangere.
Mi stavano privando della mia bambina, di cui ero innamorato. Uscii dalla finestra continuando a piangere.
A notte fonda venne la grandine.
 
 
  
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