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Autore: MyImmortal_    11/12/2012    7 recensioni
. Apparecchiò la tavola, posizionando accuratamente il necessario,
per poi salire al piano di sopra. Entrò nella prima porta a sinistra,
camminando silenziosamente e raggiungendo il lettino dove la piccola Darcy dormiva profondamente. Si chinò piano, baciandole la testa riccioluta, presi da lui,
per poi lasciarci una carezza. Questa si stropicciò gli occhietti,
mugugnando e girandosi nella sua direzione.
–Papà…-, borbottò piano, facendo sorridere il riccio.
–Buongiorno tesoro…-, rispose Harry, prendendola in braccio.
–Che ne dici, andiamo a svegliare papà Lou?-, chiese poi, facendo annuire la bimba.
LARRY STYLINSON LIKE ROMANCE
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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#Proudaddy
 


Harry si svegliò colpito dalla luce del giorno in pieno viso. Aprì lentamente gli occhi, infastidito,
sfregandoseli energicamente per farli abituare. Si stirò per bene, mugolando piano,
per poi sospirare e grattarsi stancamente un fianco. Si voltò alla sua sinistra e sorrise intenerito.
Louis dormiva profondamente, a pancia sotto, un braccio nascosto sotto il cuscino, l’altro lungo il fianco,
la bocca leggermente schiusa che emetteva respiri regolari, il lenzuolo bianco che lo copriva dalla vita in giù,
la schiena nuda sinuosa e l’espressione serena come un bambino.
Gli spostò dolcemente un ciuffetto ribelle che sostava sulla fronte ampia con un indice,
approffitandone per lasciargli una dolce carezza. Si sollevò su un gomito, sporgendosi verso di lui lentamente,
baciandolo piano su una guancia, sentendo la barbetta ispida del mattino graffiargli le labbra.
Il ventenne mugugnò qualcosa di incomprensibile, corrucciando per un momento il viso infastidito, per poi tornare a rilassarsi.
–Harry…-, mugugnò aprendo un occhio, l’altro chiuso e il lato destro del volto spalmato sul cuscino.
–Si amore. Non volevo svegliarti…-, mormorò il riccio in risposta, un dolce sussurro, prendendo ad accarezzargli i capelli.
In un battito di ciglia il maggiore era nuovamente perso da qualche parte nel mondo dei sogni.
La notte prima lo aveva proprio sfiancato, non c’è che dire! Il piccolo ridacchiò, alzandosi lentamente dal letto e filando in bagno.
Si liberò, si sciacquò il viso con dell’acqua fresca e si lavò i denti,
per poi indossare un paio di pantaloni della tuta grigi ed un maglioncino bianco, oltre che il suo cappellino di lana blu scuro.
Scese al piano di sotto silenziosamente, ancora scalzo, ed aprì le serrande del salotto e della cucina,
constatando che il cielo era completamente bianco. Ciò preannunciava una cosa soltanto: la prima nevicata della stagione, lì a Londra.
Sorrise impercettibilmente, per poi accendere il camino nel salotto. Doveva ammettere che quella mattina era decisamente freddo.
Sospirò sollevato, avvertendo immediatamente il calore del fuoco espandersi nella stanza,
per poi andare in cucina a preparare la colazione. Mise su il caffè e il latte, estraendo dalla credenza biscotti con gocce di cioccolato,
cereali e mettendo a scaldare nel forno i cornetti alla crema. Apparecchiò la tavola, posizionando accuratamente il necessario,
per poi salire al piano di sopra. Entrò nella prima porta a sinistra, c
amminando silenziosamente e raggiungendo il lettino dove la piccola Darcy dormiva profondamente.
Si chinò piano, baciandole la testa riccioluta, presi da lui, per poi lasciarci una carezza. Questa si stropicciò gli occhietti,
mugugnando e girandosi nella sua direzione. –Papà…-, borbottò piano, facendo sorridere il riccio.
–Buongiorno tesoro…-, rispose Harry, prendendola in braccio. –Che ne dici, andiamo a svegliare papà Lou?-, chiese poi,
facendo annuire la bimba. Si diresse allegramente nella loro camera da letto, piroettando e facendo ridere la piccola,
ora completamente sveglia. Entrarono in stanza, trovando il maggiore nella posizione in cui il riccio lo aveva lasciato circa mezz’ora prima.
–Coraggio, chiamalo!-, la incitò, mettendola per terra. Lei corse allegra verso il grande lettone,
arrampicandocisi sopra e gattonando sino alla figura dormiente del padre.
–Papi…papi azzati!-, lo chiamò, scrollandogli una spalla. Louis blaterò qualcosa di simile ad un –Voglio dormire…-,
per poi girarsi e ficcare la testa sotto il cuscino. Darcy guardò Harry con il labbruccio in fuori.
–Papi, non ti vole azzare!-, protestò offesa, incrociando le braccia al petto. Il padre ridacchiò, avvicinandosi e sedendosi sul letto.
–Guarda come lo possiamo svegliare..-, le sussurrò all’orecchio, per poi buttarsi sul compagno e fargli il solletico sui fianchi,
subito imitato dalla bambina. Louis urlò da sotto il cuscino, ridendo e dimenandosi convulsamente,
le gambe che scalciavano furiosamente da sotto le lenzuola. –Va bene, va bene sono sveglio! Ora basta per favore!-, gridò ridendo,
estraendo la testa dal guanciale e rivelandosi rossissimo in viso, con gli occhi strizzati. I due smisero di torturarlo,
ridacchiando malignamente e battendo il cinque tra loro. –Cos’è questa alleanza già di prima mattina?!
Ora vi faccio vedere io!-, esclamò il maggiore tra i papà, mentre Harry e Darcy urlavano contemporaneamente –NOOO!-.
Li bloccò sul letto, prendendo a fare il solletico a tutti e due. –Dai papà batta! Batta batta batta! Pe favole!-, fece la bimba ridendo.
–Lou! Lou fermati! Devo preparare la colazione, Louiiiiis!-, tentò di svignarsela Harry, contorcendosi sul letto e soffocando dalle risate.
Dopo una decina di minuti trascorsi nella “guerra del solletico”, scesero tutti e tre al piano di sotto.
Louis aiutò a salire la bimba sulla seggiola, mentre il riccio versava del latte nella grande tazza con le principesse,
mescolandolo poi con la polvere di cioccolato. La piccola prese a mangiare con gusto il cornetto alla crema che papà Lou le aveva aperto a metà, contemporaneamente ad Harry che adagiava due tazzine con il caffè davanti a lui e al marito. Fecero colazione allegramente,
ridendo e scherzando, ricreando un quadro dolcissimo. –Ma guarda che pasticciona!
Hai tutti i baffi di cioccolato!-, commentò ridacchiando il papà ricciolo, pulendo la boccuccia della bambina con un tovagliolo.
Lei rise, mostrando la fila di piccoli dentini bianchi e strizzando gli occhietti azzurri. Louis sorrise intenerito dalla scena,
per poi alzarsi e sparecchiare, riponendo il tutto nella lavastoviglie. Darcy corse al piano di sopra, per andare a vestirsi,
mentre Harry cingeva la vita di Louis da dietro. –Buongiorno Boo…-, mormorò sul suo collo, baciandolo dolcemente.
Il maggiore si godè le sue labbra, sorridendo, per poi rigirarsi tra le sue braccia e lasciargli un bacetto sul naso.
–Buongiorno amore. Anche se come giornata è iniziata male. Chi ha consigliato alla piccola di farmi il solletico?
Eh, eh, eh, eh, eh, eh, eh?-, commentò ghignando, grattando leggermente i fianchi del minore, che si contorse ridendo.
–Dai, dai, dai, Louis, basta!-, esclamò ridacchiando, i  fianchi che si dimenavano e il volto nascosto nell’incavo del suo collo.
Il maggiore rise, fermandosi e baciandogli i capelli profumati. –Oggi dovrebbe nevicare…-, commentò lanciando un’occhiata alla finestra,
mentre Harry recuperava il poco fiato perso. –Già, ho notato anche io. -, affermò, baciandogli il mento.
-Sarà meglio che ti vesti, che dici?-, aggiunse subito dopo, facendo annuire il castano.
Dopo essere stato in bagno ed aver indossato un maglioncino rosso con dei jeans blu, tornò al piano di sotto,
trovando Harry intento a tirare fuori dall’armadio dei grossi sacchi e la piccola Darcy seduta sul tappeto che giocava con dei nastri.
–Amore, meno male che sei qui. Dobbiamo fare l’albero, ci dai una mano?-, esordì il riccio, adagiando a terra l’ultimo sacco.
Il maggiore ovviamente annuì e scese in cantina, per andare a pendere l’albero. Dopo averlo montato si fecero aiutare dalla bambina per decorarlo.
Louis prese in mano una pallina azzurra. –E questa dove la mettiamo principessa?-, domandò alla piccola, che se la rigirava tra le mani.
–Qua, qua!!-, urlò lei, indicando un ramo abbastanza in alto. Il padre rise, prendendola in braccio e facendole raggiungere il ramo prediletto.
–Sta venendo benissimo!-, affermò soddisfatto Harry, seduto sul divano, intento a snodare le luci.
–Concordo con papà. E tu piccola, che ne dici?-, fece Louis a Darcy. –Ti, ti! È bello, bello!-, confermò battendo le mani contenta.
Circondarono l’abete con un festone argentato, misero a posto le luci e, dopo aver fatto mettere il puntale d’oro a Darcy sulla cima,
osservarono il loro operato. –E’ il più bell’albero di Natale che abbiamo mai fatto!-, esclamò felice ed orgoglioso Harry.
Lou sorrise, dondolando appena con la piccola in braccio, la testolina adagiata sulla sua spalla. –Assolutamente.-, concordò,
baciando delicatamente le labbra dell’altro ragazzo. Il quadretto venne concluso dall’urletto di gioia di Darcy che,
guardando la finestra, la indicò, gridando –La neve! Papà c’è la neve!!-. In effetti stava nevicando abbondantemente.
Si avvicinarono alla finestra, scostando un po’ le tende ed osservando ammirati il quartiere londinese completamente imbiancato.
–Pottiamo giocare?? Vi peggoooooo!-, li implorò la piccola, saltellando sull’avambraccio di Louis. Questo annuì, ad una condizione.
-Prima però andiamo su a vestirci un po’ più pesanti, chiaro?-.
Lei scosse il capo in un cenno d’assenso e non appena il padre la mise a terra corse di sopra, subito seguita da quest’ultimo.
Harry ridacchiò, accostandosi poi al camino. Amava la sua famiglia, si. La piccola Darcy dava quel tocco di vitalità e a volte esasperazione
che in una famiglia dev’esserci. E Louis era un padre meraviglioso, ma quello lo aveva sempre saputo.
Sospirò, sorridendo da solo come un’idiota. Quella giornata fantastica stava andando avanti nel migliore dei modi.
Dopo il loro coming out, cinque anni prima, tutto era stato più facile. La band non si era sciolta, tutt’altro.
Continuava ad avere successo, gli album pubblicati erano divenuti cinque ed andavano a ruba.
Up All Night, Take Me Home, This Strong Love, Truth e Crazy Life erano tra gli album più venduti di tutti i tempi e
non potevano negare di esserne orgogliosi! Certo, dopo la dichiarazione della loro omosessualità i fan erano diminuiti e gli insulti aumentati,
ma non se ne preoccupavano più di tanto. A parer loro, dopo uno scuro periodo, andava tutto perfettamente,
il resto non aveva importanza. Da tre anni lui e Louis erano ufficialmente sposati e da due anni avevano con loro Darcy.
Inizialmente dovevano essere due, due gemelli per la precisione, Darcy e Tommy. Il piccolo Tommy, però,
era stato ucciso da un pirata della strada. Erano sotto natale e il bambino era in giro con lo zio Nick,
quando un auto era piombata a tutta velocità su di loro, che attraversavano la strada sulle strisce. Li aveva presi in pieno,
così forte che la mano del piccolo era scivolata via dalla presa di Nick ed era stato trascinato per una decina di metri.
Grimmy aveva riportato delle fratture e un lieve trauma cranico, mentre il bimbo era morto sul colpo.
Per i due genitori era stato un durissimo colpo perdere il loro bambino. Per un periodo Louis era caduto in depressione,
non mangiando più e non uscendo. A riscuoterlo dallo stato vegetativo era stato Harry, ricordandogli che aveva lui,
avevano Darcy, non poteva trascorrere la sua vita in quel modo. Così aveva dato una svolta a tutto,
nonostante il dolore per la perdita del piccolo era ancora tanta. Al riccio sfuggì una lacrima mentre osservava la foto sul camino.
C’erano lui e il suo compagno, sorridenti, in braccio Darcy e Tommy che non avevano più di un anno.
Il cuore gli doleva nel vedere l’immagine di quel bimbo liscio con gli occhioni verde smeraldo identici ai suoi,
il sorriso ad illuminargli il viso. Si asciugò quella goccia salata che sostava sulla guancia,
prendendo un respiro profondo e sentendo dei rumori dalla cima delle scale. Subito dopo la sua bambina scese di corsa,
indosso il cappotto fucsia, ai piedi gli stivaletti da neve, i guantini e la sciarpina di lana,
i ricci raccolti in due codini e in testa un delizioso paraorecchi peloso, rosa confetto.
–Ma come è bella la mia batuffola!-, esclamò avvicinandosi e lasciandole un bacio sulla guancia.
Arrivò anche Louis, tutto affannato, ai piedi un paio di scarponi ed una sciarpa bianca attorno al collo.
Aprì la porta, vedendo la piccola correre fuori e venendo investito da una folata gelida.
Uscì, mentre Harry si accostava allo stipite, mettendosi a giocare con la bambina. Si tirarono palle di neve, ridendo e rincorrendosi,
facendo poi gli angeli sul suolo bianco e bagnandosi tutti. Il riccio guardava la scena con il cuore colmo di gioia,
intenerito e commosso da tutto quello. I suoi sogni erano tutti finalmente realizzati, e gli stava bene così. Assolutamente.
Una palla di neve lo colpì in pieno viso, risvegliandolo drasticamente dalle sue riflessioni. Scrollò il capo,
per togliersi la sostanza fredda e bianca dai ricci, per poi fulminare con lo sguardo le due cose più importanti della sua vita,
che se la ridevano complici. Entrò in casa, si mise le scarpe e corse nel giardino, agguantando i due e buttandoli a terra.
Finirono per rotolarsi tra la neve fredda, facendola infilare all’interno dei loro vestiti, lanciandosi pallinate e inseguendosi a vicenda,
tutti e tre, ridendo spensierati. Darcy alternava l’alleanza con Louis a quella con Harry, non volendo mai stare da sola.
I due cantanti, invece, non smettevano un secondi di stuzzicarsi colpendosi a vicenda, esultando quando l’altro veniva preso.
Louis corse a nascondersi per ripararsi da Harry e Darcy, rimasto in quel momento solo, era decisamente troppo vulnerabile.
Si andò a nascondere dietro il piccolo muretto sul retro, nella zona della piscina,
in quel periodo dell’anno coperta da un grosso telo azzurro. Si accucciò, ascoltando attentamente. La neve, purtroppo per lui,
cancellava ogni suono presente. Ridacchiò appena, pensando a quanto era buffa quella situazione.
Lui che si nascondeva in un giardino innevato da sua figlia e suo marito.
Aveva sempre immaginato di poter fare una cosa così un giorno. Due mani congelate gli si intrufolarono nel maglione,
afferrandolo per i fianchi e facendogli cacciare un urletto che di mascolino aveva ben poco.
Si voltò di scatto ritrovandosi il volto di suo marito vicinissimo, un sorriso sulle labbra.
Si perse ad ammirare come fosse bello con i ricci ricoperti di neve a causa del cappellino di lana assente,
in quanto glielo aveva rubato poco prima per metterselo lui stesso. –Mi hai fatto spaventare!
E hai le mani freddissime!-, lo riprese imbronciandosi. Harry rise, quella risata roca e profonda che Louis amava,
spostando i palmi sulla sua schiena e attirandolo più vicino a sé, facendolo scontrare con il suo petto. –
Scusa, ma sei proprio pessimo a nasconderti. Non ho potuto resistere alla tentazioni di farti mio prigioniero…-, mormorò roco,
avvicinandosi con il volto al suo e solleticandogli piano i fianchi. Il maggiore urlò piano, ridendo subito dopo,
venendo zittito dall’indice del compagno sulle labbra.
–Shh, o Darcy ti sentirà e scoprirà il nostro nascondiglio.-, lo ammonì facendo saettare gli occhi da un angolo ad un altro del giardino.
–Se tu non mi fai il solletico non mi farò sentire ovviamente!-, lo rimbeccò piccato Louis, alzando il viso con fare orgoglioso.
–Sinceramente ho i miei dubbi…-, lo sfotté il riccio, trattenendo una risatina.
–Ma forse ho un modo per farti stare zitto…-, aggiunse fugace, annullando le distanze tra loro e prendendo possesso delle sue labbra.
Il compagno portò una mano ad intricarsi tra i suoi ricci, chiudendo gli occhi in contemporanea con Harry,
mentre questi lo stringeva a sé dalla schiena. Si mordicchiarono piano le labbra a vicenda,
facendo poi incontrare le loro lingue che subito si unirono, allacciandosi tra loro. Amava il sapore del minore sulle labbra,
amava tutto di lui. Si staccarono poco dopo, ansanti, sorridendosi teneramente.
–Ti amo Boo…-, mormorò il riccio, uno sguardo carico d’amore che intrappolò Louis.
–Anche io ti amo, Cuppycake…-, rispose il maggiore, facendo ridere Harry.
–Fossi in te stare attento alle spalle…-, gli sussurrò poi all’orecchio, notando una cosa arrivata in quel momento.
Il liscio lo guardò senza capire, prima che una valanga di neve gli si riversasse sulla nuca.
Il riccio scoppiò a ridere sonoramente, alzandosi e correndo via, prendendo in braccio la bimba che appostata sul
muretto aveva eseguito l’attentato al padre maggiore. Anche Louis sorrise, dopo essersi scrollato la neve di dosso,
partendo al loro inseguimento. Giocarono tutta la mattina, sino all’ora di pranzo.
Allora rientrarono e Lou portò Darcy a farsi un bagnetto caldo mentre Harry si metteva ai fornelli.
La lavò con cura, riscaldandola dal freddo che la neve le aveva procurato, ridendo quando la piccola gli schizzava.
Dopo averle messo una tutina pesante la fece scendere e si fece una rapida doccia, cambiandosi e raggiungendoli.
Allora filò Harry a lavarsi, per tornare dieci minuti dopo e pranzare allegramente, con l’albero in salone illuminato.
Arrivate le due del pomeriggio, la piccola sbadigliò, stropicciandosi gli occhietti.
–Andiamo a fare la nanna amore?-, fece retorico Lou, prendendola in braccio e facendola annuire.
Dopo aver scoccato un bacino sulla guancia di papà Harry,
la piccola venne portata dall’altro papà in camera sua e messa a letto per il suo solito riposino pomeridiano.
Intanto il riccio si premurò di mettere tutto in ordine in cucina, lavare i piatti e ravvivare il fuoco nel camino.
Passato un quarto d’ora, del marito neanche l’ombra.
Era normale che Darcy ogni tanto chiedesse una favola o delle coccole prima di dormire,
ma di solito nessuno ci metteva mai così tanto tempo. Leggermente preoccupato si recò al piano di sopra,
entrando lentamente nella stanza della bambina. Si portò una mano alla bocca dallo stupore,
per poi portarla sul petto e sorridere teneramente, gli occhi lucidi. Sul letto, al calduccio,
c’era la sua principessa che dormiva tranquillamente e al suo fianco, sdraiato sopra al piumone fucsia,
Louis era completamente addormentato, le labbra leggermente schiuse,
abbracciato alla sua bambina ed un lieve russare a fare da sottofondo. Harry filò in camera sua a prendere l’iPhone,
per poi tornare sulla porta e fare una foto a quel momento magico, twittandola subito dopo.
After a morning play with the snow here
@Louis_Tomlinson resting with our little miracle! X #proudaddy #larrystylinson.
Poi la mise come sfondo e tornò nel salone, lasciandoli riposare, sdraiandosi sul divano.
Si mise le braccia dietro la nuca e sorrise, chiudendo gli occhi, addormentandosi anche lui inconsapevolmente,
avvolto dal caldo del camino, mentre fuori ancora nevicava.



#angolo Kikka.
Piccola One Shot Fluffosa (?) nata così a caso.
Spero vi piaccia :)
Peace, Love and Larry Stylinson

  
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