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Autore: WhiteLight Girl    11/12/2012    2 recensioni
«Eih» esclamò Shaochung incuriosita fermando il fratello maggiore con una mano «Vediamo che c’è lì dentro?»
Jianliang la guardò stupito. Erano parecchi anni che la tredicenne non pretendeva che la si portasse in un negozio di giocattoli.
Lanciò un’occhiata all’amica che lo affiancava, che scrollò le spalle per dire che non le importava che cosa avrebbero dovuto fare quel pomeriggio.
Ma, se il negozio di giocattoli a Ruki non importava, per la bambina che la ragazza teneva per mano era un appello imperdibile.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ryo Akiyama, Un po' tutti | Coppie: Jianlinag Wong/Henry, Ruki Makino/Rika, Shouchion Wong/Suzie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HUNTED. PREDA E CACCIATORE


La porta si aprì su un salotto colmo di palloncini e stelle filanti colorati. I piccoli invitati correvano a destra e a manca strillando di gioia. Un mucchio di pacchi era accatastato in un angolo, dimenticati, boicottati a favore del nuovo elicottero azzurro aperto quella mattina.
Yumi non era ancora pratica del Joystick, ma non avrebbe mollato facilmente. Ed intanto una fila di bambini si era formata dietro di lei in attesa di provare a pilotare il nuovo giocattolo.
Ryou sorrise, nel vederla così emozionata e persa. Tanto concentrata che incrociò le braccia e non ebbe il cuore di attirare la sua attenzione per porgerle il suo regalo.
Decise invece di andare alla ricerca della sorella della festeggiata, cercandola in giro con occhiate ben poco candide.

Hirokazu chiacchierava con Kenta in un angolo. Stavano dietro il tavolo degli spuntini, per potersi servire senza alcun indugio di patatine, panini ed ogni altra schifezza. La vista di Ryou li distrasse dalla loro idilliaca conversazione su quale fosse lo stuzzichino più gustoso.
Kenta sistemò gli occhiali sul naso. «E’ arrivato Ryou» disse all’amico sorridendo.
Hirokazu avrebbe provato a farsi notare, se non avesse trovato il Tamer Leggendario troppo intento a guardarsi attorno. «Noi non gli interessiamo» osservò colpito.
«No» assentì Kenta «è decisamente preso da altri interessi».
Hirokazu batté le mani una contro l’altra, per ripulirle dalle briciole di patatine. «Sembra un leone a caccia»
«No» ribatté l’altro «Sembra un leone che cerca di espandere il suo territorio»
Ci furono alcuni secondi di silenzio, poi Kenta fissò l’amico sconvolto. «I leoni non vanno a caccia. Ci mandano le leonesse»
«Hai capito, che approfittatori…» osservò Hirokazu. «Dov’è che è andata la tigre dopo che ci ha detto di non soffocarci?»
«A prendere altre patatine. Ora torna» rispose Kenta. Poi rifletté meglio su ciò che aveva detto l’amico. «La Tigre. Per via dei capelli, vero? Mi piace»
«Una volta ho visto un documentario. Un esemplare di tigre maschio invadeva il territorio di una femmina. Si scontravano, ma lei perdeva. Alla fine, pur di non doversene andare lei… Si concedeva a lui» «Cioè, no, vuoi dire che…»
«Si»
Hirokazu rise «Sei proprio un nerd»
Poi Kenta gli diede una gomitata, indicando il portico. «Eccola che torna» disse indicando Ruki con un cenno.
Ryou andava incontro alla ragazza, che si era fermata sull’attenti nel momento in cui l’aveva visto.
«Ecco che la tigre si prepara a difendere il proprio territorio. Vincerà, cederà e fuggirà oppure cercherà il compromesso?» proseguì Kenta esaltato.
«Se lei è la tigre lui resta il leone?» domandò Hirokazu curioso.
«Si, è il re della giungla, la tigre è la regina»

Ryou saltò sul portico e tentò di sfilare di mano a Ruki la scodella di patatine. «Ciao. Sei uno schianto, oggi»
La squadrò da capo a piedi. Indossava una semplice maglia con dei Jeans attillati. Stringeva forte la sua parte della ciotola, senza demordere.
«Grazie» gli rispose. Le gote leggermente arrossate non intaccavano affatto il suo sguardo serio, con gli occhi socchiusi e le ciglia lunghe che inchiodavano il ragazzo sul posto.
Si riprese le patatine, perché Ryou allentò la presa ed infilò le mani in tasca dopo aver incastrato il pacchetto regalo sotto il braccio. La seguì al tavolo, tenendola d’occhio mentre lei sistemava le nuove merende.
Hirokazu e Kenta sorrisero loro, facendo a Ryou un cenno di saluto fin troppo divertito. Ma Ruki non aveva voglia di indagare sulla ragione di tutta quella vena comica.
Si allontanò dai ragazzi, sperando che i due trattenessero Ryou, ma loro non lo fecero, continuando invece a seguirli con lo sguardo mentre tornavano ancora dentro.
«Che stai facendo, Akiyama?» domandò la rossa seccata. «Non devi consegnare quel regalo e farti adorare un po’?»
«Yumi ha il suo elicottero, non si è neanche accorta di me»
Ruki prese in mano due bottiglie e non lo guardò, mentre gli rispondeva a tono «Oh! Accidenti! La notizia mi sta uccidendo. O forse sta uccidendo te»
Ryou le sorrise. «Ti adoro quando fai battute simili» le disse. Ruki aveva la guardia alta, per qualche motivo, e lui non poteva far altro che stare all’erta a sua volta, alla ricerca di una breccia o di un punto più facile da oltrepassare per raggiungerla.
Lei restò zitta, e così fece anche Ryou.
Fu la madre di Ruki ad interrompere il loro silenzio entrando nella stanza con tra le mani le carte dei pacchi aperti.
«Non avevamo la casa così piena di bambini dal giorno in cui tu hai compiuto otto anni» disse entusiasta.
Ryou osservò la scena con vivo interesse, ma Ruki non rispose e si limitò a portare fuori le bibite.
Quando Ruki uscì dalla porta Yumi la attraversò schivandola per lanciarsi tra le braccia di Ryou.
«Sei venuto, allora!»
Il ragazzo lasciò il pacco sul bancone e la sollevò di peso «Principessina! Bel vestito!»
Yumi lo abbracciò forte «Non sono capace a pilotare bene. Mi insegni come si fa?»
«Va bene» le rispose lui porgendole il suo regalo «Prima apri questo, però»

Hirokazu e Kenta aspettavano irrequieti. Avevano pensato anche di aggirare la tavolata ed origliare la conversazione dei due amici da dietro la porta. Nel dubbio avevano aspettato troppo, e sospirarono delusi nel vedere Ryou che tornava fuori accompagnato da Yumi.
Ruki li seguiva silenziosa.
«Cosa ci saremo persi?», chiese Kenta corrucciato.
L’altro scrollò le spalle. «Non si sono scannati, ma non mi sembra neanche che abbiano trovato un giusto accordo»
Ryou si sedette sul portico e strinse tra le mani il joystick. Yumi sorrideva estasiata con un nuovo cerchietto rosso tra i capelli, mentre il ragazzo spiegava alla bambina ciò che doveva fare per evitare incidenti gravi.
Ruki, poco più in là, osservava la scena accigliata. Si era seduta ad un tavolino, ed ora aveva il viso inclinato appoggiato al palmo della mano.
Ryou le lanciò un’occhiata e le sorrise di sbieco, lei ricambiò flebilmente.
«E’ successo qualcosa», osservò Kenta.
Hirokazu spostò lo sguardo da Ryou a Ruki, studiandoli. «Dici?»
«C’è tensione. Ruki ha i muscoli tesi, come se fosse pronta a tendergli un agguato»
Poi, Ruki fu distratta dall’arrivo di un altro baldo giovanotto dai capelli scuri, che le si sedette affianco e le sorrise lascivo.
Kenta sussultò, dando una gomitata all’amico. «Quello chi è?»
«Il fratello di una compagna di classe di Yumi» rispose il ragazzo spostando di nuovo lo sguardo su Ryou.
L’elicottero sbandò, finendo quasi addosso ad una mamma che chiacchierava in un angolo. Per evitarla Ryou lo fece scendere di quota e le pale dell’elicottero sollevarono la gonna di una ragazza che si serviva al tavolo degli stuzzichini. La sorella di un altro invitato, probabilmente.
Hirokazu e Kenta fischiarono. Jianliang, che chiacchierava con Juri e Takato in un angolo, li fulminò con lo sguardo.
I due scrollarono le spalle.
Ora Ryou aveva lasciato il comando a Shaochung, e fissava a mascelle serrate il ragazzo che aveva avvicinato Ruki.
«Questo è meglio di qualunque documentario io abbia mai visto» gongolò Kenta.
L’espressione del Tamer Leggendario era pari a quella di un pazzo omicida, secondo Hirokazu.
«Due leoni invadono lo stesso territorio»
«Un territorio che è già di proprietà di una maestosa e possente tigre» sghignazzò Hirokazu sistemandosi il cappello.
«No, è lei il territorio!» chiarì Kenta.
«Oh, ma sei sicuro?» domandò l’amico confuso.
Il moretto annuì sicuro, poi tornò a cercare Ruki con lo sguardo appena l’amico gli ebbe dato una gomitata.
Ryou si era avvicinato a Ruki e si era chinato per sussurrarle qualcosa all’orecchio. Teneva la mano sul suo fianco, troppo in basso perché non fosse una tacita dichiarazione di sfida nei confronti dell’altro ragazzo.
«Questo va considerato come un ringhio?» domandò Hirokazu curioso.
Kenta annuì vigorosamente. «Eccome se è un ringhio!»
Al lieve tocco di Ryou Ruki era leggermente arrossita, ma lo aveva seguito immediatamente in corridoio, scusandosi educatamente con lo sconosciuto.
Prima che Kenta potesse ribattere Hirokazu l’aveva trascinato dietro gli amici, superarono il gruppetto di bambini e ignorarono lo sguardo di avvertimento di Shaochung, che suggeriva con insistenza di non andare oltre.
«Non so se questa è una buona idea» disse il ragazzo sollevandosi gli occhiali sul naso.
«Ma scherzi! Dobbiamo sapere questa caccia come va a finire!» gli rispose Hirokazu divertito. Rallentò, si fermò e dischiuse lentamente lo shoji* che dava sul corridoio interno.
Kenta lo vide irrigidirsi, richiudere lo shoji e girarsi a guardarlo con il volto rosso dall’imbarazzo.
«Cosa? Che hai visto?» domandò ansioso. Si allungò per sbirciare, ma l’amico lo trattenne.
«Non farlo!» gli suggerì Hirokazu cercando di trascinarlo lontano. Nella foga inciampò sui suoi stessi piedi e ruzzolò fuori dall’engawa**, finendo sul prato assieme all’amico.
«Che diamine! Si può sapere che hai visto? Che stavano facendo?» domandò Kenta allarmato.
Hirokazu stava per rispondere, ma quasi si strozzò con la sua stessa saliva quando la porta si spalancò e Ruki e Ryou gli vennero incontro seri. Il ragazzo fece addirittura schioccare le dita una ad una e li fissò minaccioso.
«Cosa?» domandò ancora Kenta, sempre più confuso.
Hirokazu lo afferrò per il polso, lo costrinse ad alzarsi ed insieme corsero via.
Filarono dritti per un paio di isolati, prima che il ragazzo si fermasse a prendere il fiato e finalmente si decise a vuotare il sacco:
«Stava per finire come il tuo documentario…»
E Kenta non poté che commentare con un singolo, sonoro: «Oh!»


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* La classica porta scorrevole giapponese
** Il classico corridoio esterno giapponese, quello che si può chiudere d’inverno e lasciare aperto d’estate.
Certo che una classica casa giapponese dovrebbe essere gelida nei mesi più freddi…

Avevo questa in sospeso, domenica sono riuscita a finirla (mancavano gli ultimi venti righi circa). Ora è il momento di concluderla. Spero che non risulti troppo stupida…

   
 
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