The Enemy who will Trust you
Camminare
per i corridoi di
Hogwarts stava diventando insopportabile.
Ad ogni
angolo c’erano gruppetti
di patetici mezzosangue che, spaventati, pensavano di essere al sicuro
dalla
furia dell’Erede semplicemente rimanendo uniti.
Non
importava la Casa di appartenenza
o l’anno che frequentavano: tutti loro tremavano e si
nascondevano, pregando
per se stessi, chiedendosi chi tra loro sarebbe stata la prossima
vittima.
Patetici.
Oppure li si
sentiva speculare
sulla vera identità del pazzo che, a loro parere, aveva dato
via ad una strage
senza pari.
A questi
interessantissimi -e
quanto mai inutili- dibattiti partecipavano tutti, persino i Serpeverde
che, di
sangue marcio, non ne avevano nemmeno una goccia, tutti chiedendosi chi
fosse
il vero colpevole e quale grande magia oscura aveva utilizzato contro i
nati
babbani.
E, a
troneggiare di nuovo
imperante sopra chiunque altro, ancora una volta il nome che
più detestava al
mondo non faceva che essere ripetuto.
Harry Potter.
Ora,
seriamente, come facevano
quel branco di mezzosangue a essere così incredibilmente
stupidi?
Come
potevano anche solo pensare
che Potter –San Potter-
potesse anche
solo lontanamente essere l’Erede di Serpeverde?
Era
l’unico in quella
stramaledetta scuola a rendersi conto che era assolutamente un idea
totalmente
folle?
Tra tutti i
nomi che potevano
essere scritti nella lista dei sospettati – il suo in primis-
l’unico che per
quel branco di idioti aveva senso additare era Harry Potter.
La
stupidità umana non aveva
limiti.
Si sarebbe
aspettato qualcosa di
meglio, ad esempio Blaise, se non fosse stato troppo occupato ad
amoreggiare
con la biblioteca, poteva essere un buon candidato, con il suo sguardo
gelido e
la sua freddezza, e invece nulla.
Nessun
Serpeverde era sospettato.
Nemmeno lui,
Draco Malfoy, il
principe delle serpi, era stato accusato nemmeno una volta di quegli
attacchi,
sebbene non avesse mai nascosto il suo disgusto per i nati babbani o la
sua
approvazione a quello che stava accadendo.
Niente.
Erano tutti
convinti che fosse
Potter il responsabile.
Potter!
Come poteva
Potter, così
schifosamente Griffondoro, essere l’erede di Salazar
Serpeverde?
Era una
contraddizione. Era
impossibile.
Si rifiutava
di crederlo e aveva
le sue ragioni.
Lo Sfregiato
aveva in parte
sangue babbano per colpa di sua madre, senza contare che i suoi grandi
amici
erano una mezzosangue so-tutto-io, quel babbanofilo di Weasley e un
dannato
mezzo gigante.
E invece
erano tutti lì ad
accusarlo solo perché aveva sibilato qualcosa di
incomprensibile al serpente
che gli aveva aizzato contro.
La gente era
davvero disposta a
credere a qualsiasi cosa.
Infastidito
dai continui sussurri
che lo circondavano Malfoy scese le scale con più foga del
solito, incurante di
chi urtasse al suo passaggio, fino a raggiungere il primo piano.
-Vi dico che
è la verità! C’è
Potter dietro a tutto questo!-
Un paio di
ragazzi del terzo anno
di Corvonero stavano discutendo animatamente tra loro con un tono di
voce
troppo alto per passare inosservati.
Arrivato al
limite della
sopportazione Draco decise che se nessuno fermava quella pazzia allora
lo
avrebbe fatto lui: non avrebbe in alcun modo permesso che il nome di
Potter
infangasse quello della sua casa.
Lentamente
si avvicinò alle
spalle del ragazzo che stava parlando, ascoltando ancora un
po’ i suoi
vaneggiamenti.
-Ne sono
certo! Si
nasconde dietro a quella sua aria da bravo ragazzo, ma in
realtà aspetta solo
il momento buono per attaccare!-
Il biondo
Serpeverde trattenne a
stento una risata, limitandosi a sbuffare.
-Ma davvero?-
Sorpreso il
Corvonero si girò di
scatto e impallidì quando si rese conto da chi proveniva
quel tono sarcastico
che lo aveva interrotto.
Malfoy
sorrise compiaciuto.
-E
sentiamo...come intende
attaccare secondo te Potter?-
Lo chiese
più per sfizio
personale nel vedere il ragazzo balbettare pateticamente nel tentativo
di
trovare qualcosa con cui controbattere; tuttavia non aspettò
una risposta,
semplicemente sfoderò il suo ghigno più beffardo
per atterrare definitivamente quelle
patetiche dicerie.
-Credimi
amico, Serpeverde
non ha bisogno di uno come San Potter per agire…noi non ci
affidiamo a stupidi
Griffondoro per compiere i nostri doveri.-
Entrambi i
ragazzi lo fissarono
atterriti, compiacendo ulteriormente l’ego del principe delle
serpi.
-Se fossi in
voi
controllerei il vostro albero genealogico. A presto.-
Concluse,
prima di voltarsi e
andarsene, sventolando spavaldo la mano in una parodia di un saluto.
Beh, se non
poteva aiutare l’Erede
di Serpeverde a portare avanti la sua giusta causa almeno avrebbe
evitato che
essa venisse infangata dal nome di quello sfigato babbanofilo.
Galvanizzato
dalle voci che, sicuramente,
avrebbero cominciato a circolare il giorno dopo -Draco Malfoy suonava
molto
meglio di Harry Potter a fianco al nome del grande Salazar,dopotutto-
raggiunse
i sotterranei in pochi minuti dove trovò i suoi fidati Tiger
e Goyle che
fissavano inebetiti il muro sbagliato.
Stano, li
credeva in Sala Grande.
-Tiger,
Goyle!-
chiamò a gran voce.
I due si
voltarono
immediatamente, ma c’era qualcosa di sbagliato in loro.
-Perché
porti gli
occhiali?- chiese, notando immediatamente quel dettaglio fuori posto.
-Uh…Leggevo!-
-Perché…sai
leggere?- chiese
stupito, inarcando appena le
sopracciglia.
Il ragazzo
annuisce confuso e
Draco non può fare altro che scrollare le spalle e guidarli
all’interno della
loro sala comune.
*****
Quella
notte, al sicuro nella
Torre di Griffondoro, Harry Potter non riusciva a dormire, troppi
pensieri
affollavano la sua mente.
Questo
pomeriggio si erano
introdotti nella sala comune dei Serpeverde assumendo la Pozione
Polisucco e
infrangendo tante di quelle regole che sarebbero bastate a farle
espellere lui
e Ron a vita.
Ed Hermione
era finita in infermeria
con una coda.
Si erano
illusi di poter ricavare
qualche informazione utile entrando direttamente nella tana del nemico
e,
prendendo le sembianze dei suoi tirapiedi, avevano sperato anche di
riuscire a
incastrare Draco Malfoy.
Ma avevano
fallito su tutta la
linea: non solo il Serpeverde non era il mandante di quelle
aggressioni, a
nemmeno sembrava sapere qualcosa a riguardo.
Certo,
avevano avuto quella
orribile e quanto mai preziosa informazione su quello che era accaduto
la prima
volta che la camera era stata aperta, ma nient’altro.
Era di nuovo
punto e a capo.
Tuttavia non
era quello che
teneva sveglio il giovane Griffondoro.
Harry
ripensava a quello che
aveva detto Malfoy su di lui e alla sua espressione in bilico tra il
disgusto e
l’indignazione mentre ripeteva le voci di corridoio che aveva
sentito: il
biondo reputava assolutamente insensato il fatto che la gente reputasse
proprio
lui, Potter, il mandante di quegli attentati, lo considerava quasi un
insulto.
Girandosi su
di un lato nella
speranza di addormentarsi, Harry, tuttavia, sorrise a quel ricordo.
C’era
ancora qualcuno, fuori da
quella torre, che lo credeva innocente, dopotutto,
°Angolo
della Seki°
Buonsalve!
Oddio
è la prima volta che scrivo su Harry Potter! Spero di non
aver devastato questi
magnifici libri con la mia inettitudine!
Beh
che dire…ultimamente sto rileggendo questa magnifica saga
per la infinitesima
volta e rileggendo la Camera mi è venuta
l’ispirazione per questa cosa perché io amo il personaggio di Draco,
primo, e perché mi sono resa
conto solo ieri che “hey! Ma Draco è
l’unico li dentro che crede a quel pirla
di Harry!”XD Lasciamo stare…
Spero
di non aver compiuto un macello e di non aver rovinato questi
bellissimi
personaggi…non troppo per lo meno XD
Un
bacio, Seki