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Autore: The Princess of Stars    11/12/2012    3 recensioni
In un universo alternativo, dove il tempo e lo spazio si confondono, 12 tra i sovrani dei regni più importanti dell'Asia Minore si sono riuniti per un importante trattato di pace: i monarchi delle regioni di Grecia, i sovrani di Persia e le Amazzoni della regina Atena. Ma al Titano, misterioso leader del Clan, la cosa non piace.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Grover Underwood, Luke Castellan, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Annabeth’s POV:

Non so come accadde, ma cadde il silenzio nel campo di battaglia. Mi accorsi che Amazzoni, opliti, alleati e i nostri nemici, si erano fermati. Avevano smesso di combattere e ci stavano osservando. Capii perché: non erano due semplici nemici a scontrarsi, ma il Maestro Supremo del Clan e la Principessa Amazzone, L’Angelo della Morte e l’allieva del suo allievo. I guerrieri si erano messi in cerchio intorno a noi, lasciandoci spazio per combattere, ma era come se tutti volessero vedere chi avrebbe ucciso chi.
Sapevo che sarebbe stato uno scontro difficile. Crono aveva insegnato a Luke, Luke ha appreso il suo stile di combattimento e ha insegnato a me, io ho appreso lo stile di Luke, quindi lo stile di Crono.
Lui si avvicinò a me molleggiando da una gamba all’altra e mi colpì con la lancia, portai il scudo in avanti tenendolo obliquo e la lama scivolò su di esso, ma subito dopo, Crono tentò di colpirmi con lo scudo, ma riuscii a schivarlo. Crono era fisicamente fortissimo, non dovevo farmi toccare. Lui subito tornò alla carica, spiccò un salto e tentò di colpirmi con la lancia, ma quando parai, il colpo che ero sicura avrebbe trapassato lo scudo, non ebbe quell’esito, ma fu comunque forte da farmi indietreggiare. Sentivo gli occhi dei soldati su di noi. Le opzioni erano due, ma lo sguardo che vidi negli occhi di Crono mi fece dimenticare la prima. Non era lui che moderava la forza, era il mio scudo, forgiato dalle fucine di Scizia…




3 anni prima…

“Stai attenta per questa missione” disse Luke “Le Amazzoni sono molto forti, hanno la guerra e la strategia nel sangue e il modo migliore per amplificare questa loro forza è tramite le armi” mi disse mentre preparavo la sacca con la poca roba che mi sarebbe servita per andare in Scizia. “Per uccidere il Gran Sacerdote dovrai affrontare le guerriere. Non ucciderle a meno che non sia estremamente necessario. Una guerra contro la loro Regina al momento è l’ultima cosa che ci serve” continuava “Non sperare di rompergli gli scudi o di spezzare spade con un colpo preciso. Sono fatti con una lega segreta talmente resistente che mai niente e nessuno è riuscito a romperne uno”

“Non sono le armi che rendono forte un nemico, ma chi le maneggia” dissi fredda io “Le Amazzoni non mi preoccupano, ho sconfitto una Viverna in Macedonia, posso fare fuori quattro guerriere”

“Non essere arrogante, Annabeth” disse Luke “Sei brava, ma sottovalutare un nemico è ciò che porta alla sconfitta. Per questo di dico sempre di sfruttare la tua bellezza… fatti sottovalutare. Ma con le Amazzoni sarà più difficile perché la tua bella faccia non servirà a niente contro altre donne, trova un altro modo, sfrutta la tua abilità”
 



…non dovevo perdere lo scudo e la spada. Erano la mia unica speranza di vittoria e salvezza. Non potevo contare sull’armatura. Erano le armi che erano super-resistenti non l’armatura. Crono partì subito all’attacco. Fece un affondo con la lancia e io lo devia portando lo scudo a terra e con la spada allontanai l’arma, Crono fece roteare la lancia con la mano e tentò un altro affondo che fu parato e poi andò di tagli verso la mia testa, ma schivai il colpo. Mi spostai in fretta e cercai di colpirlo, ma Crono parò il colpo con lo scudo e appena indietreggiai putò la lancia in avanti nel tentativo di infilzarmi, ma mi piegai all’indietro appena in tempo. Crono si avvicinò e andò di taglio con lo scudo, schivai il colpo e lui tentò di infilzarmi di nuovo, ma spostai la testa appena in tempo e con lo scudo spostai la lancia che Crono appoggiò dietro le spalle e sulla parte concava ai lati dello scudo. Avanzò minaccioso e dopo un colpo che parai, spostò la lancia da quella posizione e colpì, parai il colpo, fece un affondo portai la lancia a terra con lo scudo e con lo schiniere sullo stinco spezzai la lancia e tentai un contrattacco con la spada. La lama della spada passò sotto la gola di Crono, ma lui la schivò appena in tempo. In quel momento ignoravo i soldati o alleati o nemici che strillavano cose del tipo “Uccidilo/a!- Vai Annabeth! – Forza, Maestro!”. Tentai un secondo colpo, che Crono parò con lo scudo girando su sé stesso e con velocità fulminea estrasse la spada e tentò di colpirmi, ma il colpo fu parato appena in tempo. Essendo vicini, tentai di colpirlo facendo scivolare le spade dalla posizione a X che si trovavano, ma Crono spostò l’arma e tentò di mozzarmi la testa, ma io mi abbassai appena in tempo. Tentai di colpirlo sulla gamba, ma lui mi offrì lo stinco protetto dallo schiniere, poi con la spada spostò la mia arma facendomi rialzare e tentò un colpo dal lato che fu parato, io tentai di colpirlo nel petto, ma parò il colpo con lo scudo e con un colpo da destra sullo scudo, uno da sinistra e uno da destra che andò sul centro del mio scudo mi spinse via con molta forza. Sentivo gli sguardi di Percy, mia madre, Silena, i principi e i monarchi in battaglia su di me. Tutti osservavano la scena. La battaglia si era fermata per il duello tra me e Crono. Colpii il mio ex-Maestro con lo scudo, lui parò il colpo e mentre io tentai di colpirlo nella schiene mentre, nuovamente girò su se stesso, lui portò lo scudo dietro la schiena e   tentò di colpirmi, ma parai il colpo con lo scudo per poi contrattaccare, ma le spade si incrociarono e ci ritrovammo quasi a fare il giro tondo, Crono spingeva e io gli andavo dietro per non cadere. Ma poi  lui rialzò le spade con la lama e colpì, ma io parai in tempo. Tentò vari affondi che io parai o con lo scudo o con la spada. Tentai di colpirlo sulla coscia, ma spostò la gamba, lui tagliarmi la testa, ma mi abbassai. Tentai di colpirlo rialzandomi, ma lui fece scivolare la sua lama sulla mia deviando il colpo e rifilandomi una gomitata così forte sulla faccia che è un miracolo che non mi abbia rotto niente. Ci fu una serie di complimenti rumorosi da parte del Clan. Ma non persi la concentrazione. Tentai subito un colpo, alto, uno di taglio che furono schivati da Crono, lui subito saltò ancora e tentò nuovamente di colpirmi, ma parai con lo scudo. Crono rimase fermo in posa e io tentai di colpirlo rapidamente, ma lui parò entrambi i colpi con lo scudo, poi il terzo con la spada e tentammo di disarmarci ma nessuno ebbe successo. Sentii la spada di Crono passarmi sotto la gola, ma senza colpirmi. Tentò nuovamente di colpirmi, ma parai tutti gli attacchi con lo scudo, poi tentò ancora di tagliarmi la testa, ma mi abbassai schivando il colpo, lui tentò di colpire, ma deviai il colpo e finalmente con un contrattacco lo colpii ma gli feci solo una lunga ferita sul petto, profonda abbastanza solo per lasciargli una cicatrice. Si levò un boato da parte dei miei alleati. Ero ormai sudata e col fiatone, Crono si guardò la ferita sul petto, ignorò il sangue che usciva e quando mi guardò, lo vidi più furioso che mai. Ero stata la prima che avesse mai inferto una ferita a Crono, quella ormai sarebbe stato segno di onta, se mi avesse uccisa. Non persi tempo e tentai di infilzarlo, ma la mossa non ebbe l’esito che mi aspettavo. Crono spostò lo scudo di modo che la mia spada si incastrasse tra il suo avambraccio e la presa dello scudo. Avrei dovuto lasciare la spada, ma poi no avrei più potuto difendermi. Crono alzò lo scudo e mi ritrovai il braccio nella parte conca dello scudo e col gomito in contro-articolazione. Crono poi Alzò la spada nell’ennesimo tentativo di uccidermi, ma io lo parai con lo scudo e lui subito spostò lo scudo liberandomi il braccio, ma con un calcio mi fece cadere facendomi perdere lo scudo. Subito vidi la punta della lancia che avevo spezzato a Crono e strisciai verso di essa nel tentativo di prenderla.

“In piedi, Principessa Amazzone” disse Crono con tono di sfida “Adesso l’hai capito chi è Il Titano?”

“Uno stronzo, sicuro” risposi

“Ora rimpiangerai di averlo detto!” disse lui furioso. In fretta mi rialzai e tentai di colpirlo, ma entrambi i colpi andarono a vuoto e Crono mi ferì poco sopra il ginocchio, ma con l’addestramento per la tolleranza del dolore non sentii quasi niente. Tentai nuovamente di colpirlo con entrambe le armi, spada e punta di lancia, ma ogni colpo veniva parato ed ogni colpo che cercava di fare Crono lo paravo io. Eravamo ormai entrambi stanchi. Io per la battaglia e il duello, lui solo per il duello. Dopo esserci fermati un istante per studiarci, partii nuovamente all’attacco e alternando le armi feci una serie di colpi rapidi sfruttando la mia agilità, ma Crono li parò tutti e dopo aver deviato l’ultimo colpo si spostò in avanti tenendo la mia spada lontano da sé con la sua, mi mise una mano sulla pancia e mi spinse via. Intorno a noi ancora il silenzio, Crono ed io ci guardammo un ultima volta prima di provare il tutto per tutto. Caricammo l’uno contro l’altro attaccai con la lancia spezzata, ma Crono la prese togliendomela di mano e, non appena Crono mi attaccò con la sua mossa più efficace, in quel momento tentai il tutto per tutto. Feci la mia mossa appena in tempo che fu in quell’istante che sentii la lama della lancia trafiggermi nella spalla. Vidi quegli istanti a rallentatore. Ero vicinissima a Crono, sentivo il respiro del mio nemico sul mio volto che piano piano andava affievolirsi, sentivo scorrere qualcosa di caldo sulla mia mano. Abbassai lo sguardo insieme a Crono e vidi che la mia mossa era andata a segno. Appena Crono fece la sua mossa per colpirmi, avevo tirato fuori il pugnale dal fodero e avvicinandomi glielo avevo affondato in quel suo cuore malvagio e infame. Lasciai il pugnale e Crono andò a terra morto in un lago di sangue, ma non ci volle molto tempo che anch’io caddi in ginocchio a terra. L’ultima cosa che vidi accasciandomi a terra, fu il Clan ritirarsi e Percy ed Atena correre verso di me chiamando il mio nome. Sentivo il sangue uscirmi dalla profonda ferita sulla spalla… quando il buio mi avvolse, questa volta ero certa che al mio risveglio ci sarebbe stato Caronte, il traghettatore di anime.


 
Percy’s POV:

(Non so perché, ma questo pezzo vi consiglio di leggerlo ascoltando questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=rtOvBOTyX00)
Il cuore mi batteva velocissimo, non vedevo nessuno e non sentivo le parole con cui i miei amici volevano tranquillizzarmi. Come faccio ad avere coraggio? Come posso essere tranquillo quando ho paura di perdere qualcuno che amo? Erano due giorni che sorvegliavo Annabeth. Era sdraiata da sola su un lettino nell’infermeria. Non sapevo se ce l’avrebbe fatta o no, nessuno lo sapeva. Mi decisi ad entrare per l’ennesima volta. Il tempo sembrava scorrere più lento in quelle ore eterne; un passo dopo l’altro ero vicino a lei. Annabeth stava dormendo, combattendo tra la vita e la morte. Quando lo scontro finii, il Clan si era ritirato. Ormai senza più un capo, la guerra era finita e avevamo vinto… grazie ad Annabeth. Lei non è cieca, aveva visto benissimo la lancia come aveva visto benissimo che Crono era aperto e sapeva il rischio se si fosse avvicinata, ma lo ha fatto lo stesso. Quando quella lancia l’ha trafitta, il mio cuore si è fermato. Crono, con la sua forza, era riuscito a trapassarle l’armatura con la lancia, tanto che le spuntò dall’altra  parte della spalla. Subito mi ero catapultato verso di lei e la portai dentro le mura. I medici le estrassero la lancia, bloccando l’emorragia e tentando di salvarla, ma la ferita era molto grave e nemmeno Re Apollo, che l’ha curata lui stesso, era certo se si sarebbe più svegliata. Ma in fondo, io mi volevo pugnalare.
Se ci penso bene, è come se ogni giorno della mia vita fossi stato in attesa del suo arrivo, quando l’ho conosciuta sapevo che era speciale. In pochi giorni, Annabeth mi ha cambiato la vita e quando le ho chiesto di sposarmi in battaglia, era perché sapevo che ci sarebbe stata solo lei, l’avrei amata per sempre e non mi importa cosa aveva fatto in passato. Era pallida e si vedeva che il suo corpo stava combattendo per sopravvivere. Le controllai la ferita e vidi solo le bende che le avevano cambiato da poco. Mi stesi sul lettino vicino a lei con una mano tenevo una delle sue, con l’altra le accarezzavo i suoi lunghi capelli castani. Mi sentivo inutile. Non ho potuto proteggerla… e adesso lei stava in queste condizioni. Sarei dovuto essere io!
Il tempo passava ma mi sembrava fermo, guardavo Annabeth e anche se pallida e debole, mi parve comunque bellissima, ma volevo vedere quei suoi occhi azzurri che furono ciò che mi colpì maggiormente di lei. Ad un tratto vidi qualcuno entrare nella tenda, Atena. Non mi mossi dal lettino ma Atena non disse niente, aveva gli occhi incollati sulla figlia.

“Come sta?” chiese

“Non lo so… respira, ma non si muove, è pallida. Ma starà bene. Ce la farà. Sì, ce la farà-”

“-anch’io ho paura Percy, non serve che tu lo dica per convincermi di una cosa che anche tu temi” disse Atena. Aveva ragione. Stavo cercando più che altro di rassicurare me stesso.

“Sono un pessimo fidanzato…” dissi guardando Annabeth “Non sono riuscito a proteggerla quando avrei dovuto e-”
“Principe, non devi prendertela con te stesso” disse Atena “Ero lì con te quando tuo padre e Ares ci hanno bloccati. Sì, tuo padre non è esattamente nelle mie simpatie, ma non gliene faccio una colpa di averci fermato e non faccio una colpa a te per non essere riuscito a proteggerla. Tu lo avresti fatto se avessi potuto”
 


Atena’s POV:

Il principe era rimasto silenzioso e si voltò nuovamente verso Annabeth. Il ragazzo si dava la colpa della condizione di mia figlia. Ma la realtà era che io mi ritenevo responsabile. Non avrei mai dovuto lasciarla combattere. Li guardai e non feci altro che rimanere colpita di quanto Perseus mi parve pensieroso e preoccupato.

“A cosa pensi, principe?” gli chiesi. Lui mi guardò per poi tornare ad Annabeth

“Che sono un cretino… voi non me ne fate una colpa, ma io sì” disse, avrei voluto cercare di fargli capire di non prendersela con sé stesso, ma lui mi precedette “Le avevo chiesto di sposarmi, in battaglia” ‘Sorpresa’ è un sottovalutare del mio stato d’animo. “Le volevo promettere che sarei stato sempre coraggioso, che non avrei permesso a niente di portare via ciò che stava davanti a me, Annabeth è la cosa più bella che mi sia mai capitata” Se non fosse stato per fatto che mia figlia era a rischio di morte, mi sarei sentita la madre più felice del mondo. Percy e Annabeth erano fatti l’uno per l’altra e Sally sarebbe stata davvero l’unica persona che avrei voluto come consuocera.

“Sei un bravo ragazzo, Percy” dissi “Annabeth non potrebbe avere di meglio” Lui mi fece un piccolo sorriso ma non disse niente. Mi voltai quando sentii un suono e vidi Sally entrare nella tenda insieme al marito, Silena e Beckendorf. Ci chiesero come stava Annabeth, ma ottennero la stessa risposta che ottenni io. Non ci fu molto di cui parlare. Stavamo tutti in silenzio. Ad un tratto entrò Apollo anche lui ci chiese come stava e in quel momento divenni nervosissima.

“Se non si sveglia entro domani…” disse Apollo “Ho paura che la nostra eroina non ce la farà. Mi dispiace, Atena” disse.

“NO!” gridò Percy “No! Ce la farà! Annabeth è forte, si riprenderà! Non potete darla subito per spacciata!”

“Mi dispiace, principe” rispose Apollo “Ma la ferita è grave, ha perso molto sangue e sono già due giorni che è incosciente, ormai le probabilità di risveglio sono poche, già da adesso stiamo chiedendo per un miracolo. Mi dispiace Percy” Trattenni le lacrime guardando mia figlia. Percy invece una la lasciò scappare. “E’ meglio che usciate ci pensano i guaritori a sorvegliarla stanotte” disse. Noi annuimmo e incominciammo ad uscire. Percy da sdraiato vicino ad Annabeth si sedette sul lettino. Sapevo che non voleva allontanarsi. Io mi avvicinai a mia figlia e le diedi un bacio sulla fronte.

“Ti voglio bene, Annabeth” dissi sperando che in qualche modo mi sentisse. Poi, anch’io mi allontanai, ma on prima di vedere Percy accarezzarle il viso e baciarla leggermente un paio di volte. Percy appoggiò la fronte a quella di Annabeth.

“Ti prego, svegliati” disse a bassa voce, appena udibile. Avevo appena ritrovato la mia bambina… e l’ho persa… di nuovo. Lui fece per alzarsi ed io per uscire quando

“Regina Atena!” chiamò Percy  “Guardate” disse agitato, mi avvicinai e vidi a cosa si riferiva il giovane principe; anche gli altri rientrarono. Guardai mia figlia speranzosa…e poi… accadde…
 

AHHHH! NO! NON MI UCCIDETE! *schiva i coltelli che le lancia la folla infuriata* SE MI UCCIDETE NON SAPRETE COME VA A FINIRE! *smettono di lanciarle coltelli e forconi*

Annabeth: Ma si può sapere che ti ho fatto?! Mi fai-

Io: -Stai zitta, Annabeth! 

Annabeth: Non ti azzardare a zittirmi! Sono una figlia di Atena, io, e sono più che capace di dare voce ai miei pensieri!

Io: Sì, troppi per i miei gusti...

Percy: Ragazze, calme! Peace and Love :-D

Io & Annie: ZITTO, PERCY! - E non chiamarmi Annie (Annabeth a me)
 *ricominciano a bisticciare*

Percy: *sigh* Vabbè, mentre io controllo che non si scannino fisicamente, voi commentate e dite cosa ne pensate del capitolo. Bye Bye! ;-) 


  
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