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Autore: rosadighiaccio    12/12/2012    2 recensioni
Lo vedi? è incessante, fastidioso, opprimente.
Lo percepisci? è come se scivolasse sulla pelle.
Lo gusti? sa di sconfitta e di delusione, è un sapore amaro.
Lo annusi? ha un odore come di bruciato.
Lo senti? ... allora, lo senti? No. Tum
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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"senza la musica vivere non avrebbe senso. La musica è tutto, è l'inizio e la fine della mia vita" 
                                                                                          
                                                                                                                                                                                          -Noel Gallagher-
                                                                     



Tum


Tum


Tum


Tum

Ronza.

Trema.

Sibila.

Salta.

Tum


Tum


Tum


Tum

Cosa diavolo stà producendo questo tremore insopportabile?

Quale, per amor di salazar, dannato oggetto stava minando in quella maniera alla sua sanità mentale?

Tum


Tum


Tum


Tum

Aprì minacciosamente gli occhi, provando anche con validi tentativi, a farne uscire cruciatus.
Il sole era sicuramente già sorto, ma, per sua enorme fortuna, non aveva ancora turbato l’inquieto sonno del biondo.

Cercò a tentoni l’oggetto di tanta confusione.

Era una sveglia.
Era una cazzo di fottutissima sveglia.
Quella fottutissima sveglia che gli aveva comprato Potter.

Tum


Tum


Tum


Tum

Raccattò la bacchetta da sotto il cuscino e affatturò quel piccolo, ma infernale, oggetti babbano.

Infine si ributtò nuovamente sui morbidi guanciali, sperando di ricadere in un sonno profondo.

Tum


Tum


Tum


Tum

Diamine, non riusciva a dormine.
Diamine, diamine diamine!

Si alzò bruscamente in piedi, ignorò il capogiro e si diresse in bagno.

Dopo una doccia a dir poco gelida e dopo aver indossato comodi ma pregiati abiti d’alta sartoria, scese al piano inferiore.

Tum


Tum


Tum


Tum

Quando entrò in cucina il pestare furente dei suoi piedi sul parquet scuro, provocò il brusco voltarsi di un paio di occhi color smeraldo.
A quella vista angelica ma al contempo infernale il compagno alzò un sopracciglio scuro con fare interrogativo
-Taci Potter- sussurrò acido il diretto interessato.

Il bambino sopravvissuto liquidò il tutto con una scrollata di spalle e cominciò a preparare la solita colazione: un tea e un croissant al cioccolato per lui, un caffè nero ed un toast con marmellata di arance per il biondo.

Servì il pasto e mangiò in silenzio, sfogliando la gazzetta come tutte le mattine era solito fare.

Tum


Tum


Tum


Tum

La serpe alzò piano lo sguardo dal suo caffè nero, scrutando furtiva il volto del fidanzato: del ragazzino di hogwarts quasi niente era rimasto, l’esile fanciullo era scomparso per lasciar spazio ad un uomo con il fisico ed il volto segnato dalla guerra.
Gli spaventosi occhiali a fondo di bottiglia avevano lasciato spazio a quei magnifici occhi verdi che tanto amava, il fisico emaciato ora sembrava scolpito nella pietra e i capelli corvini erano lasciati sciolti lungo le spalle, accompagnati da un filo di barba ben curata.

Tum


Tum


Tum


Tum

Era così diverso, così diverso da lui.
Così diverso dalla sua bellezza efebica, quasi androgina.

Era la sua nemesi, come sempre lo avevano descritto ad hogwarts; gli occhi rimanevano del glaciale color del ghiaccio ed il fisico asciutto, accompagnato dalla pelle perlacea, lo rendevano simile ad un angelo o come molti avrebbero affermato, ad un candido furetto.

Se poi si aggiungevano quei setosi capelli così chiari da sembrare bianchi, ecco che la sua immagine rasentava la perfezione, se non la superava.

Tum


Tum


Tum


Tum

Era sabato, nessun impiego importante, nessuna faccenda da sbrigare, nessun ospite da accogliere.
La  cosa lo rendeva estremamente felice e ansioso al tempo stesso.

Era grato di non dover sottostare a nessun impegno od obbligo, ma sapeva che se non avesse trovato al più presto qualcosa da fare, tutto sarebbe tornato a galla e lo avrebbe lasciato senza forze un'altra volta.

Tum


Tum


Tum


Tum

No, non poteva.

Tum

Assolutamente non poteva permetterselo.

Tum

Troppo tardi.

Tum

Salì velocemente le scale, senza degnare il compagno di una spiegazione, sapendo che avrebbe capito.

Si precipitò in bagno, aprì convulsamente l’armadietto delle medicine, svitò il tappo degli ansiolitici e con gesti meccanici ne ingollò un paio.

Troppo tardi.

Tum


*Flashback*

C’era confusione, troppa confusione.

Mantelli svolazzanti ovunque, grida disperate, pianti mal trattenuti.

Le gambe si muovevano da sole, come autonom: scagliava maledizioni a manetta, non gli importava chi colpire, voleva solo che tutto finisse, voleva solo tornare a casa e far finta che niente fosse mai successo.

Ma non poteva.

Sviò una maledizione senza perdono per un soffio e ripagò il mittente con la stessa moneta, colpendolo in pieno petto, ponendo fine alle sue sofferenze.

Cominciò a correre.

Respirava affannosamente, il cuore pompava, le tempie pulsavano le membra dolevano come mai avevano fatto!

Oltrepassò una squallida infermeria improvvisata, mille e mille paia di occhi vuoti a fissargli dentro l’anima.

Si fermò un secondo ... giusto uno per commiserare i caduti e versare una lacrima.

Scorse visi pallidi, visi scuri
Capelli rossi, biondi e castani
Scorse bambini, ragazzi ed adulti, tutti martiri schiacciati dalla falce di quell’assurdo conflitto.

Tum

Ma non c’era tempo.

Presto, non c’era tempo!

Tum

Riprese a vagare per le macerie di quel castello un tempo amato, tanto amato. 

Tum

Arrivò allo spiazzo, l’apocalisse era al suo apice!

E lì bastò un attimo, solo un attimo.

Come se qualche dio misericordioso avesse avuto pietà di lui, da lassù.

Si girò appena in tempo per vedere un mangiamorte scagliare la maledizione, poi tutto esplose.

Poi tutto finì.

Fine flashback*


Tremava.

Stava tremando.

Stava piangendo.

Quanto tempo fa era successo l’ultima volta? Forse troppo perfino per ricordarlo.
Scuoteva convulsamente la testa, cercando di scacciare i ricordi, senza minimamente preoccuparsi del sangue che cominciava a colargli dalle tempie.

Non si era accorto di stare urlando finché le braccia di qualcuno lo riportarono alla realtà, destandolo da quell’incubo spaventoso.

-Draco- vide le labbra del ragazzo muoversi mimando il suo nome.

Tum

Cosa?

Che stava succedendo?

Tum

Si tirò bruscamente a sedere

Dov’era?

Un attimo prima percepiva il suo corpo leggiadro volare in aria scaraventato via dalla forza di un esplosione e l’attimo dopo era seduto sul gelido pavimento piastrellato del suo bagno.

Tum

Adesso stava camminando.

Entrava in una stanza e senza neanche accorgersene era davanti ad un grancoda.

Tum

Era stupendo

Tum

Si ricordava di ogni notte passata al manor, quando suonava per ore ed ore cercando di coprire con un notturno le grida strazianti del prigionieri di guerra, torturati pochi metri sotto di lui.

Tum

Suonava fino all’alba, finché le dita non sanguinavano, aggrappandosi all’unica cosa che gli permetteva di non scivolare via.

Tum

Erano ancora lì.


Beethoven, Bach, Chopin, Mozart

Allegri,temperati, moderati, gioiosi

Quattro, tre, due quarti


Se chiudeva gli occhi era ancora in grado di percepire quelle melodie.

Tum

Si era avvicinato allo strumento.
Si era avvicinato troppo.

Tum

Provò a toccare un tasto  tanto per togliersi lo sfizio, per interrompere quella litania interiore che continuava ad implorargli di farlo

Tum


Tum


Tum


Tum

Gelo.

Il silenzio più assoluto.

Nessun suono.
Nessun riverbero.
Nessuna vibrazione.


Tum

E allora ricordò...

La sua carcassa che piombava a terra fragorosamente, come prima di vita.
La testa che sbatteva troppo forte.
La vista appannata, il sapore del sangue che gli invadeva bocca, il buio.

Tum

Un parte di lui sperava stesse per morire,  implorava che tutto cessasse, una volta per tutte.

Tum

Poi era stato controvoglia svegliato da quell’impertinente raggio di sole che ora tanto odiava.

Tum

E da allora il silenzio.
Il silenzio più assoluto.

Tum

Aveva urlato, aveva pianto, si era dimenato con tutte le forze nonostante le fasce che lo legavano a quel letto antisettico.

Tum

Neanche i sedativi avevano avuto effetto su di lui.
Niente aveva effetto.

L’unica cosa importante era andata, finita, perduta per sempre senza alcuna speranza di poterla riavere.

Tum

Il dolore era troppo.
L’angoscia del silenzio lo schiacciava ogni istante di più, uccidendolo come la più penosa delle torture.

Tum

Tutto, ma non quello.

Tum

Tutto ma non quello!

Tum

Non il silenzio.
Quello era troppo da sopportare.

Tum


Tum


Tum


Tum

A ricordarglielo c’era quel rumore soffuso.

Quel percuotere soffocato.

Quel boato rimbombate che era il suo cuore.

Tum

Quello, colui che costantemente gli ricordava di aver perso tutto

Tum

Colui che costantemente gli ricordava, che era sordo.
 

                                            --


saaaaaaaaaaaaaaaaaalve :) freschino eh oggi?? comunque :P questa ff inizialmente era stata scritta per il contest "i 4 sensi" che purtroppo, con mio sommo dispiacere, è stato annullato :(( ho deciso però di pubblicarla lo stesso, che ne dite ho fatto una cavolata??? 

si prega cortesemente di lasciare una recensione (anche piccina piccina) per l'autostima dell'autrice XD



                            
 

  
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