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Autore: Wolfmaster    12/12/2012    0 recensioni
La verità è che non sappiamo lasciare andare via le persone da noi.
Per quanto queste si allontanino, diventino irraggiungibili, lontane come stelle, c’è sempre una briciola di cuore che rifiuta questa distanza, che non si concede il lusso
d’accettare quest’indifferenza.
C’è sempre un battito di cuore destinato a loro, un paio d’occhi che vorremmo appiccicati ai nostri e mani che fremono incessantemente d’essere riempite dalla loro pelle.
Genere: Poesia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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(Beh..che devo dire? Grazie per i commenti positivi fino ad ora :) Mi raccomando passate a leggere "L'ululato della luna rossa... altra mia storia... CI TENGO MOLTO D:  )

-IL DIARIO DI UNA MENTE CONTORTA
 
-tratto dalle pagine di un diario

Giorno 3
 
Domani ci rivedremo.
Non posso essere più felice di così...anche perchè non ci riuscirei.
Ma nonostante tutto so che non mi degnerai di uno sguardo, ne di una parola.
Ma a me basta averti davanti agli occhi per tutto il giorno.
Ammirarti, bearmi della tua bellezza, come i quadri di quella mostra che andremo a vedere.
Ma tu resterai con i tuoi amici, lontano da me...
Una mostra ancora chiusa al pubblico.
Ove le opere d'arte raffigurano i tratti del tuo volto...l'artista deve essere sicuramente un angelo.
Ne sono sicura!
Fino a poco fa ero nella sala della musica, a suonare il pianoforte.
Ogni nota mi ricordava te.
Mi ricordava di quella melodia che è la tua risata, e la tua voce.
Le mie mani scivolavano delicate sui tasti...come vorrei poter sfiorare in tal modo quella tua pelle.
Ora distesa sul letto a tramandare in un diario tutte le mie memorie e i miei pensieri, mi sento così ingenua e patetica.
Ma non mi interessa.
Sai perché?
Perché tu non mi vedrai mai.
Non proverai nemmeno a farlo.

Perché a te semplicemente non frega nulla dei miei sentimenti.
Ma sai, io sono come un cavaliere dei romanzi cortesi.
Mi basta semplicemente amarti.
 
[...]
 
Mi sto solo nascondendo.
Si.
Non voglio che tu sappia chi sono, mi derideresti, o come sempre mi ignoreresti.
Giornata iniziata terribilmente direi.
Non dovrei farne un dramma, ma sul treno ti sei allontanato da me, proprio come da programma.
Tra i volti di gente sconosciuta cercavo i tuoi occhi...bramavo quello sguardo stanco eppure così dolce.
Non avrai dormito abbastanza...eppure rimani sempre te.
Ma tu scherzavi, ridevi, non ti accorgevi che qualcuno dall'altra parte del treno ti osservava.
Non in senso cattivo ovvio, non sono una stalker.
Diciamo che volevo ammirarti.
Dopo un'ora e mezza eravamo arrivati.
Dovevamo incamminarci, perchè era tardi.
La strada era lunga, interminabile...e sentivo che ad ogni passo ti allontanavi sempre di più.
Nella mia mente le classiche domande: "cosa ti ho fatto?" "Perché?".
Il vento mi scompigliava i capelli...il suo odore si mischiava a quella brezza, e poi mi investiva come se fosse stato un'autotreno.
Perché mi torturi così?
Non posso nemmeno dire che lo fai apposta...te non ne sei al corrente.
Non sai quanto male mi fai.
Gli amici iniziano a capire, e chiedono spiegazioni.
Sinceramente non so cosa raccontare.
Arrivati in quella sala circolare di pietra bianca, ad aspettare un segnale, un segno di interessamento da parte tua, l'anima mia era straziata.
Ma niente.
Dei tuoi occhi nemmeno l'ombra.
A volte sparivi in mezzo alla folla...a volte mi voltavo ed eri li.
Forse ero solo uno dei tanti quadri di quella mostra di cui non ti interessava niente.
Non avrei mai avuto la tua attenzione.
Ma poi al ritorno dalla città eterna ti ritrovo accanto a me.
Il mio cuore batteva e al ritmo delle canzoni che
stavo ascoltando.
Ti prego tempo ingiusto non far finire questo momento.
Invece il tempo era testardo e costante sulle sue scelte, e decise di far terminare quel viaggio, quel momento dopo solo 10 minuti.
Quando sei andato via non sapevo a che pensare...
Mi misi sul tuo posto ancora col tuo profumo impresso nella dura stoffa.
Mi appoggiai allo schienale.
Il calore che sentivo mi ricordava un sogno...dove, indovina un pò, c'eri proprio te.



  
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