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Autore: PleaseRemember    12/12/2012    13 recensioni
Louis, ogni mattina, si affaccia alla finestra e guarda il sole, sperando che quei raggi che accarezzano la sua pelle, siano le braccia di Harry che gli augurano una buona giornata.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Il sole porta il nome del suo amore.

Nuovo giorno, nuova faccia.

Se ieri era felice, oggi doveva essere triste oppure incavolato?

Perché ormai la sua vita dipendeva da questo: felice, triste, incavolato, dolce, geloso.

Ma mai una volta che si decideva a togliersi via le mille maschere e mostrare chi realmente fosse questo Louis Tomlinson di cui tutti parlano, ormai.

Louis guardava Harry e Ed scherzare allegramente, sentiva dentro di se un sentimento che cresceva sempre di più, facendogli venire l'istinto di stringere forte i pugni.

Non riusciva mai a stare assieme ai ragazzi se c'era pure Ed Sheeran.

Non riusciva a vedere le mani di Ed infilarsi tra i capelli ricci e mori di Harry, per farli assomigliare ai suoi e scherzarci su, per poi fare qualche foto e pubblicarla su Twitter.

Non riusciva a vedere la mano di Harry appoggiata sulla gamba, che andava a ritmo con il piede di Ed poggiato a terra, nel mentre che cantavano una canzone.

Non riusciva proprio a vedere Harry che appoggiava le mani sulle braccia di Ed, per qualche cavolata che lo faceva ridere così tanto da appoggiarsi a lui.

Non riusciva a vedere gli occhi verdi di Harry che guardavano per qualche istante, le labbra di Ed.

Non riusciva proprio a capire il perché e il come Ed gli stesse rubando il migliore amico, perché ovunque stava Ed, Harry voleva esserci. Perché quando si faceva una festa, per lui doveva esserci Ed e sarebbe stato uno spasso. Perché ogni volta che Ed era nei paraggi, Harry quasi lo faceva apposta a ubriacarsi e a urlare cavolate così da far venire qualche ispirazione per qualche nuova canzone del suo tanto amico Ed.

Non era geloso, o almeno, così pensava o diceva quando doveva confidarsi con uno degli altri ragazzi.

Non era geloso ma sapeva che ciò che toccava Ed, era suo.

Louis non era geloso, era solo stufo che, quello dai capelli rossi, gli stesse portando via la ragione del suo sorriso. Lui non c'era quando Harry aveva nostalgia di casa o quando leggeva dei brutti commenti su di lui che lo facevano stare particolarmente male. Lui non c'era in quei momenti infelici di Harry, ma c'era quando Harry aveva solo voglia di ridere e scherzare un po', proprio nei momenti in cui era Louis ad avere dei momenti infelici.

Ma a chi importa di Louis? Pensava, facendo finta di guardare la timeline di Twitter per distrarsi dai due ragazzi che facevano a gara di chi beveva più bicchieri di birra.

'giù, giù, giù' urlavano in coro i quattro ragazzi, invitando i due a bere più in fretta, ed era ciò che loro facevano, bevevano più velocemente, svuotando un sacco di birre, ma Ed cedette, ridendo e sputando il contenuto giallastro di un bicchierino di carta

'ho vintooo yuu' esultò Harry, scuotendo le mani in alto, con una faccia di chi, appunto, aveva bevuto troppo. Mentre Ed si dirigeva in bagno per svuotarsi, Harry saltellava in direzione di Louis che stava su una sedia, lontano da tutti.

'Boo, ho vinto!' continuò a esultare Harry, ridendo e buttandoglisi addosso, facendogli cadere il cellulare dalle mani 'Harry, cazzo, il cellulare!' sbraitò Louis, alzandosi e facendogli quasi perdere l'equilibrio.
Ma Harry, forse un po' troppo brillo o forse troppo dispiaciuto per il cellulare, finse di non sentire e continuò a dire, una terza volta 'Ho vinto, Boo!'
'Ok, Harry, hai vinto. Cosa vuoi ora? Un applauso? Un premio? Una ragazza da farti per poi finire su tutti i giornalini di gossip?' Louis non era incavolato per il cellulare, anche perché di cellulari poteva prendersene quanti voleva e di certo un graffiettino non gli mandava in palla il cellulare, ma era incavolato per il comportamento del riccio che non si accorgeva di quanto ridicolo e stupido fosse in queste condizioni.
Ma anche se fosse incavolato, anche se gli stesse urlando contro, Harry abbassò lo sguardo e con voce rauca disse 'Boo, io voglio solo un abbraccio'.

Louis quel giorno non voleva essere felice, ne triste, ne geloso, quel giorno voleva fare l'incavolato menefreghista e, roteando gli occhi, rispose con 'Devo andare da Eleanor, mi aspetta' lasciando lì, solo e con lo sguardo rivolto al basso, un Harry Styles un po' brillo e senza più parole.

 

Bussò alla porta della ragazza dai capelli lunghi e mori, che proprio non era intenzionato a definire 'la sua ragazza/fidanzata/conoscente'.

'Ciao Loulou!' rispose la ragazza, abbracciandolo.

'Cosa vuoi El?' rispose lui, freddo come il ghiaccio.

'Oggi più acido del solito, eh?' disse prendendo la borsa e uscendo

'Quando mi chiami 'Loulou' significa che vuoi qualcosa. Cosa vuoi Eleanor?'

'Ho bisogno di nuovi bei vestiti, ultimamente voi state facendo così tanti programmi, America, Madison Square Garden, Party... devo essere carina anche io, come la 'ragazza di Louis Tomlinson'' e in quel momento, lei unì la mano con quella di Louis mentre lui ne era disgustato. Era così fottutamente disgustato da come dovesse uscire con una ragazza solo perché doveva salvare la sua eterosessualità, che di etero, aveva ben poco, molto poco. Disgustato dal fatto che lei volesse solo vestiti, starbucks e stupide inutili amicizie con persone famose che sarebbero finite entro due mesi, neanche. Disgustato da lei, da quel suo fare da sapientona, da quell'essere così falsa e tirata.
Lei lo prendeva per mano nonostante lui sapesse che non voleva. Gli accarezzava il braccio nonostante lui si tirava più avanti. Lo baciava di sorpresa, e lui doveva a tutti i costi fingere di non esserne disgustato, sorpreso o roba simile, solo per non mettere il dubbio alla gente su chi amava e che cosa amava.

Iniziarono a camminare così, lei che cercava di unire le loro mani, lui che, con fare menefreghista si metteva una mano dei Jeans blu scuri, camminando tristemente e nervosamente per poi trovarsi davanti il solito mucchio di paparazzi – alcuni contattati dal management – e le solite fan che aggiornavano Twitter scrivendo che Louis e Eleanor stavano camminando davanti a loro. E non lasciamo perdere il fatto che sia i paparazzi che le fan continuavano a chiedere il perché di quella faccia e Louis non faceva altro che sbuffare, togliendo la mano dai jeans, iniziando a camminare più in fretta di Eleanor, e prendendo l'iPhone in mano, controllando se c'erano chiamate o messaggi, ma niente.
Nessuno lo aveva cercato, nessuno. Ne Liam, ne Zayn, ne Niall, ne Harry, ne Ed, ne la mamma, ne le sorelle, ne le fan...
Ma non poteva pensarci troppo a quello, si perché in quella frazione di minuto, Eleanor lo aveva preso per il braccio e portato dentro un negozio di abbigliamento, iniziando già a osservare alcuni abiti, tra il bianco e il blu.
'Ti piace?' chiedeva lei, mostrandogli il vestito, ottenendo solo un accenno con la testa, tra il si annoiato, il si nervoso e il si finto.

Ma qualcosa vibrò nella sua mano, era il cellulare.

1 Messaggio.

Liam Payne:

'Ed è andato via da qualche minuto e Harry sta piangendo chiuso in camera. Puoi venire tu? Non riusciamo a entrare o a convincerlo ad uscire per capire cos'ha.'

Leggendo quel messaggio Louis sentì di tutto e di più.
Ed era andato via, e Harry piangeva. Harry che piangeva dopo che Ed era andato via. Chiuso in camera, senza nessuna voglia di far entrare i suoi migliori amici o di uscire per farsi consolare dagli abbracci di Niall, dalle carezze di Liam e dalle parole di Zayn che, credetemi o no, riuscivano sempre a far tranquillizzare e calmare tutti.

Ma non rispose. Harry era grande, ormai. Doveva cavarsela da solo. Era stufo di fare da baby sitter alla gente 'Oh, Louis, tu sei simpatico, fai ridere coso e cosetto' no. Non serviva solo a questo e se ne rendeva conto stando lì, a vedere Eleanor che indossava abiti nonostante lui stesse pensando ad altro. Se ne accorgeva da lei che le chiedeva dolcemente se glielo comprava, e lui rispondeva di si, perché altro non poteva fare.
Louis era da giorni, da settimane e da mesi ridotto così e nessuno se ne accorgeva.
Forse qualche vera fan riusciva a decifrarlo dal colore dei suoi occhi – che ogni volta che era triste diventavano scuri – o dal fatto che si notavano di più le vene delle braccia, dal fatto che non sorrideva e se sorrideva doveva sforzarsi, da come si vestiva, anche.
Ma nessuno dei One Direction o della sua famiglia se ne era accorto.
Eleanor sapeva, ma fingeva di non capire. Come quando qualcuno ti chiede il numero e tu non lo vuoi dare, fingi di non sentire, ma ne sei cosciente della domanda.
Eppure, nonostante tutto, continuavano ad arrivargli messaggi su quanto quel riccio stesse male.

'Harry è ancora un po' ubriaco, sta piangendo in camera e non esce fuori. Louis, dove sei?'

'Sono in giro con Eleanor'

'Beh, vedi di muoverti con la tua finta ragazza, perché qui, il tuo migliore amico, sta soffrendo'

A Louis non importò e quella sera, dopo quello sfinimento di shopping, lui rientrò a casa ubriaco, all'una di notte.

'Dove sei stato?' era Harry, in piedi, davanti a lui. Prima che Louis entrasse in casa, Harry stava coricato sul divano, con gli occhi rossi e le labbra gonfie – forse come se le mordicchiava in ansia – e lo sguardo impaurito.

'Cazzi miei' disse semplicemente, barcollando per le scale, andando in camera sua.

E a Harry venne solo voglia di piangere, solo voglia di mollare tutto e morire. Ma non ne aveva più la forza, non aveva più nessun liquido da buttare. Niente gli era rimasto in corpo, se non un briciolo di amore, quel poco amore che gli faceva sentire Louis. Il suo Louis, non quel ragazzo che gli aveva appena risposto male, facendolo quasi piangere. Quello non è Louis, è sicuramente uno come lui, ma non è Louis e il povero Harry andò a coricarsi nel divano così, con quella convinzione.

 

Ma il giorno dopo, quello a ubriacarsi durante il pomeriggio, non era Harry, era Louis. Quello a uscire con una ragazza non era Louis, era Harry. Come se si fossero invertiti i ruoli, senza mai sfiorarsi, senza mai toccarsi, senza mai guardarsi negli occhi, loro erano rimasti così, soli e finti.

Ma quel giorno, quel venerdì sera, Harry non ritornò più a casa.
Nessun messaggio. Nessuna chiamata. Nessun avvertimento. Niente era rimasto di Harry se non una chiamata alle tre di notte, da parte dell'ospedale in cui avvertiva che Harry Styles, 18enne, moro e riccio, già con la patente e la macchina, aveva avuto uno scontro frontale con un'altra macchina, portandolo così, in coma.

 

Louis si trovava lì, davanti a una finestra che mostrava il suo migliore amico coricato su un lettino bianco, con una mascherina per l'ossigeno e una macchina attaccata a lui.
Bianco, era tutto così bianco. La parete, le mattonelle, le porte, persino la faccia di Louis ormai era diventata bianca. Bianca come un fantasma, e occhi rossi che bruciavano come il fuoco e come bruciava l'odio in amore e lui, d'odio, ne provava tanto. Fissava il suo migliore amico che, nonostante non si muovesse, nonostante non parlasse, nonostante non poteva far sentire a tutto il reparto la sua stupenda risata, nonostante non potesse sentire nessun suono, era comunque stupendo. 
Aveva un po' la faccia pestata, il labbro ancora mezzo sanguinante, aveva un collare e i ricci più scuri del solito, sembravano senza più forza, erano sudati, bagnati, strani. Le braccia, lungo i fianchi, erano nudi e solo lì potè notare vari segni strani, che parevano tagli. Forse Harry, in quegli ultimi giorni, aveva odiato se stesso tanto da farsi male, ed era solo a causa di Louis, era a causa sua se Harry soffriva e se non aveva più una vita splendida come prima. Era solo a causa sua se ora erano così, in questa situazione.

Louis, incrociò le mani, appoggiandosi al bordo della finestra, iniziò a respirare con calma, tranquillizzando il battito.
'Ti ricordi, Harry, quando ti dissi, dopo la fine del concerto al Madison Square Garden 'ti prego, non farlo più' e non avendo specificato tu per giorni e giorni mi torturavi chiedendomi cosa non dovevi più fare? Beh, Harry, non farlo più. Non cantare più abbracciato a Ed. Non cantare più guardando le sue labbra. Non ridere assieme a lui come se stesse facendo una battuta da premio nobel. Non abbracciarlo facendoti venire la solita pelle d'oca. Non guardarlo come se fosse la cosa più bella del mondo. E smettila, harry. Smettila di ubriacarti assieme a lui inutilmente, smettila di farlo venire sempre a casa per poi mettere tutto sotto sopra e far pulire a me e a Liam. Smettila di comportarti come se non te ne fotte di niente e di nessuno perché anche se ora so tutto ciò che ti facevi in mia assenza, ciò non significa che io non abbia mai sofferto a causa tua. Ricordi i nostri abbracci? Mi mancano. Mi manca sentire il tuo dolce profumo mischiato al mio, mi manca baciarti per gioco, toccare le tue labbra carnose sotto e fini sopra con le mie, sentirle, per poco tempo, di mia proprietà. Mi manca unire la mia mano con la tua quando stavi male, quando stavo male io o quando, semplicemente volevamo far notare che ci siamo sempre voluti bene e che mai...' Louis emise un singhiozzo dalle lacrime, per poi rincominciare 'che mai noi due, ci separeremo' e tirò su con il naso, pensando davvero che sarebbe stato così 'non so se uscirai da qua, Hazza, non lo so. Non so se dopo tutto questo ci sarò io, ancora in vita. Non so cosa succederà tra me e te. Non so se ti dirò mai i miei veri sentimenti. Se dovrò ancora fingere di uscire con Eleanor per la mia eterosessualità che non esiste nemmeno. Non lo so Harry, e se forse sentendo questo mi avresti detto 'dai, non è mica la cosa più brutta del mondo' ti avrei dato ragione. Perchè la cosa più brutta del mondo, ora come ora, è amare qualcuno così tanto da farsi del male. Perchè, Harry, io ti amo così tanto da star male' disse, infine, posando la mano sullo specchio, facendola scivolare solo dopo aver udito un suono dalla macchina che teneva ancora in vita il suo Harry.

Poco dopo, il caos.

 

Louis, ogni mattina, si affaccia alla finestra e guarda il sole, sperando che quei raggi che accarezzano la sua pelle, siano le braccia di Harry che gli augurano una buona giornata.

  
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