Ciao a
tutti! Eccoci qua con il mio sesto capitolo.. chiedo venia se ho fatto aspettare
un po’ per questo nuovo aggiornamento ma ho avuto un po’ di problemi e il tempo
per scrivere non è stato molto…
Ragazzi
prima di aggiungere altro vorrei dire che sono rimasta davvero senza parole
leggendo le vostre recensioni. Non speravo tanto coinvolgimento né credevo di
conquistarmi tutte le vostre belle parole quindi credo che il minimo che io
possa fare è dirvi un vero GRAZIE, di cuore. Spero di meritarmi i vostri
complimenti anche per questo capitolo e per quelli avvenire, io ci sto mettendo
molto impegno e questo lo devo a voi perché il vostro interessamento mi spinge a
migliorarmi!
Spero
che il capitolo vi piaccia…. aspetto i vostri commenti!
Nel
frattempo ringrazio di cuore:
Miky90:
ciao Miky! Sì in
questo capitolo tratteremo proprio di questa benedetta-maledetta bussola che
trascinerà i nostri eroi in un mare di guai… sì io studio greco ormai da quattro
lunghi anni e anche se a volte è
molto difficile ne vado davvero pazza… si vede così tanto?!^^ ti ringrazio per I
complimenti, alla prossima!^^
Christy:
ciao! Grazie mille, spero che la storia continui a
piacerti!
LilySparrow:
Grazie Lily per il sostegno spero che questo capitolo ti piaccia.. tu fammi
sapere!
DJKela: ciao
carissima! Ma figurati se le tue impressioni mi disturbano, anzi, non sai quanto
mi fanno piacere! Si io cerco di inserire le espressioni del film dove mi riesce
o dove credo ci stiano bene, e quando certe mi rimangono solo sulla punta della
lingua non sai che nervoso! Indubbiamente Charles è imparentato con James Norrigton.. anche
se lo scopriremo nel prox questo è concentrato su Tia Dalma-Evelyne-Jack-
bussola e di questo devo proprio ringraziarti, mia musa ispiratrice! Vedrai in
questo capitolo il tuo “Barbino”- non ingelosirti ti giuro che non ce lo
chiamerò più- quante ne combinerà… fammi sapere che te n’è
parso!^^
Sarah
James:
ciao Sarah! Sì per
l’inserimento di Tia Dalma mi sono rifatta proprio al film quando dicevano che è
stata lei a dargliela, in baratto.. il problema ora sarà vedere cosa vuole in
cambio! Ti ringrazio per i complimenti, spero che anche questo chap ti piaccia,
fammi sapere!^^
Martozza:
ciao! Grazie mille per i complimenti, me commossa! Naturalmente spero che la
storia continui a piacerti, un bacio!
MellyVegeta:
ciao!!! Oddio, grazie per i tuoi complimenti… non preoccuparti anche Evelyne
–proprio da questo chap- inizierà a provare qualcosa di serio per lui e lo
vedremo in maniera tangente perché sarà letteralmente rosa dalla gelosia! Spero
che ti piaccia!^^
Sisya:
Ciao, ma non devi affatto scusarti, anzi grazie per aver recensito! Sono
contenta che i capitoli ti siano piaciuti e ti ringrazio moltissimo per la bella
recensione.. mi raccomando fammi sapere che te n’è parso di questo
capitolo!^^
Isobel:
ciao! Mi scuso se l’aggiornamento è arrivato un po’ in ritardo.. grazie, non è
stato facile, anzi una bella faticaccia ma leggere che qualcuno apprezza il tuo
lavoro è una sensazione magnifica!grazie ancora!
Black_Kisses:
ciao.. ci
credi che non so proprio da dove iniziare? Non so tirare fuori le parole giuste
per ringraziarti e so già che mi verrà solo il solito semplice GRAZIE. Quando si
scrive una storia si fanno molte scelte non solo riguardo lo stile ma anche la
trama.. a volte sono anche difficili perché magari sai già che il tuo stile non
è proprio molto “schematico” ad esempio il mio è un po’ prolisso, molto
narrativo e la trama è un po’ intrecciata quindi quando pubblichi hai il timore
che a nessuno piaccia il tuo scritto.. e invece quando ti accorgi che c’è chi lo
apprezza è davvero un’emozione bellissima. Scrivere è qualcosa di stupendo…
all’inizio lo si fa per se stessi poi però i commenti degli altri ti stimolano a
migliorare, a dare il meglio di te stessa per non deludere chi ti ha seguito fin
qui. Quindi spero davvero che il capitolo ti piaccia, vorrei meritarmi i tuoi
complimenti fino in fondo quindi ti giuro che farò del mio meglio! Grazie
davvero!
Eleuthera:
ciaoo! Mi sa che io e te condividiamo proprio una bella passione per questa
lingua, vero?? Ma no, non devi scusarti per l’assenza, anzi, torno di nuovo a
ringraziarti per la recensione e per il tuo appoggio, spero di meritarmelo anche
per questo capitolo!^^
Jhonny
Jack:
ciao.. Grazie
mille per i complimenti io davvero non so cosa dire! spero soltanto di non
deluderti e che questo capitolo di piaccia! Un bacio^^
Chantal:
caspita cinque capitoli tutti d’un fiato.. me onorata! Grazie mille per i tuoi
complimenti.. ebbene sì anch’io sono un’inguaribile romantica ma stai tranquilla
non è mia intenzione affrettare le cose tra Jack ed Evelyne rischierei di
snaturare tutto, lui che è un pirata e lei che non ha ancora la serenità per
amare appieno una persona! Alla prossima!^^
Buona
Lettura
Diomache.
Capitolo VI
Lampi di Gelosia e Tentati
Omicidi
“Terra..”
sussurrò Gibbs togliendo l’occhio dal piccolo cannocchiale e mirando da sé,
senza l’ausilio di quel mezzo artificiale, l’orizzonte che si delineava poco a
poco. A breve avrebbero visto con precisione il tratto di costa, gli alberi e
quindi il fiume che avrebbero dovuto risalire per arrivare da lei. Tia
Dalma.
Non
ricordava con piacere il loro ultimo incontro e per le budella di sua madre, era
più che certo che nemmeno Jack avesse così voglia di rivederla.
L’uomo
negò con il capo mentre faceva uno dei primissimi sorsi di rum della
giornata.
“Gibbs!”
la
voce autorevole di Barbossa gli fece quasi andare il rum di traverso. L’uomo si
girò di scatto incontrando lo sguardo sarcastico del primo ufficiale. “Bella
mattinata, eh..” la sua voce sembrava rilassata.. troppo forse.
“Eh
si...” mugugnò l’altro offrendogli istintivamente la piccola borraccia di
rum.
Il
sorriso si spense sul volto di Barbossa. “Vogliamo stare a rimirare la serenità
del mare di prima mattina o possiamo anche andare a buttare dal letto il nostro capitano,
eh?”
Gibbs
rimase rimbrottato e quasi mortificato; senza dire nulla s’incamminò all’interno
della Perla, velocemente. Barbossa lo guardò andare via poi con un ghigno che
forse voleva essere un semplice sorriso prese la bottiglia lasciata dal pirata e
ne fece un buon sorso.
-o-
“Jack!”
Quel
piccolo grido fu accompagnato da un grosso colpo sulla porta lignea della cabina
di Evelyne. Dall’interno della stanza non si sentì nulla di reattivo così Gibbs
ripeté il nome e lo accompagnò questa volta con una decina di colpi in
successione.
Evelyne,
sebbene avesse il sonno davvero profondo quella mattina, si riscosse un po’
sentendo tutto quel casino. “Ma che diavolo ..” mugugnò prima di capire
effettivamente cosa stava accadendo.
Gibbs
continuava a bussare e i suoi rintocchi erano come tanti piccoli colpi
direttamente in testa. Oh… Dio.. si alzò con il busto dal letto, osservando per
un momento Jack beatamente addormentato, lì, accanto a lei.. sorrise pensando
che alla fine ci stava quasi prendendo gusto a svegliarsi accanto a lui. Si
stropicciò gli occhi mentre Gibbs continuava a rompere, si passò una mano tra i
capelli e dopo aver coordinato due semplici mosse per scendere dal letto avanzò
verso la porta sbadigliando rumorosamente.
Si
accertò che fosse proprio Gibbs aprì piano la porta di legno, lasciando che
l’uomo potesse osservarla da appena uno spiraglio.
Il
signor Gibbs rimase un po’ stranito non appena incontrò gli occhi intensi della
ragazza e il suo volto ancora un po’ assonnato che intravedeva appena in quella
fenditura. “Oh
ehm.- sorrise.- Buongiorno
signorina Evelyne!“
Lei
sorrise. “Buongiorno. Scusa se non ti apro ma non sono totalmente
presentabile..”
L’uomo
annuì anche se poco convinto e cercò di sbirciare all’interno ma lei richiuse
ancora di più l’uscio accompagnando il gesto con un sorriso ironico. “Perché mi
hai buttato giù dal letto? Ci sono novità?”
“Oh in
realtà sì..- sembrava un po’ in imbarazzo.- abbiamo toccato terra ma a parte
questo io cercavo Jack.”
Lei
finse di essere sorpresa. “Jack? Qui ?”
“Qui”
Evelyne
annuì, un pò pensierosa. “Mi dispiace Gibbs, Jack non ha accesso alla mia
camera, così come non lo ha nessun altro.”
L’uomo
non era per niente convinto anche perché aveva ben intuito, l’altro giorno, che
tra i due c’era stato un piccolo fuoco, un avvicinamento, un “momento” ed era
più che certo che fosse proprio lì dato che aveva praticamente messo sotto sopra
la nave senza trovarlo e quindi, a meno che non avesse voluto dormire nella
cabina di Barbossa, ( e ne dubitava), la stanza di Evelyne era l’unico posto
dove fosse possibile rintracciarlo e dove non aveva ancora guardato.
Gibbs
stava per riprendere quando una terza voce si sentì dall’interno della stanza.
“Evelyne
con chi diavolo parli..” la voce impastata di sonno del capitano Jack Sparrow si
diffuse e riempì il silenzio che si era creato in precedenza tra Evelyne e
Gibbs. La ragazza subito iniziò a tossire per cercare di coprire la presenza di
Jack. “Oh accidenti, anche la tosse adesso..”
L’uomo
esibì uno sguardo decisamente eloquente sotto il quale Evelyne arrossì proprio
come arrossisce una ragazzina di quattordici anni non appena la mamma scopre il
suo fidanzatino nell’armadio. “Se doveste per caso vedere Jack..- il tono
dell’uomo era veramente ironico adesso.- per caso
s’intende.”
“Ovviamente.”
Ripeté lei, abbassando leggermente lo sguardo e rialzandolo poi verso di lui con
un sorriso divertito.
“Potete
gentilmente riferirgli che abbiamo toccato terra e che serve la sua
presenza…”
Gibbs
continuò a parlare ma Evelyne smise d’ascoltarlo. “Certo certo, se lo vedrò lo
farò immediatamente.” Disse quindi frettolosamente troncando il discorso a metà
e chiudendo la porta con uno scatto.
Si
voltò verso Jack seduto beatamente sul suo letto con un sorriso compiaciuto.
“C’è
poco da ridere.” Iniziò lei, un po’ impacciata. “per colpa
tua..”
“Rilassati
tesoro.” Lui si alzò e s’incamminò verso di lei con la sua solita spassosissima
camminata. Lei inarcò un sopracciglio sorridendogli appena. “Così sei rimasto…
tutta la notte intendo...”
Lui
inarcò le spalle sbadigliando un po’ ma poi riprendendo a parlare quasi
casualmente. “Così pare.”
La
giovane iniziò a sentirsi un po’ in difficoltà, iniziò a giocherellare e
tormentarsi le mani e a toccarsi i capelli. “ Oddio senti io.. io volevo
ringraziarti credo… si insomma.. perché... ”
“Hai
dormito bene?- l’interruppe lui andando sensualmente a prendere tra le dita uno
dei suoi ricci che le scendevano morbidi sul decolté.- dopo che sono arrivato
io, s’intende..”
Lei
inclinò un po’ la testa di lato e i suoi occhi luccicarono mentre si perdeva in
quelli abissali dell’uomo. “Sì.” Disse semplicemente con un tono di voce che,
forse involontariamente.. o forse no, suonò davvero morbido e sensuale.
Lui le
sorrise e fece arrotolare quel piccolo ricciolo fino a che non incontrò il collo
della ragazza. La ciocca cessò di essere importante e la sua mano circondò
questa volta il collo della donna,
provocandole forse senza saperlo una piccola serie di brividi lungo la
schiena. Evelyne chiuse leggermente gli occhi e fece un piccolo respiro
irregolare mentre si avvicinava chimicamente a lui che la spingeva dolcemente
verso di sé facendo di leva sulla morbida pelle del suo
collo.
“Sono
contento..- Le labbra di Jack erano lì ad un passo dalle sue .. – signorina
Smith.. voi vi ricordate sempre, vero, che voi ed io abbiamo ancora un
argomentuccio in sospeso..”
Lei
sorrise, lasciandosi stringere dal suo bel capitano. “Si mi sembra di sì,
qualcosa del genere, credo..”
Jack
le sfiorò delicatamente la bocca con la propria lasciando che quel momento
passasse lentamente come era giusto che fosse perché quello sarebbe stato il
loro PRIMO VERO bacio…
Sì,
ok, fino a quel momento avevano condiviso ben altro ma era come se tutto ciò non
fosse mai accaduto; entrambi sapevano benissimo che la notte che avevano
trascorso insieme era stata il frutto di un’attrazione, un’attrazione che avevano sentito fortissima dal primo
sguardo che si erano rivolti.
Invece
adesso era diverso.
Adesso
era emozione, sentimento. Evelyne sentiva il cuore esploderle nel petto, lì, ad
un passo da lui e Jack aveva forse per la prima volta in vita sua, le mani
sudate a contatto con una donna. Era qualcosa che era maturato piano piano,
certo magari non ancora del tutto definito però…
Evelyne
decise di non indugiare più e fece questo benedetto passo verso di lui ma prima
che le labbra del pirata sfiorassero di nuovo le sue un grosso colpo sulla porta
fece sobbalzare entrambi.
“JACK!”
Gibbs,
di nuovo.
Dannazione!
I due
si fissarono un istante, increduli, poi Evelyne scoppiò a ridere mentre Sparrow
con uno sguardo decisamente innervosito borbottava. “Credo che oggi Gibbs
esplorerà tutti i vari significati di: pulire la nave da cima a
fondo..”
Lei
sorrise di nuovo anche se non poté
nascondere la delusione che lampeggiava bene nei suoi occhi turchesi. “Il
discorso è solo interrotto tesoro..” sussurrò quindi Jack andando ad aprire la
porta.
“Ci
conto.” La voce morbida di lei lo fece fermare.
Jack
si voltò verso la ragazza ma un nuovo. “JACK!” lo fece sobbalzare ancora e la
bella aristocratica scoppiò a ridere per l’ennesima volta.
Innervosito,
i pirata spalancò la porta proprio mentre Gibbs stava per professare un nuovo
“JACK!” che però non uscì più e l’uomo rimase a bocca aperta senza alcun suono.
“Oh.- disse in seguito.- buongiorno capitano.”
“Spero
che tu abbia un motivo più che convincente per avermi interrotto,
amico.”
“Siamo
a terra, signore.”
Evelyne
sentì i due allontanarsi e con un sorriso pensò che avrebbe dovuto muoversi
anche lei altrimenti l’avrebbero lasciata sulla Perla. si stava sistemando con i
vecchi abiti da pirata quando i suoi occhi videro uno strano oggetto appoggiato
al cuscino, proprio accanto al suo viso, dove aveva risposato Jack Sparrow.
Incuriosita
lo prese tra le dita e l’osservò, estasiata.
Un
corallo.
Era un
piccolo rametto di corallo rosso, bellissimo e grande quasi quanto il palmo
della sua mano.. era un regalo..?
un regalo da parte di Jack?
Il suo
bel volto s’inclinò in un sorriso riflettendo sul fatto che Jack non aveva
voluto affrontare l’argomento quella mattina, né aveva lasciato che lei lo
ringraziasse probabilmente perché non voleva che si sentisse in imbarazzo.
Incredula,
osservò il piccolo gioiello pensando che Jack la conosceva davvero bene.
Che
buffo. L’uomo che si professava essere suo padre non sapeva far altro se non
testimoniare contro di lei davanti a giudici e a corti supreme, senza tentare
nemmeno di capirla mentre Jack Sparrow, un temibile pirata che la conosceva da
appena una settimana, aveva capito il suo carattere difficile nel giro di pochi
giorni.
Jack
aveva compreso che non doveva essere stato facile per lei mostrarsi davanti a
lui così debole e spaventata e non voleva che si sentisse in imbarazzo andando a
rinvangare quegli episodi notturni.
Voleva evitare di ferirla laddove anche uno sguardo sarebbe bastato a
farla sentire a disagio.
Evelyne
sorrise di nuovo stringendo il piccolo gioiello a sé come qualcosa di prezioso,
non solo per la rarità del corallo in sé, ma anche per la delicatezza e la
comprensione che aveva dimostrato Jack nei suoi confronti.
“Scialuppa!-
la voce di Gibbs la destò completamente dalle sue riflessioni.- fate calare la
scialuppa!” Finalmente si riscosse,
mise a posto il corallo e si sbrigò quindi a vestirsi e sistemasi poi si fiondò
fuori dalla sua cabina sperando che non fosse troppo tardi e che quei pirati non
l’avessero già lasciata indietro.
-o-
Arrivò
giusto in tempo. Era stata preparata una scialuppa che avrebbe raggiunto quella
strana donna di cui parlava Jack e per essere al completo mancava un unico posto
che avrebbe dovuto occupare, intuì, uno dei due pirati amiconi, dato che
s’apprestavano a scendere per le corde.
Aiutata
da Bill Evelyne scavalcò i due che le riservarono un’occhiataccia tutto fuorché
amichevole e si calò nella seconda scialuppa accanto a Cotton.
“Andiamo!”
ordinò Jack e s’apprestò subito a lanciarle un’occhiata compiaciuta. Si stava
complimentando perché lei, in un modo o nell’altro, riusciva sempre a cavarsela
o voleva scorgere nei suoi occhi il segno tangente che lei aveva scoperto il suo
regalo?
Evelyne
non seppe dirlo ma ricambiò lo sguardo, qualsiasi cosa volesse dire.
Quel
piccolo giro d’occhiate non sfuggì affatto a Barbossa il quale sorrise tra sé
come sorride un’abile stratega che finalmente ha trovato l’asso nella manica e
il punto debole del suo nemico.
Intanto
la piccola imbarcazione s’addentrava sempre di più nel fiume e gli occhi dei
presenti si perdevano nell’osservare la fitta vegetazione che sembrava ricoprire
ogni cosa e oscurava il sole sopra di loro, tanto che si era improvvisamente
fatto tutto buio.
Specialmente
gli occhi di lei s’inoltravano, curiosi, nei particolari di quel luogo che la
affascinava e le incuteva allo stesso tempo un timore soffice e quasi
impronunciabile. Il luogo era come pieno di fumo che si alzava dalla terra e dal
fiume, come se fosse tantissima umidità che impregnava l’aria, tacita e
silenziosa come del resto anche i suoi compagni di viaggio, tesi e concentrati
verso l’orizzonte.
Istintivamente
si avvicinò un po’ di più a Gibbs che sedeva alla sua sinistra e sussurrò al suo
orecchio una domanda. “Perché siete tutti così tesi?- chiese- è tanto terribile
questa Tia Dalma?”
Vide
l’uomo sorridere misteriosamente rivolgendosi a lei “Tia Dalma preoccupa, sì. È
molto potente.”
Lei
incurvò le sopracciglia. “Che genere di potere?”
“Nessuno
sa quale sia l’origine dei suoi poteri, tutti eccetto i pirati che un tempo… ah
ma questa è un’altra storia. Il punto è che Tia Dalma può essere un’alleata
pericolosa.” Calcò la voce sull’ultima parola con il preciso intento- raggiunto
per altro.- di incuriosire la sua ascoltatrice.
“Perché
pericolosa?”
Gibbs
sorrise. “è una donna sottile e subdola a suo modo. Un tempo lei e Jack erano
amiconi, grandi alleati.. finché..”
“Finché?”
insistette lei mentre nei suoi occhi lampeggiava a lettere cubitali. *Female
curiosity*
Lui
assunse un’aria piuttosto maliziosa. “Tutto era filato liscio come l’olio finché
un giorno lei chiese un pagamento davvero inaspettato.- Gibbs rise mentre si
passava una mano sulla fronte per asciugarsi delle piccole gocce di sudore.- La
mappa del tesoro di Navarro in cambio di una notte trascorsa con Jack
Sparrow”
Evelyne
sentì un cazzotto proprio sulla bocca dello stomaco. COSA? Il pirata lesse bene
lo sconvolgimento sul volto di lei ma lasciò correre e lasciò che fosse proprio
lei a parlare. “E lui..”
“Per
quanto Jack sia sempre stato un tipo di bocca buona, poco incline a rifiutare le
avances di una donna, in quella circostanza ricordo che fu parecchio esitante.-
sospirò, ridendo.- Tuttavia alla fine accettò la proposta, “sacrificandosi” per
il bene comune di tutta la ciurma.”
Lei
sbuffò, contrariata. Oh insomma, Evelyne, credevi forse che Jack non avesse mai
avuto un’altra donna? Eccome se ne ha avute.. però.. questi racconti a loro modo
fanno sempre male. “E come mai .- riprese.- quest’episodio compromise la loro
alleanza?”
“Tia
Dalma gli propose di rimanere lì con lei, nella sua vecchia capanna sul fiume.
Naturalmente Jack rifiutò .. che cosa c’è di peggio per un pirata che rimanere a
terra? Questo la fece infuriare e per tre giorni ci rilegò tutti lì dentro,
senza farci uscire.- Evelyne pendeva letteralmente dalle sue labbra.- poi
improvvisamente cambiò idea. E cordialmente ci salutò.”
“Cordialmente?”
ripeté lei, incredula.
“Quella
cordialità puzzava di falsità come il mio alito di rum, signorina.- rispose
Gibbs.- .. come se quella megera sapesse già che a distanza di un solo anno Jack
avrebbe avuto di nuovo bisogno di lei.”
la
ragazza annuì, pensierosa. “Pensi che rifiuterà il pagamento di
Jack?”
“Penso
che dopo la loro rottura non è più stato facile trovare un pagamento equo. E
Jack lo sa.” Gli occhi di entrambi si fissarono sulla figura del capitano che a
prua della piccola barca osservava serio il tragitto e le acque del fiume.
Pochissimo
dopo arrivarono finalmente nei pressi di una vecchia capanna di legno, quasi una
palafitta perché si ergeva direttamente sull’acqua. Attraccarono e a turno
scesero dalla nave, aggrappandosi alla scala di legno che finiva direttamente
nell’acqua.
Jack
si voltò verso Barbossa. “Guarda la barca.” E il primo ufficiale di seguito,
voltandosi verso Gibbs “Guarda la barca.” Evelyne vide quel passaparola giungere
fino a lei e per evitare di esser
rilegata lì in quel pezzo di legno ammuffito si voltò di scatto verso Cotton.
“Guarda la barca!” disse sorridendo.
E il
pappagallo di quest’ultimo gracchiò forte. “Guarda la barca!” volando via e
lasciando il suo padrone solo e sconsolato sulla suddetta imbarcazione. Salirono
le scale e ma prima di entrare Jack si voltò verso di loro.
“State
tranquilli andrà tutto per il meglio. Lasciate parlare me e cercate di non fare…
cose stupide…” detto questo varcò la soglia dell’abitazione della maga con un
sorriso di circostanza da dieci e lode.
“Jack
Sparrow..” sussurrò una strana creatura, piegata su un tavolino in cui stava
lavorando a chissà quale intruglio. Era una donna di colore, non molto alta,
vestita con abiti strani, una voce vibrante e sensuale, a suo modo, lo sguardo
cupo, quasi abissale che si stagliava su un paio di occhi neri e le labbra nere
anch’esse protette da un potente trucco scuro. “Ero sicura che il vento ti
avrebbe portato da me un giorno o l’altro..”
La
donna in questione si alzò si avvicinò a Jack ridendo sensualmente e mostrando
una dentatura anch’essa molto scura. “Hai trovato l’anagramma quindi..” disse ad
un passo dal viso del capitano. Questo deglutì leggermente voltandosi
istintivamente verso la ciurma. “Esattamente. Ed immagino anche che tu sappia
perché io sono qui.”
“Ovviamente.”
Rispose lei facendo passare un dito sul volto di Jack. Questo gesto non passò affatto
inosservato ad Evelyne seppure fino a quel momento non avesse fatto altro che
guardarsi intorno ed osservare il posto più strano che avesse mai
visto.
Ma che
diavolo faceva quella.. quella specie di donna????
“Non
fateci caso, Miss.” Evidentemente
la sua gelosia non era stata affatto inosservata. La provocante voce di Barbossa
la raggiunse all’orecchio sinistro. Lei arrossì e voltò il viso dalla parte
opposta mentre lui continuava, dicendo. “Tia Dalma e Jack sono.. buoni amici..
da molti anni ormai..”
Lei
deglutì a fatica. Oh insomma Evelyne.. dov’è il tuo ferreo autocontrollo?? Jack
non è mica il tuo uomo! Anche se vorresti che lo sia..
Fredda..
Lucida..
Stringeva
forte i vestiti da pirata sotto le dita e si mordeva le labbra mentre quella
megera travestita da donna continuava sensualmente a parlare a Jack come in
privato farebbe l’amante al suo uomo. Si avvicinò sul lato destro del pirata,
sperando che la sua vicinanza avrebbe indotto Tia Dalma a darsi una
controllatine. Jack si voltò verso di lei, un po’ in difficoltà. “Ti prego..- le
sussurrò.- ti prego non fare cose stupide..”
E lei,
elegante, superiore, impassibile.
Impassibile???
Ma se
nemmeno la sua vicinanza bastava a distogliere quella specie di polipo fatto
donna!!
Non
potendo sopportare oltre e né soffocare il suo orgoglio aristocratico alzò
improvvisamente la voce per sottolineare la sua presenza. “Siamo qui.-
intervenne separando la donna da Jack.- perché ci occorre una certa bussola che
a quanto pare voi siete in grado di fornirci.”
Il
capitano si voltò verso di lei e sussurrò, scocciato “Tipo
questo.”
La
voce di Evelyne fece voltare la maga verso la ragazza, distogliendo la sua
attenzione dal capitano della Perla.
Era
stata un’intromissione arrogante, furiosa e così intrisa di gelosia che anche il
pappagallo di Cotton fece quasi un risolino di scherno. Gli occhi neri di Tia
Dalma osservarono la nuova arrivata e tutti trattennero il respiro temendo quasi
il peggio, finché la maga non sorrise alla ragazza.
“Mi
piaci..- disse la donna facendo piccoli passi verso la giovane che in risposta
retrocedette lentamente.- mi piace la tua rabbia, il tuo orgoglio e la tua
passione..” la donna inarcò la testa, quasi intenerita. “e mi piacciono le tue
tenebre, Evelyne Smith”
Lei,
incredula, si voltò verso Jack, completamente spaesata. “Conosci il mio
nome?”
Jack
bussò alla spalla della maga, distogliendola da Evelyne. “Ci sarebbe poi quella
questioncina della bussola.” Tia Dalma cambiò subito aspetto, il suo sorriso si
spense e lasciò da parte il suo discorso con la ragazza poi, dando loro le
spalle, avanzò fino ad arrivare al suo tavolo e loro la seguirono a ruota,
mentre lei parlava dicendo: “La bussola.. – si girò di scatto.- ma tu sai che io
esigo un pagamento.”
Jack
alzò entrambi gli indici in aria. “Che te ne pare?” estrasse da una sacca
marrone un vaso con interrata una pianta. Tutti raggelarono e Tia Dalma gli
rivolse uno sguardo interrogativo. “Una pianta?”
“Speciale.”
Continuò Jack avvicinando il dito al fiore rosso della piantina; questo non
appena sentì l’odore della carne umana vicino si sporse con uno scatto verso la
mano del pirata e l’avrebbe di certo azzannata se Jack non l’avesse ritirata con
pari velocità. “Graziosa, eh?”
Tia
Dalma l’osservò poi rise, inclinando la testa di lato. I presenti si scambiarono
uno sguardo incerto poi iniziarono a ridere anche loro, sollevati.
Finché
Tia Dalma, di botto, non smise di ridere.
Rabbrividendo
smisero tutti.
“E tu
credi.- iniziò, arrabbiata.- che una bussola del genere valga una comunissima
pianta carnivora?” Jack perse il sorriso; stava per borbottare qualcosa quando
Barbossa in persona si fece avanti. Con uno scatto prese la vita di Evelyne
trascinandola in avanti e puntandole una pistola alla tempia.
“E un
bel sacrificio umano potrebbe andare?” propose. “hai appena detto che il
temperamento della ragazza ti piace, che ne diresti se ti donassimo direttamente
la sua anima?”
“Ehi
.. no...” Evelyne cercò subito di dimenarsi da quello scherzo di cattivo gusto
sotto lo sguardo interessato della maga. Capendo che l’aria cominciava a farsi
pesante si mise in mezzo Jack prendendo la ragazza tra le sue braccia e
sottraendola dalle grinfie di Barbossa, dicendo.
“Mi
dispiace ma la ragazza non è sacrificabile..- sentì Evelyne sospirare di
sollievo, tra le sue braccia.- ma ho avuto una grande idea: dimmi quello che
vuoi. Ci impegneremo a soddisfare ogni tua possibile richiesta. Non umana.-
sorrise, incerto.- Per favore.”
La
maga sorrise e si sedette, soddisfatta. “Se insisti.” Iniziò mentre Barbossa
roteava gli occhi vedendo sfumare così l’occasione di liberarsi di quella
fastidiosissima pulce inglese.
“C’è
qualcosa che voglio, qualcosa che renderebbe il tuo un pagamento equo. Un
baratto che ti garantirebbe la
bussola.- tutti ascoltavano attenti.- è il diamante di
Idra.”
“Il
diamante di Idra?” ripeté Jack sedendosi accanto alla donna.
“Il
diamante della felicità.- gli occhi neri della donna si fissarono su
Evelyne.- ha poteri straordinari
per chi lo possiede. Può far scomparire ogni dolore, ogni ricordo, ogni
tormentoso rimorso..”
La
ragazza deglutì, a fatica, sentendo il quel momento il suo magone farsi vivo
all’altezza dello stomaco.
“E
come lo troviamo?” domandò Barbossa appoggiando i palmi della mano sul tavolo.
“Proseguendo
il fiume troverete una grande grotta. Lì è custodito il diamante che
voglio”
“Che
stiamo aspettando allora?- esclamò Jack.- orsù gente alla barca.” Tutti
s’avviarono all’uscita. “Fermi” la voce bassa di Tia Dalma li gelò all’uscita.
“Oh
mannaggia.” Borbottò Jack stringendo i lati della bocca.
“Andrai
solo con due dei tuoi uomini.- ordinò la donna.- gli altri resteranno con me, a
garanzia.” Lui si girò verso la donna cercando di replicare ma lei fu più
veloce. “Portati la ragazza.- continuò.-
ti sarà utile.”
“E
Barbossa.”
Lei
roteò gli occhi, contrariata… “E Barbossa.” Acconsentì.
“Hai
tempo fino al tramonto.- precisò la donna, prima di lasciarlo andare.- un minuto
più tardi e potrai dire addio alla bussola. Chiaro?”
“Qui
non si scappa alla chiarezza.” Mormorò Jack con un sorriso tirato. E detto
ciò corse fuori dall’abitazione
seguito a ruota da Evelyne e da Barbossa.
-o-
“Magnifico.”
Borbottò Evelyne mentre remava pesantemente in quel fiume pieno di fango e
melma. Soffiava di fatica mentre compiva quel dovere con uno sforzo evidente ma
totalmente indifferente agli altri due. “Non.. potevi.- riprese la donna.- non
potevi prendere qualcosa di più importante per Tia Dalma, no? Guarda in che
casino ci hai messo..”
Le sue
proteste caddero nel vuoto.
“Fate
andare le braccia, Miss.- la rimproverò Barbossa mentre con Jack osservava una
loro strana mappa che illustrava il territorio circostante.- piuttosto che
esercitare la lingua.”
Lei
smise di remare. “Ma per chi mi avete preso??- urlò- io…- Barbossa roteò gli
occhi prese la pistola e gliela puntò alla fronte. –… remo.” Concluse lanciando
uno sguardo di fuoco a Jack che in risposta fiondò di nuovo i suoi occhi sulla
cartina geografica, concentrato.
Per
fortuna di Evelyne e di tutti quanti (ancora due bracciate e avrebbe dato in
escandescenza e non ci sarebbero state pistole a frenare la sua furia) il fiume
si concluse lì a breve confluendo in un piccolo laghetto melmoso.
La
vegetazione si faceva sempre più fitta, più ombrosa, più buia ma trovarono
comunque un paletto di legno a cui legare la barca.
Non
erano nemmeno scesi quando sentirono un forte gracchiare che fece loro raggelare
il sangue.
“Tia
Dalma non li ha menzionati ma ci sono- Sorrise Jack alzando lo sguardo verso le
altissime cime degli alberi.- tenete gli occhi aperti.”
Evelyne
si avvicinò a lui osservando nella sua stessa direzione. “Che cosa
sono?”
Lui
l’osservò contemplando i suoi occhi lucidi d’emozione. “I guardiani. Il diamante
non è incustodito” prese un pugnale che teneva nascosto nella fibbia del gilet
“
Potrà servirti.” Jack s’incamminò davanti e lei lo seguì mentre la fila era
chiusa da Barbossa.
Non
avevano fatto che pochi passi quando la voce del primo ufficiale le giunse alle
orecchie. “Spero che sappiate usarlo, Miss.- sentiva bene lo scherno nella sua
voce.- non vorrei che incidentalmente potreste rimanere
uccisa.”
Nonostante
un brivido le corresse lungo la schiena, Evelyne si voltò fermandosi per un
attimo. “Lo terrò a mente. Vi consiglio di fare altrettanto.- sorrise
diabolicamente.- queste missioni sono molto pericolose.”
Barbossa
contraccambiò il sorriso con un ghigno di sfida.
Ma con
chi credeva d’aver a che fare, quel subdolo pirata?? Ormai aveva capito che
intenzioni aveva Barbossa nei suoi confronti e poteva star certo che non si
sarebbe lasciata uccidere tanto facilmente. Né per sé, né per Jack. Almeno, non
prima d’avergli confidato le vere intenzioni del suo primo ufficiale.
Camminarono
ancora poi Jack si fermò improvvisamente facendo quasi tamponare gli altri due.
Il capitano si voltò verso Evelyne. “Questa quercia mi sembra di averla già
vista.” Lei alzò le spalle.. non era affatto abituata a tali escursioni e se
fosse stata sola si sarebbe persa subito.
Ma non
volle darlo a vedere e borbottò un “Fantastico” strafottente.
“Che
ne dite, capitano.- propose Barbossa con un filo d’ironia.- se seguiamo la
bussola? basta andare a nord. O non ci avete pensato?”
“Ci ho
pensato.- rispose Jack, piccato. Tirò fuori il suo piccolo aggeggio mostrandolo
all’altro pirata.- siamo isolati.” Con immenso stupore Evelyne vide che l’ago
della bussola di Jack andava in ogni direzione girando di continuo, come
impazzito. “Oh mio Dio.”
“Beh e
adesso che intendete fare, Capitano?” continuò Barbossa incrociando le braccia.
“Sto
riflettendo.” Rispose l’altro.
“Vi
consiglio di riflettere in fretta. Altrimenti si farà notte ancora prima
che..”
“Si ma
se continui a parlare non mi faciliti la riflessione,
comprendi?”
Evelyne
si allontanò di qualche passo, tanto per non sentirli litigare. Si abbassò sulle
ginocchia, sospirando e cercando di riposare un po’. Alzò gli occhi, stanca, e
fu in quell’istante che sentì su di sé l’inquietante sensazione di sentirsi
osservata. Strinse forte gli occhi e attraverso il cespuglio ebbe quasi
l’impressione che quelle due cose nere che vedeva non fossero due bacche come le
altre.
Deglutì.
“Jack.” Sussurrò.
“Vi
vedo nervoso, non starete già perdendo le staffe, spero!- Barbossa intanto era
più carico di prima.- Un capitano
deve essere in grado di affrontare qualsiasi tipo di difficoltà e
situazione!”
“Ehi
io sono in grado!”
“Ebbene,
dimostratelo!- continuò.- toglieteci da questa situazione nella quale per altro
ci avete messo voi stesso !”
Evelyne
cominciò a retrocedere e quelle due strane pupille ad avanzare minacciosamente
verso di lei. “Jack..” continuò a chiamarlo, alzandosi in piedi senza
distogliere lo sguardo da quello strano essere. Non appena si fu alzata in piedi
anche l’altro fece lo stesso e si rivelò per quello che era ovvero una specie di
Indios della zona armato fino ai denti e mezzo nudo.
“JACK!”
urlò questa volta con tutto il fiato che aveva.
Barbossa
e il capitano si voltarono in contemporanea. “Che c’è?” gli occhi neri di Sparrow osservarono
l’intruso, quindi Evelyne.
“Tu
devi proprio stare sempre al centro dell’attenzione, eh?” mugugnò divertito
Jack, con un mezzo sorriso.
La
ragazza fece un balzo all’indietro andando ad incastrarsi tra Jack e Barbossa.
L’Indios
sguainò la spada, urlando e lo stesso fece Barbossa. Peccato che poi quel gesto
fu ripetuto da altre decine di persone. Davanti a loro si rivelarono in pochi
secondi quasi una ventina di
Indios.
“Ma se
ti sentivi sola potevi anche dirlo.” Continuò Jack con il volto fattosi
improvvisamente serio.
“E
adesso cosa si fa?” chiese lei, spaventata.
“Quello
che fa sempre un pirata, dolcezza.”
“Combatte?”
“Scappa!”
urlò Jack rinfoderando la spada e correndo via, aprendosi un varco tra la
vegetazione. “Aaahr, ben detto!” gli urlò dietro Barbossa scattando come lui.
Evelyne rimase per un istante immobile poi reagì anche lei, correndo via tra la
vegetazione, inseguita a ruota da decine di uomini nudi.
Corsero
come dannati attraverso alberi, cespugli, sterpi d’ogni tipo finché Jack, in
testa, non esclamò vedendo un improvviso ostacolo davanti a sé. “Destra!”
Barbossa vide bene l’ostacolo ma decise che non avrebbe affatto avvisato
Evelyne. Rise e lo scavalcò senza problemi.
Evelyne
no.
La
ragazza vi corse sopra e l’energia che mise nella corsa la portò a rovinarvi
dentro senza speranza.
Sabbie
mobili.
Se ne
accorse non appena sentì il destro e poi il sinistro affondare nel fango senza
uscita. Immediatamente fu immersa fino alla cintola, senza neanche che se ne
accorgesse. In compenso gli Indios la evitarono.
“Jack!”
urlò Evelyne guardandosi intorno, ancora un po’ incredula. “Jack!!” continuò
grattandosi leggermente la guancia. “Sono nei guaiiii!” Tze macché. Chissà dove
diavolo era arrivato quello nel frattempo.
Cercò qualche appiglio per aggrapparsi ma non ve ne erano.. sentì il
terrore iniziare a passarle nelle vene e la sua agitazione si percepì benissimo
perché cominciò ad affondare con più velocità. Ricordava bene gli insegnamenti
di suo padre e quel giorno quando uno dei soldati era finito nelle sabbie
mobili. Il trucco era rimanere calmi e fermi.
Bene,
lei in quel frangente era tutto tranne che calma e ferma.
“Milady.”
La voce di Barbossa la fece raggelare invece che tranquillizzarla. Alzò lo
sguardo e lo vide alto, sopra di lei. “Barbossa.- sorrise.- siete tornato
indietro.. mi avete sentito?”
Lui
inclinò la testa di lato, ridendo. “In un certo senso sì. – con sua incredulità
l’uomo appoggiò lo stivale sulla sua spalla.- vi vedo un po’ .. diciamo a
terra..” e ridendo iniziò a
spingerla verso il basso.
“No..”
sussurrò lei, con gli occhi sbarrati. “no, fermo che
fate..”
“Mi
rincresce Milady ma devo uccidervi.. voi rischiate di mandare a monte un piano
che studiamo da mesi..”
“Siete
un traditore!” urlicchiò lei sentendo la sabbia sotto il collo ormai e le
braccia imprigionate in quell’infernale fanghiglia. “ Maledetto ammutinato…”
Barbossa s’apprestò a darle il colpo di grazia ma un Indios che l’aveva seguito
sin lì fece per attaccarlo con una spada e lui per rispondere dovette desistere
dal suo intento d’ammazzare la giovane.
La
colluttazione durò poco, Barbossa sconfisse facilmente l’aggressore spingendolo
con Evelyne nella pozza della morte, quindi s’allontanò ridendo. “Adios,
Miss!”
La
ragazza osservò il suo nuovo compagno di morte e fece un piccolo sorriso al suo
indirizzo, senza sapere in realtà che cosa dire. Lui però, molto più agile di
lei, s’apprestò subito ad uscirne e si tirò fuori con due o tre mosse. “Ehi” lo
richiamò lei. “Aiutami!” L’uomo ovviamente non poteva capirla, anche se certi
messaggi superano la barriera linguistica.
Dopo
un’oretta di urli nelle due rispettive lingue l’Indios si decise a tirarla fuori
e la povera Evelyne toccò finalmente terra, fradicia di sabbia e di terrore. “Oh
Dio, grazie..” si alzò in piedi, tremando un po’ e l’uomo le porse la mano con
il palmo voltato verso l’alto.
“Un
attimo, un attimo” mugugnò lei vuotando le tasche e donando all’uomo tutto ciò
che possedeva. Mentre l’uomo- tutto contento- se ne andava Evelyne inciampò
sul fucile che Barbossa aveva perso
nella colluttazione e lo raccolse. “Ecco, questo lo prendo io..” lo mise in
spalla e riprese a correre, senza sapere bene in realtà se si stava dirigendo
verso il punto giusto..
Socchiuse
gli occhi e corse forte, tanto, finché non sentì qualcuno prenderla per un
braccio e trascinarla a lato. “No...” Ma una mano passatale amabilmente sopra la
bocca la costrinse a tacere. Lei non si mosse più riconoscendo quella stretta
familiare. Si voltò verso il suo aggressore e si ritrovò a qualche centimetro
dal volto di Jack. Non poté fare a meno di sorridere, incantata.
Lui
osservò i suoi abiti infangati. “Nuotatina nel lago?”
Lei
stava per replicare quando scorse, subito dietro Jack, Barbossa. Gli lanciò uno
sguardo a dir poco inviperito ma le circostanze l’obbligarono a fare silenzio.
“Siamo
arrivati alla grotta.- Jack le indicò con il capo l’entrata buia ed oscura alla
grotta.- con il nostro diamantino sbrilluccicoso.”
“Nostro.-
borbottò Evelyne inginocchiata vicino a Jack.- è di quella megera di una
strega.”
Jack
sorrise incontrando il suo sguardo accigliato. “Quando intendevo non fare cose
stupide, intendevo proprio di non fare stupide cose.”
Lei
arrossì e distolse lo sguardo.
“Anche
se il mio grande intuito sulla natura femminile mi dice che sei stata presa da
un ferocissimo attacco di gelosia.”
“Ma
no, quale gelosia…- abbozzò lei.- solo
che.. stavamo perdendo un sacco di tempo…- lui continuava a sorriderle,
per nulla convinto e lei parallelamente, s’innervosiva.- come adesso per
esempio. Che cosa stiamo aspettando?”
Jack
inarcò un sopracciglio. “Frettolosa di vedere il diamante o di troncare la
conversazione?”
Evelyne
arrossì ancora. “Il diamante, ovviamente.- disse quindi.- sono o non sono una
viziata ragazza aristocratica?” lui rise e s’alzò dal suo nascondiglio, quatto
quatto, imitato sia da Evelyne che
da Barbossa.
“Miss
restate qui, voi.- disse
quest’ultimo.- ci guarderete le spalle.”
Lei
fece per protestare ma Jack fu più pronto di lei. “Lei viene con noi.- disse.-
Tia Dalma ha detto che ci risulterà utile, ricordi?” e dettò ciò avanzò in
avanti dopo aver lanciato un piccolo sguardo d’intesa alla giovane che, di tutta
risposta, gli tenne subito dietro.
Evelyne
aveva una paura matta… non si era
mai spinta in un’avventura tanto pericolosa.. nella sua vita infiocchettata il
massimo pericolo fino ai 18 anni era stato quello di rompersi un’unghia. Poi
l’incantesimo era finito e con esso l’incanto della vita sempre tranquilla e
serena che sognava da bambina.
E
adesso, di nuovo il pericolo.
Ma
questa volta non lo affrontava da sola.
In
qualche modo c’era anche Jack Sparrow con lei.
E si
sentiva molto meglio.
To
be continued..
Diomache.