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Autore: piccolimarcoakajohn    12/12/2012    0 recensioni
altro pensierino elementare che, utilizzando lo stesso principio di un altro lavoro qui già presente, parte da una sensazione fisica provata ieri mattina stando seduto vicino alla finestra esposta a sud. Lo pubblico oggi dopo aver speso del tempo a rimuovere virus maligni.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A lungo mi sono chiesto se scalare pareti portasse ad un effettivo vantaggio
e provavo piacere nel divagare su simili quaestio. Ora non più.
Non sapendomi dare una spiegazione, ho iniziato a ripercorrere a ritroso il
mio trascorso, nonostante non disponessi di altro mezzo se non la mia memoria.
Subitaneamente collegai il fatto al graduale mutamento del piano orizzontale
quale lo pervenni tangibilmente circa un anno prima.

Con mia sorpresa dovetti rivalutare la valenza di questa qualità nascosta
(ma che dico! rifiutata, a volte pure osteggiata) che permette a qualsiasi
individuo appartenente alla specie di camminare in verticale, opponendo
la superficie più ampia alla gravità (meglio noto come campo gravitazionale
terrestre, senza star qua a riempir fogli di cifre,conti e costanti).
Essendo esente da qualsiasi rigor di logica molti possono riferirvisi solo 
nei più nascosti cantucci dell'immaginario ed è proprio con chi ha un rapporto
particolare con quest'ultimo che la qualità si manifesta con più frequenza in
tutta la sua concreta irragionevolezza.
Eccola, la ho nominata, oramai non le si può sfuggire, mi vedo costretto quindi
con non poca stizza a raccontare dello spiacevole momento in cui, a parer mio,
costei riuscì nel render levigato, riducendone inoltre la viscosità, quel piano sul 
quale stava compiendosi per me tal maraviglia.
Ad oggi non me ne capacito ancora pienamente visto che il colpo subito continua
a palesarsi di tanto in tanto con vertigini e calo di attenzione e assenza di spirito.

Restando intontito e con un lieve senso di insicurezza nell'incedere ho quindi
iniziato a preferirvi il caldo tepore di una coperta in fibra sintetica.
Aggiungendolo all'esposizione diretta dei raggi invernali di una stella con un
angolo di incidenza particolarmente basso, mi ha consentito di restare con ciò
che più cercavo durante il mio precorso vertical delirio e di cui in realtà avevo
il terrore.

Ora, se mi concentro su una parte scoperta dalle vesti che limitano il mio pudore,
posso sentire la calda trama accarezzarmi dolcemente e a questa consapevolezza
segue il desiderio di stendermi sotto ciò che più somiglia ad un raggio invernale.
Piacevole ma a lungo andare vien quasi l'impressione di star sotto una qualche
strana maledizione. Sento il bisogno di tornare a scalare ma ho troppa paura,
ho troppa paura ed è troppo pura.
Scrivi mi viene detto.

Questo mi basta. Ora mi posso disfare del nero manto e all'appagante tepore
preferire il freddo, offrendogli in dono il superfluo.                  121220121809
  
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