12/12/2012
5 recensioniPrologo -
- A che serve passare dei giorni se non si ricordano?
- Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo. Alcune ci riportano indietro, e si chiamano ricordi. Alcune ci portano avanti, e si chiamano sogni.
- Alice: Per quanto tempo è per sempre? Bianconiglio: A volte, solo un secondo.
- A parte poche eccezioni, al mondo tutti, uomini e animali, lavorano con tutte le forze, con ogni sforzo, dal mattino alla sera solo per continuare ad esistere: e non vale assolutamente la pena di continuare ad esistere; inoltre dopo un certo tempo tutti finiscono. È un affare che non copre le spese.
- Arriverò a una soluzione circa il problema del tempo. Quando l'infinito mostra un lembo della sua veste, esso getta sul problema la sua ombra immensa; allora si brancola, ma è fatica perduta.
- Camminai per le tristi strade del tempo umano.
- Fin dall'infanzia percepivo lo scorrere delle ore indipendente da ogni riferimento, da ogni atto e da ogni evento, la disgiunzione del tempo da ciò che tempo non era, la sua esistenza autonoma, il suo statuto singolare, il suo imperio, la sua tirannia. Ricordo con estrema chiarezza quel pomeriggio in cui, per la prima volta, di fronte all'universo vacante, non ero più che fuga di istanti ribelli ad adempiere ancora la loro particolare funzione. Il tempo si separava dall'essere a mie spese.
- Gli uomini parlano di uccidere il tempo, mentre il tempo tranquillamente li uccide.
Tempo.
Tempo che scorre.
Tempo che passa.
Tempo perso.
Tempo infinito.
Tempo di amare.
Tempo di odiare.
Tempo di vivere.
E' il momento della verità e il momento di mentire.
Il momento di vivere e il momento di morire.
il momento di combattere
Tempo.
Tempo che avrei avuto per sempre.
Tempo che non mi sarebbe mai mancato.
Tempo immortale.
Era passato tanto tempo da quando i miei genitori mi avevano praticamente trascinata via – o meglio – allontanata da quel luogo in cui il normale era completamente inesistente, loro invece erano rimasta laggiù ben nascosti e celati dagli occhi indiscreti mentre io ‘per il mio bene’ ero stata cacciata via.
‘lei potrà vivere una vita tranquilla’
aveva detto mia madre a mio padre, egoisticamente, quando avevo compiuto si e no 5 anni, la mia totale maturazione e mutazione l’avevo affrontata da sola due anni dopo, quando ormai mi ero ritrovata a vivere in Canada da una coppia di persone probabilmente soggiogate in qualche strano modo affinché non si ponessero domande e cosi che – una volta terminata la mia crescita prematura – si occupassero di me.
In fondo ero solamente una mezza vampira che poteva mostrare i suoi ricordi agli altri, poi non facevo nient’altro, i miei invece erano vampiri e mi avevano praticamente invitata a dimenticarmi di loro cosi da vivere la mia vita.
Poi c’era lui.
Il ‘giovane’ Black che appena ero nata aveva passato un sacco di tempo con me.
Non si era più fatto vivo.
Lui che aveva trascorso intere notti e dì al mio fianco durante i miei anni laggiù e che per qualche strambo e inspiegabile motivo non mi aveva mai lasciata sola un attimo.
Quel dannato licantropo che avevo considerato il mio migliore amico, quello per cui mi ero presa la mia prima vera grande cotta nella mia fase psicologica adolescenziale e quello che adoravo con tutta me stessa.
Lui che nonostante tutte le promesse e le belle frasi dette al momento giusto, non era più con me e mi aveva abbandonata e lasciata andare senza tanti problemi e che non mi aveva più neanche cercata.
Nessuno di loro.
Nessuno.
E non potevano sapere cosa mi aveva attesa al mio settimo anno di vita quando mi ero stabilita totalmente, quando la vera me aveva fatto la sua entrata in scena e quando finalmente avevo capito tanto cose e ne avevo acquisite molte altre, cosi alla gloriosa età di 12 anni – in cui però mentalmente e fisicamente ne dimostravo almeno 20 – avevo deciso di fare ritorno là per affrontare la mia vecchia vita.
Tutti loro – nessuno escluso – avrebbero dovuto guardarsi le spalle da quella creatura che ero diventata, niente mi era impossibile, io ero a capo di ogni cosa, padrona di tutto e incapace di niente.
Renesmee Cullen era diventata – probabilmente – un essere sovrannaturale mai visto prima.
Stavo tornando da loro, arrabbiata.
Osservai il falò sulla spiaggia di La Push dove alcuni dei ragazzi del branco ridevano e scherzavano, con il vento che mi scompigliava i lunghi ricci scuri mentre ergevo sull’altissima scogliera dove ricordavo che molti di loro si divertivano a tuffarsi.
Ero li, non avrei avuto limiti.
Ero di nuovo a casa.
Ero a Forks.
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Sciao sciao a tutti, belli e brutti (?)
non è la mia prima fanfic.
ahaha proprio per niente!
diciamo che qui pubblicherò
questo genere di storie.
rosse...sovrannaturali....rosse...su twilight...rosse...anche su altro...rosse...
Insomma, avete capito.
lol.
Mmm non so che dirvi, spero che come inizio vi piaccia!
uhm..continuerò quando raggiungeremo un certo numero di recensioni e quando potrò (?)
Quindi susu, lasciatemi una recensione con scritto cosa ne pensate!
graaazie!
alla prossima, sciao belli!
_shelovesvampires