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Autore: ArmoniaDiVento    12/12/2012    6 recensioni
"La notte di Santa Lucia è la più lunga che ci sia" dice un detto babbano...
Che cosa succede la notte di Santa Lucia? Alla luce della luna, quattro mani si stringono e due paia di occhi si perdono l'uno nell'altro...
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Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La notte di Santa Lucia





Crash
.

“Accidenti a me!”

L’urlo di Hermione riecheggiò per il salotto di casa Weasley.

Erano le due della notte di Santa Lucia, la luna splendeva alta nel cielo blu cobalto, ed Hermione era intenta a decorare l’albero di Natale, che troneggiava mezzo spoglio nel centro del salotto di casa sua.

Sconsolata si inginocchiò sul pavimento freddo e liscio, osservando con rammarico i resti della pallina di vetro trasparente che si era appena frantumata a terra con uno schianto cristallino.

“Sono una stupida, ci manca solo che svegli gli altri…” si ritrovò a sussurrare a se stessa.

“Beh, missione compiuta” fece una voce alle sue spalle.

A Hermione per poco non prese un infarto. Sussultò voltando la testa di scatto: “Harry! Mio Dio, mi hai spaventata! Che ci fai qui a quest’ora?! Non dovresti essere in camera con Ginny?”

“In effetti potrei farti la stessa domanda”. Harry sorrideva calmo, gli occhi stanchi la guardavano con un’espressione divertita.

“I-io… non riuscivo a prendere sonno stanotte. Così…”

“Hai deciso di darti al bricolage notturno e metterti a frantumare palline di vetro?” completò Harry, veloce.

“Piantala, Harry… è solo… stavo decorando l’albero, ma… questa stupida pallina è così fragile. Mi è scivolata dalle mani ed è andata in frantumi”.

“Me ne sono accorto. Era una pallina speciale?” la domanda del ragazzo la prese in contropiede.

“Sì, lo era” balbettò lei poco dopo.

“Apparteneva a mia nonna. Ogni anno, qualche giorno prima di Natale, io e i miei genitori andavamo a casa della nonna a decorare insieme l’albero. Questa pallina era la mia preferita… la nonna la lasciava sempre per ultima, così potevo appenderla io, sul ramo più alto, in mezzo a tutte le altre”.

Harry la osservò perdersi nei ricordi. Stava per dirle qualcosa, quando Hermione lo interruppe:
“Ma… questo non importa. Piuttosto, dimmi… che cosa ti ha svegliato? Ho fatto così tanto rumore? Mi dispiace, spero di non aver svegliato anche Ron e Ginny, io…”

“No, tranquilla, non sei stata tu. Nemmeno io riuscivo a prendere sonno stasera. Stavo scendendo in cucina a farmi una tisana, poi ho sentito il finimondo in salotto, figurati che per un momento ho pensato che fossero i ladri, avevo già sfoderato la bacchetta… ti è andata bene, sai” rise Harry. Nonostante la stanchezza continuava a sorridere.

“E poi… oggi è il tredici dicembre. Santa Lucia” continuò lui.

“Ah sì?” sbuffò lei. “E allora?”

“La notte di Santa Lucia è la più lunga che ci sia” recitò Harry sorridendo.

Hermione trattenne un risolino, suo malgrado. “Beh, se i Babbani hanno ragione siamo a posto!”

“Perché, ti dispiace di passare questa notte insonne con me?”

Hermione lo guardò stralunata, la bocca mezza aperta dallo stupore. Harry scoppiò a ridere e aggiunse:  “Dài, vado a preparare una tisana anche per te, ok?” le si avvicinò e le scompigliò i capelli, per poi dirigersi in cucina.


Hermione era sbalordita. Con le sue uscite strampalate, l’amico riusciva sempre in qualche modo a sorprenderla.

Lo osservò dal salotto: lo vide cercare sicuro nei cassetti e negli armadi, trovare il bollitore, riempirlo d’acqua, accendere il fuoco con un fiammifero e appoggiare il bollitore sul fuoco; poi lo vide voltarsi sicuro verso la credenza e prendere due tazze da tè, due cucchiaini e due bustine di tisana da un cestino di vimini posato sulla tavola.

Questa casa la conosce come le sue tasche, sembra quasi che ci viva da sempre-si ritrovò a pensare Hermione… in effetti Harry e Ginny, nell’ultimo periodo, si fermavano così spesso a dormire da lei e Ron nei weekend, che ormai quella la si poteva considerare la loro seconda casa; negli ultimi mesi le due coppie avevano trascorso quasi ogni weekend insieme, a casa Weasley, che si trovava molto vicina alla Tana. In questo modo sapevano di rendere felici anche i signori Weasley: Molly non perdeva occasione di invitare tutta la famiglia a pranzo da loro ogni domenica.


Poi spostò lo sguardo sull’albero di Natale, verde e ancora mezzo spoglio davanti a sé, e la sua espressione si rabbuiò.
Le parole rabbiose di pochi giorni prima le riaffiorarono alla mente, colpendola come uno schiaffo.

 
“Ron, ma oggi è l’otto dicembre, te ne sei dimenticato? Dobbiamo fare l’albero…”
“Che cosa? Con tutte le preoccupazioni che ho sul lavoro tu vieni a parlarmi di cose stupidi e futili come uno stramaledettissimo albero di Natale?”
“N-non… sono cose stupidi e futili. Ron, capisco che tu sia preso dal lavoro, ma… è quasi Natale, dobbiamo decorare il salotto, così avrà un’atmosfera più…”
“Non mi interessa un accidente dell’atmosfera del nostro salotto, Hermione! Possibile che tu non sappia dare priorità alle cose importanti?”
“Per me, questo èimportante. E se per te non lo è, io…”
“No, non lo è!”
“…lo farò da sola”.
Ron era uscito sbattendo la porta, e lei era rimasta sulla soglia in lacrime, in mano la scatola con le palline di Natale colorate e nel cuore una scheggia di vetro fredda come le sue mani bianche.
 
 

“Ti vedo pensierosa”.
Harry stava tornando in salotto, reggendo un vassoietto con le due tazze fumanti.

Hermione era rimasta seduta davanti all’albero, sul pavimento freddo, le braccia incrociate e la fronte corrugata.
I pezzi infranti della pallina di vetro giacevano ai piedi dell’albero, riflettendo le piastrelle in cotto.
Harry si sedette accanto a lei, e poggiò il vassoio davanti a loro, ai piedi dell’albero.

“Perché non hai usato la magia, per preparare la tisana?”

Harry rimase sorpreso da quella domanda.
La osservò fugacemente, poi disse: “A volte il metodo babbano è più romantico”.

Prese la tazza fumante e la depose nelle mani di Hermione. “Bevi subito, che si fredda”.

Hermione ubbidì. Portò alle labbra il liquido chiaro e si sentì subito scaldare. Deglutì e sorrise.

“Va meglio?” le chiese lui, osservandola da sopra la sua tazza.

“Sì, molto. Grazie” rispose lei, poggiando la tazza sul vassoio.
Si ritrovò a fissare nuovamente i cocci della pallina di vetro.

Con un gesto fluido Harry si rialzò, si avvicinò a una cassettiera e l’aprì. Frugò brevemente, afferrò un piccolo oggetto e si risedette accanto a Hermione. Poi prese due frantumi della pallina di vetro e li porse a Hermione, spostandole le dita e congiungendole di modo che i pezzi di vetro fossero vicinissimi.

“Harry, che cosa hai intenzione di…”

“Voglio riparare la pallina. Con la colla adesiva”.

Così dicendo stappò il piccolo oggetto di plastica, lo premette nel centro, finché ne fuoriuscì un piccolo serpente di colla trasparente. Lo fece aderire al bordo dei due pezzi, poi prese le mani di Hermione nelle sue e li ricongiunse. “Ora devi tenere premuto per un po’… così si asciuga” le sussurrò piano, guardandola negli occhi.

Hermione era arrossita al contatto delle sue mani calde. Il suo cuore batteva forte contro le costole mentre Harry le avvolgeva le mani… Hermione si sentì la testa girare e abbassò lo sguardo verso i due pezzi di vetro ricongiunti. La colla fluiva lentamente lungo il bordo, adattandosi perfettamente alle due estremità.

Andarono avanti nell’operazione con gli altri cocci di vetro. Ripeterono gli stessi gesti in silenzio, lentamente: Harry prendeva due pezzi di vetro, li porgeva a Hermione, passava la colla sul bordo di uno e insieme univano le mani e i cocci per ricostruire la pallina di vetro. Ad ogni contatto delle loro mani si guardavano a lungo negli occhi.
 
 


Molti cocci dopo, Hermione reggeva tra le mani la sua pallina di vetro ricostruita.

Era raggiante.

“Beh… cosa ne pensi?” le sussurrò Harry, nascondendo un sorriso.

“Penso che… a volte il metodo babbano è più romantico” rispose lei, ricambiando il sorriso.

Guardava la pallina, osservava la sua imperfezione: non era più liscia e lucente, ora era solcata da righe come ferite sanate.

Tutto a un tratto il sorriso si spense sul volto di Hermione, per lasciare spazio a un’espressione malinconica e triste.

“Ehi… non ti sei ancora rilassata? La tisana non è bastata?” chiese Harry, spostandosi dietro la ragazza e cingendole le spalle con le mani. Iniziò ad accarezzarle piano le spalle, mentre lei, le ginocchia raccolte a sé, continuava a osservare la pallina ricostruita, reggendola nella mano sinistra, che rifletteva la luce della lampada del salotto. Mandava bagliori dorati tutto intorno, che si riflettevano tra i segni di vetro rimbalzando per la stanza semibuia e silenziosa.

“Pensavo che… la mia vita assomiglia a questa pallina di vetro” rispose dopo qualche minuto.
“Fragile e trasparente. Ma un bel giorno è caduta a terra, cozzando contro il pavimento duro. E… si è infranto qualcosa”.

Harry non rispose, deciso a lasciarla sfogare. Continuò ad accarezzarle le spalle, lieve.

“Con Ron ha smesso di funzionare da settimane. Forse… mesi”.

Parlava piano, sommessamente. Era evidente che quelle parole le costavano fatica e le provocavano dolore.

“La pallina di vetro si è infranta tempo fa” concluse, trattenendo a stento un singhiozzo.

Harry rafforzò la presa sulle sue spalle.

“Piccola” le sussurrò all’orecchio.
“Non hai visto? Tutto si può aggiustare. Basta avere un po’ di colla…”

Hermione si voltò a guardarlo. I loro visi erano vicinissimi, a pochi millimetri di distanza. Si osservarono per attimi lunghissimi, interminabili.

“Lo sai perché le cose più fragili sono anche le più belle?”

“Perché?”

“Perché si possono ricostruire”.

Harry poggiò le labbra sulle sue. Dolcemente, piano.
Fu un bacio dolce, timido. Un bacio breve, illuminato a intermittenza dagli sprazzi dorati della pallina di vetro.
 
Harry si staccò dolcemente e le prese il viso tra le mani.

Inspirò a fondo e chiuse gli occhi, rimanendo così per un minuto.

Hermione era stordita. Credeva di avere una voragine al posto dello stomaco. Sentimenti contrastanti si agitavano dentro di lei, ma la stanchezza del dormiveglia e l’intorpidimento causato dalla tisana non le permettevano di pensare razionalmente.
Sentiva le mani calde di Harry appoggiate sulle sue gote e lo guardava inspirare, le palpebre socchiuse. Era immobilizzata, pietrificata davanti a lui, davanti ai suoi occhi sbarrati…

Poi  li aprì.

Il verde si conficcò nei suoi occhi d’ambra.

“A cosa pensi?” soffiò lei, in un sussurro appena percettibile.

“Penso che profumi di un odore che mi piacerà sempre”.

Hermione sussultò. Socchiuse le labbra per dire qualcosa ma lui la precedette. Le premette un dito sulle labbra, per poi disegnarne la linea con la punta dell’indice, lentamente. Hermione assaporò il tocco lieve del suo polpastrello, mentre una valanga di sensazioni la travolgeva.

“Sai che cosa succede la notte di Santa Lucia?” mormorò piano Harry, a pochi centimetri dal suo viso.

Hermione scosse lievemente il capo in cenno di diniego. Era rapita da lui, non riusciva nemmeno a tremare.

“La notte di Santa Lucia è la rinascita della luce”.

Hermione lo guardò per un attimo. Poi capì.

“Illuminami” disse sulle labbra di lui.

I raggi di luna entrarono dalla finestra, fino a posarsi sulla pallina di vetro aggiustata. Crearono un gioco di luce bianca e azzurra, illuminando i loro visi intrecciati, stretti in un solo bacio, labbra nelle labbra, cuore contro cuore.

E fu la luna, colei che aveva portato la luce nei loro occhi, l’unica testimone di quella notte di rinascita.

La notte di Santa Lucia, la notte più lunga che ci sia.
 
 
 









***
[Questa storia partecipa all’iniziativa Calendario dell’Avvento indetta dal gruppo faceboook HPeace&Love.]
 
NdA: Buonasera a tutti e buona notte di Santa Lucia!
Mi sono lasciata ispirare dal prompt “Pallina di vetro rotta” e dalla citazione di Margaret Mazzantini (una delle mie autrici preferite!) “Penso che profumi di un odore che mi piacerà sempre”, suggerite dal gruppo HPeace&Love per la fantastica iniziativa del Calendario dell’Avvento…
Ed è saltato fuori questo piccolo, dolce momento Auror!
Tra l’altro oggi è il 12.12.12… volevo lasciare un ricordo speciale di questa giornata speciale!
In attesa dei vostri commenti, vi mando “l’abbraccio più lungo che ci sia”! A presto!

ArmoniaDiVento
  
  
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