Il maestro Buha aspettava alla stazione dei bus di Coruscat l’arrivo del senatore. A un certo punto lo vide uscire dalla spessa coltre di nubi nere che c’era quel giorno e scendere verso la stazione.
“Eccoli” disse Buha, un gungan, al suo compagno. Anch’esso era un jedi, e precisamente il maestro Taa’lat di Kamino, soprannominato “Il Bianco Cavaliere” per il singolare mantello jedi bianco che portava. “Che è stato assegnato come scorta al senatore?” chiese Buha. “Lee Bluhole e il suo giovane padawan Genoà”. Buha sorrise “Bene, Lee è un vecchio amico, sarà un piacere rincontrarlo dopo tanto tempo”.
Il bus attraccò e la porta di poppa si aprì. Ma, stranamente, nessuno era dietro la porta pronto a uscire e l’interno era completamente buio! La folla che aspettava l’arrivo del bus emise esclamazioni di stupore. Buha aguzzò gli occhi “Sento qualcosa di strano”. “Anch’io” disse Taa’lat.
Il gungan fece un segno alle guardie senatoriali che lo avevano seguito: “State qui e state pronti a tutto. Io e il maestro Taa’lat andiamo dentro a vedere. Che uno di voi vada al bar a chiamare il maestro Liubecca!”.
Buha estrasse la spada blu e facendo luce con questa, entrò seguito da Taa’lat. Le tenebre li circondavano mentre avanzavano nell’oscuro corridoio del bus. A un certo punto sentirono qualcosa sbattere: si voltarono e videro che era stato solo un pannello del soffitto caduto sul pavimento. Avanzarono, arrivando fino al lampadario distrutto: “E questo che ci fa qui?” si chiese Buha. Si voltò e spinse uno dei battenti del portone principale del ristorante: dal soffitto venne giù un corpo impiccato, che colpì Buha. Il jedi finì tra le braccia di Taa’lat.
“Questo è il senatore!” disse Taa’lat. “Questa deve essere opera dei …” “… sith” concluse Buha mettendosi in piedi. Poi sentirono un respiro e si irrigidirono: Buha protese la spada verso l’oscurità per far luce e vide che, al posto del lampadario, vi erano sette corpi impiccati. Si avvicinarono: sei guardie del senatore erano appese attorno a un corpo appeso per i piedi al soffitto: Genoà Ludò.
Buha tagliò la corda con la spada e Taa’lat lo adagiò sul pavimento con la forza e gli mise le mani sul ventre: “Respira” disse a Buha.
Egli annuì soddisfatto e si voltò: seduto su una sedia, che lo fissava con occhi spenti, stava Lee Bluhole, o perlomeno la sua metà superiore.