STAY STRONG AND GO ON
Mi girai, lo guardai con le gli occhi fuori dalle orbite e mi voltai di nuovo di scatto: non ce la facevo a guardarlo neanche in faccia. Lui, quell'essere schifoso che fu la causa di tutto il mio dolore, quando mi fece finire in ospedale esattamente sette mesi prima di quel giorno, era proprio davanti ai miei occhi ormai diventati pieni di rabbia.
“Cosa vuoi da me, io e te non abbiamo niente da dirci” – risposi per poi andarmene il più lontano possibile da lui; mi prese per il braccio ma, liberandomi dalla presa, corsi via a passo svelto.
Ecco cosa successe quel maledetto 23 dicembre 2010.
Perché mi sento così in colpa?
Quella sera faceva freddo, me lo ricordo bene perché mi divertivo a far uscire "il fumo" dalla bocca con la nebbia facendo la stupida con i miei amici e con il ragazzo che tanto mi piaceva; inoltre avevo il mio cappellino bianco di lana preferito, la sciarpa e i guanti.
“Dove si è cacciata Jade? Dobbiamo andare a comprare i biglietti!”
Continuavo a girarmi intorno in cerca della mia migliore amica.
Dopo un po' iniziai a preoccuparmi e cacciai il telefono dalla borsa, cercai di chiamarla ma fu tutto inutile, non era raggiungibile.
“Mi fa sempre arrabbiare, mi aveva detto di essere dietro l'angolo”
Passò più di mezz'ora, stavolta iniziai a preoccuparmi sul serio.
“Chiama casa, forse sanno dove si è cacciata” – suggerì mio fratello, continuando a cercarla tra la folla.
A quel punto chiamai a casa sua.
“Merda, ragazzi. La madre mi ha detto è uscita più di un'ora fa di casa per venire qui al cinema da noi”.
Ci dividemmo e andammo a cercare Jade in città.
Tornai al cinema: niente, nulla, nada, furono le risposte da parte dei miei amici. Iniziò a scendere qualche lacrima, ero preoccupatissima. Erano le 23.00, Jade non si era fatta viva e nessuno l'aveva vista in giro.
Ci giravamo intorno non sapendo più che fare, quando improvvisamente le persone, presenti sull'altro marciapiede, iniziano a girarsi e fare spazio a quella che stava passando come se fosse la 'regina Elisabetta'.
Tra loro purtroppo passò Jade, con i vestiti stracciati, al freddo e il trucco nero sbavato. Mi crollò il mondo addosso a vederla in quelle condizioni; cosa cazzo gli era successo? Attraversò la strada, mi tremavano le gambe tanto da non riuscire a corrergli in contro. Si fermò nel mezzo e a quel punto una macchina a tutto razzo arrivò con fari accecanti: questioni di secondi riuscii a sposare Jade e farmi investire al posto suo; ci tenevo troppo a lei per farla mettere sotto da uno stupido ubriaco. Sentii tutto il peso della macchina scavalcarmi, sentendo ossa spezzarsi. Ero circondata da migliaia di persone ma l'unica cosa che riuscivo davvero a sentire era il suo pianto. Pian piano mi sentivo morire, davvero. Ero sicura che da un momento all'altro sarei andata via dalla faccia della Terra.
In cinque minuti riuscii a vedere 'tutta la mia vita'.
Cosa avrebbe fatto la mia famiglia se fossi morta?
E Jade si sarebbe sentita in colpa?
I miei amici avrebbero pianto per giorni?
Stetti in coma per due mesi e mezzo, quando mi ripresi del tutto e per fortuna il mio corpo riuscì ad aggiustarsi anche se con fatica. E cosa era successo a Jade vi chiederete: era stata violentata dal suo fidanzato ubriaco fradicio.
Da quel episodio persi la mia migliore amica, partì il più lontano possibile con la sua famiglia, senza lasciarmi neanche un recapito per rintracciarla: scomparì dalla civiltà in poche parole.
“C-come hai detto? J-J-Jade Thirwall?”
Balbettavo, sudavo, lacrimavo. Non sapevo più cosa fare, se reagire, svenire, incontrarla o mollare tutto e andarmene.
Grazie per aver letto, come vi è sembrato questa volta?
Ho bisogno di un consiglio: allungo i capitoli o li lascio così corti?