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Autore: manson    13/12/2012    4 recensioni
Dalla one-shot:
-non dormi?- le chiese l'uomo, il suo amante, quello con cui da troppo tempo tradiva suo marito, quello con cui faceva l'amore ormai quasi ogni notte.
Una one-shot un pò complicata: perchè l'amore se c'è non si può negare, non si può allontanare. perchè è sempre più forte, più intenso e più devastante di qualunque nostra volontà.
è una James/Rose, spero che vi piaccia :)
baci, Manson.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley | Coppie: James Sirius/Rose
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Le prime luci dell'alba avevano iniziato a farsi strada fuori dalla finestra del motel, e la città cominciava a svegliarsi lentamente. Stava osservando il sole sorgere timido, quando due braccia la strinsero da dietro e sentì il suo fiato caldo sul collo, accompagnato a teneri baci.

-non dormi?- le chiese l'uomo, il suo amante, quello con cui da troppo tempo tradiva suo marito, quello con cui faceva l'amore ormai quasi ogni notte, fingendo turni extra in ospedale.

-dovremmo smettere di vederci- gli sussurrò, girandosi e trovandosi faccia a faccia con lui, trovando i suoi occhi azzurri che la squadravano a metà tra il divertito e il confuso -ho una famiglia, un figlio James...noi non...-

James scoppiò in una risata amara -adesso lo sai che hai una famiglia? Dopo più di un anno, Rose?- le chiese, sfidandola e allontanandosi un po' da lei, infastidito.

I suoi occhi divennero umidi e un singhiozzo la scosse forte -non avremmo mai dovuto iniziare tutto questo, non avrei mai dovuto accettare quella sera...- sussurrò, scuotendo la testa e tornando a guardare fuori dalla finestra, sapeva che non avrebbe mai retto il suo sguardo, sapeva che se solo l'avesse guardato avrebbe ceduto di nuovo, a lui, all'amore che la scuoteva da dentro, l'amore per lui. Era iniziato tutto per gioco, l'anno prima, quando Daniel, suo marito, era partito una settimana per un viaggio importante di lavoro.



-zio, ti prego, giochi con me? Solo pochino così!- chiese il piccolo Seth a James mentre stavano andando tutti via, mostrandogli l'indice e il pollice che quasi si sfioravano.

James guardò i fratelli, che come lui erano stati invitati a cenare da Rose quella sera, e poi di nuovo il nipote -solo pochino così però!- gli disse mimando il gesto del piccolo e, prendendolo in braccio, si diresse urlando verso la sua cameretta.

Quando, finito di sistemare alla bell'e meglio la cucina, Rose entrò nella stanza del figlio, lo trovò addormentato a letto tra le braccia di James -è crollato subito- sussurrò il ragazzo sorridendole e alzandosi piano per non svegliare il piccolo.

-grazie...vuoi bere qualcosa?- gli chiese lei mentre tornavano in salone, per cercare di sdebitarsi per la pazienza che aveva sempre James con suo figlio -ho anche i liquori Babbani, so che ti piacciono-

-ad un bicchiere di Vodka non si dice mai di no- rispose James con fare esperto, mentre si sedeva in una delle poltrone a guardare la televisione, uno degli oggetti Babbani più strani che conoscesse. Stava cercando di capire come cambiare canale con quello strano ''telecoso'', quando sentì una bottiglia rompersi e sua cugina imprecare. Correndo, la raggiunse in cucina: si teneva una mano mentre pezzi di vetro e di liquido trasparente erano sparsi ovunque -ti sei fatta male?-

-mi sono tagliata...merda- sussurrò malignamente Rose, imprecando contro i Babbani e i loro oggetti mentre portava il polso sotto l'acqua corrente.

-fammi vedere-

-chi è l'infermago tra i due, James?- gli chiese inarcando un sopracciglio, come a volergli dimostrare che lei sapeva ben più di lui su questo genere di ferite.

-si ma io sono stato più volte in battaglia...so queste cose, come vanno risolte-

-erano esercitazioni-

-si ma le ferite erano vere!- le disse con aria fintamente offesa, prendendole poi di prepotenza il braccio, per analizzarlo. Già il sangue non usciva più, anche se il segno rosso del taglio era ben visibile -qui ci vuole il tocco dell'esperto- le sussurrò divertito, portandosi la mano alle labbra e baciandola delicatamente. Forse la tenne per troppo tempo vicino alle labbra, perché Rose ritirò la mano, come scottata.

Lo guardava con gli occhi sgranati, il cuore le batteva a tremila, solo per quel semplice contatto. Quando poi lui spostò le mani che ancora teneva vicino al proprio volto e dove fino a poco prima era racchiusa anche quella di Rose, dietro la sua nuca, lei iniziò a tremare, vedendo James farsi sempre più vicino. Provò a dire qualcosa, ma la sua voce sembrava essere scomparsa per non tornare mai più. Il respiro di James intanto si faceva sempre più vicino e più veloce, finché non raggiunse le sue labbra. Entrambi immobili, entrambi come in attesa di qualcosa, come se aspettassero che uno dei due si staccasse. Fu lui, di nuovo, a prendere l'iniziativa, baciandola davvero, muovendo le sue labbra su quelle di lei, in un bacio sempre meno innocente, sempre più pretenzioso. La prese in braccio, senza smettere di baciarla, senza staccare un secondo le labbra dalle sue, così morbide, così calde e perfette. La portò nella sua camera da letto, chiudendo la porta dietro di sé con un calcio -speriamo non si sia svegliato- sussurrò James, mentre la poggiava sul letto ancora intatto. La guardò, e fu come vederla per la prima volta, così bella, magra, alta, i capelli rosso intenso le contornavano il viso e il corpo in maniera perfetta, ricadendo in grandi boccoli sulle sue spalle, la bocca, rossa per i baci, sembrava chiamarlo, invitarlo.

Anche lei l'aveva fissato, senza capire cosa stesse davvero succedendo, talmente i suoi baci l'avevano confusa ed eccitata. Era bello, e lei non se n'era mai accorta, le fossette intorno alla bocca e i capelli neri che ricadevano sul volto fino quasi a coprire gli occhi marroni, gli davano un'aura misteriosa, e dannatamente sexy. Lo vedeva come bloccato, come se avesse paura di andare avanti, forse anche di essere rifiutato. Fu per quello che Rose iniziò a spogliarsi del leggero vestito verde che aveva indossato, facendolo silenziosamente scivolare giù da letto. Lo lasciò osservarla qualche secondo, il completo di pizzo bianco era uno dei più belli che avesse, e si ringraziò mentalmente per averlo scelto quella sera. James spostò velocemente i suoi occhi su tutto il suo corpo, per tornare a fissare i suoi occhi; si abbassò baciandola passionalmente, imponendo la sua lingua nella bocca di lei, mentre le sue mani vagavano in tutto il corpo della donna, come a volerlo esplorare, conoscere perfettamente. -spogliati- gli aveva sussurrato lei, mentre con le mani gli sfiorava la cintura dei pantaloni, per trovarlo eccitato almeno quanto lei; James eseguì il suo ordine senza farselo ripetere.

Poi l'avevano fatto. Avevano fatto sesso, quel tipo di sesso che ti prende la testa, il corpo, tutto e che non ti lascia andare finché non sei talmente stanco da ricadere sfinito a letto e addormentarti subito.



Così il loro gioco era iniziato. Dopo quella notte non si erano visti ne parlati per un pezzo, finché lei non gli aveva scritto che Seth voleva vederlo e se avrebbe trovato un po' di tempo per andarlo a trovare. Lui, si era presentato a casa loro quel pomeriggio stesso, trovando però solo Rose, ''è da mia madre oggi'' gli aveva detto. Il problema è che nessuno dei due si era immaginato che sarebbero di nuovo finiti a letto insieme. Da quel giorno era stato un susseguirsi di baci nascosti e carezze sotto i tavoli alle cene di famiglia e ben altro tipo di carezze prima al Ministero, nell'ufficio di lui, poi anche in ospedale, durante i turni di notte, mentre tutti i pazienti dormivano.

-Rose...sai meglio di me che abbiamo cercato di...smettere, ma ci siamo puntualmente ritrovati con i nostri corpi attaccati, nudi, in un letto. O in un ufficio, oppure ovunque- le carezzava i capelli, mentre lei si ostinava a tenere gli occhi bassi, fissi sul pavimento vecchio di quel motel.

-ma non capisci che è sbagliato? Tu sei mio cugino! E io sono sposata!-

-sei felice con lui? Dimmi di si Rose, dimmi di si e giuro che me ne vado, giuro che non proverò mai più a baciarti, a toccarti, a sfiorarti-

Lei lo guardò un istante prima di riabbassare lo sguardo -si, sono felice con lui- gli disse piano, correndo a prendere i suoi vestiti senza incrociare i suoi occhi e Smaterializzandosi poco dopo. Davvero sei felice Rose? Cosa sono quelle lacrime che ti stanno bagnando le guance allora?


-mamma!- Seth le andò incontro appena lei varcò la soglia di casa. Com'era cresciuto, ormai aveva quasi cinque anni, e i suoi genitori le dicevano sempre che era la copia sputata di James alla sua età.

-ciao piccolino...hai fatto colazione?- gli chiese abbracciandolo dolcemente

-sei tornata presto- Daniel, già vestito di tutto punto per andare a lavoro nonostante mancasse più di un'ora, era appena sbucato dalla cucina, stringendo in mano un biberon colmo di latte che porse al figlio -tieni Seth...noi dobbiamo parlare-

Rose annuì e con il cuore in gola lo raggiunse in cucina -da quanto va avanti?-

-che...che cosa?- gli chiese la donna, sperando che la sua voce non la tradisse

-da quanto mi tradisci, Rose?-

Lei sgranò gli occhi, cercando di rispondere -io non..-

-non mentirmi!- aveva urlato Daniel, sbattendo il pugno sulla cucina e facendo saltare di paura Rose -lo vedo, quando facciamo l'amore, che non sei lì con me, non è più come una volta- i suoi occhi emanavano insieme rabbia e delusione, ma Rose sapeva che lui l'amava davvero e che stava sicuramente nascondendo la sua sofferenza dietro la solita barriera glaciale e dietro il suo orgoglio.

-da un anno e mezzo- l'aveva sussurrato piano, talmente piano che credeva che lui non avesse nemmeno capito. Ma l'espressione che aveva fatto, quasi disgustata, testimoniava palesemente che avesse sentito tutto -Daniel...ti prego- cercò di avvicinarsi all'uomo, che però la scansò malamente

-non mi toccare- le disse con freddezza, nonostante avesse voluto urlare, distruggere tutto, ogni cosa che lo circondava, ogni cosa che gli ricordava Rose, probabilmente l'amava troppo, sapeva che l'avrebbe perdonata ma non poteva farlo ancora. Per se stesso -chi è? Chi è che ti ha portato via da me?-

Lei non rispose e lui la prese scuotendola -chi è? Dimmi chi è, dannazione!-

-mamma- Seth li guardava piangendo

-tesoro!- Rose gli si avvicinò prendendolo in braccio e asciugandosi le lacrime frettolosamente -vai a giocare ok?- lo accompagnò camera sua, seguita da Daniel, che sorrideva al figlio.

-poi viene anche lo zio James a giocare?-

-Seth, sai che lavora- disse Rose, cercando di chiudere velocemente la conversazione con il figlio

-ma ti viene sempre a salutare però-

-ehm...si, vai a giocare- chiuse la porta della camera alle sue spalle e tornò a guardare Daniel, che la fissava ghignando.

-così è Potter eh? Ho sempre detto che non mi è mai piaciuto, complimenti Rose- non le diede nemmeno il tempo di rispondere, che si era già Smaterializzato.


-Potter! Esci da quella topaia!- Daniel, già con la bacchetta in mano, aspettava James fuori dal suo appartamento. Oh, se non gliela avrebbe fatta pagare per avergli rubato la cosa più importante che aveva.

-Daniel? Ma che diavolo...?- aveva indietreggiato velocemente con le mani alzate, dopo aver visto la bacchetta puntata verso il suo mento

-allora Potter, com'è mia moglie a letto? Ti soddisfa scopartela?- gli chiese con rabbia, mentre la bacchetta sfiorando più volte il mento di James gli lasciava leggere scottature -pensavate che non me ne sarei mai accorto vero? Ma vi è andata male, perché stanotte, mentre cercavo Rose in ospedale, mi hanno detto che era di riposo...non mi ci è voluto molto per fare due più due-

-io...-

-era la cosa più importante per me! La amo talmente tanto che dentro la mia fottuta testa l'ho già perdonata, lo capisci?- Daniel urlava di rabbia e frustrazione, come aveva fatto quell'idiota di un Potter a stare con lei, come aveva fatto lei ad accettare?

-lei non mi vuole più- James l'aveva detto abbassando le mani e fissando il pavimento -ha detto che è felice con te e con Seth, che non voleva più vedermi-

La bacchetta nelle mani di Daniel aveva tremato impercettibilmente a quelle parole. Era davvero così? Lei davvero lo amava come un tempo? Eppure, lo sguardo di James sembrava talmente sincero.

-si Daniel, ha scelto te-

Daniel abbassò la bacchetta piano, facendo per uscire. Appena James trasse un sospiro di sollievo, si vide però arrivare un pugno sul naso che lo stese a terra, facendogli quasi perdere i sensi -questo è per Rose- un calcio questa volta gli arrivo alla bocca dello stomaco, facendolo smettere di respirare per qualche secondo -questo è per mio figlio- gli sussurrò prima di andarsene, sbattendo rumorosamente la porta alle sue spalle.


Quando tornò a casa vide Rose nella poltrona accanto al caminetto, stava là per ore quando litigavano, almeno finché uno dei due non metteva da parte il suo orgoglio e andava a chiedere scusa all'altro.

-hai scelto me?- gli uscì solamente questo e nemmeno del tono duro che voleva usare. Sua moglie lo fissò, aveva gli occhi gonfi e le labbra rosse infuocate, segno che se le era morse abbondantemente, come succedeva quando era nervosa.

-Daniel- la donna si alzò, andandogli incontro

-hai scelto me?- lei annuì semplicemente, mentre un'altra lacrima le rigava la guancia. Sapendo che si sarebbe immediatamente pentito di quello che stava per fare, l'abbracciò. Nonostante tutto, era così bello sentirla tra le braccia, di nuovo sua, unicamente sua. Le prese il volto, baciandola. Il bacio si fece sempre più intenso, a causa della rabbia e della frustrazione, la baciava ovunque, sbattendola al muro e imprigionandola con il suo corpo.

-fai l'amore con me- gli aveva sussurrato lei, facendogli provare una scarica intensa lungo la schiena. La prese per una mano, andando nella loro camera. La spogliò velocemente, come se i vestiti gli impedissero di vederla davvero, di averla davvero con lui. Lei fece lo stesso, trascinandolo poco dopo nel letto.

-dimmi che ci sono solo io, dimmelo- le chiese, mentre entrava dentro di lei con prepotenza, con una foga quasi animale

-sei solo tu, solo tu- gli sussurrò, guardandolo negli occhi azzurri. Un'altra immagine si sovrappose a lui, James, James e i suoi ghigni, James e i suoi sorrisi, James e lo sguardo che aveva mentre, gemendo, raggiungeva l'apice dell'eccitazione. Una lacrima scese dai suoi occhi, rimanendo silenziosa e imprigionata tra i suoi capelli.

Daniel spingeva sempre più forte, sempre più veloce, ansimando sempre di più. -ti amo Rose-

-anche io- gli pose un bacio tra i capelli, mentre lui si accasciava su di lei.

-forse dovrei passare più tempo con Seth-

Rose sorrise -forse-



-Rose, il telefono- la raggiunse un'altra infermaga mentre consegnava la terapia ai pazienti

-Rose, sono James...aspetta, non riattaccare!-

La ragazza, che già stava chiudendo il telefono, alzò gli occhi al cielo riportando la cornetta all'orecchio -che cosa vuoi? Sto lavorando-

-ho bisogno di vederti-

-no-

-ti prego, cinque minuti-

-James, dannazione, ho detto no e non richiamarmi!- Rose richiuse malamente il telefono portandolo al bancone. Non si accorse che al suo pensiero, aveva portato automaticamente la mano al suo polso sinistro, dove, accanto all'orologio, c'era un braccialetto fino che gli aveva regalato qualche mese prima.



-Ho una cosa per te-

Rose si era subito messa a sedere, sorridendo come una bambina -cosa?-

-baciami e lo scoprirai- le aveva detto dolcemente, mentre teneva una mano dietro la schiena

-guarda che ti ho baciato anche troppo stanotte-

-niente regalo dunque- sussurrò, facendo per riporre il pacchettino sul suo comodino

-sei solo un approfittatore- gli disse, prima di sedersi sopra di lui e iniziare a baciarlo passionalmente. Si muoveva sul suo corpo strusciandosi e spostava la sua bocca fino al suo collo, dove alternava la lingua a baci e morsi

-Rose, è meglio che tu smetta se vuoi il regalo che ho in mano- le disse lui tra un bacio e l'altro, iniziando già a sentire l'eccitazione premere contro il corpo di lei.

Rose era scoppiata a ridere, rubandogli il pacchetto dalle mani. Lo aprì in poche mosse, per trovarvi quel braccialetto d'argento.

-è bellissimo James- aveva detto entusiasta, saltandogli al collo e baciandolo dolcemente -grazie-

-è tutto quello che posso darti, per non far sospettare nessuno sai...-

lei annuì -ma perché?-

-un anno fa, abbiamo fatto l'amore la prima volta-

-amore, James?-

-è sempre stato così- le aveva risposto, baciandola e trascinandola di nuovo tra le coperte -sempre sarà così... ti amo Rose Weasley- aveva sussurrato guardandola negli occhi

lei l'aveva baciato a lungo prima di rispondere -ti amo anche io, James-



Rose sospirò, tornando a fissare il quaderno blu della terapia che l'aspettava.



-Perché non viene oggi lo zio James?- chiese ad un certo punto Seth, alzando gli occhi dai suoi giochi e fissando la madre con aria triste -lui gioca sempre un po' con me-

-e se giocasse un po' la tua mamma oggi, assieme a te?-

Gli occhi del piccolo si illuminarono -si è anche meglio dello zio James-

Rose sorrise dalle parole dolci del figlio, sedendosi accanto a lui e iniziando una dura battaglia di macchinette. Qualche minuto dopo suonò il campanello e Seth si alzò velocemente per aprire la porta. Sull'uscio c'era James, che guarda il piccolo con un sorriso -zio! Vado a prendere i nostri giocattoli-

Appena Seth corse in camera per trovare dei giochi adatti a lui e James, Rose fulminò con lo sguardo il cugino -cosa fai qui?-

Lui nemmeno le rispose, azzerando velocemente le distanze tra loro e appropriandosi della sua bocca. Rose rispose immediatamente al bacio, incastrando le mani nei capelli del ragazzo e attirandolo sempre di più a lei. Lui la spinse in cucina e con la mano raggiunse subito la sua intimità, sotto la gonna. Rose lo allontanò malamente -James...- aveva il fiato corto e la voglia di lui era incredibile, ma non dovevano caderci, non un'altra volta -te l'ho già detto, sto bene con Daniel-

James, al posto di arrabbiarsi, cosa che avrebbe sicuramente fatto conoscendolo, le sorrise, quasi felice -grazie Rosie-

Solo ora si accorse del suo strano atteggiamento, di quelle mani che erano arrivate nella sua intimità troppo frettolosamente, della bocca che aveva cercato la sua nonostante Seth potesse arrivare da un momento all'altro. Quello non era James, non lo era affatto -Da...Daniel?- L'effetto della Polisucco durò qualche altro minuto, poi il viso soddisfatto di suo marito spuntò dietro i tratti singolari del volto di James. -io...-

-volevo solo essere sicuro Rose, perdonami-

La donna, scossa come non mai, annuì. -oggi ho la notte, quindi devi fare tu i piatti- gli aveva risposto, cercando di comportarsi normalmente.



-tutto bene Rosie?- Lisa, una delle sue migliori amiche, che lavorava assieme a lei da parecchi anni, la fissava stranita -sembri triste-

Rose non rispose, terminando di mangiare la fetta di torta nella cucinetta del reparto.

-James?-

-Daniel ha capito...non vedo più James da un mese quasi-

Lisa si era più volte domandata perché Rose non avesse lasciato suo marito per stare con James. Quando il moro veniva a trovarla in reparto, specialmente di notte, per stare con lei qualche mezz'oretta, alla ragazza brillavano gli occhi, sembrava completamente un'altra persona, più o meno come quando uscivano insieme e parlavano di Seth. -Rose, sono le due del mattino, tutti dormono- le fece l'occhiolino, prima di lasciare il suo telefono sopra al tavolo e uscire dalla cucinetta, per controllare il reparto.

L'aveva fatto a posta, ne era certa. E ora lei si trovava a fissare quel dannato telefono, con il suo numero stampato in testa. Le sue mani si mossero quasi contro la sua volontà.

-spero per te che sia importante- disse James con la voce impastata dal sonno dall'altra parte del telefono -pronto?-

-James- la sua voce tremava enormemente

-Rose...è successo qualcosa?- James si era fatto subito serio, poteva quasi immaginare l'espressione contrita e confusa che doveva aver stampato in faccia.

-no...tutto bene- silenzio da entrambi i lati del telefono -ho...ho la notte oggi-

-dammi cinque minuti-

Le aveva chiuso il telefono in faccia e lei ora si sentiva estremamente emozionata, anche se in colpa. L'avrebbe rivisto, forse avrebbe anche potuto abbracciarlo, solo per sentire il suo profumo, nulla di più. Uscì dalla cucinetta, sorridendo a Lisa.

-finalmente rivedo quel tuo sorriso idiota, mi stava iniziando a mancare un po'-

-grazie- l'abbracciò Rose, sedendosi in una delle sedie della postazione infermieristica e continuando a guardare l'orologio ogni tre secondi.


-ciao- la sua voce, come le era mancata. Alzò gli occhi verso di lui, mordendosi un labbro. La guardava ancora con occhi da sonno, ma stava sorridendo.

-io ho da fare- Lisa si dileguò nel magazzino del reparto con quella scusa, lasciandoli soli.

-mi posso sedere vero?- Rose annuì, non riusciva ancora a parlare, gli sembrava così assurdo averlo lì, vicino, potergli parlare, poterlo anche toccare -dormono tutti stanotte?- chiese, controllando la lista dei pazienti, come se fosse un infermago anche lui e stesse valutando lo stato di salute dei ricoverati. Rose annuì di nuovo, capace solo di guardarlo. -non ti ricordavo così silenziosa- le disse, accennando un sorriso -allora, perché sono qui? Perdonami se non...-

La ragazza aveva deciso di terminare quell'inutile conversazione, baciandolo. Lui aveva risposto subito, prendendola in braccio e sfiorandole la schiena con le sue grandi mani, mentre non smetteva di baciarla. L'aveva poi adagiata sul bancone iniziando a baciarle il collo fino ad arrivare all'orlo della divisa.

-James non possiamo qua!-

-beh la cucina è ancora al suo posto vero? Potrei accontentarmi di quella, anche se così era molto più eccitante!-

Rose gli sorrise trascinandolo in cucina e chiudendo la porta alle spalle -mi sei mancato-


-ho bisogno di cinque minuti per riprendermi-

Rose scoppiò a ridere -che schiappa che sei...l'abbiamo fatto solo tre volte!- gli disse baciandolo sulla punta del suo naso dritto, di cui si vantava sempre ''è come quello degli dei greci!''

-solo? Già, solo! Penso che il mio amico là sotto sarà fuori uso per almeno un anno!- disse lui asciugandosi il sudore e spostando i capelli di Rose dal volto, mentre la teneva stretta tra le braccia -sei stupenda amore-

Rose rimase sorpresa di quel nome, tanto quanto la prima volta.



-devo tornare a casa- aveva detto Rose, raccattando i suoi vestiti in giro per la stanza, sotto lo sguardo attento di lui -hai visto il mio reggiseno per caso?-

Lui scosse la testa, continuando a fissarla divertito.

-nemmeno le mie mutande? Cavolo è sparito tutto- solo in quel momento lo guardò e vide nei suoi occhi il divertimento -ma che scherzone, James. Dove sono?-

-devi venirteli a prendere- le sventolò i due indumenti davanti agli occhi, ma appena lei si sporse per prenderli, li allontanò dalla sua portata.

-dai smettila! Lo sai che mi vergogno!-

lui la prese, trascinandola sotto di se ancora e baciandola dolcemente -non c'è nulla che io non abbia visto e che non mi piaccia...sei bellissima amore-



-adesso che succederà?- le chiese, mentre si rivestivano, tentando di non sembrare troppo preoccupato per la risposta

-non lo so- Rose stava mettendo su il caffè e non riusciva ad immaginare un momento in cui avrebbe dovuto decidere sul da farsi

-non me lo chiedere di nuovo Rosie, non chiedermi di nuovo di essere l'altro, quello che può averti solo poche ore alla settimana. Voglio viverti tutti i giorni- le sussurrò, abbracciandola da dietro e baciandole piano il collo delicato

-e cosa dovrei fare James? Non posso lasciarlo...pensa a Seth-

-Seth adora più me che il suo vero padre!-

Rose sorrise amara, ricordandosi di quella volta in cui avevano litigato quando si erano accorti che James aveva iniziato ad essere più di uno zio per il piccolo.



-Tuo figlio ti assomiglia moltissimo sai?- le aveva detto, mentre erano abbracciati nel letto di Rose

-tutti dicono che è uguale a quando eri piccolo tu, è per quello che andate tanto d'accordo-

-forse è vero- l'aveva baciata sulla fronte dolcemente -non sei contenta di avere un piccolo me che gira per casa?-

-non è tuo figlio James- gli aveva risposto lei, malamente, staccandosi un po' da lui

-so che non è mio figlio, Rose-

-lui ha già un padre...e io ho un marito- Rose aveva iniziato ad alzarsi e cercare i suoi vestiti, innervosita

-ma che cavolo ti prende? Vieni qui- l'aveva strattonata finché con la sua forza non aveva avuto la meglio su di lei, che era crollata tra le sue braccia e lo fissava con gli occhi quasi arrabbiati

-non voglio che tu ti illuda di prendere il posto di Daniel, non sarai mai suo padre-

James si era sentito colpito a morte da quelle parole: lui amava Seth come se fosse suo figlio, come se nelle sue vene scorresse anche il suo sangue, avrebbe fatto di tutto per lui. Mai aveva pensato di essere Daniel, nemmeno per un momento, ma si sentiva comunque un po' papà di quel cucciolo. Non le aveva nemmeno risposto a quelle parole, smaterializzandosi a casa e rifiutandosi di vederla per ben due settimane, dopo le quali l'esigenza di averla con lui era diventata talmente forte che era tornato da lei.



-ha detto che vuole provare ad essere più presente-

-quanto tempo fa?- Rose non gli rispose. Daniel, e lui lo sapeva, aveva la pessima abitudine di fare promesse che non avrebbe mai mantenuto e Rose, dal canto suo, aveva la pessima abitudine di credere ancora alle parole di quell'uomo dopo quasi cinque anni di matrimonio. -Cristo Santo Rose, io ti amo, voglio passare il resto dei miei giorni con te e Seth, ti sto solo chiedendo di provare ad essere davvero felice, assieme a me-

-Rose, sono le cinque- Lisa era sbucata nella porta con fare esplicito

-James, ne parliamo domani ok?-

-certo, mi chiami, scopiamo e poi, siccome hai finito di giocare, mi lasci andare via no? Sono stanco Rose, ho passato un mese infernale, prendi una decisione- non la baciò nemmeno, anzi uscì di tutta fretta, arrabbiato, ferito, e facendo un cenno a Lisa come saluto.

-vi siete dati da fare- le sussurrò Lisa, quando fu sicura che James se ne fosse andato. -che è successo?- aggiunse, vedendo l'espressione vuota dell'amica

-devo prendere una decisione-



-ciao Rosie, come è andata la notte?- le chiese Daniel non appena entrata in casa

-un po' movimentata...vado a dormire- lo baciò a fior di labbra, dirigendosi verso la camera del figlio. Lo guardò dormire tranquillo nel suo letto, mentre nella sua testa scorrevano le immagini di lui e James, di lei, lui e James. Quasi come una famiglia. Avrebbe dovuto dormire, riposare e poi ragionare a mente lucida. Ma sapeva già che la sua risposta sarebbe stata solo una, e nessuna dormita avrebbe potuto cambiarla. -Daniel- l'uomo la guardava da sopra il giornale che leggeva bevendo il caffè come tutte le mattine -non posso continuare così....io non sono più innamorata di te- il metodo diretto, lei l'aveva sempre ritenuto il migliore.

-ami lui, vero?- aveva messo giù il giornale e si stava avvicinando a lei

-mi dispiace-

L'abbracciò piano, sorridendo tristemente -l'avevo capito tanto tempo fa, ma speravo sempre che tu cambiassi idea, che il tuo cuore cambiasse rotta. Ti auguro di essere felice, Rose- la baciò delicatamente sulle labbra. Già sapeva Daniel che sarebbe finita così, ma lui aveva voluto provarci lo stesso, cercando di far bastare il suo amore ad entrambi -per Seth...-

-potrai vederlo quando vuoi, anche tutti i giorni, tieni le chiavi di casa nostra-

Lui annuì -vado a salutare Seth- disse con fermezza prima di guardare il figlio dalla porta e Smaterializzarsi.


-James! Apri questa porta!-

-mamma ma dove siamo? C'è lo zio James dentro questa casa?-

-si tesoro, c'è lui-

Dopo qualche minuto sentirono il rumore delle chiavi girare sulla porta e James, in mutande e mezzo assonnato, sbucare da dentro -voi cosa...-

Le sue parole furono interrotte da Rose, che gli si scaraventò letteralmente addosso, imprigionandolo in un bacio mozzafiato. -ti amo James, ti amo-

-bleah- disse il piccolo Seth mimando uno sforzo di vomito -ma perché davanti a me?-

I due ragazzi scoppiarono a ridere -vai dentro, in camera ci sono dei giochi tutti per te, guarda sotto al letto- gli sussurrò James, indicandogli la stanza -l'hai...- si rivolse poi a Rose

-si l'ho lasciato. Ora solo tu ed io-

-sempre-

-sempre-



Due anni dopo.



James non poteva non pensare che fosse bellissima. A braccio con Seth avanzava sorridente verso di lui, con occhi solo per lui. Quando gli arrivò accanto, le tolse il velo dagli occhi sussurrandole un ''sei bellissima'' e illuminando ancora di più i suoi occhi di gioia.

Seth guardò James con aria solenne -ti dico una cosa James, se la farai soffrire...- poi si passò un dito sul collo, facendo ridere l'intera Chiesa e preoccupare un po' James. In una corsa poi raggiunse i nonni, specialmente Ron che non smetteva di ridere e simulava il gesto a James, che iniziò a tastarsi il collo con aria preoccupata.

-siamo qui oggi, per unire questi due ragazzi in matrimonio-

James e Rose quasi non seguirono la cerimonia, impegnati a guardarsi e sorridersi. Lei era davvero emozionata, specialmente se ripensava a come James le aveva chiesto di sposarlo.


-vieni mamma! Ti devo mostrare cosa ho fatto con James!-Rose non aveva capito perché il piccolo aveva smesso di chiamarlo zio, un giorno, l'aveva pure chiamato papà, ma forse poi si era pentito, dato che non l'aveva più ripetuto.

-arrivo tesoro, devo finire di cucinare-

-dai mamma- la guardò con un aria talmente supplicante, che lei non poté far altro che spegnere i fornelli e seguire il figlio di sette anni, che la portava nella sua camera. Lui e James avevano costruito un, beh una specie di castello con i lego.

-bello questo castello- gli disse baciando il figlio sulla guancia.

-il bello deve ancora venire- si intromise James, sorridendo furbo. Infatti qualche istante dopo i pezzi di lego, azionati dalla magia volontaria di Seth, si spostarono fino a formare una semplice domanda: vuoi sposarmi?



-vuoi tu, James Sirius Potter prendere come tua sposa Rose Weasley, per amarla e rispettarla, per tutti i giorni della tua vita?-

James prese la mano di Rose e con delicatezza le infilò l'anello sull'anulare -lo voglio-

-e vuoi tu, Rose Weasley prendere come tuo sposo James Sirius Potter, per amarlo e rispettarlo, per tutti i giorni della tua vita?-

Anche lei, tremando, gli prese l'anello e glielo infilò sul dito -si, lo voglio-

-qualcuno ha qualcosa contro questa unione?-

Nemmeno Daniel, in una delle prime file disse niente, limitandosi a sorridere perché, almeno la sua Rose, aveva finalmente trovato l'amore.

-vi dichiaro marito e moglie, può baciare la sposa-

James, come nel loro primo bacio, la avvicinò a se, una mano dietro la sua nuca e cercò le sue labbra, in un bacio prima delicato poi sempre più passionale, come se si fossero dimenticati di essere in chiesa e di fronte ad un prete. Solo lo schiarirsi di voce di Seth, fece tornare entrambi presenti a sé stessi, staccandosi immediatamente ma non senza scoppiare a ridere.

-sei pronta?-

-mai stata più pronta, amore- gli rispose baciandolo, prima di camminare verso l'esterno, verso la loro nuova vita.



FINE.





CIAO A TUTTI =) 

ADORO LE JAMES/ROSE E, TRAVOLTA DALLA VOGLIA DI FARE QUALCOSA CHE NON SIA STUDIARE, MI SONO MESSA A SCRIVERE! SPERO VI PIACCIA. 

A PRESTO, BACI. MANSON =)

  
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