La situazione comincia a farsi sempre più
interessante…cosa succederà in this chappy? Non ve lo dico (eh eh eh nd.me
molto sadica). Va buò, siccome sono buona (eeeeeeeeeee nd.tutti) ve lo
dico…leggete please! Questa volta i ringraziamenti l’ho messi alla fine!
Ho superato quelle mura con le ali
leggere dell’amore,
poiché no v’è ostacolo di pietra che
possa arrestare il passo dell’amore,
e tutto quel che amore può fare,
subito trova il coraggio di tentarlo
(William Shakespeare)
Era trascorsa una settimana da quando
Hilary era tornata ufficialmente a far parte della Borg. Durante quei sette
giorni aveva dovuto dedicarsi intensamente agli allenamenti cui veniva
sottoposta. Erano terribilmente pesanti, non le lasciavano tregua, e ogni sera
crollava addormentata sul suo letto, con le braccia e le gambe indolenzite.
Una settimana, era da una settimana che
non li vedeva…le mancavano tantissimo, le loro battute, la loro allegria, la
loro testardaggine, le mancavano perfino le litigate con Takao, e poi
Kai…l’ultima volta che lo aveva incontrato lo aveva lasciato sotto la pioggia
mentre lei scappava; perché si era innamorata di lui? Così tutto diventava più
complicato. Lei sapeva di non poter vivere senza averlo accanto, senza
incrociare il suo sguardo, senza ascoltare il suono della sua voce. Lo amava,
quel suo carattere ambiguo, quel suo atteggiamento, la attiravano in modo
irresistibile. Pensava a questo mentre si vestiva. Si guardò allo specchio,
aveva un look diverso dal solito, infatti era proprio questo l’effetto che
voleva dare: di una Hilary diversa da quella che i Bladebreakers avevano sempre
creduto. Indossava una maglietta smanicata viola acceso che le risaltava le
curve e le lasciava scoperta la pancia, un paio di pantaloni lunghi, neri,
abbastanza morbidi con due tasche ai lati esterni delle cosce, gli anfibi
anch’essi neri e dei guanti senza dita dello stesso colore della maglietta. Sul
letto erano gettati i suoi vecchi abiti, la gonna bianca e la maglia rosa;
pensò che probabilmente non li avrebbe più rimessi. Li piegò con cura e li
sistemò dentro un cassetto. Uscì dalla stanza e si diresse verso l’ufficio di
Vorkov. Si fermò davanti la porta, quanto l’aveva odiata e quanto l’odiava
ancora, fece un gran respiro per raccogliere aria nei polmoni ma anche il
coraggio per andare avanti –Forza Hilary, si entra in scena- disse, e con
queste parole varcò la soglia della stanza. Si avvicinò alla scrivania, l’uomo
intento a guardare oltre la grande finestra in vetro infrangibile che occupava
la maggior parte del muro dietro al banco effettuò mezzo giro in senso
antiorario sulla sua padronale poltrona girevole e un sorriso stomachevole si
dipinse sul suo volto –Eccoti finalmente, allora sei pronta a incontrare i
Bladebreakers?-
-Certo- non lo era affatto.
-Oggi gli darai solo una dimostrazione
di quello che sai fare…cattureremo i loro bit-power in data da destinarsi,
quando saranno al massimo della loro forza; ci sarà più gusto a batterli!-
scoppiò in un’irritante, sadica risata che rimbombò per tutta la stanza. Era talmente
preso da se stesso che nemmeno si accorse che la ragazza di fronte a lui lo
fissava con il massimo disprezzo.
-Secondo alcuni informatori, in questo
momento quei ragazzini sono sulla spiaggia, dato che devo andare da quelle
parti ti posso accompagnare io con la macchina-
-Non ce n’è bisogno-
-A me non crea alcun disturbo e tu
farai molto prima ad arrivare. Andiamo- il suo tono di voce non ammetteva
repliche. Forse non creava disturbo a lui ma a lei si. Meno tempo passava con
quell’energumeno e meglio si sentiva.
A metà tragitto Vorkov accostò l’auto a
un lato della strada e si chinò su Hilary –Vorkov…- fece spaventata con
l’intenzione di fermarlo.
-La cintura, piccola- disse inserendola
nell’apposito attacco, poi la guardò negli occhi con un’espressione
indecifrabile e tornò a posare le mani sul volante. Si leccò le labbra mentre
premeva il piede sulla frizione per rimettere in moto il veicolo. La ragazza
avvertì dei brividi gelidi attraversarle la schiena; si sentiva in trappola,
avrebbe solamente voluto aprire la portiera di quella macchina e fuggire il più
lontano possibile. Stava per farlo ma l’immagine di un bambino che piangeva
rinchiuso in una cella buia e umida le fece abbandonare l’idea. Strinse i denti
“Non ti abbandonerò fratellino…”
Per fortuna o sfortuna arrivarono a
destinazione, da una parte Hilary avrebbe dovuto affrontare faccia a faccia i
suoi vecchi amici e recitare , dall’altra avrebbe dovuto passare del tempo
ancora con Vorkov e recitare. In ognuno dei due casi non avrebbe potuto essere
se stessa. Scese dall’auto dopo aver ricevuto l’augurio di vittoria da parte
dell’uomo che era alla guida.
-Ipocrita- bisbigliò a mascelle serrate
mentre vide l’auto allontanarsi fino a sparire dalla sua vista. Gettò uno
sguardo al mare e numerosi ricordi le tornarono alla mente…era stato in quel
posto che aveva visto per la prima volta i bit-power, o meglio aveva finto di
vederli per la prima volta. Lei sapeva già come erano fatti essendo in possesso
di uno di loro. Se ci pensava tutte le cose che gli aveva fatto credere erano
false, tutte…tranne una: l’affetto che li legava, l’amicizia che si era creata
tra lei e il resto del gruppo, quella era reale, reale e sincera. Si avvicinò
lentamente alla spiaggia, sembrava esitare a ogni passo che muoveva…
-Attacca Dragoon!-urlò con la solita
serietà e euforia che lo accompagnava in ogni incontro.
-Difenditi Driger!- Rei e Takao stavano
disputando un sfida a beyblade. Entrambi erano molto presi dal combattimento
sotto gli sguardi attenti dei loro compagni di squadra che assistevano come
pubblico. Il professore registrava il match sul suo computer verificando i
progressi dei bladers; per il momento nessuno dei due sembrava avere il
sopravvento sull’altro, ma proprio quando l’allenamento stava per giungere al termine
un beyblade viola fece la sua entrata nel campo di gara.
-Ma cosa…-
-Di chi è questo beyblade?- domandò a
voce alta il cinese. K sollevò gli occhi dal portatile spostando l’attenzione
sull’arena come se non credesse a ciò che vedeva sul monitor dell’elaboratore
elettronico; rimase praticamente a bocca aperta –Non ne ho idea- balbettò
confuso.
Ixion partì all’attacco di Dragoon e
Driger che colti di sorpresa finirono a terra, ai piedi di Takao e Rei. I
ragazzi continuarono a seguire con lo sguardo le mosse del beyblade sconosciuto
fin quando non tornò nelle mani della sua legittima proprietaria. L’espressione
che si dipinse sui volti dei Bladebreakers sembrava parlare da sola. Non era
possibile, Hilary si trovava di fronte a loro a pochi metri di distanza. Si
sollevò una leggera brezza che proveniva dal mare e quasi si poteva ascoltare
il suono delicato che lasciava nell’aria per quanto fosse diventato silenzioso
quel tratto di spiaggia.
-Hilary…- fu il capitano a rompere il
ghiaccio per primo –cosa…cosa ci fai qui?-
Aspettò qualche secondo prima di
rispondere, incrociò le braccia al petto cercando di assumere un tono di
sufficienza –Ma come? Non volevate una spiegazione al mio comportamento?-
-Quel beyblade…è tuo?- domandò il
professore con aria sempre più stupita.
-E di chi se no?
-Ma da quanto…- non ebbe il tempo di
concludere che fu subito preceduto dalla brunetta –Anni, perché?-
-Come sarebbe a dire anni?!-
-Sarebbe a dire anni- sottolineò
l’ultima parola con una rabbia tale da far sussultare i suoi interlocutori.
-Aspetta un attimo…il prof. ha ragione!
Come è possibile che tu usi il beyblade da anni? Spiegaci questa storia-
-Sicuri di volerla sapere? Perché credo
che non vi piacerà molto!- commentò con un sarcasmo che i bladers non avevano
mai conosciuto in lei. Il capitano la guardò negli occhi –Che ti succede?- le
chiese preoccupato. La ragazza lasciò andare le braccia lungo i fianchi e si
incamminò verso la riva del mare dando le spalle ai suoi vecchi amici. “Vi
prego…non odiatemi per questo” strinse i pugni e continuò quella lei reputava
una messa in scena –Faccio parte di un’ organizzazione che avete già conosciuto
in passato…e che è legata all’infanzia di uno di voi-
Kai sgranò gli occhi –Non ti starai
riferendo alla Borg?- gli altri componenti della squadra spostarono
l’attenzione su di lui. Nessuno poteva dimenticare ciò che era successo in
Russia due anni addietro. Hilary si voltò prima di dire –Esatto- anche se con
scarso entusiasmo.
-Cosa? Stai scherzando vero?-
-Mai stata così seria Takao-
-Da quanto?-
-Cinque anni-
-Hilary…non ci stiamo capendo niente!
Sei stata con noi per più di un anno!- Max cercava gli sguardi dei suoi
compagni in cerca di appoggio. Fu di nuovo il blader dell’Aquila Rossa a
prendere la parola –Se quello che hai detto è vero perché io non ti ho mai
vista quando per un breve periodo sono tornato dalla loro parte?-
-Perché faceva parte del piano- poi
aggiunse –Io al contrario ho sentito molto parlare di te, in pratica ti
conoscevo ancora prima di averti visto per la prima volta-
-Quale piano?- domandò Rei sempre più
confuso e perplesso.
-Vi ricordate di Vorkov, o come lo
chiamo io il “Direttore dei lavori”, vero? Beh vedete, non ha ancora rinunciato
ai vostri bit-power e ha tutt’ora di l’intenzione di catturarli…grazie a me-
-Grazie a te?! Vorresti dire che…-
-Ti pregherei di non interrompermi
Takao se vuoi sapere il seguito- tutte quelle domande le rendevano la
situazione ancora più complicata di quanto non fosse già. Riprese a parlare –E’
stata di Vorkov l’idea di avvicinarvi e farvi guadagnare la mia fiducia.
Fingendomi una ragazza come tante che non sapeva nulla riguardo al beyblade
avrei potuto tenervi d’occhio senza insospettire nessuno. E così è stato- i
Bladebrekears ascoltavano in silenzio le parole che uscivano dalla bocca di
Hilary, increduli.
-In questo modo ho avuto la possibilità
di imparare le vostre strategie, di cogliere i vostri punti deboli, di
sfruttare al meglio la mia potenza e quella del mio beyblade per usarla poi
contro di voi e battervi. Perché se sperate di sconfiggermi o riuscire anche
solo a difendervi…vi sbagliate di grosso. I vostri bit-power cadranno nelle
mani della Borg-
-Io non ci credo, non posso credere che
tu…- Takao sembrava molto scosso –che tu per più di un anno sei stata con noi
solo per poter spiare tranquillamente le nostre mosse, è assurdo! E tutto
quello che abbiamo passato insieme? Le volte in cui abbiamo sconfitto i nostri
avversari, quando abbiamo vinto il campionato mondiale…tu sembravi davvero
contenta per noi- disse mentre la voce cominciava ad incrinarsi.
-Sono una brava attrice, vero?- sorrise
compiaciuta “Altrimenti ora voi non mi credereste…” pensò abbassando lo sguardo
“Scusatemi…”
-Dimostrami che quello che hai detto è
vero!- le urlò contro lanciandole uno sguardo di pietra.
-E come?-
-Con una sfida a beyblade!-
-Takao ma…- il professore gli posò una
mano sulla spalla –Non cercare di fermarmi, voglio vedere se davvero da ora in
poi devo considerarla una mia nemica!-
-Come vuoi- estrasse dalla tasca il suo
beyblade e si avvicinò al campo di gioco. Il capitano già si era messo in
posizione e Hilary fece altrettanto –Mi dispiace per te Takao, ma non riuscirai
a battermi!-
Ixion e Dragoon si scagliarono subito
all’attacco l’uno contro l’altro con un urto piuttosto violento. Takao non
esitò un solo istante a scagliarsi sul beyblade avversario che però riusciva a
schivare le sue mosse ad una velocità sorprendente.
-Incredibile…- il professore seguiva
l’incontro grazie al suo computer –Il bey di Hilary riesce ad evitare tutti gli
attacchi di Dragoon-
-E’ naturale-
K spostò l’attenzione su Rei –Se
conosce tutte le sue strategie conoscerà anche il modo per farle fallire-
Hilary invece non sembrava avere grossi
problemi, avrebbe potuto mettere fine al combattimento in qualsiasi momento
–Metterò subito fine a questo match, almeno non soffrirai troppo!- si morse il
labbro inferiore “E non soffrirò troppo nemmeno io”
-Questo è da vedere! Drago Azzurro!-
Takao chiamò in causa il suo bit-power che come sempre fece la sua maestosa
entrata in scena, mostrandosi in tutta la sua potenza. Il beyblade del capitano
si lanciò contro quello della ragazza mettendolo alle strette ma la quindicenne
seguì l’esempio di quello che doveva considerare il suo rivale.
-Ixion!- il bit si illuminò di una luce
violacea e al suo interno apparve l’animale sacro di Hilary.
I Bladebreakers, Takao incluso,
rimasero a fissare la scena a bocca aperta. Il bit-power appena comparso si
fiondò contro il Drago Azzurro rivelandosi per ciò che era: uno splendido
cavallo con un corno al centro della fronte e provvisto di due ali ricoperte da
piume d’angelo. La brunetta guardò il giapponese –Perdonami Takao…- sussurrò
mentre stava per sferrare il colpo finale.
Dragoon schizzò fuori dal campo andando
a sfiorare a grande velocità la guancia destra del blader sulla quale si aprì
un taglio superficiale. Il quindicenne posò una mano sulla ferita che nel
frattempo aveva cominciato a bruciare; sentì le dita inumidirsi, le portò sotto
gli occhi, erano bagnate di sangue. Si voltò verso il suo beyblade che ora
giaceva immobile ai piedi dei suoi compagni di squadra che lo fissavano
allibiti. Spostò di nuovo l’attenzione su Hilary, incredulo, senza proferire
parola poiché il suo sguardo parlava da solo. Quest’ultima chiuse gli occhi
“Non guardarmi così, ti prego”.
-Complimenti!- si congratulò un ragazzo
biondo dagli occhi cerulei che avanzava applaudendo, seguito da altri due
adolescenti.
-Hai fatto un ottimo lavoro piccola
Hilary! Spero che al combattimento ufficiale farai lo stesso!-
-E voi chi siete?- domandò Max ancora
scosso da quella situazione.
-I Black Killer, la squadra
rappresentante la Borg, io mi chiamo Jeremy, lui è Carlos, e questo musone alla
mia sinistra si chiama Takeshi- al giapponese ancora non era andata giù la
sconfitta subita contro Hilary.
-Lei invece…- continuò il
diciassettenne –beh non ha bisogno di presentazioni, la conoscete già, non è
così Bladebreakers?-
-Tu stai con loro, rispondi!- Takao
sembrava fuori di sé.
-Si…-
-Vi batterete contro di noi e vi
porteremo via i vostri amati bit-power!- spiegò Carlos con un sorriso maligno
dipinto sul viso.
-Ragazzi, non mi pare il momento di
perdere tempo con loro- sentenziò il capitano dei Black Killer girando i tacchi
e cominciando ad allontanarsi, mentre lo spagnolo faceva lo stesso.
-Andiamo piccola Hilary- la esortò
l’americano. Alla ragazza non rimase altro da fare che seguire la sua squadra,
ma prima di sparire dalla vista dei Bladebreakers venne fermata dalla domanda
del professor K –Aspetta un attimo! Perché lo stai facendo?-
La brunetta si bloccò, sentendosi
terribilmente in colpa, di nuovo l’immagine di suo fratello, così piccolo e
indifeso, nella prigione della Borg le attraversò la mente. Gli lanciò
un’occhiata di fuoco che fece indietreggiare lo studioso di beyblade, poi
guardò Kai negli occhi “A che cosa starai pensando ora? Che sono una
traditrice, una persona insensibile senza scrupoli…non potrei darti torto.
Spero solo che un giorno riuscirai a perdonarmi. Addio amore mio…”
Takao sfogava la rabbia allenandosi a kendo
nella palestra della sua casa, squarciando l’aria a tempi regolari con la spada
di bambù. Ripensava all’incontro contro Hilary di quel pomeriggio e ogni volta
aumentava la forza che imprimeva alla mazza quando sferrava i colpi. Gli altri
quattro membri della squadra lo guardavano scaricare la tensione della giornata
seduti vicino ad una delle pareti della stanza con la schiena appoggiata ad
essa.
-E’ assurdo! Ci ha voltato le spalle
senza troppi complimenti! Anzi no mi correggo…per voltarci le spalle avrebbe
dovuto prima stare dalla nostra parte, lei invece non c’è mai stata!- sbattè
con violenza la punta del bastone sul pavimento e poi lo lasciò cadere a terra.
-Si può sapere perché ve ne state lì in
silenzio?- fece urlando ai bladers. Era chiaro che l’arrabbiatura non gli era
ancora sbollita.
-Takao io credo che ci deve essere una
spiegazione a quello che sta succedendo…- ribattè il professore cercando di far
calmare il capitano.
-Certo che c’è! Hilary è sempre stata
dalla parte della Borg, ha seguito alla lettera il paino di Vorkov e noi ci
siamo fatti fregare come dei polli! Eccotela la spiegazione!- si sedette
incrociando braccia e gambe; portò una mano alla guancia destra, sulla ferita
ora coperta da una piccola benda, se ci premeva sopra gli faceva ancora male.
-Forse Takao non ha tutti i torti-
-Anche tu la pensi come lui, Max?-
-Non lo so…- scosse la testa. Rei si
alzò in piedi –Bisognerebbe scoprirlo-
-E come pensi di fare?- gli domandò il
biondino.
-Non ne ho idea- sospirò demoralizzato.
Anche Kai, sebbene rimanesse in silenzio ripensava a quello che era accaduto
nel pomeriggio. E più ci si soffermava a riflettere più si convinceva che c’era
qualcosa che non andava. Hilary aveva battuto Takao, e questo stava a
significare che con il beyblade ci sapeva fare e che probabilmente si era
allenata alla Borg ma…il suo sguardo…mentre sferrava l’attacco vincente contro
il capitano i suoi occhi erano carichi di tristezza, non si sbagliava. E se
aggiungeva quando l’aveva incontrata al parco una settimana prima, la loro
conversazione, quando era scappata piangendo…
-Forse c’è un modo per saperlo-
pronunciò interrompendo il silenzio creatosi tra i ragazzi.
TO BE
CONTINUED…
Finisco qui così vi lascio sulle spine! (cattiva!!!
nd.tutti) eh eh eh se volete il seguito commentate!!! (questo si chiama
ricatto! nd.tutti) (lo so! nd.me). Beh, vi lascio ma prima i ringraziamenti:
Kayx_chan01, Jaly Chan, Chibichan, Lelli91 .Grazie per aver letto ed espresso
la vostra opinione!! Continuate così, ho bisogno di sostegno morale! (e
psicologico nd.tutti). Alla
prossima!!!!!