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Autore: Lenn chan    07/07/2004    5 recensioni
Fingere nella vita reale, tacere e mentire...stringere i denti e continuare a lottare, ma a quale prezzo? Un'ombra oscura avvolge il passato di Hilary indirettamente legato a quello di Kai, e che condiziona anche il suo presente...
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi

Eccomi tornata all’assalto con questo secondo chappy di questa fantastica fic!!!!!! (fantastica?! Ma che si è bevuta?? nd.tutti). Leggere signori e signore leggere!!! Ma prima vorrei ringraziare tutti quelli che hanno commentato come: Jaly Chan, Kayx_Chan01, Claudia, Julia, Lelli91, Chibichan. Scusate se ho dimenticato qualcuno e vi prego di farmi sapere cosa pensate anche di questo cap!! Ovviamente l’invito è esteso anche agli altri! Ora posso cominciare…

 

Senza amici nessuno sceglierebbe di vivere,

anche se possedesse tutti gli altri beni (Aristotele)

 

Un sasso rimbalzò sulla superficie dell’acqua limpida e fresca prima di andare a fondo; subito dopo fu seguito da un altro che ripetè il percorso di quello precedente. Era il tramonto, il cielo tinto di un colore rossastro veniva a volte coperto da nuvole scure che privavano della vista di un così bello spettacolo. Quei batuffoli di cotone grigio non promettevano niente di buono e anzi preannunciavano l’arrivo più o meno imminente di un violento rovescio di pioggia. Cinque ragazzi sedevano su una delle due sponde del fiume; qualcuno occupato nel lanciare piccole pietre, insolitamente silenzioso; qualcun altro con lo sguardo seguiva il volo rotatorio dei gabbiani che si libravano nell’aria a bassa quota avvertendo anch’essi che in breve tempo sarebbe iniziato a piovere; qualcun altro ancora era perso nei suoi pensieri a riflettere.

-Io non capisco!- Takao si alzò in piedi di scatto facendo sobbalzare i suoi compagni che spostarono l’attenzione su di lui. Gettò in acqua l’ultimo sasso che teneva in mano, quasi con rabbia –Non ha senso!-

-Ti riferisci al comportamento di Hilary?-

-Si Rei…ieri ci ha detto quelle cose e oggi non si è fatta vedere-

-Ha detto che tra pochi giorni saremo noi ad evitare lei- affermò il blader americano ricordando le parole della ragazza. Calò nuovamente un silenzio vuoto tra loro che però sembrava parlare da solo ed esprimere i dubbi, le domande e le incertezze che Hilary aveva sollevato con quella sua, all’apparenza, inspiegabile reazione. Non si era mai comportata così prima di allora; qualche volta quando si arrabbiava con loro capitava che non gli rivolgesse la parola e li evitasse ma non come stava facendo adesso. C’era qualcosa di diverso e di molto più grave…

-Torniamo a casa, si sta facendo tardi-

La cena non fu molto diversa dalle ore appena trascorse. Nessuno aveva voglia di parlare e si sentiva la mancanza di battutine e allegria che caratterizzava la serata a casa Kinomiya. Ognuno fissava il piatto che aveva davanti e senza alzare la testa portava alla bocca il cibo servito sopra di esso con movimenti lenti e ripetitivi, quasi meccanici. Le loro menti erano affollate da ben altro.

-Si può sapere che vi è successo ragazzi? Avete certe facce…-

-Non ci è successo niente, nonno- la risposta piatta e concisa del nipote bastò a far capire all’arzillo vecchietto appassionato di kendo a non insistere troppo; anche se in un clima così teso era facilmente intuibile che qualcosa non andava…

Ma cosa? Camminava per le strade deserte di Tokyo a quell’ora della sera mentre per la testa gli rimbombava sempre la stessa domanda. Non aveva mai visto Hilary comportarsi in quel modo e non poteva fare a meno di chiedersene il motivo. Quando l’aveva conosciuta, due anni prima, le era parsa una ragazzina come tante, magari un po’ più intelligente e carina di altre, ma rientrava nella norma; anche se doveva ammettere che per più volte la squadra era rimasta unita grazie a lei. Nemmeno lui sapeva perché ci pensava, eppure l’incontro con quella ragazza risalente al giorno prima gli aveva lasciato un sapore amaro in bocca…cercava di distrarsi ma con la mente ritornava sempre a lei e al suo comportamento, l’immagine di Hilary gli appariva davanti agli occhi incosciamente, non gli era mai capitata una cosa del genere. Era vero, dopo la sconfitta inflitta alla Borg in Russia, Kai aveva imparata a preoccuparsi anche per i suoi amici e non solo per se stesso, ma mai aveva riflettuto così tanto, e senza trovare risposta per giunta, su un loro problema. Sentì qualcosa di bagnato scivolargli sul viso, alzò lo sguardo al cielo, le stelle non si vedevano e un altra goccia cadde, questa volta sui suoi capelli. Stava cominciando a piovere. Riprese a camminare incurante delle condizioni del tempo, voleva continuare la sua passeggiata e poche gocce di pioggia non glielo avrebbero di certo impedito. Ogni tanto una macchina gli sfrecciava accanto illuminandolo con gli abbaglianti per qualche secondo, lui stringeva gli occhi riducendoli a due fessure per proteggerli dall’improvvisa luce in contrasto con l’oscurità della notte, poi tornava ad immergersi nei suoi pensieri.

 

Era appoggiata al belvedere del parco e ripensava all’incontro contro Takeshi. L’aveva sconfitto, anche se con qualche tentennamento, in fondo era da più di un anno che non prendeva in mano un beyblade, ma sapeva anche che in poco tempo sarebbe tornata nella sua forma ottimale. Con la vittoria avuta sul giapponese era entrata a far parte ufficialmente della squadra dei Black Killer; non che la cosa la rendesse felice anzi…ma quello era l’unico modo per salvare lei e suo fratello. Si sedette a terra poggiando la schiena alla ringhiera. Piegò le gambe al petto e le circondò con le braccia affondando il viso in esse. L’aria che si respirava alla Borg non le piaceva, non le era mai piaciuta, per questo era uscita si sentiva soffocare, come in una prigione di cui qualcuno aveva gettato via la chiave e lei accucciata in un angolo buio della cella cercava un modo per fuggire. Il suono di passi leggeri ma allo stesso tempo sicuri, le fece alzare il volto e vide davanti a sé l’ultima persona che si aspettava di trovare…

-Kai…- sussurrò quasi il suo nome. Si rimise in piedi, cosa ci faceva lui lì?

-Cosa sei venuto a fare qui?- l’insolita freddezza con cui pronunciò la frase fece esitare il russo, non si era mai comportata in modo tanto brusco con lui. Che ricordasse l’aveva sempre trattato con gentilezza, anche le volte in cui sapeva di non meritarlo. La pioggia cominciò a cadere sempre più fitta andando a bagnare i due ragazzi.

-Cosa sei venuto a fare qui?- ripetè alzando il tono di voce e aumentando quindi l’apatia di quella domanda.

-Se ieri ti sei comportata in quel modo con noi deve esserti successo qualcosa di grave-

-E a te cosa importa?-

-Siamo preoccupati per te- normalmente avrebbe risposto che gli altri erano preoccupati per lei, evitando di tirare in ballo se stesso, eppure l’aveva fatto, senza pensarci aveva ammesso a Hilary, ma non solo, anche a lui che quella situazione l’aveva coinvolto molto più di quanto immaginasse; solitamente non si intrometteva troppo in questioni che non lo riguardavano direttamente; allora perché lo aveva detto?

Si trovavano a pochi metri di distanza l’uno dall’altra, in silenzio si guardavano negli occhi sperando forse di riuscire a dare una risposta alle loro domande. In fondo gli occhi sono lo specchio dell’anima e non mentono mai…

-Preoccupati per me? Ma fammi il piacere…- non era facile non far tremare la voce e cercare di mantenere un tono freddo e anzi distaccato.

–E poi mi sembra di essere stata chiara- continuò –Non dovete preoccuparvi per me ma per voi…e soprattutto non dovete cercarmi. A tempo debito saprete ogni cosa- sentimenti contrastanti stavano lottando nella sua mente e ognuno voleva prevalere sull’altro creando una confusione immane. Lei amava Kai, come poteva trattarlo con simile astio? Pensò di andarsene, non avrebbe sopportato ancora a lungo quella situazione. Prese a correre, raggiunse il blader e lo sorpassò, allontanandosi da lui, scappando di nuovo.

Nell’istante in cui Hilary gli passò accanto il russo notò che i suoi occhi erano bagnati. Poteva trattarsi di pioggia dal momento che un temporale si era riversato su di loro, ma lui era pronto a giurare che fosse qualcos’altro…lacrime, lacrime calde provenienti da un cuore caldo.

No, Hilary non era cambiata…

Corse a perdifiato finchè non raggiunse la sede della Borg; ancora un passo e sarebbe caduta a terra sfinita, la pioggia non aveva cessato di venire giù dal cielo, anzi aveva aumentato la propria intensità. Era molto tardi e poteva sentire solo l’eco dei suoi passi rimbombare tra quelle quattro mura, interrotti ogni tanto da brevi e assordanti tuoni. Attraversò l’atrio principale, i capelli bagnati e appiccicati al collo, i vestiti grondanti d’acqua e il cuore che le batteva forte nel petto e non solo per la corsa…aveva incontrato Kai, una parte di lei era stata contenta di averlo visto ma l’altra non avrebbe voluto mai incontralo in simili circostanze. Poggiò una mano alla parete per sostenersi dallo sforzo appena compiuto e posò quella libera sul torace che si alzava e abbassava ad un ritmo insolitamente celere, cercando di riprendere fiato; imboccò uno dei tanti corridoi che conducevano alle camere dei bladers che facevano parte dell’organizzazione e giunse davanti alla porta della sua stanza. Si asciugò il viso con la maglietta ed estrasse dalla tasca una chiave. Stava per inserirla nella serratura quando una voce alle sue spalle la colse di sorpresa.

-Dove sei stata fino adesso?-

-Non credo che la cosa ti riguardi- si voltò verso Takeshi.

-Prima o poi ti farò togliere la voglia di rispondermi in questo modo, sono il capitano della squadra- si avvicinò alla ragazza sbattendo una mano al muro a lato del suo viso sopra la sua spalla.

-E io ti farò togliere dalla faccia quell’aria da strafottente che ti ritrovi, sono la blader migliore della squadra- ribattè a tono. Al giapponese non piacque molto questa sua ultima affermazione e con la mano libera le sollevò il mento costringendola a guardarlo negli occhi –Ascolta dolcezza, anche se sei entrata nei Black Killer ciò non ti dà il diritto di comportati come ti pare…e poi mi hai battuto solo per pura fortuna-

La quindicenne stava per ribattere ma fu preceduta dall’americano –Ma guarda guarda…critichi tanto e poi ci provi tu con lei?-

-Stai zitto Jeremy-

Il blader in questione non lo ascoltò –Dove sei stata di bello piccola Hilary?-

-Dove mi pare- disse, poi aprì la porta e la richiuse immediatamente appena fu entrata nella sua camera. Si appoggiò con la schiena ad essa; quanto odiava quel posto. “In fondo anche loro sono vittime di Vorkov…” pensò mentre scivolava a terra tra il buio della stanza. Affondò il viso tra le mai –Kai…-

 

Si svegliò di soprassalto mettendosi a sedere e si guardò intorno. I suoi compagni dormivano tranquilli sembrava tutto normale eppure c’era qualcosa che non andava. Si era sentito chiamare…o lo aveva solo sognato? Si sdraiò di nuovo provando a riprendere sonno ma non era dell’umore adatto per dormire. Avvertiva una strana sensazione di agitazione e non ne capiva il motivo. Un bagliore accecante inondò la stanza seguito da un boato assordante che fece quasi tremare le pareti, il temporale non era ancora terminato. Gli tornò in mente l’incontro con Hilary di qualche ora prima ma non riusciva a trovare una ragione logica per spiegare il suo strano comportamento. Che nascondesse qualcosa era ovvio…ma cosa? E soprattutto era in qualche modo collegata a loro? Pensieri che lo tennero sveglio fino all’alba quando decise di alzarsi. Ripiegò il futon e lo sistemò in ordine in un angolo della palestra, attento a non far rumore. Uscì in giardino, l’aria era ancora fresca dal momento che il sole non si era ancora alzato ma il cielo era sgombro di nuvole, come se dopo l’acquazzone durato tutta la notte fosse finita l’acqua accumulata nell’atmosfera. Gettò un’occhiata al praticello della casa, l’erba era ancora umida e si poteva respirare un forte odore di terra. Prese dalla tasca il suo fedele Dranzer e lo caricò nel dispositivo di lancio tirandolo a poca distanza da lui. Il beyblade sfrecciava senza esitazione sul terreno eseguendo uno slalom perfetto tra le lattine vuote che usavano i Bladebreakers per allenarsi.

-Mattiniero, eh?-

Il russo alzò lo sguardo. Nonno J era apparso sul portico della palestra con un sorriso allegro dipinto sul volto.

-Non volevo svegliarla, mi dispiace-

-Non ti preoccupare, ero in piedi già da un pezzo! Non riuscivo a dormire-

-Già…nemmeno io…-

-Questa è l’ora migliore per allenarsi, credo che andrò a sferrare un po’ di colpi di spada!- e sparì dietro l’angolo della villa.

Kai tornò a posare l’attenzione sul suo beyblade e continuò ad allenarsi finchè non fece mattina inoltrata.

-Già ti alleni?- gli chiese Rei comparendo dietro di lui. Il blader dell’Aquila Rossa richiamò Dranzer che immediatamente tornò nella mani del suo proprietario –Ieri sera ho incontrato Hilary- quelle parole gli uscirono dalla bocca da sole, non aveva potuto fermarle.

-Dove? E cosa ti ha detto?-

Il blader distolse lo sguardo dell’amico alzandolo al cielo –Ha ribadito ciò che aveva già detto-

Il sedicenne dagli occhi ambrati rimase sorpreso –Nient’altro?-

-No- quasi non gli lasciò il tempo di terminare la frase che subito rispose. Non voleva dirgli la sua impressione sul fatto che stesse piangendo altrimenti avrebbe scatenato una serie di domande da parte del suo interlocutore: Sicuro? Perché? E lui non sapeva colmare quei dubbi.

-Tu credi che…-

Takao uscì in giardino sbadigliando seguito da Max –Che succede?- chiese con la voce ancora impastata di sonno mentre si strofinava gli occhi, interrompendo il discorso iniziato da Rei.

-Ieri sera Kai ha incontrato Hilary-

-Davvero?- fece rivolto al russo. Quest’ultimo ripose a posto il suo beyblade e rientrò in palestra sotto gli sguardi silenziosi dei suoi compagni.

 

-La lunga pausa dal beyblade non sembra aver dato grandi problemi a Hilary, in poco tempo sarà perfettamente in grado di confrontarsi con i Bladebreakers-

-Bene, molto bene- la voce all’altro capo del telefono aveva un tono basso ma soddisfatto –Chiamami quando sarà il momento-

-Certo Signore- Vorkov riattaccò la cornetta e sorrise accondiscendente. Stava facendo un ottimo lavoro o almeno così pensava. Spinse un tasto sulla tastiera del computer e sul monitor gli apparve l’immagine ripresa dalla telecamera piazzata nella sala degli allenamenti. I Black Killer, Hilary inclusa, erano già sul posto. Si alzò dalla sedia dirigendosi dai bladers. Quando entrò in quell’enorme stanza i ragazzi già si stavano allenando; incrociò le braccia la petto e rimase in silenzio ad osservarli, poi volse lo sguardo sulla sua atleta preferita, quel beyblade viola acceso possedeva una forza ed una velocità davvero lodevoli. Sorrise compiaciuto, era sicuro che con lei i suoi piani sarebbero andati in porto.

E mentre Vorkov credeva ormai realizzati i suoi progetti di conquista Hilary pensava ai Bladebreakers. Si chiedeva come avessero preso quel suo strano modo di comportarsi, se avessero tentato di capirne il motivo o avessero lasciato stare. Nemmeno lei sapeva quale delle due opzioni sarebbe stata la migliore…l’unica certezza che aveva era che non doveva pensare sempre a loro. Ma come poteva non farlo? Perfino gli allenamenti che praticava alla Borg glieli ricordava.

Le tornò in mente l’incontro con Kai della sera precedente, i suoi lineamenti, i suoi occhi, la sua voce, la sensazione che aveva provato quando se lo era trovato di fronte, il desiderio di corrergli incontro e abbracciarlo, ma anche quello di fuggire…sospirò mentre l’acqua le scivolava addosso lavando via la fatica della giornata. Chiuse il rubinetto e uscì dalla doccia con solo l’asciugamano avvolto intorno al corpo. Si sedette sul letto gettando uno sguardo alla finestra; se solo avesse potuto spiegargli…

 

TO BE CONTINUED...

 

E anche il secondo capitolo è andato, in pochi giorni spero di riuscire a mandare pure il terzo. Ho un sacco di idee per la testa e non so come farle coincidere tutte!!! Aiuto!!! Beh…aspetto commenti (aspetta e spera! nd.tutti) così magari mi sbrigo a pubblicare il nuovo cap, se non ci metto di più…CIAO!!!!!!!!!!!!  

 

  

    

 

 

 

 

  
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