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Autore: Franci_1    13/12/2012    7 recensioni
Santana è la primaria di cardiochirurgia a Los Angeles.
Un giorno al centro commerciale accade una cosa che potrebbe cambiarle la vita per sempre.
Dal primo capitolo:
“Cosa si sentiva prima di perdere conoscenza?” chiesi.
“Aveva dolore alle gambe, al petto e mi è sembrata blu.” Disse lui.
Quinn si bloccò a guardarmi.
“Cazzo!” esclamai spostandomi al kit di primo soccorso.
“No San! Non puoi!”
“Continua Fabray! E lasciami fare!” le ordinai continuando a rovistare nella borsa.
Friendships: Quintanna, Bram, Mike e Brittany, Puktana, Pezberry (e quasi tutte)
Ship: Quam, Brittana, Tike, e altre accennate.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Sam Evans, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sbadigliai portandomi le mani al volto lasciandomi cadere sul divanetto posto nella stanza.
 
“Stanca?” mi chiese qualcuno che era appena entrato.
 
Annuii con energia togliendo le mani dal volto.
 
“Ho avuto tra rotture dell’aorta. Sullo stesso paziente. Sono stata tutto il giorno in sala operatoria.” Dissi stropicciandomi gli occhi.

“E pensare che tra meno di dieci ore devo tornare qui per quella sostituzione di valvola, dios..” mi lamentai lasciando andare la testa all’indietro.
 
Lei ridacchiò e mi porse una tazza di caffè sedendosi poi accanto a me.
 
“Beh, io ho avuto un paziente con il tumore al pancreas. Aveva metastasi ovunque.” Disse bevendo su sorso di caffè.
 
“Quanto tempo gli rimaneva senza operazione?” chiesi.
 
“Direi meno di una settimana.. ma era sempre una settimana..” sospiro e si passò una mano tra i capelli biondi.
 
Annuii stringendo le labbra tra di loro per poi bere un sorso di caffè.
 
“Mi dispiace..” dissi poi e lei abbozzò un mezzo sorriso lasciandosi poi andare contro lo schienale.
 
“Perché abbiamo scelto questo lavoro? Siamo costantemente a contatto con la morte, io..” sospirò portandosi una mano agli occhi.
 
“Ehi..” le posai una mano sul ginocchio. “Abbiamo scelto di fare i chirurghi perché possiamo aiutare le persone. E ogni tanto ci sta di perderne qualcuno.. ma la felicità delle famiglie alle quali dici che andrà tutto bene e che si rimetterà pienamente, ti ripaga di tutte le perdite che hai avuto.” Spiegai accarezzandole la gamba.
 
“Da quando sei diventata così filosofica, Lopez?” chiese lei accennando una risatina e sorrisi.
 
“Ho imparato da te, Fabray!” esclamai con un sorriso.
 
“Oh, che onore!” rispose lei.
 
“Dai, andiamo!” esclamai battendo la mano sulla sua gamba alzandomi.
 
“Dove?” chiese le guardandomi stranita.
 
“Cosa facevamo quando, nel periodo della specializzazione ci sentivamo giù di morale?” chiesi con un sorrisino che voleva dire –Dai Fabray, puoi arrivarci.-
 
“Oh..” esclamò lei. “San.. è stata una bella esperienza, ma ho capito che non mi interessano le donne..” rispose lei.
 
Alzai gli occhi al cielo.
 
“Fabray sei un idiota. Dicevo andare al centro commerciale!” esclamai ridendo tirandola per un braccio.
 
“Su muovi quel culo flaccido!” le dissi mentre lei ridendo si alzava.
 
Ci cambiammo e uscimmo dallo spogliatoio dirigendoci verso l’uscita.
 
“Dottoressa Lopez..” mi chiamarono. Sospirai fermandomi davanti al bancone delle infermiere.
 
“Complimenti per oggi..” mi disse una di queste. Abbozzai un sorriso.
 
“Grazie…” dissi per poi voltarmi e prendere a braccetto Quinn e avviandomi verso l’uscita nuovamente.
 
Una volta uscite ci dirigemmo verso la macchina e misi in moto partendo per il centro commerciale.
 
“Wuu, dottoressa Lopez! Complimenti, è bravissima! Se vuole può scoparmi quando le pare, a tutte le ore del giorno e della notte!” imitò Quinn ridendo.
 
“Oh, smettila!” dissi ridendo.
 
“Avanti, è palese che ti sbava dietro.”
 
“Si è solo congratulata con me per l’ennesimo salvataggio. Ormai è due anni che non perdo un paziente!” esclamai.
 
“Avanti, da quando fai la modesta, che poi modesta non hai fatto considerando quanto ti gongoli con quel primato.” Borbottò lei. “Quando fai così è perché… oh dio!” esclamò lei voltandosi a guardarmi.
 
“Wow, Fabray, pensavo ci fossi arrivata un po’ più velocemente sinceramente.”
 
“L’hai già scopata a tutte le ore del giorno e della notte!” esclamò lei.
 
“Non proprio a tutte le ore, anche io ho bisogno di riposo dopo il quarto orgas-“ una mano tappò la mia bocca.

“Ti prego non continuare! Abbi pietà delle mie orecchie!” disse ridendo Quinn. Risi con lei per poi arrivare finalmente al centro commerciale.
 
Ci avviammo verso il primo negozio di scarpe, uno dei tanti che avremmo svaligiato comprando tantissimi paia di scarpe che poi non avremmo mai messo.
 
“Ehi, San.” Mi chiamò Quinn. Mi voltai a guardarla e mi indicò il mezzo del centro commerciale dove si stavano esibendo un gruppo di ragazzi in un ballo. Erano tutti vestiti in stile natalizio. Uscimmo dal negozio senza comprare niente e ci avvicinammo alla balaustra che, dal piano di sopra dove eravamo noi, potevi vedere il pian terreno dove c’erano i ragazzi.
 
“Anche tu stai pensando al Glee?” chiese lei e annuii abbozzando un leggero sorriso.
 
“Già, e al Barbravention per la Berry!” esclamai facendola ridere.
 
“ A proposito, l’hai più sentita?” le chiesi e lei scosse la testa.
 
“No, ma mi ha detto Kurt che ha avuto il ruolo principale in uno show a Broadway.  Probabilmente presto riceveremo gli inviti per la prima!”
 
Annuii distrattamente.
 
“Ma sai chi ho sentito? Mercedes, dice che in questo periodo è qui a Los Angeles prima di partire in tour, mi ha chiesto di vedersi per le vacanze di natale.” Aggiunse.
 
“Tour?” chiesi e lei annuì.
 
“Già, è un piccolo tour in giro per gli USA ma è un inizio..” disse lei.
 
Sorrisi.
 
“Mi mancano un po’ quei tempi..” dissi posandomi con la schiena alla balaustra guardando Quinn. Lei annuì continuando a guardare i ragazzi ballare.
 
“Già, anche a me..” sospirò per poi applaudire con il resto della folla per la fine del balletto.
 
Improvvisamente si bloccò.
 
“San..” disse spalancando gli occhi. Corrugai la fronte e mi voltai e spalancai gli occhi.

“Cazzo!” esclamai.
 
Se esistesse un record per chi scende le scale mobili più velocemente probabilmente adesso quel premio sarebbe mio e di Quinn.
 
“Spostatevi!” urlammo.
 
“Siamo medici!” dicemmo ancora mostrando il tesserino ai ragazzi che stavano accalcati su una ragazza.
 
Questi si spostarono e notai una ragazza a terra.
 
“Dios..” borbottai per poi avvicinarmi.
 
“Ehi, mi senti.. ehi!” la scossi e mi voltai verso Quinn.
 
“Avverti il 911, non è cosciente!” dissi per poi prendere delle forbici dalla borsetta. Forbici che tenevo con me in caso, come quello, di emergenza.
 
“Che stai facendo?” mi chiese un ragazzo asiatico.
 
“Sono Santana Lopez, primario di cardiochirurgia al  UCLA Medical Center.” Dissi distrattamente mentre Quinn parlava al telefono.
 
“Quinn!” la chiamai. Mi serviva.
 
“Passa il telefono a..” lo guardai.

“Mike, Mike Chang” disse lui tremante.
 
“Okay, Mike, è la tua ragazza?” chiesi a lui scosse la testa.

“E’ la mia migliore amica.”
 
“Okay, adesso tu prenderai il telefono e metterai il vivavoce e lo terrai accanto a me fino a che non te lo dico io. Okay?” chiesi controllando se la ragazza avesse qualcosa in bocca per poi tagliare la maglia scoprendole il busto rimasto coperto da un reggiseno nero.
 
“Mike, devi anche chiamare la security e far allontanare tutta la gente, chiedi a qualcuno di cui ti fidi di farlo!” gli dissi. Mi legai velocemente i capelli in una coda per poi iper-stendere la testa della bionda stesa a terra. Cominciai a contare fino a dieci fissando il suo corpo portando l’orecchio all’altezza della sua bocca.
 
Nel frattempo Mike aveva detto a qualcuno di chiamare la security che era arrivata subito e la gente fu allontanata lasciandoci un ampio spazio per lavorare.
 
Quinn prese un kit di emergenza che uno della sicurezza le aveva portato e tirò fuori un ambu.
 
Feci cenno a Mike di avvicinarmi il telefono.
 
“Non respira e non ha segni di circolo. Cominciamo con le compressioni, mandateci un ambulanza il prima possibile!” esclamai mentre Quinn aveva iniziato a fare il massaggio cardiaco.
 
Presi l’ambu e mi misi alla testa della ragazza. Dopo trenta pressioni insufflai due volte e lo facemmo per quattro volte fino a che Quinn mi chiese il cambio.
 
Mi portai subito a fare il massaggio.
 
“6, 7, 8, 9, 30!” e Quinn insufflò.
 
Eravamo al decimo ciclo e facemmo nuovamente a cambio mentre Mike attirò la mia attenzione.
 
“L’ambulanza ha avuto un incidente, ne stanno mandando un'altra, saranno qui tra mezzora..” disse e guardai Quinn che continuava il massaggio.
 
“Cosa si sentiva prima di perdere conoscenza?” chiesi.
 
“Aveva dolore alle gambe, al petto e mi è sembrata blu.” Disse lui.
 
Quinn si bloccò a guardarmi.
 
“Cazzo!” esclamai spostandomi al kit di primo soccorso.
 
“No San! Non puoi!”
 
“Continua Fabray! E lasciami fare!” le ordinai continuando a rovistare nella borsa.
 
Presi la prima cosa che mi sembrava potesse andare bene e guardai Mike che aveva la faccia spaventata.
 
“Ascoltami. Ho bisogno che richiami il 911 e gli dica che devono arrivare entro cinque minuti. Digli che la ragazza ha un embolo e che io ti ho detto che devono fare arrivare questa ambulanza il prima possibile. E poi lascia più dati di lei che puoi.” Dovevo tenere lontano il ragazzo.
 
Quinn continuava con il massaggio guardandomi.
 
“San non puoi farlo. Non puoi entrare alla cieca. E non sai nemmeno se è quello.” Disse con il fiatone.
 
“Quinn, questa volta non lascerò morire qualcuno perché non ho avuto le palle di farlo.” Esclamai mentre notai le mie mani tremare.
 
“Santana, dio, non puoi continuare con questa storia. Non sapevi nemmeno cosa dovevi fare. Avevi 18 anni!” esclamò allora Quinn.
 
Alzai lo sguardo su di lei.
 
“Prendimi dei quando e qualsiasi cosa riesci a trovare per disinfettare.”
 
“San, no!”
 
“Se non mi aiuti lo farò da sola. Solo che ci metterò il doppio e potrebbe davvero morire.” Dissi alzandomi.
 
“No” mi bloccò lei.
 
Si alzò e si diresse al kit rovistando.
 
Nel frattempo mi passò dei guanti che infilai e scoprii di più il busto della ragazza.
 
Mi scrocchiai il collo come facevo prima di operare e allungai la mano mentre lei mi passava il tampone imbevuto di disinfettante anestetico.
 
Feci cenno a Quinn di tenerle il braccio alzato e cominciai a cospargere le sue costole.
 
“Bisturi” le dissi e lei me lo passò. Contai tre costole e feci un taglietto di poco di un centimetro e poi presi un respiro profondo. Chiusi gli occhi per un secondo e poi presi l’ago e lo infilai nel taglio. Subito cominciai a aspirare con l’ago quando finalmente vidi un piccolo movimento di un arto e poi del torace. Tolsi l’ago e subito misi delle bende a premere contro il taglio.
 
Mi voltai e vidi Mike che fortunatamente non aveva visto niente essendo di spalle a parlare.
 
In quel momento si avvicinò.

“Hanno detto che arrivano subito. In un minuto. Un ambulanza si è liberata ed era qui in zona.” Spiegò per poi notare il sangue a terra.
 
“Che è successo?” chiese balbettando.
 
“Niente, ascolta Mike adesso se c’è qualcuno da avvertire di famiglia avverti pure e digli che andiamo al  UCLA.” Dissi e il ragazzo annuì e poi mi voltai verso Quinn che abbozzò un leggero sorriso.
 
“Sei stata grande..” mi disse.
 
Sorrisi a mia volta mentre sentivamo le sirene avvicinarsi.
 
Infatti arrivarono i paramedici con la barella. Rimasero bloccati a guardarmi.
 
“Che diavolo hai combinato?” esclamò una ragazza che non avevo mai visto in servizio prima d’ora.
 
“Questo ora non importa, andiamo subito al  UCLA!” esclamò Quinn.
 
Mettemmo la bionda sulla barella e subito arrivammo in ambulanza.
 
“Si può sapere chi diavolo siete?” chiese sempre la stessa ragazza e un paramedico accanto a lei rise mentre mi passava altre garze.
 
“Che ridi?”
 
“Come fai a non sapere chi sono?” chiese lui sempre ridendo.
 
“Io sono Quinn Fabray..” rispose la mia amica mentre io ero intenta a tamponare. “ E lei e Santana Lopez.”
 
La ragazza spalancò gli occhi.
 
“Quella Lopez? Quella che non perde un paziente da due  anni?” chiese lei. “ Che a soli 26 anni è già primario di cardiochirurgia?” la guardai e poi tornai sulla paziente annuendo.
 
“Si, è lei..” disse Quinn ridacchiando.
 
“Oh, scusa se non so così tanto di te, io.. non ho sentito parlare di te..” disse la ragazza imbarazzata.

“Tranquilla, non ho fatto niente di così straordinario io per essere sulla bocca di tutto il sistema sanitario di Los Angeles.”
 
“Hai trovato un modo per ridurre i tumori senza operare iniettando una soluzione dell’addome. Non mi sembra da poco Fabray. E’ solo che la gente parla di me per mio padre.” Dissi con voce piatta controllando la ferita con occhio attento senza incontrare lo sguardo di nessuno.
 
Da li in poi ci fu silenzio fino a che non arrivammo in ospedale.
 
 
 
 
Bevvi un sorso di caffè sistemandomi poi lo stetoscopio al collo. Aprii la prima cartella compilandola per poi sentirmi toccare una spalla.
 
“Ehi..” mi disse.
 
“Ehi..” riposi piatta.
 
“Come stai?”
 
“Bene..”
 
“Non è vero. Mi ha detto Quinn che non dormi da 48 ore..”
 
“Quando ero una specializzando stavo anche più ore senza dormire..”
 
“Ma adesso non sei più una specializzanda. E non sei di turno. Dovresti andare a riposarti.”
 
“Non posso..”
 
“Se si avranno degli aggiornamenti ti avverto io.” Mi disse e sbuffai.

“Vado a fare un giro delle visite pre operatorie.” Dissi liquidandolo.
 
“San!” mi urlò.
 
Sbuffai.
 
“Puck, non hai qualche padella da svuotare?” gli dissi con rabbia per poi chiudere gli occhi.
 
“Scusa.. Noah.. io..” ma lui alzò la mano fermando le mie parole e si voltò andando via.
 
Sbuffai per poi afferrare una cartella e allontanarmi.
 
 
Il mio cercapersone squillò. Lo ignorai.
“…quindi come le stavo dicendo, la sua valvola sarà sostituita con una suina. L’intervento non sarà lungo ma…” mi fermai sentendo il mio cercapersone squillare insistentemente. Sapevo già chi era. Sbuffai guardando il codice e guardai i signori LeBlanc.
 
“Scusatemi, devo andare. Manderò il mio specializzando a spiegarvi l’intervento.” Dissi lasciandogli un mezzo sorriso e guardai gli specializzanti uno per uno.
 
“Tu, spiega al signore e alla moglie l’intervento e poi lavati, mi assisterai.” Dissi indicando un ragazzo il quale nome non me lo ricordavo e gli lasciai la cartella guardando nuovamente il cercapersone che squillava.
 
 

“Eccoti! Che diavolo ti è passato per la testa? Eh? Avresti potuto subire una denuncia, avresti potuto ammazzarla. L'ha’ aperta sul pavimento di un centro commerciale! Dio! Ma come devi essere stata stupida!” mi urlò Waber, il primario dell’ospedale, non che come uno zio per me.
 
“Ho fatto quello che dovevo fare. Non potevo lasciarla morire!”
 
“Avresti potuta ammazzarla tu stessa!” disse lui per poi notare gli sguardi che tutti ci cominciarono a mandare. Lui mi prese per un braccio e mi portò nel suo ufficio.
 
Chiuse la porta mente mi lasciai cadere sul divanetto.
 
“Non potevo lasciarla morire okay? Non questa volta..”
 
“Santana…” disse lui capendo cosa stava succedendo e mi si avvicinò prendendomi la mano.
 
“Non è stata colpa tua. Eri una ragazzina.”
 
“Ma se solo avessi saputo cosa fare lui sarebbe stato qui con me!” sbottai scattando in piedi per poi asciugarmi delle lacrime che stavano per scendere.
 
Lui rimase in silenzio e mi porse un fazzoletto.
 
Feci di no con la testa e sbuffai.
 
“Ho fatto quello che andava fatto.. io..” balbettai tremante e lui mi si avvicinò e mi abbracciò. Mi lasciai andare a un pianto che ormai da troppe ore mi sforzavo di reprimere.
 
Solo rivivere una situazione anche solamente lontana a quella era stato deleterio per me.
 
Improvvisamente sentimmo bussare.
 
“Avanti.” Disse Richard sciogliendo l’abbraccio mentre il mio pianto si era calmato.
 
Mi asciugai le lacrime notando Quinn entrare che mi guardò e mi sorrise.
 
“Si, Quinn.. dimmi..”
 
“Sono qui per Santana. La ragazza si è svegliata ed è arrivata anche la famiglia. Vorrebbero vederti..” disse e Richard mi mise la mano sulla spalla stringendola per poi andarsi a sedere alla sua scrivania.
 
Sospirai e uscii dall’ufficio  con Quinn.
 
Arrivammo davanti alla stanza e Quinn entrò presentandosi.
 
“Quinn Fabrey!” disse presentandosi a un ragazzo biondo.

“Sam Evans.” Disse questo stringendole la mano. “Sono il fratello di Brittany.”
 
“Ma ho letto la cartella. Lei fa Pierce.”
 
“Oh, padri diversi..” spiegò lui avvicinandosi poi al letto a stringere la mano della sorella. Mentre la mia amica andava a salutare anche Mike.
 
Quinn mi guardò obbligandomi a entrare.
 
Così dopo un bel respiro entrai e sorrisi ai presenti.
 
“Ciao Mike…” gli dissi e lui fece un leggero sorriso.
 
Poi il biondo di avvicinò a me e mi tese la mano.
 
“Sam Evans.”
 
“Santana Lopez.” Lui si aprì in un sorriso.
 
“Grazie.. grazie davvero. Mi hanno detto che ha dovuto fare una cosa fuori dagli schemi e pericolosa. Ma hanno anche detto che è la migliore e che le ha salvato la vita. Non potrò mai essertele riconoscente abbastanza.”
 
Scossi la testa con un sorriso.

“Non c’è bisogno che mi ringrazi. E’ il mio lavoro.”
 
“I suo lavoro è infilare aghi nei polmoni della gente in un centro commerciale?” chiese poi una voce debole.

“Brittany!” la riprese Sam.
 
“No Sam! Ci hanno detto che dovremmo denunciarla.” Disse lei.
 
“Ma non lo faremo, ti ha salvata!” rispose lui.
 
Seguii quel piccolo battibecco per poi guardare la ragazza.
 
“Potreste denunciarla, oppure potreste ringraziare dio o chi per lui che vi siate trovati Santana Lopez come soccorritore. Perché a essere sincera se ci fossi stata io adesso Brittany saresti morta. Perché non avrei avuto il coraggio di infrangere così la legge e rischiare con una minima possibilità di riuscire. Lei invece ha mandato tutto al diavolo per farti sopravvivere, rischiando di essere radiata dall’albo o di perdere il suo lavoro.” Sbottò Quinn alzando la voce.
 
Spalancai gli occhi guardandola. Lei prese un bel respiro e chiuse la cartella che stava leggendo.
 
“Scusate.” Disse per poi uscire lanciandomi uno sguardo.
 
Guardai i presenti nella stanza e Sam guardò la sorella.
 
“Brittany..” la pregò.
 
“Scu-“
 
“Non importa.” La interruppi.
 
“Possiamo sapere cosa è successo e come sta?” chiese Sam.
 
“Vi mando uno specializzando.” Dissi glaciale mettendo le mani nel camice.
 
“Non può spiegarcelo lei?” mi strinsi nelle spalle tornando verso il letto.
 
“Brittany ha avuto un embolo. Io e la mia collega abbiamo fatto il massaggio cardiaco per almeno dieci minuti prima che scoprissimo cosa stesse succedendo. Allora io ho praticato l’aspirazione dell’embolo con una mia tecnica la quale prevede una minima invasione. E si. E’ stato fatto alla cieca. Ma ha funzionato. Adesso le stanno dando degli antibiotici per evitare infezioni. Adesso devo andare. Ho un operazione.” Dissi uscendo velocemente sentendo un flebile grazie.
 
Sospirai uscendo da quella stanza e mi andai a preparare per l’operazione.
 

FRANCI’S CORNER:

So che sono in super ritardo con NMSWYA ma era giorni che avevo in mente questa FF. In realtà ne ho anche un'altra che posterò più in la.

Alloora. Ho una cosa da dire. Io non studio medicina. Ho fatto tantissime ricerche per scrivere qualcosa di sensato, spero di esserci riuscita. E in più verrà spiegato negli altri capitoli perchè è successo questo a Brittany e cosa sia successo a Santana.

Intanto questo è quanto.

Fatemi sapere che ne pensate se devo continuare. Grazie :)

Baci Fra!
  
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