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Autore: Eider    13/12/2012    1 recensioni
Come nella maggior parte dei film, dopo che il protagonista, partito per chissà quanto tempo, ritorna a casa si ritrova solitamente in una realtà completamente diversa da quella che ricorda ed è giusto che sia così no? Questo era quello che Emma continuava a ripetersi da quando era salita su quel maledetto aereo che dopo cinque anni, precisamente cinque anni in cui aveva studiato e si era laureata, la stava riportando nella sua "amata" Londra.
Emma si ritroverà a combattere con il suo passato, che non le renderà la vita facile, per riuscire finalmente ad andare avanti con la sua vita oppure ricominciare da dove era stata interrotta.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sedici.
 
"Emma hai preso tu il mio vestitino azzurro, quello in pizzo?" Elisa aprì la porta della camera della rossa trovandosi in una situazione alquanto imbarazzante, infatti sdraiati sul letto c'erano Emma e Martin con solo la biancheria intima. Martin rotolò al fianco di Emma, alzando la mano in un cenno di saluto mormorando un ciao divertito, mentre Emma cercava imbarazzata di coprirsi.
"Come se non ti avessi già vista mezza nuda." borbottò Elisa rimanendo sulla porta con le braccia incrociate, aspettando una risposta alla sua domanda, evidentemente doveva tenerci veramente tanto a quel vestito.
"Ciao anche a te barbone."
Martin soffocò una risata, quando due settimane prima avevano raccontato agli amici di Emma quanto era successo, in particolare il fatto che loro due stessero insieme, cosa che aveva lasciato non poco sorprese Elisa e Nora e che stranamente non aveva sconvolto Liam che aveva scoperto essere il ragazzo della mora, una delle prime cose che aveva sentito uscire dalle labbra della mora era stato "Sembri un barbone, dovresti tagliarti i capelli e raderti la barba sai?", una ragazza piuttosto diretta aveva compreso, Martin era semplicemente scoppiato a ridere rispondendo con un presto.
Quando invece lo stesso giorno Emma lo aveva presentato al fratello e Caroline come suo "uomo", Martin aveva sudato davvero molto, Dave non si era risparmiato infatti un occhiataccia seguita da una minaccia implicita, espressa meglio con un gesto a mo' di coltello lungo il collo, il senso era sicuramente "Prova a farla soffrire e ti uccido."
Simpatico.
Martin aveva provato a sorridere, mascherando il terrore che invece Emma aveva subito notato, lanciando uno sguardo furioso al fratello che aveva scrollato le spalle incurante.
"Non ci sbarazzeremo facilmente di te, vero?" aveva sussurrato Dave, colpito subito dopo da una gomitata nello stomaco dalla moglie.
Emma aveva preso la mano di Martin, l'aveva stretta forte cercando di tranquillizzarlo.
Nella stanza della rossa, Elisa ancora sulla porta aspettava che qualcuno si degnasse di risponderle, sbuffò e si diresse verso l'armadio dove poco dopo ne uscì con le mani piene di vestitini.
Si voltò verso Emma ancora nascosta dal lenzuolo, "Non trovo il mio vestito, quindi mi prendo i tuoi, e grazie per l'aiuto." uscì dalla stanza come una furia, mentre Martin cercava di non ridere e non farla arrabbiare ancora di più.
"Emma tutto bene?" Martin si tirò su, appoggiandosi alla testiera del letto, con la testa voltata in direzione di Emma.
"Em?"
"Piccola?"
Emma si rilassò lasciandosi andare ad un sorriso rivolto solo a lui, appoggiò la testa sul cuscino chiudendo gli occhi.
"A cosa pensi?" Martin si era mosso verso la rossa, sdraiandosi sul fianco, con la testa appoggiata sulla mano.
A cosa pensava?
Bella domanda, c'erano così tanti pensieri che le vorticavano in testa, che non sapeva da dove iniziare, ma c'è n'era uno fisso e di quello era sicura, voleva dirgli di amarlo, ma non riusciva mai a trovare il momento giusto e quello sicuramente non lo era.
"Al fatto che forse qualcuno dovrebbe bussare prima di entrare." disse aprendo gli occhi, quando lo vide vicino a se sorrise e allungò le mani attirandolo sopra di lei.
"Forse tu dovresti imparare a chiudere la porta a chiave." le lasciò un bacio sulla fronte, portando le mani sul viso della ragazza, schiacciandola così sotto il suo peso.
"Martin cavolo!" Emma cercò inutilmente di spostarlo, ma gli anni di Martin spesi in palestra avevano sicuramente dato i loro frutti. Iniziò a tirargli pugni sul petto causandogli solo una sonora risata.
"Ma quanto sei tenera quando fai così." rise prendendole le guance e tirando, quasi fosse una bambina, il broncio che mise Emma aumentò la sua risata, spostandolo finalmente dall'altro lato del letto, liberando Emma.
Emma sbuffo e girò la testa incrociando lo sguardo divertito di Martin, gli accarezzò una guancia e sorrise mentre lui chiudeva gli occhi.
"Che ne dici di uscire da qui? Siamo rinchiusi qua da troppo tempo ormai." Martin aprì gli occhi, la fissò per qualche secondo poi annuì.
"Forse, hai ragione."
"Io ho sempre ragione!"
Martin scoppiò a ridere alzandosi dal letto e trascinando con se una svogliata Emma.
"Non hai appena detto che volevi uscire?" Emma brontolò qualcosa, andando poi a finire tra le braccia del suo uomo.
"Sei così morbido e profumato." la ragazza mormorò quelle parole con le labbra appoggiate al suo petto, Martin infatti venne scosso da brividi lungo tutta la schiena a causa di quella vicinanza, si scostò un secondo dalla ragazza per guardarla con un sopracciglio alzato.
"Stai forse dicendo che ho la ciccia? No, perché faccio palestra sai, e penso si veda."
Emma alzò lo sguardo incontrando quello di lui, scosse la testa e sorrise.
"Sei peggio di me." non aggiunse altro, si limitò a lasciargli un bacio a stampo e dirigersi verso l'armadio alla ricerca di qualcosa di comodo da indossare in una calda giornata di fine agosto.
 
Non appena Emma scese le scale riconobbe immediatamente la voce di Nora sovrastare quella di Elisa, la rossa sorrise immediatamente chiedendosi però dove fosse finito Martin, eppure le aveva detto che l'avrebbe aspettata giù.
Svoltò a destra raggiungendo il soggiorno dove trovò subito Martin, schiacciato sul divano tra la bionda e la mora, il suo sguardo disperato vagava nel vuoto e non appena si accorse della sua presenza tentò di alzarsi per raggiungerla, ma sfortunatamente per lui Nora si accorse della presenza di Emma ancor prima, gli piazzò il braccio davanti il petto lanciandogli un occhiataccia ammonitrice, che lo costrinse a sedersi, sprofondando nuovamente nel divano, mentre Elisa cercava di non mostrarsi troppo divertita dalla scena.
"Sei già stato troppo con lei." mormorò tra i denti Nora, facendogli segno di no con il ditino, così che solo lui potesse sentire, Emma non si accorse di quello scambio di parole, ma Elisa si, decifrando il labiale.
Era davvero comica questa situazione, per lei.
Nora corse incontro ad Emma, stringendola in un abbraccio dondolante, che Emma ricambiò ridacchiando. Si staccarono di qualche centimetro, con ancore le mani strette l'una all'altra e con un sorriso sulle labbra, Nora osservò la rossa dalla testa ai piedi con un sorriso malizioso.
"Vedo che sei dimagrita." Nora la strinse di uno in un abbraccio e una volta staccatasi definitivamente annuì alla sua affermazione, Emma invece non rispose, si limitò a guardarla seria per qualche secondo, per poi scoppiarle a ridere in faccia, rischiando di sputacchiarle addosso.
Nora si scostò schifata, pulendosi con i palmi il viso pulito, mentre Emma continuava a ridere.
"Vedo che ti diverti mia cara Emma." disse la bionda incrociando le braccia al petto con un sopracciglio alzato, la rossa intanto si era calmata, aspettando la prossima cavolata dell'amica.
"Con tutta l'attività fisica che hai fatto in queste due settimane posso capire." infatti, arrivò subito dopo.
Nora lanciò un occhiata a Martin, che le sorrise divertito, poi tornò a guardare verso Emma, che continuava a scambiarsi occhiate con il moro.
"Però non chiudetevi in camera e basta eh? E la prossima volta avvisate la poverina!" fece una pausa per indicare la poverina in questione, che sorrideva per niente in imbarazzo a tutti.
Emma si diede della stupida, in quei momenti non si era certo preoccupata della sua amica, si imbarazzò pensando alle cose che aveva probabilmente sentito, ma quando tornò ad osservarla la vide ridere ad una battuta di Martin sicuramente per sdrammatizzare la situazione, Emma sorrise vedendoli ridere tranquilli, il barbone e la ragazza senza peli sulla lingua, come l'aveva amichevolmente soprannominata Martin.
Nel mentre Emma continuava con i suoi ragionamenti, Nora si diresse verso il divano da due, accanto a dove erano seduti Martin ed Elisa e si sedette accavallando le gambe, Emma scosse la testa e la raggiunse, accavallando anche lei le gambe.
"Quindi dato che siete vestiti e non siete più in camera, suppongo vi siate presi una pausa no?"
Emma e Martin si scambiarono uno sguardo languido, per poi tornare a guardare Nora, non si era persa niente, non ci sarebbe riuscita neanche volendo, scosse la testa rendendosi conto di non aver ricevuto una risposta.
"Diciamo di si.. Vi va di fare una cena a sei?"
"Non lo so.. noi.. ecco.." Emma gesticolò con le mani in cerca di una risposta, se fosse dipeso da lei avrebbe accettato subito, ma Martin sembrava ancora un po' intimidito dalla bionda, e non se la sentiva di accettare senza prima parlarne con lui.
"Per noi va bene." l'attenzione si focalizzò su Martin che sorrideva tranquillamente, infondendo fiducia attraverso lo sguardo ad Emma, che sorrise riconoscente.
Nora quindi si voltò verso Emma, che acconsentì con la testa, la bionda sorrise e batté le mani felice come una bambina, ricevendo gli sguardi preoccupati dei presenti.
Una suoneria nota inondò la stanza ed immediatamente Emma si voltò verso Elisa, vedendola recuperare il telefono e sorridere leggendovi il nome, si alzò dal divano scusandosi e rifugiandosi in cucina, sentirono solo la sua voce cambiare e diventare dolce non appena pronunciò la parola amore.
"E così siamo rimasti noi tre, come ai vecchi tempi." mormorò Nora allargando le braccia e con un sorriso che non portava niente di buono e di questo se ne accorse anche Martin, che deglutì preoccupato.
Emma pensò velocemente a qualche modo per fermare la furia dell'amica e l'unica cosa che le venne in mente fu Jack, che tra l'altro non vedeva da un po'.
"Nora, perché non mi racconti come va con Jack?"
Improvvisamente il viso della bionda si illuminò e sul suo volto comparve un sorriso timido, una Nora completamente diversa da quella di qualche attimo prima, e di questo Martin ne fu ancora più spaventato, si dimenticò completamente del massacro che nella sua mente aveva progettato di infliggere al ragazzo.
"Le cose vanno benissimo, è bellissimo, dolcissimo, bravissimo e .." Emma la fermò prima continuasse a dire più del necessario.
"Va bene, abbiamo capito. Altro?"
"Ogni volta che penso a lui dovrei cambiarmi gli slip." disse Nora con lo sguardo sognante.
"Nora!" urlò Emma scandalizzata mentre Martin scoppiò a ridere di gusto.
"Ma cosa! Era una metafora.."
"Una metafora del cazzo."
"Appunto."
Emma le lasciò uno schiaffo sul braccio, Martin invece si sdraiò sul divano non riuscendo a respirare dal troppo ridere.
"Sei senza speranze Nora." borbottò Emma guardando Martin divincolarsi in cerca d'aria, la ragazza scosse la testa non sapendo più dove guardare.
"Si ma dovresti vederlo, lui è.."
"No! Ferma! Per me lui è come Dave, non voglio sapere!" Emma si mise le mani davanti agli occhi scuotendo la testa, ma era troppo tardi, perché la sua immaginazione stava già viaggiando a ruota libera.
In quel momento rientrò Elisa, che vedendo quei tre, ognuno perso nel suo mondo scosse la testa sconsolata, fortuna che esisteva ancora una persona sana di mente in quel gruppo, e quella era certamente lei, così pensava almeno.
"Nora scusa, ma mi puoi portare da Liam, ha detto che ha bisogno di parlarmi e io non ho ancora capito come guidare dalla parte opposta senza uccidere qualcuno." Elisa sospirò rassegnata, ci aveva provato più volte, Liam le aveva insegnato con calma tutto quello che c'era da sapere per adattarsi, siccome ci era passato anche lui, ma non c'era stato verso, Elisa era una causa persa, aveva rischiato più volte di uccidere Toby il bulldog del ragazzo e una volta era andata a sbattere contro una pianta nel giardino, Liam a quel punto si era arreso e le aveva detto di farsi l'abbonamento al bus.
"Tutto bene tra di voi?" chiese Emma preoccupata per l'amica, resistendo all'impulso di ridere per la questione della guida.
"Sì, tranquilla, deve darmi una buona notizia, almeno penso, in ogni caso ti aggiorno stasera." Elisa le sorrise aspettando che Nora si alzasse e l'accompagnasse da Liam sul tragitto per casa.
Poco prima di andarsene, Nora, si fermò sulla soglia del soggiorno guardando in direzione dei due.
"Stasera alle 8 da Gianni, guai a voi se non ci siete."
Sorrise poi salutandoli con un ciao accompagnato dalla voce di Elisa, che gli urlava di fare i bravi, facendoli sorridere.
Emma si alzò raggiungendo Martin, che si era finalmente ripreso dopo l'uscita di Nora, si sedette sulle sue gambe, lasciandogli un bacio a stampo sulle labbra.
"Che ne dici di uscire a fare un po' di shopping?"mormorò appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Shopping?" Martin la guardò con la fronte aggrottata, poco entusiasta.
"Ma si dai, ti compri anche tu qualcosa, o hai intenzione di girare sempre con la stessa maglia?"
"Guarda che ho vestiti a casa."
"Si, ma quante volte sei passato a casa tua in queste ultime settimane?"
Martin ci pensò su, poi sospirò.
"Va bene, hai ragione andiamo dai."
Emma sorrise felice lasciandogli un altro bacio e scappando verso la porta di casa.
 
Emma si fermò davanti l'ennesima vetrina, trascinando con se Martin, che con un sonoro sbuffo la raggiunse. Questa volta si trattava di borse, di tutti colori, taglie e grandezze.
La rossa guardò sognante tutto quel ben di dio, tirando verso di se il moro, che alzò gli occhi al cielo.
"Hai visto quanto è bella?" domandò Emma con il sorriso stampato sul volto, non staccando gli occhi dalla vetrina.
"E' forse un modo carino per chiedermi di comprarti una borsa?"
Emma si voltò immediatamente, incrociando lo sguardo divertito di Martin, sbatté le ciglia un paio di volte e si avvicinò al suo petto.
"Lo faresti davvero?" Martin scoppiò a ridere per il modo con cui la rossa continuava a guardarlo e per la vocina da bambina che aveva adottato.
"Andiamo dai." le lasciò un bacio sulla fronte, prendendole poi la mano ed entrando nel negozio.
Non l'avesse mai fatto.
Gli occhi di Emma si dilatarono per la meraviglia non appena vide le centinaia di borse esposte, altro che quella decina in vetrina.
"Merda." sussurrò Martin seguendola con le borse in mano, come un cagnolino lungo il negozio.
Mentre Emma era completamente assorta da una borsa nera con le borchie, Martin sentì una voce conosciuta chiamarlo, si girò trovandosi sotto gli occhi una ragazza bassina dai capelli corti e castani e un paio di occhi color acqua-marina, fissarlo sorridente.
Non ebbe il tempo di dire o fare qualcosa che subito la ragazza gli saltò addosso, attaccandosi come una piovra e come c'era da aspettarselo, Emma si voltò alla ricerca di Martin proprio in quel momento trovandolo con la castana in braccio.
Emma camminò verso da lui come una furia, lanciando sguardi assassini alla ragazza che continuava a non volersi staccare.
"Scusa?!" esclamò con tono più che irritato una volta arrivata abbastanza vicina ai due.
La ragazza in questione si staccò finalmente, un po' contraria per l'interruzione, guardò Emma per qualche secondo, assottigliando perfino lo sguardo, quando poi un sorriso le comparve sulle labbra, riservando lo stesso trattamento di Martin, fiondandosi addosso ad una Emma ignara, sotto lo sguardo divertito di Martin.
Emma cercò lo sguardo del moro, chiedendo aiuto, ma l'unica cosa che vide, fu lui che scrollò le spalle indifferente.
Dopo quell'imbarazzante quanto strano abbraccio, la ragazza si scostò, Emma cercò di associare quel volto a qualche sua amica del passato, non riuscendo a venirne a capo, non aveva idea di chi fosse, mentre la ragazza sembrava sapere esattamente chi fossero.
"Chi l'avrebbe mai detto, voi due insieme eh?" la ragazza sospirò portandosi le mani sulle guance entusiasta, sembrando una bambina a cui era stato esaudito un desiderio.
Martin si avvicinò ad Emma, posandole un braccio intorno alle spalle, stringendola a se.
"Già, a volte succedono cose che non ti aspetteresti mai, ma le persone crescono." la ragazza annuì, guardandoli con gli occhi lucidi per l'emozione.
"Ho sempre sperato di vedervi insieme un giorno, mi sembra Natale!" esclamò non riuscendo a trattenere la sua felicità, spaventando però Emma, che alzò lo sguardo verso Martin, sperando che le dicesse chi fosse, ma niente, lui guardava la ragazza come si guarda una sorellina.
"Mio fratello mi ha detto che eri diventata ancora più bella, Em, ha proprio ragione il mio fratellone." e solo in quel momento Emma capì, infatti l'unica cosa che all'inizio l'aveva attirata erano stati i suoi occhi, dello stesso colore del fratello, come aveva fatto ad essere così cieca, era la sorellina di Jack, Sophie.
"Oh mio dio, sei tu Sophie?!" esclamò Emma portandosi la mano davanti alla bocca, sorpresa.
Martin al suo fianco ridacchiò, certo che ce ne aveva messo di tempo per riconoscerla.
"Ma che fine hanno fatto i tuoi bellissimi e lunghissimi capelli biondi? Non ti avevo riconosciuta!"
Sophie abbassò lo sguardo, muovendo il piede imbarazzata.
"Volevo cambiare e così eccomi qua." sorrise impacciata rialzando lo sguardo.
Emma si staccò da Martin e tornò verso Sophie, per stringerla in un vero abbraccio.
"Sei cresciuta così tanto Sof." mormorò lasciandole un bacio sulla testa, come fosse sua sorella, perché alla fine era così, così come Jack.
Si staccarono guardandosi per un po' negli occhi, per poi scoppiare a ridere.
"Allora vi siete finalmente dichiarati il vostro amore?" chiese innocentemente scatenando l'imbarazzo di Emma, che abbassò lo sguardo fissandolo sulle sue bellissime ballerine nere.
Martin invece annuì fiero di se, nonostante Emma non gli avesse ancora dette le famose paroline, sapeva quali erano i suoi sentimenti, che gli dimostrava con ogni piccolo gesto, di cui il più grande era stato perdonarlo dandogli un'altra occasione.
Sophie guardò Emma preoccupata.
"Ho forse detto qualcosa di sbagliato?"
Emma alzò lo sguardo abbozzando un sorriso.
"Ma no tranquilla, è che.."
"E' una timidona che non ha coraggio di dirmi ti amo, ma non importa perché io lo so." come al solito Martin le venne in soccorso, stringendole la vita e lasciandole un bacio sui capelli.
Sophie annuì.
"Si però dopo tutto quello che le hai fatto passare, posso anche capirla!"
"Adesso sei anche dalla sua parte?"
"Sempre stata." dichiarò fiera Sophie, alzando la testa. Martin si staccò da Emma andando in contro alla ragazza, che gli sfuggì ridendo, venendo poi inseguita dal moro.
"Vieni qui piccola peste!"
Quando entrambi tornarono da Emma, sfiniti e dopo aver attirato l'attenzione di tutti nel negozio, la rossa convinse Martin a comprarle la borsa indicatogli, lasciando Emma e Sophie da sole.
"Ma tu lo ami?"
"Sì."
Non ci fu bisogno di aggiungere altro, perché entrambe sorrisero capendosi.
"Sai che stasera siamo a cena con tuo fratello e la tua futura cognata?"
Sophie sgranò gli occhi.
"Nora? Dio, l'adoro, l'ho sempre adorata quella donna, pensa quanto si è arrabbiato Jack quando gli ho detto che la conoscevo già, non mi ha parlato per una settimana." Sophie scoppiò a ridere contagiando anche Emma, vedendosi Jack completamente fuori di testa dopo averlo saputo.
"Per cosa ridete ragazze?" Martin spuntò alle spalle di Emma, con una borsa di cartone in mano, Emma ci sbirciò dentro, intravedendo il suo nuovo amore, sorrise e gli scoccò un bacio sulla guancia.
"Solo un bacetto sulla guancia?" domandò offeso, Emma sorrise e si alzò sulle punte dandogli un lungo bacio sulle labbra, se non ci fosse stata tutta quella gente avrebbero continuato e approfondito il bacio, ma c'era una persona in particolare che li fissava con insistenza.
Un gridolino uscì dalla bocca di Sophie, costringendoli a staccarsi.
"Adesso so cosa si prova quando la tua coppia preferita si mette insieme." sospirò ancora e alzò gli occhi al cielo, mentre i due si guardarono preoccupati.
"L'abbiamo persa." borbottò Martin.
"Decisamente."
 
"Sapevo che saremmo arrivati in ritardo! Oh mio dio, adesso ci ucciderà!"
"Non ti preoccupare non è niente di che, solo qualche minuto.."
"Solo qualche minuto? Scherzi?!"
Emma si voltò verso Martin, impegnato a parcheggiare e ad impazzire preoccupato per la furia di Nora.
"Amore, rilassati andrà tutto bene."
Emma si rese conto troppo tardi di ciò che aveva detto, e se lui si fosse imbarazzato? E se fosse stato troppo presto?
Ma Martin si limitò a rilassarsi e a voltarsi verso di lei con un sorriso indecifrabile sul volto.
"Ho sentito bene vero?"
Emma annuì timidamente, sentendo improvvisamente le labbra di Martin premere sulle sue con forza, ma senza farle male, si staccò per qualche secondo sistemandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Ti amo." sussurrò guardandola negli occhi, tornando a baciarla.
Emma però si staccò da lui, vedendo sorpresa e paura nel suo sguardo.
"Ti amo anch'io." bastarono quelle parole per far sorridere completamente Martin, fiondandosi nuovamente sulla bocca della ragazza con impeto e amore.
Emma sorrise sulle labbra di lui, prima di schiuderle lasciandolo approfondire il bacio nel parcheggio del ristorante.
 
 

Avrei potuto aspettare domani, sarebbero stati due mesi esatti, ma penso di avervi fatto attendere abbastanza no?
Quindi ecco qui il tanto atteso capitolo! 
Ellie.

   
 
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