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Autore: Swaggg    13/12/2012    2 recensioni
Paura, terrore, solitudine. Emozioni che si provavano stando fermi in una stanza circondata da corpi senza vita. Da corpi che una volta vivevano, parlava e passeggiavano e adesso giacevano su un gelido pavimento della casa di Rose Street. Hanna Lars, era seduta al centro di quella stanza, illuminata dalla luce del sole che proveniva dalla finestra. Era seduta e con le braccia si teneva unite le gambe al petto. Si dondolava sui glutei avanti e indietro disperata. Piangeva ormai da ore per quello che era riuscita a fare. Piangeva perché non aveva più una famiglia. Ma la tentazione era troppo forte, svegliando in lei un sentimento inspiegabile e una reazione da parte del suo cervello che non aveva motivazioni
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Truth and Fear






Era passato un anno da quella splendida giornata, dove Hanna aveva scoperto il suo “IO” interiore.
Aveva passato quell’anno nel cercare di essere il più normale possibile, adattandosi alle persone che la circondavano,
ad essere una fidanzata perfetta e nessuno l’avrebbe mai detto, ma era diventata anche un ottima migliore amica, si chiamava Rebbhecca.
La prospettiva e le dicerie nella scuola erano cambiate col cambiar dell’anno, e le persone la vedevano sotto un altro aspetto.
Era diventata solare, vestiva come una sola donna sa fare, non coprendo più i suoi splendidi capelli biondi con quei cappucci neri e bui.
Laccava di smalto le sue unghie, e scuoteva  i capelli, imbarazzata, ogni qual volta il suo lui la guardava passare per i corridoi, per poi raggiungerla e stringerle un braccio intorno al collo provocando il sorriso più angelico di lei.
Forse non aveva detto tutto  a Justin, forse gli teneva ancora delle cose nascoste, ma  era meglio continuare a tenergliele nascoste.
Mentre Justin, ancora una volta le poggiò il braccio intorno al collo, Hanna continuava a pensare se non fosse stato meglio se Justin fosse venuto a conoscenza di tutto. Si erano dichiarati fiducia, soltanto che Hanna aveva paura del segreto che portava ancora, come un masso, sul cuore.
Decise di stare zitta e viversi la vita.
Justin le diede un bacio a stampo sulle sue labbra prima di dividersi ed entrare entrambi in classi diverse.
Lui avrebbe dovuto affrontare l’ora di storia e lei quella di biologia. Aveva cercato di seguire la lezione, ma era più forte di lei,
la biologia era una materia ambigua. Al primo suono della campanella, Hanna si recò fuori, ringraziando il signore che quella lezione sia finita in fretta.
Notò che Justin non c’era fuori ad aspettarla, che strano si aspettavano sempre.
Decise quindi di rimanere lì qualche minuto per vedere se si facesse vivo, e la sua testa bionda non si vedeva, anche perché il corridoio era diventato vuoto a causa della seconda campanella che avvisava il cambio lezione. Si avviò verso la sua aula di matematica, pensando che Justin fosse lì, visto che avevano la lezione in comune. Si sedette al solito banco, ma di Justin nessuna traccia.
“Professoressa, posso gentilmente andare al bagno?” e con un cenno di mano acconsentì alla domanda della ragazza.
Hanna la ringraziò e uscì dall’aula. Camminò per il corridoio deserto e passò davanti allo stanzino che non veniva usato mai.
Era stato scoperto il ragazzo al suo interno, da allora lo avevano chiuso a chiave, e il ragazzo fu proclamato come suicidato.
Da allora in quella scuola furono fatte montare delle telecamere in ogni angolo della scuola, tranne nei bagni, ovvio.
Passò davanti al bagno dei ragazzi e lo superò, finché non sentì delle voci, un ragazzo urlava ma non riusciva a comprenderne le parole perfettamente. Avanzò verso la porta, aprendo piano la porta per non farsi sentire ed entrare di soppiatto.
C’era l’ultimo muro da superare, quello che separava i bagni dall’entrata, e non l’avesse mai fatto a superarlo.
Justin era lì, jeans sbottonati, e la sua presunta migliore amica che cercava di tranquillizzarlo poiché non riusciva a stare fermo.
“H-Hanna non è come pensi!” fu subito pronto Justin, il quale riuscì finalmente a liberarsi di Rebbhecca,
che era rimasta paralizzata alla vista dell’amica.
Hanna non riusciva a muovere nessun muscolo, le era rimasta la scena in testa proprio come una scena di un film preferito che non si riesce a dimenticare, solo che quello era un incubo.
Justin si riabbottonò i pantaloni e andò verso Hanna cercando di rassicurarla “Te lo giuro, che non ho fatto niente, non potrei mai farlo. Ti amo più della mia vita e non ti farei mai una cosa del genere, è stata lei” disse puntando con l’indice la ragazza dietro di loro “è stata lei a trascinarmi qui dentro e mi stava molestando” la guardava negli occhi, e lei era concentrata a cogliere tutta la verità che le raccontavano i SUOI occhi. Quegli occhi che tanto l’avevano fatta innamorare, non l’erano mai sembrati così sinceri e dispiaciuti.
“Va bene Justin, ti credo” disse abbozzando un sorriso, che le risultò più una smorfia.
Stava trattenendo la rabbia, la voglia di uccidere quella ragazza a mani nude senza nessun arma.
Strapparle gli occhi con solo due dita, e vederla morente cadere per terra.
Scosse la testa, come per cacciare quei pensieri che per tutto quell’anno aveva cercato di nascondere. Prese un grande respiro e rivolgendo lo sguardo all’amica disse “Non ti preoccupare, forse è stato solo un momento di debolezza, è tutto risolto adesso” poi abbozzò un sorriso un attimo prima di uscire dal bagno dei ragazzi e ritornare in classe e un secondo dopo era suonata anche quell’altra campanella.
 
 
“Davvero Hanna non sei arrabbiata per quello che è successo oggi?” stavano tornando a casa mano nella mano,
come ogni giorno come se quella mattina niente fosse successo.
“Te lo ripeto ancora Justin…Non sono arrabbiata” disse, scandendo le ultime parole come a far capire che le aveva ripetute all’infinito ed era stanca di ripeterle, ancora.
“Come vuoi…Sappi che ti amo e che l’avrei respinta comunque” disse lui stringendo di più la sua mano a quella di lei,
come a non volerla più lasciare.
“Ti amo anche io Justin” e sorrise, dedicandogli uno sguardo, per poi riportarlo davanti a sé.
Arrivati davanti casa di lei, si salutarono e Justin non la finiva di baciarla.
“Oddio, Justin smettila” le sue parole erano soffocate da risatine, e anche se diceva di smettere,
quei bacetti li avrebbe voluti all’infinito, erano graziosi e belli.
“Ok, la smetto” disse dandole un ultimo bacio, prendendola per i fianchi e avvicinandosela a se, intensificando il bacio poi  si staccò e aggiunse “ ci vediamo oggi pomeriggio”
“Ah…oggi pomeriggio non posso devo fare una cosa con Rebbhecca” Justin annuì poco convinto e si incamminò verso casa.
Hanna entrò in casa, Francesco era ai fornelli e non l’aveva sentita arrivare. Si diresse in camera sua e prese il suo diario, quello che aveva cominciato a scrivere dopo quella giornata sulla spiaggia, dopo che aveva promesso a Justin che non avrebbe ucciso più nessuno. Lo considerava un modo per sfogare la rabbia, per tenere tutto segreto. Da quel giorno Francesco, con esitazione, aveva accettato il nuovo metodo di Justin nel colmare la rabbia di lei stando con lui, e così Hanna rimase in vita. Ma la verità era un'altra, e in quel momento, mentre scriveva sul suo diario, immaginava il sangue di Rebbhecca colarle dal petto, dopo che lei stessa le avesse estratto il cuore. Scriveva tutto sul diario, come se progettasse un piano che non sarebbe mai stato portato a termine, o forse. Poggiò il diario sotto il cuscino del letto e scese per il pranzo.
Francesco aveva, anche se non del tutto, allontanato l’idea che Hanna potesse ancora uccidere e viveva più tranquillo e felice adesso che la vedeva felice e spensierata tra le braccia di Justin.
 
 
Nel pomeriggio Hanna era uscita di casa, per presentarsi inaspettatamente a casa dell’amica e mentre raggiungeva casa sua, Francesco sistemava casa.
Si era lamentato della camera di Hanna che era sempre in disordine, il letto sempre disfatto e gli toccava anche farlo.
Spostando il cuscino ci ritrovò sotto un quaderno e leggendo sulla copertina “Diario di Hanna” stava a significare di starne alla larga.
Ma la curiosità era più forte di lui e dopo aver combattuto con se stesso decise di leggerne pochissimo.
Si appoggiò al letto, come per non cadere per quello che stava leggendo.
Passava di data in data e da allora non era cambiato niente: Hanna aveva ancora quella voglia irrefrenabile di uccidere.
Aveva mentito a lui, a Justin e perfino a sé stessa, convincendosi per un periodo di riuscire a colmare quella rabbia trasformandola in qualcosa di dolce. Lesse l’ultima pagina, lesse la data senza darci troppo peso, poi lesse il nome della sua migliore amica e Hanna stava andando da Justin, quindi era solo un pensiero sfogato su un quaderno quello di Hanna. Sistemò il diario dov’era e ancora sconvolto, arrabbiato, si diresse in cucina a sistemare le ultime cose. Accese il display del suo Iphone e distrattamente lesse la data, poggiò il telefono sul tavolo e poi prese l’ultimo piatto da lavare. Gli cadde dalle mani, frantumandosi in mille pezzi, quando uscì di casa per dirigersi a casa di Justin: aveva capito che i pensieri di Hanna erano stati scritti quel giorno, quella mattina, quando era sicuramente tornata a casa da scuola.
Justin nel frattempo, stava comodamente steso sul divano, con la testa appoggiata al bracciolo di esso a guardare Spongebob,
quando il suono del campanello lo aveva interrotto. Spense la televisione e il campanello continuava a suonare interrottamente,
come se quelli dall’altra parte avessero fretta di essere aperti.
“Francesco, che ci fai qui?” chiese Justin, curioso dal fatto che Francesco non era mai venuto a trovarlo se non per un motivo preciso.
“Dov’è Hanna? Hanna? Hanna?” continuava a chiamarla a voce alta, salendo i piani superiori e Justin lo guardava continuando a non capirci niente.
“Francesco, Hanna non è qui, perché è successo qualcosa?” chiese il più rilassato e normale possibile.
Francesco ebbe un battito di cuore perso, temeva il peggio e, per la prima volta nella sua vita, aveva paura.
Justin, notando l’espressione di paura sul suo viso disse “Cosa è successo?” chiese ingoiando rumorosamente la sua saliva,
avanzando di poco verso l’uomo che, irrequieto, si torturava le mani.
“Justin non dirmi che Hanna è con Rebbhecca” chiese tremolante, l’uomo che si era seduto per via della sua instabilità nelle gambe.
“Si è con lei…abbiamo disdetto l’appuntamento di oggi perché doveva fare una certa ‘cosa’ con lei” disse mimando con le virgolette e si azzardò a chiedergli di nuovo cosa fosse successo.
“Sai la strada di casa sua vero?”
“Si” disse quasi in un sussurro, quasi avesse timore di dirlo.
“Allora muoviamoci, ti spiegherò tutto strada facendo” e così uscirono di casa, diretti verso una verità, o un orribile scena di sangue.
Justin era rimasto allibito da tutto ciò che Francesco gli aveva raccontato e se la cosa non si fosse svolta in negativo, loro non dovevano svelare che adesso sapevano che lei aveva un diario e che soprattutto la voglia di uccidere non era scomparsa.
 

Hanna era  stata accolta in casa dall’amica e non c’era nessuno oltre a loro.
“Allora…ehm…qual buon vento ti porta qui?” chiese Rebhecca titubante, dopo l’accaduto non si erano più parlare e adesso era sorpresa che l’amica fosse lì in quel momento.
“Passare del tempo con la mia migliore amica, ovvio!” Hanna manteneva la calma, o almeno cercava per non saltarle addosso e ucciderla lentamente.
“Oh…” disse l’altra con fare ancora più sorpreso “ti va di guardare qualcosa in televisione?” aggiunse poi, con un sorriso sulle labbra.
Hanna si limitò a sorridere e sedendosi sul divano, scelsero il film da vedere; un Thriller, i film preferiti di Hanna.
 
 
Francesco e Justin arrivarono con il fiatone davanti alla porta della ragazza, non esitarono un momento di più per bussare incessantemente a quella porta e una volta aperta si aspettavano  di tutto.




My Space
OH PENE 
Ciaooooooo allora è da tanto che non aggiorno
ma mi hanno abbandonato tutti e ho deciso che il prossimo capitolo
sarà quello definitivo nonchè più lungo di tutti YEAHHHHH
Ok non importa a nessuno, ma mi è piaciuta scrivere
questa storia, mi sono divertita ahahah
Mhmmm...in questo capitolo si capiscono un pò di cose
e forse anche il finale di questa storia.
Non vi anticipo niente, la mia amichetta Giulia deve rimanerci male
quanto io ci rimango male alle sue storie XD I LOVE MY CAPRA <3
BABBENEEEEE SPERO CI SIA QUALCUNO A RECENSIRE,
MI FAREBBE PIACERE ^__^

Alla prossima
Much Love
Giuls <3

   
 
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